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Sintassi normativa della lingua latina. Teoria PDF

260 Pages·2015·14.262 MB·Italian
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ALFONSO TRAINA TULLIO BERTOTTI SINTASSI NORMATIVA DELLA LINGUA LATINA Teoria Terza edizione ristampa anastatica Patron Editore Bologna PREFAZIONE Copyright © 2015 by Pàtron editore - Quarto Inferiore - Bologna I diritti di traduzione e di adattamento, totale o parziale, con qualsiasi mezzo sono riser­ È doveroso dire che non siamo oggi in vati per tutti i Paesi. È vietata la riproduzione, parziale, compresa la fotocopia, anche ad grado di fare più o meglio della gram­ uso interno o didattico, non autorizzata. matica tradizionale. G.R. Cardona, « Aufidus », Per Cappelli Editore: i, 1987, p. 105 - La Parte prima è apparsa come volume autonomo nel 1965, con una nuova edizione nel 1969 e una successiva nel 1973. - La Parte seconda è apparsa come volume autonomo nel 1965, con una nuova edizione Questa nuova edizione non presenta novità sostanziali, ma solo nel 1969. una diversa, e più pratica, distribuzione della materia in due volumi: - La Parte terza è apparsa come volume autonomo nel 1966, con una nuova edizione nel uno per la teoria e un altro per gli esercizi (che essendo, ci si consenta 1969 e una successiva nel 1973. di ricordarlo, tutti e integralmente d’autore, costituiscono un supple­ - La prima edizione in volume unico è stata pubblicata nel 1985. - Seconda edizione in volume unico gennaio 1993. mento di esemplificazione e non soltanto uno strumento di applica­ - Terza edizione in volume unico giugno 2003. zione). Qualcuno si stupirà che, dopo vent’anni, sia rimasto immutato l’assetto metodologico. Appunto: dopo vent’anni o si scrive un libro Ristampa anastatica, giugno 2015 nuovo, o si lascia il vecchio così com’è; tanto più se, così com’è, il libro si dimostra ancora vitale, sia pure a un livello diverso da quello per cui era stato programmato. Altrimenti si rischiano compromessi di dubbia validità, scientifica e didattica. Una grammatica non è che un modello più o meno approssimativo di una data realtà linguistica. Come nelle scienze esatte, il modello migliore è quello che dà ragione della maggiore quantità di fatti. Af­ fermarlo, per il latino, della grammatica generativa o dipendenziale ci sembra prematuro, almeno a giudicare da recenti approcci (1). Tuttavia qualche ritocco l’abbiamo apportato anche noi, chiarendo o rettificando norme e definizioni, rinnovando e arricchendo l’esempli­ ficazione (anche, qua e là, negli esercizi). Sugli incoativi, in partico­ lare, abbiamo accolto le conclusioni di A. Traina [e G. Bernardi Perini], Propedeutica al latino universitario, Bologna 19924, cap. V, § 5 II, aHa quale rimandiamo anche per Taggiornamento bibliografico e per l’ap­ profondimento dei capitoli sul locativo, i pronomi indefiniti, il causa­ tivo, l’aspetto, la paratassi e l’ipotassi. Alfonso Traina PÀTRON EDITORE - Via Badini, 12 40057 Quarto Inferiore, Granarolo dell’Emilia (Bo) (!) Gli autori di questi approcci, sempre pronti a levare il dito accusatore contro la grammatica tradizionale, farebbero bene a curare di più la correttezza non solo Tel. 051.767003 grammaticale, ma anche semantica (che non è meno importante) del loro latino, e a non Fax 051.768252 insegnare che « foglia * * è folta (non attestato prima del V sec.), advena vuol dire E-mail: [email protected] « viandante », il