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Segnalazione di gasteropodi poco frequenti per il Pliocene Toscano. Contributo II PDF

6 Pages·2002·3.7 MB·Italian
by  M Forli
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BollettinoMalacologico,Roma,38(9-12):139-144,[2002]2003-SocietàItalianadìMalacologia Segnalazione di gasteropodi poco frequenti per Pliocene il Toscano. Contributo II Maurizio Porli, Bruno Deli'Angelo, Daniele Bertini & Fabio Ciappelli KEYWORDS! Gastropoda,Pliocene,Tuscany. ABSTRACT Someuncommongastropodsarehererecordedfrom theTuscanPliocene:Emargin/ilctsiatLiGray, 1825,Munndontaturbinata(Born, 1780),hXiimchnita arttculataLamarck, 1822,Gihhulaemnuphala(Philippi, 1836),Calbimhonellasuturale(Philippi, 1836), Bnlmacastrncarenus(Foresti, 1876),Olh/liacre- nata(Linneo, 1758),Nassariusscalaris(Borson, 1825),Mitraaltiln Bellardi, 1887, Heltacusamtextus(L.Seguenza, 1902),Disaitectunka emiliae(Sem- per, 1861). RIASSUNTO Sonosegnalatideigasteropodipococomuni peril Pliocenetoscano: EmarginulastenlaGray, 1825,Monnilnntaturbinata(Born, 178(1),Mmimlmitaarti- culataLamarck, 1822,Gibbulaemnnphala(Philippi, 1836),Callmnlmnellasuturale(Philippi, 1836), Bohnacastrocaremis (Foresti, 1876),Opaliacrenata (Linneo, 1758), Nassariusscalaris (Borson, 1825), Mitraaitila Bellardi, 1887, Heliacus amtextus (L.Seguenza, 1902), Disaitectonicaemiliae(Semper, 1861). Al. PORLI viaGrocco 16,59100 Prato,Italia,e-mail: [email protected] B. DELL'ANGELOviaMugellese66D, 59100Prato,Italia,e-mail: bruno.dellangelolü’elsag.it D. BERTINI viadell'Argingrosso 111/7, 50142 Firenze,Italia F. CIAPPELLI viaGiovanniXXlll49, 50041 Calenzano(FI), Italia INTRODUZIONE 1965 Monodonta (OsiUnits) turbinata - Ruggieri & GRECO, p.55, Facendo seguito al precedente contributo (Forlì & Dell'An- tav.3, fìg.2. gelo, 1995) si segnalano altre specie di non frequente rinveni- 1975 Monodonta (OsiUniis) turbinata - Ghisotti & MELONE, mento per il Pliocene toscano. Gli esemplari esaminati sono p.l50, figg.pp.152-153. stati recuperati in più anni di ricerche in varie località plioceni- che toscane. Conchiglia formata da una spira conica non molto elevata con giri convessi, solida. Ornamentazione costituita da cingoli spirali SISTEMATICA che diventano più larghi e depressi di giro in giro. Ultimo giro arrotondatocon aperturaampia, labbroesterno tagliente. Base leg- Eniarginula stenla Gray, 1825 (figg. 1, 4) germente convessa, con ombelico coperto da un deposito calloso, percorsadacordoni concentrici piatti appenaevidenti (Ghisotti & 1984 Emarginnlastenla — Piani, p.204, figg.21-25, G-1. Melone, 1975). Attualmente diffusa in tutto il Mediterraneo su 1998 Eniarginula (Emarginnla) sicula — BORGHI & VECCHI, p.9.5, substrati rigidi, nel piano sopra e mesolitorale, specie gregaria, tav.3, figg-3, 4. talora molto abbondante. Ne abbiamo rinvenuti due esemplari, di CUI uno incompleto, in sedimenti costituiti daghiaiee sabbiegial- Conchiglia di torma rotondeggiante, elevata, apice ricurvo le nellazonadelle “Terre Rosse” di Rapolano(Siena). Sullaconchi- spostato all’indietro, fessura corta e stretta, ornamentazione lon- gliapiù completa si notaancora tracciadella colorazione costituita