S U S S I D I E R U D I T I 63 --------------------- — — ----------------------------------------------------------------------— — FILIPPOMARIA PONTANI SGUARDI SU ULISSE LA TRADIZIONE ESEGETICA GRECA ALL ODISSEA ROMA 2005 EDIZIONI DI STORIA E LETTERATURA Prima edizione: gennaio 2005 ISBN 978-88-8498-192-9 Terza ristampa: settembre 2007 Volume pubblicato con i contributi del Consiglio Nazionale delle Ricerche e della Scuola Normale Superiore di Pisa È vietata ία copia, anche parziale e con qualsiasi mezzo effettuata Ogni riproduzione che eviti l’acquisto di un libro minaccia la sopravvivenza di un modo di trasmettere la conoscenza Tutti i diritti riservati EDIZIONI DI STORIA E LETTERATURA 00165 Roma - via delle Fornaci, 24 Tel. 06.39.67.03.07 - Fax 06.39.67.12.50 e-mail: [email protected] www.storiaeletteratura.it PREMESSA Si racconta che Alessandro Magno, in gioventù, sapesse a memoria «il primo poema, VIliade, per intero, e anche buona parte deW Odissea» (Dio Chr. or. 4,39). La preferenza del Macedone (per incindens, l’eponimo della città in cui nacque la scienza filologica) trova riscontro ovunque nella storia della rice zione omerica: l'Iliade è più citata dagli autori classici e bizantini, YIliade è attestata in un numero di testimoni manoscritti di gran lunga superiore, ΓIlia de ha suscitato un’attività esegetica più continua, dalle vocianti aule scolasti che dell’antichità alle austere cellette dei monaci medievali. Tuttavia, le storie di Ulisse sono sempre rimaste profondamente impresse nella coscienza collettiva dei parlanti greco: sin da un’età alquanto precoce VOdissea è stata oggetto non solo di spiegazioni minute (grammaticali, lessica li, sintattiche, stilistiche), ma anche di interpretazioni etiche e allegoriche più o meno coerenti, originali o bizzarre; a partire dal III sec. a. C., poi, a queste due tipologie esegetiche si è affiancata la critica filologica, che ha in certa misu ra inglobato e sublimato alcuni elementi dell’una e dell’altra, pur promuoven do un tipo di analisi del testo radicalmente nuovo. Da allora in poi, i vari tipi di approccio al testo sono stati sempre compresenti: la bilancia ha oscillato ora verso l’Omero “spicciolo” dei compendi scolastici (penso alla tarda antichità) ora verso l’Omero allegorizzato o moralizzato (penso alla Bisanzio dei secoli XII-XIV) ora verso il recupero filologico del dettato e dell’intenzione del poeta (penso all’Umanesimo italogreco e poi europeo), ma in nessun periodo la catena delle altre tipologie esegetiche si è davvero interrotta. Questo libro cerca di ricostruire alcuni fili della tradizione di lettura e commento dèli*Odissea dall’antichità più remota fino all’età moderna. Lo Schwerpunkt è rappresentato dall’analisi della tradizione manoscritta, e in par ticolare degli apparati esegetici confluiti nei papiri e sui margini dei codici medievali: chi scrive spera infatti di giungere fra qualche tempo a una nuova edizione degli scoli al poema (con esclusione delle opere dotate di tradizione autonoma, come Eraclito, il De Homero dello Ps.-Plutarco, Tzetze ed Eusta- zio, ma con inclusione degli scholia minora papiracei, degli scholia V e degli excerpta dalle Quaestiones Homericae di Porfirio). Se si è scelto qui di non for nire uno scialbo elenco dei testimoni ordinati secondo il luogo di conserva- 6 SGUARDI SU ULISSE zione, bensì di provare a situare ciascuno di essi all’interno del proprio con testo storico, ciò si deve all’idea di fondo che ogni manoscritto rappresenti il frutto di un’intenzione precisa, comprensibile solo in una determinata corni ce storica e geografica. Quest’idea appare tanto più fondata in quanto si trat ta qui di manoscritti recanti un apparato esegetico: nessun sussidio alla lettu ra di un testo - per quanto meramente ricopiato - può essere veramente inte so nella sua natura, nella sua genesi, nei suoi costituenti, senza considerare il pubblico cui esso è destinato. Dichiaro subito i limiti più gravi della presente ricerca: l’estensione del materiale ha impedito di effettuare collazioni complete di tutti i testimoni, e l’attenzione si è concentrata in via prioritaria sui canti α-δ (che abbracciano circa un terzo del materiale scoliastico complessivo), con ampi sondaggi per loci delle altre parti del poema; per quanto riguarda il testo omerico in sé, la notoria complessità dei rapporti fra i testimoni ha consigliato di non proce dere a un riesame della tradizione, e di