femminile di uterque è utràque (per utràque ?), destituire significa http//:www.patroneditore.com « collocare, deporre » (perché Livio dice: alveum . . . in sicco aquam destituisse), pergere Il catalogo generale è visibile nel nostro sito web. Sono possibili ricerche per autore, * dirigere », convertere « tornare indietro », luppiter « padre del cielo », semovere » an­ titolo, materia e collana. Per ogni volume è presente il sommario, per le novità la coper­ darsene, allontanarsi * (ambiguità di quel se- 1), consistere « sl;are, trovarsi », o che potis non è attestato negli autori latini (cito da un manuale, di cui preferico tace­ tina dell’opera e una sua breve descrizione del contenuto. re gli autori. Si dice il peccato, non il peccatore). Stampa: LI.PE., Litografia Persicetana, San Giovanni in Persiceto, per conto della Pàtron editore. lingue, sono tutte di autore, e modificate il meno possibile, cosi da costituire un supplemento di esempi. Tra doppie parentesi quadre abbiamo racchiuso tutto quanto ci sembrava superasse il livello di un insegnamento elementare, ma giovasse ad approfondire o a chia­ rire la norma enunciata, sia sul piano della esegesi (ma con discre­ zione) che della diacronia (ma con prudenza). Sottolineiamo che le PREFAZIONE ALLA PRIMA EDIZIONE parti fra parentesi non hanno nessun riferimento negli esercizi e possono quindi essere resecate senza conseguenze: il nostro scopo era di fare una sintassi a due livelli, di cui l’inferiore, pur integran­ dosi col superiore, fosse del tutto indipendente. Bisognerà attendere Difficile est proprie communio, dicere il nuovo assestamento scolastico per giudicare se questa dicotomia abbia ancora una ragione. NeU’originaria distribuzione del lavoro erano affidati a Tullio Ber- totti, oltre agli esercizi, le concordanze, i casi (eccetto le determina­ Questa sintassi fu pensata e impostata qualche anno fa, per zioni di tempo e di luogo e le particolarità sintattiche) e i modi non l’insegnamento secondario, ed è venuta crescendo per strada. Pub­ finiti; il resto ad Alfonso Traina. Ma la collaborazione fra i due Autori blicarla oggi, è un atto di fede nel futuro del latino. Ma affrettiamoci è stata cosi stretta e cosi numerosi i casi di rielaborazione comune, ad aggiungere, per non sembrare troppo ottimisti, che è in progetto che entrambi si dichiarano responsabili in solido di tutta l’opera. una sua riduzione e adattamento alle nuove esigenze della scuola. Disarmonie e sfasamenti sono il prezzo di ogni collaborazione, e lo Il titolo ne dichiara i limiti, scientifici e didattici. La struttura saranno anche della nostra: ne chiediamo scusa al Lettore. Fummo e l’articolazione è tradizionale (anche là dove avemmo la tentazione a lungo incerti sul problema della bibliografia: ci sarebbe piaciuto di sfrondare, come nella sintassi di concordanza). Ma cercammo di citare i libri (manuali, repertori, monografie) a cui piu dovevamo. ripensare e documentare ogni norma, e facemmo appello alla nostra Ma la lista era lunga, e la scelta arbitraria. In un’opera scolastica esperienza di grammatici per conciliare il massimo di chiarezza col abbiamo preferito tacere (1): ma riconosciamo ogni debito ed espri­ massimo di precisione, ben consapevoli degli inevitabili compro­ miamo a tutti la nostra gratitudine. Naturalmente abbiamo utiliz­ messi e lacune, che la benevolenza dei Colleghi ci aiuterà a colmare. zato, talora alla lettera, i nostri studi anteriori (a). Da un’oculata Particolare attenzione abbiamo dedicato agli esempi, sia aumen­ revisione del Dott. Paolo Barboni abbiamo tratto molti emenda­ tandone il numero in omaggio al principio che un buon esempio dice menti e suggerimenti. più di una regola, sia, quand’era possibile, rinnovando il materiale e preferendo frasi in sé compiute e significative, senza scrupoli pu­ ristici (Pubblio Siro (*) e Seneca « morale » ci perdonino il sistema­ tico saccheggio delle loro massime), sia, infine, aggiungendo a ogni (1) A questo silenzio abbiamo cercato di rimediare, almeno in parte, pub­ blicando in Scuola e Didattica, A. IX, N. 3-7 (1963-64) un articolo su La sin­ esempio la citazione controllata, non per ostentazione, ma per ga­ tassi latina e la linguistica moderna, che può valere da introduzione storico­ rantire l’autenticità della frase e dar modo ai CoUeghi di reinserirla metodologica alla presente sintassi. (-) A evitare equivoci, sarà bene precisare che talune limitate conver­ nel suo contesto, che in un Ubro come questo non era lecito né di­ genze letterali fra la nostra sintassi e la Syntaxe latine di Ernout-Thomas latare né commentare. Anche le frasi degb esercizi, da entrambe le vengono dalla recensione che uno di noi fece alla I edizione dell’opera francese e che gli illustri Autori ebbero la compiacenza di tener presente nella II edi­ zione. (’) Citato, in mancanza di un’edizione canonica, su quella comoda di Bickford-Smith, London 1895. PREFAZIONE ALLA TERZA EDIZIONE PREFAZIONE ALLA RISTAMPA ANASTATICA Sic vos non vobis Non disperiamo: che una sintassi di questo tipo, concepita e È proprio vero che habent sua fata libelli. E i fata di questa Sin­ scritta per una scuola che oggi ci appare preistorica, e sopravvissuta a tassi sono stati particolarmente travagliati. Nata in tre volumi (poi ri­ tanti terremoti didattici e metodologici (e a tante depredazioni) si ri­ dotti a due, Teoria ed Esercizi) in anni lontani e in un diverso clima stampi puntualmente, è segno che c’è ancora - ma per quanto? - chi culturale, ha attraversato innumerevoli crisi metodologiche e didat­ il latino lo insegna e lo studia sul serio. Per questi abbiamo preferito tiche, alimentando di sé molte e più o meno effimere competitrici e a un’ennesima ristampa una terza edizione che, lasciando intatto, an­ perdendo per strada gli Esercizi, ma sempre conservando, a giudicare che per motivi pratici, l’assetto tipografico, usufruisse di una breve dalla continuità delle richieste, la sua validità per chi voglia studiare Appendice di aggiunte (certo meno di quante ci si aspetterebbe, ma è seriamente, a ogni livello, il latino. Dopo tre editori (Cappelli, Nuova sempre valido il rimando ai Problemi di sintassi della Propedeutica, Cappelli - Milani, La Scuola) e dopo falliti tentativi di diluirla e fon­ giunta nel 1998 alla VI edizione). Uno dei due autori non potrà ve­ derla con la Morfologia (a cura di A. T. - L. Pasqualini) è approdata alla derla. Casa Editrice Pàtron, benemerita degli studi classici, che ha deciso per la ristampa anastatica, meno impegnativa per l’autore e meno dispen­ Alfonso Traina diosa per l’editore. Il libro è sopravvissuto a uno degli autori. L’augurio è che soprav­ Bologna, 31 maggio 2003 viva anche all’altro. Alfonso Traina Bologna, aprile 2015 p. 7 PREMESSA 1. Ogni lingua comprende un sistema di suoni, un sistema di forme e un sistema di rapporti. Il sistema dei suoni (vocali, semivocali, dittonghi, consonanti) in