gitudinale costituita da cordoncini più o meno evidenti, strie damacule rossastresui cordoni concentrici dei giri. trasversali numerose e sottili. Per una descrizione e discussione I due individui da noi rinvenuti differiscono da quelli attuali approfondita si rimandaal lavoro di Piani (1984), che la segnala per le maggiori dimensioni e per la scultura spirale apparente- come “fossile plio-pleistocenico del bacino del Mediterraneo”. mente più marcata ma, a nostro parere, evidenziata per un feno- Segnalata recentemente da Borghi & Vecchi (1998) per il Plio- meno di decalcificazione superficiale delle conchiglie. In figura cene dell'Emilia. 5, 6 un esemplare attuale proveniente da Castiglioncello (Livor- Si riferiscono a questa specie due esemplari provenienti da “Il no) figurato per confronto. Allo stato fossile risulta sicuramente Campino” nella zona delle “Terre Rosse” (Laghi, 1984) nei segnalata a partire dal Pleistocene (Malatesta, I960; Ruggieri pressi di Rapolano (Siena). & Greco, 1965) diventando abbondante nel Tirreniano. Monoclonta turbinata (Born, 1780) (figg. 2, 3, 5, 6) Monodontaartieulata Lamarck, 1822 (figg. 7, 8) I960 Monoclonta (OsiUnits) tessulata - Malatesta, p.7(), tav.3, 1896 Troehoeoehlea turbinata var. pliocenica - SACCO, p.24, tav.3, fig.l4. fig.lO. > 139 < MaurizioPorli,BrunoDeil'Angelo,DanieleBerlini&FabioCiappelli Lf dimensioni sono date indicando l'altezza per la larghezza. Emarghi/da iiculcr. figg. 1,4 Pliocene, Rapolano (Siena) mm 12,5 x 19; Monockmtcì tm-binatcr. ñgg. 2-3: Pliocene, Rapolano(Siena) mm 30x 32, figg. 5-6: Castiglioncello(Livorno) mm 28x 28,5; hhmudmitaiirtìailatcr. fìgg. 7-8: Pliocene, Rapolano(Siena) mm 24x 18; Gibbnlaammphala'. fìg, 9: Pliocene,Montenero(Grosseto) mm 38x 36,figg. 10-11: Pliocene, Montenero(Grosseto) mm 32 x 32;Callumbundlasuturale, figg. 12-13: Pliocene,OrcianoPisano(Pisa)mm 12x 12,4;Bnlmacastrncarmsiy. figg. 14-15: Pliocene,OrcianoPi,sano(Pisa)mm 32,5 x31,5. > 140< . 1 SegnalazionedigasteropodipocofrequentiperilPlioceneToscano.ContributoII 1965 Mouodnnta (Osilin/is) artìculata— Ruggieri & GRECO, p.55, vati, cinque/sei nei primi giri, sette nell ultimo, apparentemente tav.3, fig-5. lisci ma forse erosi superficialmenre, separari da solchi profondi 1975 Monodonta (Oiihnus) artiadata - Ghisottj & Melone, e canalicolati che hanno un’ornamentazione costituita dapiccole p.l54, figg.pp.l55. lamelle oblique di accrescimento. Base ampia, piana, con 1992 Monodonta (Oulinm) turbinata - CAVALLO & Repetto, otto/nove cordoncini di larghezza più o meno uguale tra loro ma p.40, fìg.35. più sotrili di quelli presenri sui giri. Ombelico imbutiforme, molto ampio, delimitatoda un cordoncino spirale. Conchiglia formata da una spira conica abbastanza elevata Sull’esemplare più grande si inrravedono deboli nodosità con giri convessi, solida. Ornamentazione quasi assente, solo con in corrispondenza del margine superiore dei primi giri che l’aiuto di una lente, si notano due o tre solchi sulla metà interio- poi scompaiono a partire dal penultimo giro. Apertura qua- re dell ultimo giro che è leggermente depresso sotto la sutura e drangolare. poi arrotondato, labbro esterno tagliente. Base