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sette passi in tibet PDF

107 Pages·2013·17.6 MB·Italian
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i viaggi de L’ETERNOUU LISSE ERNESTO DE ANGELIS RIGEL LANGELLA SETTE PASSI IN TIBET CRONACHE DI SPIRITI ERRANTI Edizioni Ludica Snc Scegli pure questo o quel paese per essere tranquillo, troverai dappertutto motivi di distrazione. Ma il luogo non contribuisce molto se l’animo non si aiuta da sè. Infatti Socrate, a un tale che si lamentava perché dai viaggi non aveva ricavato vantaggio alcuno, rispose: “te lo sei meritato, perché tu viaggiavi in compagnia di te”. Che serve infatti passare il mare e cambiare paese? Se vuoi liberarti da quello che ti tormenta, non occorre che tu sia altrove, ma che tu sia un altro.. Seneca,Lettere a Lucillo ERNESTO DE ANGELIS RIGEL LANGELLA SETTE PASSI IN TIBET CRONACHE DI SPIRITI ERRANTI EDIZIONI LUDICA A Tashi e a tutte le piccole grandi donne tibetane con l’augurio e la speranza che possano un giorno vedere la patria che amano e non conoscono I Edizione: dicembre 2010 - ©CISB (Centro Internazionale di Studi Borgiani) - www.premioborgia.it II Edizione: Ludica editore, Roma 2013 - in collaborazione con i Quaderni del CISB www. eternoulisse.it ISBN 978-88-908640-6-3 7 INTRODUZIONE Un’idea che viene sviluppata e viene messa in pratica è più importante di un’idea che vive solo nella mente L’insegnamento, tratto dal Canone buddista, ci ha spronati a condividere l’esperienza del viaggio in Tibet. A lungo - forse da sempre - abbiamo avuto desiderio di andare, sempre contrastato dalla consapevolezza di vedere un paese oppresso. Poi, quando sono maturate le condizioni, e come si dice: è capitata l’occasione, non abbiamo esitato ad andare per davvero, dopo tanti viaggi sui libri o nei film. Del resto dire Tibet è davvero dire: “il viaggio della vita”. Un’idea che cova e alla fine non può vivere solo nella mente. Per questo abbiamo pensato di condividere con gli amici cari un’esperienza che, per tanti ragionevoli motivi, non sempre e non da tutti, può essere messa in pratica. In un primo tempo guardando le foto degli spazi tersi, dei panorami struggenti, delle distese sconfinate, abbiamo pensato a un piccolo libro fotografico, accompagnando le immagini con le impressioni di viaggiatori illustri, a cominciare dai testi di Giuseppe Tucci e del Dalai Lama. Poi, mentre riordinavamo le immagini, altre idee sono sorte nella mente, e hanno iniziato a scalpitare per non restare confinate in essa. Queste idee sono venute fuori come la cronaca immediata, viva e vera, vissuta con gioia e fatica, di un viaggio, ma anche la condivisione di un’esperienza che può essere universale e che potete rivivere senza troppe fatiche. Se vi trovate tra le mani queste pagine, merito o colpa è del sensibile amico il pittore Italo Gilardi, che questi itinerari ha percorso con i mitici trekking di Beppe Tenti. Siamo affascinati dal tuo modo di scrivere, le tue esperienze sono esattamente le nostre, non pensavo che i luoghi avessero conservato quel fascino che è stato delle nostre passate memorie: in fondo solo adesso capisco perché il Roby sia così legato a quei luoghi, pasoliniani forse. Ci piacerebbe leggere ancora le vostre cronache, mi fanno quasi ringiovanire. gli autori 3 4 5 6 9 CAPITOLO I Da Roma a Katmandu del nostro equipaggio e ci affiatiamo presto, parliamo Arriviamo nella Valle di Katmandu dopo un viag- del viaggio dall’Italia e del prossimo viaggio in Ti- gio eccellente, iniziato il giorno prima, ovvia- bet, sicuramente quello che si può definire il “viaggio mente. All’arrivo il “buon Gopal” (almeno speriamo della vita”, per le difficoltà dell’ambiente, degli spo- che si riveli tale) ci porta a Bakthapur, obbiettivo stamenti, dell’altezza e per tante altre che