quanto si combinano nelle parole, e quindi la pronunzia, la grafia, la quantità e l’accento sono oggetto della fonetica: il sistema delle forme, cioè le modificazioni subite dalle sin­ gole parole per esprimere le varie categorie grammaticali (numero, genere, tempo, modo, etc.), e quindi la flessione nominale (declina­ zione) e quella verbale (coniugazione) sono oggetto della morfo­ logia ; il sistema dei rapporti che intercorrono fra le parole nel discorso, e quindi il loro associarsi in gruppi vieppiù complessi come la pro­ posizione e il periodo, è oggetto della sintassi. La fonetica, la morfo­ logia e la sintassi, in opposizione al lessico, costituiscono la gramma­ tica di una lingua. [[Nota. Il nome di « sintassi » è derivato dal greco σύνταξις, « associazione, collegamento », e risale ad Apollonio Discolo, grammatico greco del II sec. d. Cr.]] § 1 / p. 9 Parte prima LE CONCORDANZE - IL NOME Accanto al soggetto e al predicato altri elementi possono concor­ Capitolo I rere a formare la proposizione: l’attributo, l’apposizione, i complementi predicativi (degli altri complementi si dirà nella sintassi dei casi). ELEMENTI DELLA PROPOSIZIONE Il predicato 3. In una proposizione il predicato è l’evento o lo stato che si enunzia. E convenzionalmente distinto in verbale e nominale: il predicato verbale è costituito da un verbo, il predicato nominale da un sostantivo o da un ag­ gettivo o da un avverbio uniti a una voce del verbo sum, che è chiamata co­ pula ('): Fortes fortuna adiùvat (Ter., La fortuna aiuta i coraggiosi Phorm., 203) La proposizione Iustitia omnium est domina et La giustizia è signora e regina regina virtutum (Cic., Off., 3, di tutte le virtù 2. La proposizione è l’unità elementare del discorso che ha 28) senso compiuto. Costituisce quindi proposizione qualsiasi enunciato, purché abbia senso compiuto, anche se composto di una sola parola: è Numquam est fidetìs cum po­ Non è mai sicura l’alleanza col il caso delle interiezioni (edepol, « per Polluce »; malum, « diamine! »), tente sociètas (Phaedr., i, 5, 1) potente delle esclamazioni (o tempora, o mores!), dei titoli (lupus et agnus), etc., Formosa facies muta commen­ Una bella presenza è una muta che esprimono in modo adeguato i sentimenti o le intenzioni del par­ dano est (Publ. Syr., 194) raccomandazione lante e sono perfettamente conclusi in se stessi. Gli elementi essenziali della proposizione nella sua forma tipica, Procul, 0 procul este, profani! Lontano, state lontano, profani! fissata dalla tradizione grammaticale, sono il predicato e il soggetto. (Verg., Aen., 6, 258) Tuttavia tanto l’italiano che il latino conoscono una particolare cate­ goria di verbi che denotano fenomeni atmosferici e che, benché non abbiano usualmente soggetto (ma lo avevano all’origine, ed era il Il soggetto cielo divinizzato), costituiscono proposizione («tuona», tonai·, «ne­ vica», ningif, «piove», pluit', etc.): si tratta sempre di enunciati che 4. In una proposizione il soggetto è il nome o l’espressione nominale a hanno senso compiuto. Inoltre frasi gnomiche italiane come « nessuna cui si riferisce il predicato: nuova, buona nuova » o latine come quot homines, tot sententiae (Ter., Phorm., 454: it. « quante teste, tanti pareri ») sono originariamente Volai aetas (Cic., Tusc., 1, 76) Il tempo vola realizzate senza l’aiuto del predicato (frasi nominali). Ma ci sono Fuit Ilium et ingens gloria Teu- Non è più Ilio e la