leggermente con- Gli esemplari da noi rinvenuti differiscono dalla figura di vessa con ombelico appena accennato. Tracce di colorazione Philippi principalmenre per non avere la parte superiore dei giri costituita da tre fasce di rade macchie scure, quasi puntiformi, nodulosa o almeno per non averla così evidente. La specie ci suU’ultimogiro. risulta segnalata fossile pliocenica per la località tipo, Militello Attualmente distribuita in Mediterraneo e lungo le coste (Palermo), per 'Vezza d’Alba (SACCO, 1896; Cavallo & atlantiche portoghesi è raramente segnalata allo stato fossile. Repetto, 1992) e per Castell’Arquato (CoccoNi, 1873). Ghisotti & Melone (1975), riprendono la citazione di Glibert I nostri esemplari provengono dal giacimento pliocenico di (1962) per il Pliocene di Montecastello ma Ruggieri & Greco Montenero (Grosseto) recentemente studiato (Forlì, Dell’An- (1965), identificando la località di raccolta con il paese di Mon- gelo & Taviani, 1999). La segnalazione di Gibbula bertarellii tecastello presso Pontedera (Pisa), dove affiorano terreni fossili- Andreoli & Marsigli, 1997 nel lavoro citato, basata su parti api- feri calabriani, e considerando la segnalazione dubbiosa, non se cali dellaconchiglia, e’ daattribuire aG. euomphala, la sentono di avallarla né per il Pliocene né per il Pleistocene inferiore. Il dubbio rimane, ad esempio un Montecastello è Callinuhoiielhi suturale (PWù'ippì, 1836) (figg. 12, 13) anche in provincia di Alessandria ed è citato da SACCO (1896) come localitàfossiliferapiacenziana. 1836 Trochussuturalis Philippi, p.l85, tav.lO, fig.23. Sacco (1896) riferisce a Al. turbinata var. pliocenica alcuni 1971 Calliostoma (Ampullotrochus) suturale — Ghisotti & Melo- esemplari dell’Astigiana che potrebbero corrispondere con quel- ne, p.64, figg.10-1 . lo da noi recuperato. L’esemplare figurato in Cavallo & 1999 Collumbonella suturale — Borghi & Vecchi, p.95, tav.4, Repetto (1992), sembra differire solo per avere più evidenti i fig.4. solchi spirali. Si riferisce a questa specie un unico esemplare proveniente dallo stesso giacimento in cui abbiamo ritrovato Al. Conchiglia leggera, di forma conica, costituita da sei, sette turbinata. giri piani. Scultura composra da cordoncini spirali granulosi limitati generalmente alla zona suturale ed aU’ultimo giro. Gibhnla euomphala (Philippi, 1836) (figg. 9-11) Colorazione rosea, conchiglia madreperlacea. Attualmente distribuita prevalentemente in Atlantico ma 1836 Trochuseuomphalus Philippi. p.l84, tav.lO, fig.21. presente anche in Mediterraneo nel piano batiale. Ne abbiamo 1873 Trochuseuomphalus—CoccoNi, p.628. rinvenuto una decina di esemplari di cui solo due in buone con- 1896 abbuia euomphala? var. anodosula — SACCO, p.31, tav.3, dizioni, gli altri, al momento del recupero, si sono disrrutti a fig.4l. causa della loro pessima conservazione e relativa estrema fragi- 1992 abbuia (Gibbula) euomphala - CAVALLO & Repetto, p.38, lirà. Presente in sedimenti argillosi e marnosi riferibili al Plioce- fig.25. ne inferiore a Casrelnuovo Berardenga Scalo (Siena) e ad Orciano Pisano (Pisa). Segnalata recentemente da Borghi & Vecchi “Tr. testa conica, acuta, anfractibusplanatissuperneangulatissub- (1999)per