Sogno di un valzer, il breve romanzo che apre il volume, pubblicato nel 1938 ma solo su una rivista, è stato scritto in un momento di grazia. C'è dentro tutto il Brancati migliore, con la sua ironia, il suo senso dello humor, in una mirabile fusione di elementi realistici e allegorici. Anche l'ambiente è quello tipico di Brancati: una Sicilia borghese, estraniata, velleitaria, il cui tessuto sociale mostra più smagliature che splendori. Elegia e senso del grottesco si fondono, raccogliendo la provocazione delle sottili analisi pirandelliane dell'ambiguità. Brancati è uno scrittore di costume, un moralista incisivo e affettuoso. In questi frammenti di romanzo e racconti, scritti tra il 1929 e il 1948 e apparsi finora solo su riviste e quotidiani, Brancati descrive, studia e teatralizza in una commedia umana esilarata e un po’ folle le nevrosi narcisistiche che sono la proiezione della vita di un'"isola siciliana" spiazzata rispetto al sistema dei meridiani terrestri. Il volume raccoglie, dunque, documenti del Brancati più vivo (quello che si è creato fama con Don Giovanni in Sicilia, Il bell'Antonio, Paolo il caldo), inquadrati dalla perizia filologica di Rita Verdirame e dall'acume critico di Enzo Siciliano.