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societ '.' di mutuo soccorso PDF

135 Pages·2012·7.83 MB·Italian
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.. . . STATIST CA DEL REGNO D'ITALIA. . . . ,- . o . / .. . . SOCIET '.' DI MUTUO SOCCORSO '. : .. ~, 'ANNO 1862 ;. , " . . .. . . . . . . . . PER eUR A DEIl IflNISTRO D'AGl\\COLTURA, INDUSTRIA E COMMERCIO ( w ) " .~ ... TORINO T I P O GR A F I A L E T· T E R A R I A .. 1. 864. \ . , , , ~. \. . ". ." •. SOCIETÀ DI MUTUO SOCCORSO \ , t • i '~' , \ STATISTICA D.EL REGNO D'ITALIA 'SOCIETÀ DI MUTUO SOCCORSO ANNO 1862 )" ., PER CURA DEL MINISTRO D'AGRICOLTURA, INDUSTRIA E' COMMERCIO ,. TORINO TIPOGRAFIA LETTERARIA 1864.' .,. I . ... , • , , .' . RELAZIONE AL RE SIRE, Presento a V. M. i risultamenti delle indagini intraprese intorno ad una delle più generose istituzioni dei nostri tempi, quella cioè delle Società di Mutuo Soccorso, per cui non solo si soccorre la povertà, ma si previene la miseria. Tale istituzione, a differenza di molt'altre dello stesso genere, nacque spontanea fra le classi popolari, . . ... " che ne profittarono, e che nulla chiedono all' Amministrazione,' se non ·la sicurezza della libertà. _ Il (ioverno ,nulla può fare direttamente e nulla ha fat~o per Società, che sorgono per iniziativa privata e fiòriscono per opera e diligenza' di liberi consorzi. Ma se si considera come ques~e Società sieno uno dei ,più fecon~i _s trumenti d'economia, se - . ' . si pensa il layoro, la moralità e la previdènza da esse pigliano consistenza ed ' ~he .evi4enza d'una pubblica istituzione, diventa chiaro come anche all'amministratore debba importare di conos,cere ne' suoi particolari la storia e l'andamento di questi sodalizi, guidato in ci~ dal nobile inter~sse di, annu~ziare al paese i progressi che dai liberi ordinamenti ne vengono allo spirito d'associazio~e. E d'altra parte la pubblicità aiu- j terà l'ispirazione e l'emulazione del bene e mostrerà quali sieno i pericoli, a cui per • ,-,~~""""",-=-~---_ ......._ -------------- ---0,6-. ___ ................ ... _-... .......... .. .. ... ' ....... ----~~-..........." .--,-------_____ ..... ________ .. ______• __. ..... ~.~ •• -· ... _ ..._ . __ ._., ____" .. r~ •• ~. ___ • ___ .... #_ ...... ·_~_ ... ~~~.-.. ~- ~_ -~~ ~~-."._ ~_:::~ VI avventura vanno esposti i nascenti istituti. Le circostanze straordinarie, nelle quali versa l'Italia, pur troppo forzano tutti gl' Italiani a pensare incessantemente c con grande ansietà alle sorti della Nazione. Onde non è meraviglia se le non poche So cietà di Mutuo Soccorso tra gli operai, dimentican<Jo la loro specialissim~ missione, J ( siansi lasciate tirare su questo terreno sdrucciolo. Ad esse pare' forse di compiere un dovere; ma tutti i buoni deplorano questa tendenza, non già perchè si voglia # interdire ad una 'parte di popolo qualsiasi il campo delle quistioni che tanto da vicino risguardano la patria nostra, ma perchè, quando si raccolgono soci e contribuzioni per un proposito speciale e determinato di carità e di previdenza, è strettissimo do vere di non sviare le forze sociali dietro un intento diverso da quello confessato e proposto dai soci. Gl' Italiani dovrebbero in ciò imitare gl' Inglesi, i quali, maestri a tulti nell'arte di riuscire, anzichè far parte di sodalizi, che abbraccino più intenti ad un tratto., preferiscono restrin~ere a campo angusto e ben definito l'opera loro e raggiungere uno per volta i fini, a cui sono dirette le loro sollecitudini. Laonde anche le Società di Mutuo Soccorso, che fra noi, cOlne ovunque, una I~anno missione affatto speciale, si dovrebbero persuadere dell'antico adagio che non si fa bene se non una cosa per volta e una cosa che si capisce bene. E questo dico nell'in teresse di codeste utilissime Società, perchè a noi dorrebbe troppo che le istituzioni destinate ad assicurare al povero laborioso il diritto ad essere soccorso in tutti gli eventi della vita, sobillate da improvvidi consigli, avessero a contrarre spese non previste nei loro statuti e vedessero poscia le loro casse, giusta gli esempi ne ~he vengono d'altrove, impoverirsi oltre misura e le loro direzioni ridotte all'impotenza di prevenire i mali e di sovvenire i rimedi, come pure dovrebbero, e cosÌ andar I- perduta la principale qualità degl' istituti di previdenza., la sicurezza della provvidenza. Nè credasi che in questo consiglio entrino prevenzioni politiche