Per Josh Sommes-nous les deux livres d’un meme ouvrage? Cassandra Clare Traduzione di Manuela Carozzi [eBL 041] Cassandra Clare - Città degli angeli caduti [by Pico & Elena77] Parte Prima Ci sono piaghe che si aggirano nelle tenebre; e ci sono angeli sterminatori che volano avvolti nel manto dell’ immaterialità e di una natura taciturna; non possiamo vederli, ma percepiamo la loro forza, e soccombiamo sotto la loro lama. JEREMY TAYLOR, A Funeral Sermon IL PADRONE — Solo un caffè, grazie. La cameriera sollevò le sopracciglia disegnate. — Niente da mangiare? — chiese con aria delusa e un marcato accento slavo. Simon Lewis non poteva darle torto: probabilmente la ragazza sperava in una mancia migliore di quella che avrebbe ricevuto per una semplice tazza di caffè. Ma non era colpa di Simon se i vampiri non mangiavano. A volte, al ristorante, ordinava comunque un po' di cibo, giusto per dare una parvenza di normalità, ma la sera tardi di un martedì, in un Veselka dove era quasi l'unico cliente, non valeva la pena sforzarsi. — Caffè e basta. Con un'alzata di spalle la cameriera riprese il menu plastificato e si allontanò per consegnare l'ordinazione. Simon appoggiò la schiena contro la sedia di plastica dura e si guardò attorno. Veselka, una tavola calda specializzata in cucina slava all'angolo fra Ninth Street e Second Avenue, era uno dei suoi posti preferiti in tutto il Lower East Side: un vecchio locale di poche pretese tappezzato di murales bianchi e neri, dove ti lasciavano stare seduto tutto il giorno a patto di ordinare almeno un caffè a intervalli di mezz'ora. Facevano anche quelli che una volta erano i suoi tortelli vegetariani preferiti con zuppa di barbabietola, ma ormai quei tempi erano acqua passata. Era la metà di ottobre, e al ristorante avevano iniziato a esporre i primi addobbi per Halloween: un cartello in equilibrio precario con la scritta dolcetto o tortello? e la sagoma di cartone del conte Blintzula, una specie di Dracula russo. Un tempo quelle decorazioni un po' squallide facevano morir dal ridere Simon e Clary. Ora invece il conte, con quei canini finti e il mantello nero, non lo metteva più tanto di buonumore. Il ragazzo lanciò un'occhiata in direzione della finestra. Era una serata fresca e il vento faceva volteggiare le foglie su Second Avenue come fossero manciate di coriandoli. Per strada c'era una ragazza che camminava, una ragazza con un impermeabile legato stretto in vita e con lunghi capelli neri che ondeggiavano al vento.
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