limitarsi per lo più allo studio dei soli apparati esegetici; l’esame delle relazioni con la vastissima tradizione lessico- grafica e grammaticale è stato condotto in maniera non sistematica, sia per limiti di tempo sia soprattutto a causa della mancanza di affidabili edizioni moderne, a cominciare da quella d& Etymologicum Genuinum; nella tratta zione dei corpora scoliastici medievali non è stata affrontata in modo costante la questione dell’attribuzione degli scoli su base “interna” all’uno o all’altro grammatico antico (penso in particolare ai Vier Männer), in quanto si è prefe rito considerare· le singole note appunto come parti di un corpus, rimandando ogni scelta ulteriore al momento dell’edizione; infine, il confronto con la situazione dell’Iliade è stato possibile solo a tratti, dal momento che non è stato ancora condotto uno studio parallelo sui numerosissimi testimoni anti chi e medievali dell’esegesi a quel poema (e forse, per tornare a quanto accen nato in apertura, l’indagine sull Odissea è stata favorita anche proprio dalla minor mole del materiale disponibile). Un lavoro come questo non sarebbe stato nemmeno concepibile senza alcune premesse, prossime e remote: fra queste ultime annovero - per non citare che le più importanti - gli studiosi che nell’ultimo secolo si sono occu pati della tradizione degli scoli all’Iliade (Marchinus van der Valk e soprattut to Hartmut Erbse), della storia della filologia (Rudolf Pfeiffer, Nigel Wilson) e della storia della tradizione manoscritta dei testi greci (Paul Canari, Gugliel mo Cavallo, Dieter Harlfinger, Herbert Hunger, Jean Irigoin, Alexander Turyn); fondamentale, com’è ovvio, è stato poi il lavoro compiuto nel XIX secolo dai precedenti studiosi ed editori degli scoli all’Odissea: Philipp Butt- mann, Wilhelm Dindorf, Arthur Ludwich e Hermann Schrader. Fra le premesse più vicine ricordo anzitutto la Scuola Normale Superiore di Pisa, che per cinque anni ha messo a mia disposizione i mezzi materiali e PREMESSA 7 scientifici necessari: un pensiero grato va in particolare alla Biblioteca di Piaz za dei Cavalieri, dove questo libro è in buona parte nato. Ringrazio anche il Graduiertenkolleg “Textüberlieferung” dell’Università di Amburgo per la borsa dell’ottobre 1999, l’Università di Cambridge per l’invito al «Laurence Seminar» sugli scoli nel maggio 2000, l’Università Ca’ Foscari e l’Istituto Elle nico di Venezia per il Premio “Nikolaos Panagiotakis” assegnato nel 2003 a una forma ampliata del capitolo 4.3.7. Come si vedrà nel libro, ho ricevuto aiuti su singoli punti da amici e colleghi cui penso con affetto, e dai bibliote cari d’Europa e d’America, sempre cortesi non meno che competenti. Rin grazio di cuore Franco Montanari (precoce sponsor dell’impresa) e Antonio Carlini per aver seguito, incoraggiato e favorito il lavoro in ogni sua fase e per aver partecipato, assieme ad Antonios Rengakos, alla discussione della mia tesi di perfezionamento nel gennaio 2002. Tacerò d’altri debiti contratti con mia madre, con Pisa e in specie con luoghi e persone del “mio” Veneto. Nell’intricato fluire di strade e sentieri che è la storia dell’esegesi omerica, questo libro sogna di essere non già una mappa bensì piuttosto un umile Weg weiser, sul tipo di quelli, nitidi e precisi, che s’incontrano in Alta Engadina, là dove Sils-Maria annuncia la crisi della Klassische Philologie e il Maloja preci pita il Nord verso Atene e Gerusalemme. Chi leggerà, e avrà tempo e voglia di seguire le direzioni indicate, troverà senz’altro che alcune frecce erano fuori posto o mal orientate, che i tempi di percorrenza erravano per eccesso o per difetto, che alcune mete erano fasulle e di altre, colpevolmente, non si diceva nulla. Se vorrà aiutarmi, gli sarò infinitamente grato; ad ogni modo, gli augu ro di incontrare nel suo viaggio donne e città non meno straordinarie di quel le che la sorte ha riservato a me. ABBREVIAZIONI BIBLIOGRAFICHE Allen, Prolegomena - Homeri Ilias, ed. T.W. Allen, I, Oxonii 1931. Allen, Text = T. W. Allen, The Text of the Odyssey, «Papers of the British School at Rome» 5, 1910, 1-83. Alpers, Eine byzantinische = K. Alpers, Bine byzantinische Enzyklopädie des 9. Jahr hunderts, in G. Cavallo - G. de Gregorio - M. Maniaci (ed.), Scritture, libri e testi nelle aree provinciali di Bisanzio (atti conv. Erice 1988), Spoleto 1991, 235-269. Alpers, Klassische Philologie = K. 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