grande gloria casi nei quali la proposizione non può non considerarsi ellittica, cioè crorum (Verg., Aen., 2, 325 sg.) dei Troiani incompleta, in quanto priva del soggetto o del predicato o di entrambi questi elementi; perché si abbia un senso compiuto, occorre quindi sot­ Può costituire soggetto di una proposizione anche una parola inde­ tintendere gli elementi mancanti desumendoli dal contesto: clinabile, un insieme di parole strettamente congiunte tra loro o una Chi ha parlato? — Io [ho parlato] (1) Il termine, che in latino significa «legame, mezzo per unire », è di origine medievale (Abelardo). Vengono quindi chiamati copulativi quei verbi che si trovano quasi sempre uniti Quo agis te? — · [.Me ago] domurn Dove te ne vai? — A casa a sostantivi e aggettivi che ne completano il significato e che vanno posti in latino in caso (Plaut., Amph., 450) nominativo. Di essi si parlerà nel capitolo dedicato alTuso del nominativo (cfr. § 24). p. 12/% 2 § 3-4 / p. 13 intera proposizione (detta « sostantiva » perché equivale a un sostantivo, Graecia capta jerum victorem ce- La Grecia conquistata conquistò cfr. § 312): pit (Hor., Ep., 2, i, 156) il rozzo vincitore Muli gravati sarcìnis ibant duo Due muli procedevano gravati A primum est (Lucil., 351 Marx) A è la prima lettera (Phaedr., 2, 7, 1) dalle some Diu est « iam » id mihi (Plaut., Questo « sùbito » per me signi­ Agesilàus etiam apud barbaros Agesilao anche in terra straniera Most., 338) fica molto tempo summa religione omnia simu- rispettò con grandissimo scru­ Ad duo milia et trecenti occisi Circa duemila e trecento uomini lacra arasque conservava (Nep., polo tutte le statue e gli al­ [sunti] (Liv., io, 17, 8) furono uccisi 17, 4> 7) tari Omnibus bonis expédit salvam A tutti i buoni cittadini giova Note. f[i) Il sostantivo può essere determinato anche da un avverbio con fun­ esse rem publtcam (Cic., che lo stato sia salvo (la salvezza zione attributiva (grecismo): Sex milia ab urbe abirat templum Laciniae Iuno- Phil., 13, 16) dello stato) nis.sanctum omnibus circa populis (Liv., 24, 3, 3), «sei miglia distava dalla città il tempio di Giunone Lacinia, venerato da tutte le popolazioni aH’intomo »; Non tu nunc hominummores vides? (Plaut., Pers., 385), «non vedi i costumi 5. Se il soggetto è rappresentato da un pronome personale, il degli uomini d’oggi? »; Omnes retro principes {Pan. Lat. 12, 1, 2), «tutti latino in genere ne omette l’indicazione (anche l’italiano dice semplice- gli imperatori precedenti ».]] mente: « sono andato a casa »), bastando allo scopo le varie desinenze verbali: 2) La funzione attributiva è largamente impiegata in latino: attributi latini corrispondono spesso a sostantivi italiani accompagnati da preposizione: Marathonia pugna (*) (Cic., Att., 9, io, 3), «la battaglia di Maratona»; Acti&ca Homo sum: fiumani nil a me alie- Sono uomo: niente di ciò che è victoria (Suet., Aug., 18, 2), «la vittoria di Azio»; Themistòcles Atheniensis num puto (Ter., Heaut., 77) umano ritengo estraneo a me (Nep., 2, 1, 1), «Temistocle di Atene»; Gallica bella (Caes., Gali., 4, 20, 1), «le guerre contro la Gallia»; Meae litterae Mentumenses (Cic., Att., 5, 3, 2), «la mia lettera da Mintumo»; Tumultui servilis (Caes., Gali., 1, 40, 5), «la Lo esprime però quando gli vuol conferire un rilievo particolare, sollevazione degli schiavi»; Aénéus equus (Cic., Off., 3, 38), «un cavallo di bron­ zo»; Erilis Jilius (Ter., Eun., 289), «il figlio del