o indegne paure. Il Governo del plebiscito di nulla teme, neppure degli errori e delle . colpe de' suoi nemici; e V. M., che già ebbe a scorgere sui canlpi di battaglia e sotto il glorioso stendardo d'Italia la compatta falange delle plebi rustiche e cittadine, V. M. sa che la maggior confidenza può aversi in queste classi, le quali hanno suggellato col sangue e potent~mente agevolato il riscatto della patria comune. t Ma ciò non toglie che alcuni errori, sotto specie di generose ispirazioni, possano • ) ~ :·~l1-1>ì···: 'f' 1 ,; VII farsi strada in animi esacerbati da lunghe aspettazioni e. che, in cambio di chiedere consiglio alla scienza lunganime, perchè sicura della vittoria definitiva, abbiano a correr dietro a utopie oramai condannate universalmente e dalle quali ad ogni modo non ne potrebbero uscire", che a capo rotto. Sia lecito adunque al Governo di assumere l'ufHcio di model-atore; sia lecito a lui se non di restringere ad un solo modulo le manifestazioni della libertà, almeno di dare consigli autorevoli e desunti dall'esperienza della vita economica e dalla logica dei fatti sociali. È ciò appunto che io intendo fare in (Iuesta solenne circost.anza, nella (Iuale per la prima volta sono chiamato all'ono.'e (ti render conto a V. }f. di queste particolari manifestazioni della previdenza umana, persuaso che tale solleci tudine da parte mia, siccome i~ legittima ne' suoi fini, così non PU(', a meno di riu scire accetta alle moltitudini, cui s'indirizza .. E poichè è bene a questo proposito Ilon tacere cosa' alcuna, dir;' allCOI-a che con dizione indispensabile di prosperità, pcr le Società di Mutuo Soccorso.. parmi essere il dicentramento; voglionsi cioè mantenere le associazioni.. di cui è cenno, non solo isolate città per città, borgo per borgo, villaggio per villaggio~ Inu anche perfino entro il più ristretto limite delle singole professioni. L'llniformitll nelle condizioni di luogo, di arte o mestiere, di salario, di spendio (Iuntidiano, di rapporti fra i proprietal·i e gli artigiani, di benessere e di sicurezza puhblica, diventa indispensahile, '1uando si tratti, come nel caso presente., di correre al rimedio là dove esiste il Inale c di re golare il soccorso a seconda delle varie necessitil. La compilazione di tavole speciali, che determinino la vita media e la vita pl'oba bile e nelle quali si misurino i censi od usufrutti vitalizi, le assicurazioni sulla vita, le operazioni tontiniane, vuole essere fatta nei paesi stessi, :li (Iuali quelle tavole devono servire. Non è che sulla completa mancanza di dati locali che le nostre isti tuzioni si veggono costrette di ricorrere alle tavole di Dl1villard o di Demonf'errand, mentre più opportune e meglio rispondenti ai loro scopi sarebhero certamente le notizie, che esse potessero cogliere localmente. Che se questa necessità ricorre per le tavole statutarie, a così dire, dei consorzi, ben altre e più giustificate considerazioni vogliono che le persone delegate ad inter pretarle ed applicarle non sieno scelte fuori dal grembo delle singole Società. Laonde l • L VIU anche perciò rimane sempre vero il dettame scientifico, o piuttosto di senso com~ne, che meglio amministra chi è più vicino. Che cosa guadagnerebbero in fatti quei soci artieri, che sottoponessero tutti i loro atti all'autorità di una corporazione centrale, il cui pensiero fosse una legge per tutti, costretti a cederle l'esercizio della propria • volontà, della propria ragione? In questo caso non accadrebbe forse quello che pur troppo si verifica nei governi dispotici ed accentrativi? Il potere supremo, .c he essi vorrebbero costituire, Congresso o Dittatura, Commissione unitaria o Governo fede rativo, radunerebbe a stento i lumi necessari e perciò darebbe corso alle loro domande ancora più lentamente che la distanza dei luoghi non richieda. Preoccupato forse da altri interessi, che non sieno quelli del mutuo soccorso, trasanderebbe questi ultimi, e anche senza volerlo indugierebbe e incaglierebbe tutte le amministrazioni secon darie, danneggiando gl' interessi sociali., alienando g'li animi e distruggendo quegli stessi sodalizi, che esso avrebbe l'ufficio di sopravvegliare e dirigere. Laddove invece le Società prescelgano di rimanere quello che sono, uniformi nel pensiero e nello scopo, ma ciascuna di esse amministrata separatamente, le presenti e continue istanze c sollecitazioni delle parti interessate, la