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Sicurezza Territorio Popolazione PDF

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Corsi di Michel Foucault al Collège de France La volontà di sapere (1970-1971) Teorie e istituzioni penali (1971-1972) La società punitiva (1972-1973) Il potere psichiatrico (1973-1974) pubblicato Gli anormali (1974-1975) pubblicato "Bisogna difendere la società" (1975-1976) pubblicato Sicurezza, territorio, popolazione (1977-1978) pubblicato Nascita della biopolitica (1978-1979) pubblicato Sul governo dei viventi (1979-1980) Soggettività e verità (1980-1981) L'ermeneutica del soggetto (1981-1982) pubblicato Il governo di sé e degli altri (1982-1983) Il governo di sé e degli altri: il coraggio della verità (1983-1984) MICHEL FOUCAULT Sicurezza, territorio, popolazione Corso al Collège de France (1977-1978) Edizione stabilita sotto la direzione di François Ewald e Alessandro Fontana da Michel Senellart Feltrinelli Traduzione di Paolo Napoli f Titolo dell'opera originale SÉCURITÉ, TERRITOIRE, POPULATION Cours au Collège de France 1977-1978 Édition établie sous la direction de François Ewald et Alessandro Fontana par Michel Senellart © Seuil / Gallimard, 2004 Traduzione dal francese di PAOLO NAPOLI © Giangiacomo Feltrinelli Editore Milano Prima edizione in "Campi del sapere" novembre 2005 ISBN 88-07-10390-7 » , <• v' e.\ —\. www.feltrinelli.it Libri in uscita, interviste, reading, commenti e percorsi dì lettura. Aaaiornamenti Quotidiani. Avvertenza Foucault ha insegnato al Collège de France dal gennaio 1971 fino alla morte, avvenuta nel giugno 1984 - a eccezione del 1977, anno in cui egli potè' beneficiare di un anno sabbatico. Il titolo del- la sua cattedra era: "Storia dei sistemi di pensiero". Tale cattedra fu istituita il 30 novembre 1969, su proposta di Jules Vuillemin, dall'assemblea generale dei professori del Collège de France, in sostituzione della cattedra di Storia del pensiero filo- sofico, tenuta fino alla sua morte da Jean Hyppolite. La stessa as- semblea elesse Michel Foucault, il 12 aprile 1970, come titolare del- la nuova cattedra. Aveva quarantatre anni. 1 Michel Foucault vi pronunciò la sua lezione inaugurale il 2 di- cembre 1970. 2 colari. I professori hanno l'obbligo di impartire ventisei ore di in- segnamento all'anno (possono essere svolte in forma di seminari di tredici ore al massimo).1 docenti debbono presentare ogni an- 3 no una ricerca originale, e ciò li costringe a rinnovare ogni volta il contenuto del loro insegnamento. La partecipazione ai corsi e ai se- minari è del tutto libera; non richiede né iscrizione né titoli di stu- dio. Ma neppure gli insegnanti ne rilasciano alcuno. Nel vocabo- 4 Foucault aveva concluso l'opuscolo redatto in occasione della sua candi- 1 datura con questa formula: "Sarebbe necessario intraprendere la storia dei si- stemi di pensiero" (Titres et travaux, in Dìts et écrits, 1954-1988, a cura di D. De- ferì e F. Ewald, Paris 1994, voi. i, p. 846). Verrà pubblicata dalle edizioni Gallimard nel marzo 1971 col titolo L'Ordre 2 dti discours (tr. it. L'ordine del discorso, Torino 1972). Cosa che Foucault fece sino agli inizi degli anni ottanta. 3 Nell'ambito del Collège de France. 4 6 AWF.RTF.N7.A lario del Collège de France si dice che i professori non hanno stu- denti ma solo uditori. I corsi di Michel Foucault si svolgevano ogni mercoledì dall'i- nizio di gennaio alla fine di marzo. Il pubblico, assai numeroso, composto da studenti, insegnanti, ricercatori, curiosi, molti dei qua- li stranieri, impegnava due anfiteatri del Collège de France. Michel Foucault si è spesso dispiaciuto della distanza tra lui e il suo "pub- blico" e del ridotto scambio che la forma del corso rendeva possi- bile. Avrebbe desiderato un seminario che fosse il luogo di un ve- 5 ro lavoro collettivo, e fece al riguardo numerosi tentativi. Negli ul- timi anni, alla conclusione di ogni corso, si dedicava per un po' di tempo a rispondere alle domande degli uditori. Ecco come, nel 1975, un giornalista del "Nouvel Observateur", Gérard Petitjean, cercava di descrivere l'atmosfera che regnava ai suoi corsi: "Quando Foucault entra nell'arena, rapido, quasi scaglian- dosi, come qualcuno che si stia gettando in acqua, scavalca dei corpi per raggiungere la sedia, allontana i registratori per deposi- tare le sue carte, toglie la giacca, accende una lampada e inizia, a cento all'ora. Voce forte, efficace, amplificata dagli altoparlanti, sola concessione alla modernità di una sala appena illuminata da una luce diffusa da coppe di stucco. Sono disponibili trecento po- sti e ci sono cinquecento persone incollate, che occupano anche il più piccolo spazio libero [...]. Nessun effètto oratorio, ma tutto è limpido e terribilmente efficace. Neanche la più piccola conces- sione all'improvvisazione. Foucault ha a disposizione dodici ore all'anno per spiegare, in un corso pubblico, il senso della ricerca che ha condotto durante l'anno precedente. È per questo che con- centra al massimo e riempie i margini come quei corrispondenti che hanno ancora troppo da dire e sono già arrivati al termine del- lo spazio a loro disposizione. 19.15: Foucault si ferma. Gli stu- denti si precipitano verso la sua cattedra. Ma non per parlargli, bensì per spegnere i loro registratori. Nessuna domanda. Nella cal- ca, Foucault è solo". E Foucault commenta: "Si dovrebbe poter discutere quel che ho proposto. Talvolta, quando il corso non è stato soddisfacente, basterebbe poco, anche solo una domanda, per rimettere tutto a posto. Ma questa domanda non arriva mai. In Francia, l'effetto di gruppo rende impossibile ogni discussione 5 Nel 1976, nella (vana) speranza di ridurre l'uditorio, Foucault modilicò l'o- ra del corso, che passò così dalle 17. 45 pomeridiane alle 9.00 del mattino. Si ve- da l'inizio della prima lezione (7 gennaio 1976) di "Bisogna difendere la società", a cura di A. Fontana e M. Bertani, Feltrinelli. Milano 1998. AVVERTENZA 7 reale. E dato che non c'è nessuna risposta di ritorno, il corso si teatralizza. Con quelli che sono presenti ho allora un rapporto quasi da attore o da acrobata. E quando ho finito di parlare, un sentimento di solitudine totale...". 6 Michel Foucault affrontava il proprio insegnamento come un ricercatore: esplorazioni per un libro a venire, ma anche dissoda- mento di campi di problematizzazione, che tuttavia risultavano for- mulati come un invito lanciato a eventuali ricercatori futuri. È per questo che i corsi al Collège de France non reduplicano i libri pub- blicati. Non ne sotio l'abbozzo, anche se taluni terni possono ri- sultare comuni ai libri e ai corsi. Hanno il loro proprio statuto. Pro- cedono da un regime discorsivo specifico nell'insieme degli "atti fi- losofici" effettuati da Michel Foucault. In particolare, nei corsi egli tenterà di mettere in opera il programma di una genealogia dei rap- porti sapere/potere in funzione del quale, a partire dagli inizi degli anni settanta, orienterà il proprio lavoro - in opposizione a quello di una archeologia delle formazioni discorsive che lo aveva fino ad allora orientato. 7 I corsi avevano anche una funzione nell'attualità. Il pubblico che si recava a seguirli non era solamente avvinto dal racconto che veniva costruito settimana dopo settimana; non era soltanto se- dotto dal rigore dell'esposizione; vi trovava anche un tentativo di messa in luce dell'attualità. L'arte di Michel Foucault consisteva nel "diagonalizzare" l'attualità attraverso la storia. Poteva parlare di Nietzsche o di Aristotele, della perizia psichiatrica nel xtx secolo o della pastorale cristiana, ma il pubblico ne traeva sempre un lu- me sul presente e sugli avvenimenti che gli ejUno contemporanei. La potenza particolare di Foucault nei suoi corsi dipendeva proprio da questo sottile incrocio tra erudizione profonda, impegno perso- nale e lavoro sull'avvenimento. Durante gli anni settanta abbiamo assistito allo sviluppo, e al perfezionamento, dei registratori. La cattedra di Michel Foucault ne fu ben presto invasa. Ciò ha così consentito di conservare i cor- si (e taluni seminari). Questa edizione ha assunto come riferimento la parola pubbli- G. Petitjean, Les Grands prêtres de l'Université française, "Le Nouvel Obser- 6 vateur", 7 aprile 1975. Cfr. in particolare, Nietzsche, la généalogie, l'histoire, in Dits et écrits, cit., 7 vol. il, p. 137 (tr. it. Nietzsche, la genealogia, la storia, in Microfisica del potere, To- rino 1997, pp. 30-31). 