padrone» (cfr. § 50). come nelle antitesi: Homo ego sum, homo tu es Uomo sono io, uomo sei tu L’apposizione (Plaut., Trin., 447) Ego excludor, iUe recipitur (Ter., Io sono messo alla porta, lui Eun., 159) è fatto entrare 7. L’apposizione è un sostantivo che specìfica un altro so­ stantivo (s) indipendentemente dal predicato, e può a sua volta Sulla potuit, ego non potére? Lo potè Siila, e io non lo potrò? essere accompagnata da un attributo: (Cic., Att., 9, io, 2) Gallos ab Aquitanis Garumna Il fiume Garonna divide i Galli Illa cantat, nos tacemus: quando Essa canta, noi taciamo: quando flumen divìdit (Caes., Gali., dagli Aquitani ver veniet meum? {Perù. Ven., 89) verrà la mia primavera? 1, 1, 2) M. Marcellus Syracusas, urbem Marco Marcello si impadronì di [[Nota. Nella lingua parlata il pronome personale è impiegato anche senza ornatissimam, cepit (Cic., Verr., Siracusa, città ricchissima di particolari ragioni espressive.]] Π. 1. 55) opere d’arte L’attributo Nota. Per la differenza tra l’apposizione epesegetica ed epitetica cfr. § 126. 1 6. È definito attributo un aggettivo che qualifica o deter· (1) Ma se l’aggettivo si dovrà necessariamente dire pugna apud (ad) e l’accusativo, mina (’) un sostantivo, indipendentemente dal predicato: cfr. § io7, n. 2. [[(2) O espressione sostantivata, come un infinito o anche un’intera proposizione: Pritnus (1) Per la differenza fra attributo qualificativo e determinativo cfr. § 127. turmas invasit Aenèas, omeri pugnae («auspicio di vittoria», Verg., Aen., io, 311).]] §7/p.lS p. 14/§5-6 Legati ab Ptolemaeo et Cleopatra, Vennero degli ambasciatori da Vel imperatore vel milite me Servitevi di me o come coman­ regibus Aegypti, venerunt parte di Tolomeo e Cleopatra, utimini (Sall., Cai., 20, 16) dante o come soldato (Liv., 37, 3, 9) sovrani dell’Egitto Utinam C. Caesari contigisset Volesse il cielo che a Gaio Ce­ adulescenti ut esset senatui sare, quand’era giovane, fosse carissimus! (Cic., Phil., 5, 49) accaduto di essere carissimo al senato ! Il complemento predicativo Note. 1) La funzione del complemento predicativo è spesso simile a quella 8. Prendiamo in esame queste due proposizioni: « il valoroso ge­ dell’avverbio. Anche nell’esempio da cui siamo partiti, « il generale mori da nerale mori in battaglia » e « il generale mori da valoroso ». Nel primo valoroso », si potrebbe dire « mori valorosamente ». Cosi in latino spesso il caso l’aggettivo « valoroso » è attributo, in quanto esprime una qua­ complemento predicativo ha valore avverbiale: Fugaces labuntur anni (Hor., lità permanente del sostantivo, indipendentemente dall’azione verbale; Carni., 2, 14, 1), «gli anni scorrono velocemente»; Non otntiis moriar (Hor., Carni., 3. 30, 6), «non morirò interamente»; Lupus gregibus nocturnus obam- nel secondo caso esso esprime ancora una qualità del sostantivo, ma bulat (Verg., Georg., 3, 538), «il lupo di notte si aggira intorno alle greggi » (cfr. il giudizio sul valore del generale vale soltanto per il momento del­ Pascoli: « il sogno che notturno arse »); Sera tamen tacitis Poena venti pedibus l’azione indicata dal verbo. È questa la funzione predicativa che, (Tib., 1, 9, 4), «per quanto tardi, la Pena tuttavia giunge con i suoi passi si­ come si vede, è ben diversa dalla funzione attributiva. lenziosi ». Inversamente al nostro «da» seguito da un aggettivo corrisponde in latino Cosi, nell’esempio latino che citiamo, l’aggettivo magnus è usato per lo più un avverbio: Facit prudenter (Cic., Fin., 5, 15), «agisce da seggio»; prima con valore attributivo, poi con valore predicativo: Stoice solet dicere (Cic., Par., praef., 3), «suole parlare da stoico». 