il Pliocene deH’Emilia. nodosis, inferne submarginatis, transversim striatisi ultimo margine ungulato: basiplana: umbilicolatissimo' Bollila castrocareusis (Foresti, 1876) (figg. 14, 15) Conchiglia a formadi cono acura, giri pianeggianti, superior- mente angolati, leggermente nodosi, inferiormente marginati, 1876 Turbo rugosus var. Castrocareusis Foresti, p.556, tav.l, trasversalmente striati. Ultimo giro con margine angoloso, figg.15, 16. ombelico larghissimo. Due esemplari di grandi dimensioni, in 1896 Boima (an Oobolma) castrocareusis — SACCO, p.l4, tav.l, mediocri condizioni di conservazione, e numerosi frammenti. fig-^9. mm mm L’esemplare più grande misura 38 di altezza e 36 di diametro massimo, il più piccolo, che è quello meglio conserva- Specie descritta da Foresti per il Pliocene di Castrocaro mm mm to, misura 32 di altezza per 32 di diametro. Il guscio è come varietà di Bolma rugosa (L., 1767). Conchiglia a profilo relativamenre sottile in proporzione alle dimensioni della con- conico formara da 5-6 giri leggermente convessi separati da chiglia, l’ornamentazione spirale è cosriruita da cordoncini rile- una sutura larga, profonda, canaliculata. Ornamenrazione >141 < MaurizioPorli,BrunoDell'Angelo,DanieleBerlini&FabioCiappelli Nassan//sscalaris: fìgg. 16-17: Pliocene, Montenero(Grosseto) mm 23 x 16; Mitraaltiliy. figg. 18-19: Pliocene, Rapolano(Siena) mm 40x 15,5; Opaliacrenata', fig. 20: Pliocene, Pietrafitta(Siena) mm 24 x 9; Heliaa/scontextuv. figg. 21-23: Pliocene, Orciano Pisano(Siena) mm 6 x 15;Dhcotectonkaemiliae'. figg. 24-26: Pliocene, mm Monsindoli(Siena) 3x8. costituita da cinque cingoli, di cui quattro granulosi, ed uno all'ultimo giro, che sporgendosi oltre le suture della spira for- squamoso, equidistanti tra loro. Granulazioni evidenti, roton- mano delle creste. de, più grosse nel primo giro vicino alla sutura; quinto cordo- Labbro arrotondato e calloso, ombelico assente. Attualmente ne in cui le granulazioni sono sostituite da squame imbricate. considerata rara in Mediterraneo è più diffusa nella sua parte Ultimo giro alto quasi come il resto della spira, base convessa occidentale maè distribuitaanche lungo le coste occidentali afri- ornata da cinque cingoli più sottili di cui i due superiori, rav- cane e dai Caraibi alla Florida (Weil, Brown & Neville, 1999). vicinati, squamosi e gli altri leggermente granulosi. Apertura Due esemplari dai dintorni di Pietrafitta vicino San Gimignano rotonda, columella arcuata, labbro esterno semplice, tagliente. (Siena), ritrovati in sedimenti sabbiosi fini di color giallo ocra. Labbro interno superiormente espanso in una lamina madre- Recentemente Brunetti (2000) segnala come Opalia sp. un perlacea, inferiormente calloso delimitato da una cresta. La esemplare proveniente dalla stessa località, a nostro parere specie è segnalata per il Pliocene della Liguria (Sacco, 1896) e anch’esso riferibile ad Opalia crenata. Le differenze evidenziate da dell’Emilia in sedimenti per lo più argillosi. Un esemplare da Brunetti, quali 'le dimensioni più grandi, le costole molto più Orciano Pisano (Pisa) . rilevate e appuntite e anche per la sutura molto più profonda e canalicolata”, pur essendo in parte comuni anche agli esemplari Opalia crenata (Linneo, 1758) (fig. 20) da noi esaminati, aconfronto con unadecinadi esemplari attuali, in accordo all'opinione di SACCO (189D, non ci sembrano costi- 1891 Dentìscalacrenata—SACCO, p.82. tuire differenze sufficienti per unadistinzione specifica. 