provata e sicura notizia delle cose e delle persone, la luce, che arreca nelle deliberazioni l'assidua ,testimonianza delle assem-' blee dei soci, il sindacato che .da quella è a temersi, sono argomento della importuna gerenza di una Dittatura centrale e della bontà invece delle arnrninistrazioni locali. Queste cose mi correva debito avvertire non per necessità di governo, ma per ri spetto alla sana tradizione economica del Regno. L'amministrazione, come ripeto, è ben decisa a non intervenire, quali pur sieno gli errori teorici, a cui per il momento cadessero in questa materia le menti dei nostri artieri. Non tocca ad essa il disci plinare istituzioni per loro natura private, anzi il solo suo ufficio è quello di vegliare che si propongano, si provino e si conducano ad effetto liberamente. Ma funzione appunto del mio ministero è che i buoni consigli non facciano difetto, e che un raggio di luce corregga le convinzioni traviate e scenda sul tema importante, a cui desidero una ragionevole soluzione. Del resto io ho piena fiducia che il senno pratico italiano, alieno dal tentare novità, q~ando sieno rovinose, seguirà in ciò l'esempio dei popoli antichi nella via della libertà, perfezionando grado a grado le istituzioni, delle quali gode il paese e facendo sÌ che il problem~ del mutuo soccorso riceva lo scioglimento, che IX i precetti della scienza e l'interesse ben inteso comportano. Tali speranze, che voglio credere non soverchie, si destano in me, considerando, non dirò quello che sono ora, ma quello che ponno diventare le Società sovramenzionate, che con emulazione e .'8- pidità non minore, si vanno diffondendo in questa nostra Italia rigcnt~rata, segno evidente e consolatore di ,,'ero e solido miglio.'amento sociale. Anche agli occhi di. V. M., questo frammento di st.atistica sulle Società di Mutuo Soccòrso non può a meno di riuscire gl'adito~ pe.achè (Iuando veniss~ il giorno, in cui la giustizia del dritto avesse d'uopo del braccio a farsi valere, vi torn(~I'à cal'O ,trovare la gioventù degli artieri collegata già in vincoli di (luella fratell('vole· alleanza, che cresce le forze di ciascuno e moltiplica la potenza dell'universale. Sono con profondo rispetto, Sire, di Vostra Maestà umilissimo, obòedientissimo e fedelissimo servitore Il .ililtro d'Agrieoltlra. I.daltria e Co_ercio MANNA. Torino, 20 maggio :186/.l. • ... __ -.r--------~~~~==~-==---~--~~--~~~~--~~~====~==~~=~~. ~~~~~-r-.----~ ~~ ~ .jol CONSIDERAZIONI GENERALI N on è nostra intenzione <ii qui la to;tol'ia delle a8tSociazioni di nlutuo soccorso, te~to;el'e ma sì piuttosto di preparare gli elenlcnti ad una statistica speciale di queste importanti istituzioni spontanee. Tuttavia, siccolne lo d'associazione tra Ic classi operaie, nato ~pirito dalla. comunanza degl'interessi, favorito dalla nccessità della, convivenza e dell'insegnaluento pratico, ù assai più a.ntico di (Jucl di'altri creda e si manifestò anche ne'telnpi rOlnalli e sopratutto nel Medio Eyo col luezzo di sodalizi, chc fanno riscontr'o alle attuali Hocietà pro fessionali e spesso anzi divenncro verc cOlnunità d'arte, così ci trovi:uDO costretti a, pre lnettere al nostro lavoro un ccnno storico c ad indicare succintalnente le conncssioni hl'cVC tra la fonDa. di codcste associazioni e i grandi prohlemi dclla politica e dena religione; tanto più che in Italia sopra,vivono ancora non poche Socictù, nate sotto le influenze dei secoli passati. S'intende chc noi ci limitcremo ai pochi cenni chc valgano a spiegare dal l'un canto il nesso e la parentela e dall'altro le flifferenze tra le associazioni mutue d'un telllpo e quelle d' oggidì. I .. e vere associazioni degli artieri e <lei lavoratori non potevano naf;cere se non quando le arti e i mestieri cominciavano ad essere esercitate da libere :mani. Finchè durò la schia vitù delle classi laboriose non poteva eSAervi che l'associazione legale, forzata e lnostruosa, la quale vincolava il servo al padrone e riservava a questo tutti i guadagni del lavoro, riducendo l'altro alla condizione di un materiale strumento di produzione, riparato, con servato o buttato tra i ferravecchi secondo l'opportunità economica. L'Italia rOInana, dove ·la schiavitù non era, almeno nei buoni tempi, un'istituzione, Dia un accidente, conobbe i collegi delle arti e le fratellanze rusticane, artigiane e rituali, come ne fanno fede i più antichi documenti deUa letteratura e della giurisprudenza