2) L’esempio sopra citato: Hanntbal princeps in proelium ibat, ultimus Si magnus vir cecidit, magnus Se un grande uomo cadde, giac- excedebat, poi rebbe anche tradursi: « Annibaie era il primo a entrale in battaglia, iacuit (Sen., Ad Helv., 13, 8) que grande l’ultimo a uscirne ». Questa perifrasi col verbo essere è evitata in latino: Livius primtis fabulam docuit (Cic., Brut., 71), «Livio (Andronico) fu il primo che rappresentò un dramma»; Unum hoc scio (Ter,,Andr., 281), «questa è la sola Per complementi predicativi si intendono quindi quei so­ cosa che so». stantivi, aggettivi e participi che determinano insieme il predi­ cato verbale e il soggetto (predicativo del soggetto), il predicato 3) In italiano il predicativo può essere preceduto da particelle (« da'», « per », « come », ecc.), che normalmente mancano in latino. Ma anche il verbale e il complemento oggetto (predicativo dell’ometto) (»), latino usa ut, quando esso introduce: a) un paragone, soprattutto ipotetico; il predicato verbale e altri complementi: b) una causa; c) una limitazione. Si confrontino le seguenti coppie di esempi: a) Deum maxime Mercurium colunt (Caes., Gali., 6, 17, 1): pred.cativo puro, Defendi rem publicam adu- Difesi lo stato. da giovane, non « adorano come dio soprattutto Mercurio » (e tale era Mercurio anche per 1 Ro­ mani); Canem et felem ut deos colunt (Cic., Leg., 1, 32): predicativo compa­ lescens, non deseram senex lo abbandonerò da vecchio rativo-ipotetico, « adorano come dei (cioè come se fossero dei, ma non lo erano (Cic., Phil., 2, 118) per i Romani) il cane e il gatto», b) Quam facile erramus homines! (Sen., Contr., 7, i, 5): predicativo puro, « con quanta facilità sbagliamo, noi uomini ! »; Hanntbal princeps in proelium Annibaie entrava per primo in Possum falli, ut homo (Cic., Alt., 13, 2ia, 2): predicativo causale, «posso in­ ibat, ultimus excedebat (Liv., battaglia, e ne usciva per ul­ gannarmi, come uomo (cioè dato che sono un uomo) ». c) Magna nobis pueris 21, 4, 8) timo opinio fuit (Cic., De or., 2, 1): predicativo puro, «noi, da fanciulli (cioè quando eravamo fanciulli) avevamo la ferma convinzione »; Quos tum, ut pueri, refutare Qualis artifex pereo! (Suet., Quale artista perisce in me! solebamus (Cic., De or., 2, 2): predicativo limitativo, «noi in quel tempo sole­ Ner., 49, 1) vamo confutarli, da fanciulli (cioè come potevamo a quell’età) ». Cfr. § 399, n. 3: § 4°3> n. 4 e 5. Te sapientem et appellant et Ti chiamano e ti ritengono sag­ [[4) La funzione attributiva sembra derivata da quella predicativa: existimant (Cic., Lael., 6) gio pulcher liber, « un libro (che è) bello ».]] Medium se gerendo (Liv., 2,27,3) (i) Comportandosi da neutrale (i) Per i complementi predicativi del soggetto e dell'oggetto cfr. rispettivamente § 24 e § 45- p.16/% 8 §8 lp.17 Capitolo II b) Se il predicato è nominale, l'aggettivo si accorda col soggetto in genere, numero e caso; il sostantivo sempre nel caso e, quando è possibile, anche nel genere (l) e nel numero: LE CONCORDANZE Verae amicitiae sempiternae Le vere amicizie sono eterne [suni] (Cic., Lael., 32) Bona opinio hominum tutior pe­ La buona opinione degli uomini cunia est (Publ. Syr., 72) è più sicura del denaro Fundamentum est iustitiae fi- Fondamento della