ci vengono Hotel Planet. Ci accoglie Francesco, il proprietario adombrate, ma che non capisco. Almeno per ora. italiano con il quale abbiamo avuto un fitto scambio Roby Robiolo, amico dei mitici Gilardi, è un perso- di corrispondenza via mail. L’hotel è spartano, ma le naggio davvero speciale: vive da 35 anni a Kathman- camere sono grandi, l’atmosfera familiare, il perso- du. Ha lasciato il Piemonte e fatto di tutto: la guida nale sorridente e accogliente: qualcuno dei ragazzi, per i trekking, ha aperto 3 o 4 ristoranti italiani, ma a forza di bazzicare gli ospiti, parla anche un poco soprattutto ha insegnato ai nepalesi a fare il formag- di italiano. Nel pomeriggio ci riposiamo, riordiniamo gio! Ebbene sì, proprio il formaggio, ma quello buo- idee e valige, ora praticamente svuotate dal carico di no, gorgonzola e addirittura mozzarella. Offriamo i formaggio grana, spaghetti e caffè: qualcosa è per la nostra “spedizione” in Tibet, un po’ di provviste sono nostri graditi doni, consistenti in formaggio grana, lui state richieste da Roby, altre sono per Francesco che, ci offre amicizia e simpatia spontanee e subito ricam- anche se non vuole darlo a vedere, avrà anche lui, biate. Prendiamo una macchina con autista e siamo qualche volta, almeno un po’ di nostalgia dei sapori pronti per iniziare a scorrazzare nella Valle – una vol- italiani, anche se ora è appena rientrato in Nepal, e ta “degli dei” – ora un po’ meno. tutti quelli che sbarcano al Planet – ci puoi giurare – Arriviamo a Kirtipur, tra nebbia e schiarite, ma l’im- avranno la mia stessa idea. portante è che non piove. Quest’anno, a differenza del Il Planet è costruito come una casa romana, di quel- 2009, il monsone sta facendo il suo lavoro. le che si vedono a Ostia o Pompei: un cortile inter- Piove, insomma, anche se non violentemente e per no scoperto, sul quale si affaccia un portico coperto poco. Kirtipur è un villaggio dove sembra di rivede- che funge da corridoio, sul quale si affacciano di- re Kathmandu all’epoca hippy: niente moto, niente rettamente tutte le stanze. Ma è anche il sistema co- auto, strade di mattoni, galline, caprette, pecore, che struttivo tradizionale delle case nepalesi e non solo. girano indisturbate nelle strade. Cereali stesi sulla Effettivamente, non siamo lontani da Bakthapur, ma via. Peperoncini appesi alle finestre. Roby ci porta a la strada ha perso l’asfalto, è sterrata e in questa sta- visitare un amico musicista. Gentilmente ci introdu- gione, ovviamente, piena di fango, però si trova in cono in casa, una casa semplice, tradizionale, ma mezzo ai resti di qualche risaia, il che fa romantico, dato lo sconcio edilizio violento, irreversibile e bruta- aperta al mondo perché c’è il PC. È davvero curiosa le, subito dalla Valle di Kathmandu, invasa da un traf- questa coincidenza perché, navigando in Internet, ho fico inquinante e caotico come lo sviluppo (si fa per trovato la storia di Roby che ha portato Battiato dal dire) edilizio. Ci riprendiamo bene dal fuso orario e la “cantastorie nepalese”. Il bello è che Roby neppure sera incontriamo i nostri futuri compagni: di viaggio lo sapeva, si incuriosisce, ci racconta i dettagli della o di avventura? Destinazione Tibet partiremo in otto, storia. Anche se non vuole darlo a vedere è fiero di anche se con diversi itinerari. Conosciamo Giulio e aver “iniziato” tanti personaggi alla conoscenza del Marta, una coppia simpatica di Palermo, componenti Nepal vero, non turistico.

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pensato a un piccolo libro fotografico, accompagnando le immagini con le impressioni di de conoscenza anatomica della medicina tibetana, che parte del guru Rinpoche. intonò un passo del Bardo Thödol, il Libro Tibetano.
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