1968 Opalia (Dentìscala) crenata- RUGGlERl & BUCCHERI, p.34, tav.3, figg.7, 7a. Nassarins scalaris (Borson, 1825) (figg- 16, 17) 1999 Opalia (Dentìscala) crenata-"Weil, Brown & Neville, p.24, fig.59. 1868 Nassascalaris—FORESTI, p.4l, tav.2, figg.1-4. 2000 Opalia sp. - Brunetti, p.l5, fig.3. 1976a Niotha scalaris — Pavia, p.l45, fig.6 n.t., tav.7, figg.15, 16, 18. Conchiglia solida, di 8-9 giri di forma turricolata, separati da 1976bNiothascalaris— Pavia, p.l56, tav.2, fig.8. una profonda sutura, con ornamentazione costituita da costole 1992 Nassarins (Niotha) scalaris - Cavallo & Repetto, p.110, assiali larghe, dapprima evidenti poi attenuate, quasi scomparse fig.269. > 142< SegnalazionedigasteropodipocofrequentiperilPlioceneToscano.ContributoII Conchiglia di torma globosa formata da 5-6 giri con orna- intorno a 8 mm. Carena costituita da un cordone fittamente mentazione costituita da costicine a sezione rettangolare, crenulato. Giri muniti di 6 — 8 cordoni irregolari e attraversa- canale suturale profondo, liscio, con bordo rilevato e taglien- ti da numerose strie radiali. Base percorsa da 10 — 14 cordoni te. Per una discussione approfondita vedasi Pavia (1976a). La irregolari, anch’essi solcati da strie radiali; cordone periombi- specie è segnalata solo per il Pliocene norditaliano nel bacino licale crenulato. Colore giallastro. " (Melone & Taviani, piemontese, in particolare a Masserano (Biella). Sono stati esa- 1984). Questa specie è segnalata per depositi pleistocenici minati 7 esemplari, in non buone condizioni di conservazio- della Sicilia e della Calabria e, per esemplari viventi, per il ne, raccolti in sedimenti marnosi nei pressi di Montenero Mar Tirreno centrale, Isola di Capraia e Bocche di Bonifacio (Grosseto). (Melone & Taviani, 1982). Nel Pliocene non era citata con certezza. Sacco (1892) considera dubitativamente H. contextns Mitra altilis Bellardi, 1887 (figg- 18, 19) varietà di Solarium moniliferum Bromi, 1831 e lo dice vicino alla varierà subamonilifera Sacco,1892. 1 nostri esemplari pro- 1887 Mitraaltilis Bellardi, p.35, tav.1, fig.33. vengono da sedimenti di ambiente profondo infangato, marne 1982 Mitra altilis - FERRERÒ MORTARA et al., p.l52, tav.43, e sabbie color marrone chiaro, nei pressi di Orciano Pisano fig.7. (Pisa). Altri piccoli individui sono stati ritrovati in località Cisternino (Livorno) in un affioramento oggi quasi scompar- “Testa sitbpyriformis, ventrosa', spira longa, inprimis anfractnhns so, riferibile anch’esso ad una facies profonda del Pliocene magis acuta quam in ultinus. — Anfractus omnes complanari, vix inferiore e recentemente segnalati anche da Calili & BoGi convexi; ultimus niagnus, inflatus, antice valete attenuatus, sed (2000). — parinn depresstis, dimidiain longitudinem subaequans. Superficies transverse sulcata; sulci minuti, crebri,subuniformes, in