giustizia è des (Cic., Off., 1, 23) la lealtà Dos est decem talenta (Ter., La dote è di dieci talenti Andr., 950 sg.) Tyndarìdae fratres non modo Si dice che i fratelli Tindàridi adiutores victoriae populi Ro­ (Castore e Pollùce) non furono 9. La concordanza è l’accordo grammaticale che si sta­ mani sed etiam nuntii fuisse soltanto collaboratori, ma an­ bilisce fra elementi della proposizione. In italiano esso si at­ perhibentur (Cic., Tusc., 1, 28) che messaggeri della vittoria tua secondo la persona (« noi partiamo per Roma »; « essi partiranno del popolo romano presto»), secondo il numero («il paesaggio umbro è splendido »; «gli splendidi palazzi di Venezia »), secondo il genere (« il percorso è lungo »; Matres omnes filiis in peccato Tutte le madri di solito sono « la lunga estate calda »). In latino a questi tre tipi di accordo si ag­ adiutrtces solent esse (Ter., alleate dei figli nelle loro man­ giunge l’accordo secondo il caso {liberi parentum memores, « i figli me­ Heaut., 991 sg.) canze mori dei genitori»; memori animo, «con animo riconoscente»). Esa­ mineremo successivamente nella trattazione la concordanza del pre­ Note. 1) Quando il soggetto è rappresentato da un infinito o da una propo­ dicato, dell’attributo, dell’apposizione, del pronome. sizione infinitiva, l’aggettivo si pone al neutro: Humanum amare est (Plaut., Mere., 319), «è umano amare»; Pulchrum et decórum est prò patria mori (Hor., Carni., 3, 2, 13), «è bello e onorevole morire per la patria». Concordanza del predicato 2) Mentre l’italiano dice « la Loira è il pili lungo dei fiumi francesi », il latino suole accordare, nel genere, il superlativo col soggetto della proposi­ zione e non col genitivo partitivo; quindi: Indus qui est omnium fluminum maximus (Cic., Nat. deor., 2, 130), «l’Indo che è il più grande di tutti i fiumi»; 10. Nel caso di un unico soggetto: Hordeum frugum omnium mollissimum est (Plin., Nat. hist., 18, 79), «l’orzo è il più tenero di tutti i cereali». a) Il predicato verbale si accorda col soggetto nella persona, nel Si incontra però, negli scrittori postclassici, anche la concordanza col genere, nel numero (come in italiano): genitivo, quando il soggetto chiude la proposizione: Operum fuit omnium longe maximum ac laboriosissimum cuniculus (Liv., 5, 19, io), « fra tutte le opere d’assedio, quella di gran lunga più importante e più faticosa fu la galleria Ego etiam atque etiam cogitabo Io rifletterò piu e pili volte sotterranea»; Veìocissimum omnium animalium est delphinus (Plin., Nat. (Cic., Ati., 12, 7, i) hist., 9, 20), «il più veloce di tutti gli animali è il delfino». 3) Qualunque sia il genere del soggetto, l'aggettivo del predicato nomi­ Hostes statim ad Caesarem lega- I nemici inviarono subito amba­ nale si può trovare al neutro con valore di sostantivo: Servitus [est] postre- tòs de pace miserunt (Caes., sciatori a Cesare per trattare tnum malorum omnium, non modo bello sed morte etiam repellendum (Cic., Gali., 4, 27, 1) Pini.. 2, 113), «la schiavitù è l’ultimo grado di tutti i mali, che deve essere la pace Contio sub occasum solis ditnissa L’assemblea fu sciolta al tra­ (1) Coi nomi mobili, cioè che hanno forme distinte per il maschile e il femminile [esi] (Liv., 32, 19, 13) monto del sole (magister magistra, dominus domina) e comuni, cioè che possono essere tanto maschili che femminili (dux, sacerdos, Comes). P- 18/ § 9-10 §10 ! p. 19

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