latina e quel XII celebre placito della legge delle XII tavole, che proclamava il principio dell'autonomia dei consorzi liberamente istituiti. (l) Codesti collegi, che serbavano la tradizione delle industrie, e certo provvedevano anche" al soccorso dei sodali, perdurarono, non è dubbio, anche nei tempi della decadenza imperiale, quando hl, grande idea della fratellanza universale, della· comunione spirituale, diffusa dal Cristianesimo, fece nascere nuove e più splendide e svariate forme non solo di associazione eco- . nomica, ma anche di vita e di dOlnesticità comune. Alle associazioni spirituali, ai conventi dei fratelli e dene sorelle in Cristo, forma d'associazione esagerata, al communismo e alla soppression~ della famiglia indivi~uale, s'aggiunse l'esempio delle associazioni civili e guer riere de'barbari, delle gilde germaniche; e tutto .il Medio Evo si trovò così irretito in una vasta, complicata c moltiforlne tessitura di corporazioni d'ogni luaniera, per guisa che ogni professione, ogni stato, fin ogni anomalia della vita trovasse rifugio e sostegno, e or~line difesa nelle piccole e parziali Hocietà, contro l'imlnenso disordine della grande società unlana. Il Medio ~Jvo fn l'età classica delle associazioni e chi dice associazione, dice per neces sità IUutuo ~occorso. Ma COlne queste associazioni non erano libere, come per la stessa ne cessità deUa difesa erano ol'ganate rigidalnente a gerarchia. cosÌ il soccorso e l'aiuto che ciascun socio traeva da esse non era che a patto di soggezione c di austera disciplina. Sotto l'impero della necessibì e della tradizione mancava in ciascuno di quei sodalizi l'ugualianza, e però doveva lUanCètre l'equa distrihuzione dei vantnggi, priluo concetto della lnoderna lnutualità. li l' N ondilueno fin da quei teni})i, all' ombra c Hotto l'ispirazione delle idee cristiane, nelle qua.li è indish'uttibibnentc Hottiutesa l'idea. ·dell'eguaglianza spirituale, molte di queste So cietà. sotto l' aspetto di cOlnpiere in comune doveri di carità e di pietà, fondavano la lnu ! : tualità in quelle i~tihl7.ioni di eonf)'atelli c di consorelle, che si obbligavano a soccorrersi recipromunente nelle Inala ttie e ad assistersi nelle sventure domestiche, a celebrare a spese cOlnuni i funerali· degli ascritti al 801idazio. E luoltisshne di queste fratellanze si raccol sero pcr arti c lncstiel'i, ~ott() la handiera di (lUalche santo protettore e vennero così for \ ' mando vere Società. ~pecia1i di lnntno 80ccorso, conle lo comportavano le idee di quei telupi. ~m così Ri venne lnau llUtnO procedendo nelle vie dell' affranmunento e della solidarietà. ; Ma d'aUra parte quale distanz<, non separa. ancora i corpi d'arte dagli ordini della società luoderna. ~ la q naIe sopra tutto riconosce e rispetta la lihertà e la personalità umana? La stessa ca.rità fra i Inelnbri dei corpi d'arte e luestiere aSSluneva caratteri, che non sono quelli del Iuutua.lisluo odierno. Parte accessoria del sistelua. industriale d'allora, essa nulla ha di conlune colla smuuhievole assistenza, pt'ofessata in oggi dalle nostre Società e che fornla l'intento essenziale o lneglio dirclumo unico, per cui gli artieri raccolgonsi in soda lizi. Anclle le antiche giurande e maestranze recavano aiuto ai soci, in caso d'infortunio, palesando in ciò nna tendenza esclusiva e facendo dipendere le largizioni da capi ere Ula ditari od elettivi, i quali esercitavano, a riguardo dei beneficati, una specie di patronato d'alta ginrisdiziònc. Nulla v'ha in quelle discipline adunque che si possa equiparare alle fratellanze odierne, ordinate in guisa che i soci stessi trattano direttamente i proprii ne gozi e deliberano su di essi senza delegazione ed a suffragio diretto ed universale. I fondi erano in addietro il frutto di donazioni o di ritenutel:)ui beneficii della fabbricazione, a dif ferenza. di ciò che praticasi ora, provvedendosi alle necessità sociali mediante una tassa d'ingresso od un contributo nlensile, pagato talora in uguale e talora in varia misura da (l) Uti sedalibus, qui jU8 c6euudi habereot, potestu esset Ilaction81D, qUaJD velleDt, sibi fetre; dUIa ne quid 8:1: publica lege corrumperent. •

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alcune Soci~tà del Parmig~~no e delle Romagne e c~e vuoI essere altamente commendata,. 'è quella per cui si Unione,. mutuo soccorso e scam-.
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