8 AVVERTENZA 8 camente proferita da Michel Foucault. Essa ne fornisce la trascri- zione più letterale possibile. Avremmo voluto consentire la diffu- 8 sione tale e quale, ma il passaggio dall'orale allo scritto impone un intervento editoriale: è necessario, come minimo, introdurre una punteggiatura e stabilire dei paragrafi. Il principio che ci ha gui- dati è sempre stato quello di restare il più possibile fedeli al corso effettivamente pronunciato. Quando ci è parso indispensabile, le riprese e le ripetizioni so- no state soppresse; le frasi interrotte sono state ristabilite e le co- struzioni scorrette rettificate. Ipunti di sospensione segnalano che la registrazione non è udi- bile. Quando la frase è oscura compare, tra parentesi quadre, una integrazione congetturale o un'aggiunta. Un asterisco a piè di pagina indica le varianti più significati- ve, rispetto a ciò che è stato effettivamente detto, tra quelle conte- nute nelle note utilizzate da Foucault. Le citazioni sono state ve- rificate e i riferimenti ai testi utilizzati sono stati indicati. L'appa- rato critico si limita a delucidare i punti oscuri, a esplicitare talu- ne allusioni e a precisare i punti problematici. Per facilitare la lettura, ogni lezione è stata preceduta da un breve sommario che ne indica le principali articolazioni. 9 Il testo del corso è seguito dal riassunto pubblicato nell'Annuaire du Collège de France. Michel Foucault lo redigeva generalmente nel mese di giugno, qualche tempo dopo la fine del corso. Quella era per lui l'occasione per circoscriverne, retrospettiva- mente, l'intenzione e gli obiettivi. E tali riepiloghi rappresentano la miglior presentazione di ciascun corso. Ogni volume si conclude con una "nota dei curatori"di cui so- no responsabili unicamente gli editori di ogni corso: in essa si cer- ca di fornire al lettore alcuni elementi del contesto di ordine bio- grafico, ideologico e politico, situando il corso all'interno dell'o- pera pubblicata e indicandone la collocazione all'interno del cor- pus utilizzato, allo scopo di facilitarne la comprensione e di evi- tare i controsensi che potrebbero sorgere dall'oblio delle circostanze nelle quali ciascun corso è stato elaborato ed enunciato. Sicurezza, territorio, popolazione, corso tenuto nel 1978, è stato curato da Michel Senellart. Sono state in particolare utilizzate le registrazioni effettuate da G. Burlet 8 e da J. Lagrange, oggi depositate presso il Collège de France e presso la Bi- bliothèque du Saulchoir. Alla fine del volume, una Nota del curatore darà conto dei criteri e delle so- 9 luzioni adottati per questo anno di corso. 8 AVVERTENZA 9 Con questa edizione dei corsi al Collège de France, una nuova dimensione dell"'opera"di Michel Foucault risulta pubblicata. Non si tratta, in senso proprio, di inediti, dal momento che questa edizione riproduce la parola proferita pubblicamente da Mi- chel Foucault, con la sola esclusione del supporto scritto che egli utilizzava e che poteva essere anche molto elaborato. Daniel De- ferì, che possiede le note di Michel Foucault, ha permesso ai cu- ratori di consultarle. Vorremmo qui esprimergli la nostra profon- da gratitudine. Questa edizione dei corsi al Collège de France è stata autoriz- zata dagli eredi di Michel Foucault che hanno voluto così soddi- sfare la forte pressione esercitata su di loro, tanto in Francia quan- to all'estero. E ciò entro incontestabili condizioni di serietà. I cu- ratori hanno cercato di essere all'altezza della fiducia che è stata loro accordata. François Ewald e Alessandro Fontana Sicurezza, territorio, popolazione

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