ventreultimi Discotectonica emiliae (Semper, 1861) (figg. 24-26) anfractus subobsoleti, nonnulli postici vix majares', sulci transversi prope rimam decurrentes numerosi, lati, parum profundi, inae- 1861 Solarium EmiliaeSsdmgstv. p.401. quales, inter se valde proximati, a sulco satis lato separati. — Os 1881 Solariumaragonae Bagatti, p.27, fig.l3. ovale; labrum sinistrum subarcuatuni'. columella in axim testae 1892 Granosolariuml Emiliae—SACCO, p.63, tav.2, fig.31. producta, non sinistrórsum incurvata; plicae columellares qua- 1971 Solariumplicatulum— PINNA, p.428, tav.76, fig.4. tor.” (Bellardi, 1887). 1978 Solarium plicatulum — PINNA & SPEZIA, p.l59, tav.50, Conchiglia subpiriforme formata da 7-8 giri di cui l'ultimo è fig.l. circa i due terzi della spira. Primi due-tre giri a profilo dritto e fittamente solcati, poi con profilo regolarmente convesso e con Conchiglia di piccole dimensioni con protoconca, apparente- solchettini attenuati. Ultimo giro molto rigonfio quasi troncato mente liscia, sviluppata per circa un giro e mezzo. Teleoconca anteriormente dove è solcato da 10-12 strie più evidenti. Il resto formata da 3-4 giri, appena declivi, ornati da tre cingoli granu- della superficie dell’ultimo giro ha una ornamentazione, visibile losi di cui il superiore corrisponde al margine suturale, Finferio- solo con una lente, costituitada solchettini finissimi più o meno re corrisponde alla carena ed il terzo è da questa distanziato di equidistanti. Suture tra i giri evidenti. Columelladrittacon cin- circa un terzo la larghezza complessiva del giro. 11 resto della que pliche inclinate (unica differenza riscontrata rispetto alla superficie è percorso da filetti spirali, più o meno evidenti e gra- descrizione originale) di cui la posteriore è la maggiore e l'ante- nulosi, che sono intersecati da finissime strie trasversali che ren- riore è appena accennata. Labbro esterno arcuato, tagliente, dono fittamente reticolata la superficie dei giri. Questa orna- internamente liscio. Di cjuesta specie, raffigurata anche in Fer- mentazione, che è meglio visibile con l'aiuto di una lente, è rerò Mortara et al., 1982 (un esemplare proveniente da Bor- spesso erosa. Parte inferiore della conchiglia più arrotondata, dighera. Imperia), è stato rinvenuto un unico esemplare in sedi- concava intorno alla carena e poi convessa. Lo spazio tra la care- menti sabbiosi fini della zonadelle "Terre Rosse” nei dintorni di na e la prima serie di denti dell’apertura ombelicare è finemente Rapolano (Siena). reticulato. Ombelico caratteristicamente ornato da due cordon- cini di denti nodulosi che spesso si biforcano. Heliacns contextns (L.Seguenza, 1902) (figg. 21-23) Pinna (1971) illustrando i sintipi di 28 specie di gasteropo- di terziari istituiti da De Cristofori eJan nel 1832 tra cui la spe- 1892 Solarium momliferum var. subamonilifera Sacco, p.54, tav.l, cie in oggetto, riporta anche la diagnosi originale, “Solarium fig.82. testa orbiculata. convexa, cannata', anfractibus cingulis superne orna- 1982 Heliacus contextns—Melone & Taviani, p.533, figg.1-6. tis, ultimoanfractu inferneventricoso: umbilico mediocri, sulcoprofundo 1984 Heliacus (Redivivus) contextns — MELONE & Taviani, p.l78, crenato-plInetto cincto." e istituisce un lectotipo su un esemplare figg.48-52. proveniente da Tabiano (Parma) di Solarium plicatulum che è 2000 Heliacuscontextns—Cauli & BoGi, p.12, tav.2, figg.1-2. identificabile con D. emiliae. Il nome specifico plicatulum non può essere utilizzato per questa specie in quanto preoccupato “Conchiglia acutamente carenata, depressa e con dorso e per una specie eocenica del bacino parigino. Solariumplicatulum base convessi; ombilico stretto e profondo. Protoconca liscia e Deshayes, 1828. Apparentemente però la specie designata da De con diametro di 1,00 - 1,15 mm; teleoconca con diametro Cristofori eJan sembra “dimenticata" dagli Autori italiani loro > 143< . . MaurizioPorli,BrunoDell'Angelo,DanieleBerlini&FabioCiappelli contemporanei che successivamente si sono occupati di questo collections de l'Institut Royal de Science Naturelles de Belgique. Mémoires de l'Institut Royale des Sciences Naturelles de Belgique, (2)68: architectonicide, ad esempio Bagatti (1881) riporta come nuo- 131 pp. va specie Lin'architectonica identificabile conplicatulmn - emiliae LaghiG.F., 1984.SorprendentedensitàdiChitonsaeniensisn. sp. insabbiegial- con il nome di Solar'u/m aragonae, che già SACCO (1892) metteva le plioceniche dei dintorni di Serre di Rapolano (Siena). Bollettino del in sinonimia della specie di Semper senza citare il taxon di De MuseoRegionalediScienzeNaturali,2: 555-564. Cristolori eJan. Malatesta a., 1960/63. Malacofauna pleistocenica di Grammichele (Sicilia). Numerosi esemplari ritrovati a Monsindoli (Siena) in argil- Parte lae 2a. Memorieperservirealla Descrizionedella CartaGeologica le profonde del Pliocene inferiore e un paio al Cisternino d'Italia. 12: 1-392,tav. 1-19. (Livorno). Melone G. & Taviani M., 1982. Fieliacnscontextus(G.Seguenza in L.Seguenza, 1902),espècedu Pliocènetrouvéevivanteen Mediterranée(Gastropo- da,Architectonicidae).Malacologia,22: 531-533. RINGRAZIAMENTI Un particolare ringraziamento a Enrico Ulivi (Firenze) per la Melone Gt.err&anTeoa.viLra?n;'i»)';M.S,./.1M9.8.4.21R:ev1i4s9i-o1n9e2.delle Architectonicidae del Medi- realizzazione delle foto ed al Dr. Marco Taviani (C.N.R., Istitu- to di Geologia Manna, Bologna)per la lettura criticadel mano- PaviaG.,li1a97N6Wa)..I mBoolllleutstcinhoiddeelllaPlSoicoiceetnà'ePIanlfeeornitoorleogdiicaMoIntatleiaunaR,oe1r4o,(1A9l7b5a:,I9t9a-- scritto. 175. PaviaG., 1976b. I tipi di alcuni Gasteropodi terziaridi StefanoBorson. Bollet- BIBLIOGRAFIA tinodellaSocietà'PaleontologicaItaliana, 15: 145-158. Bagatti O., 1881. Aggiuntaallaenmnerazinnesistematica dei molluschipliocenicie miocenici delleprovincie di Parma e Piacenza del Cav.Prof. Girolamo Piani P.,n1e9o8.4L.avRoerviisSi.Io.nMe.,de2l1:G1e9n3e-r2e38E.marginula Lamarck, 1801 in Mediterra- Cocconi.TipografìadiOresteGhelfì,Parma: 1-43. BellardiPLa.r,te1858.7M/i8t8r.id/aeM.olElrusmcahnindoeiLtoeersrtenhiert,erTzioarriiniod,el8P5iepmpo.n,te2etadve.l;la67Lipgpur.i,a.2 Philippi Rtr.eoArp.tpi,iairi1ae8t3f6oSs.osciEilniouurmmuemqr,uaatBeieorionMlioinltili:nuesrice-oxsiruvuo,mo1Sb-is2ceir6lv8ia,aveittca.bu.Smu1mv-ip1v2te.inbtiuusmStiurmnoniinsteSlcluhr-e tav.;48pp.,2tav.;20pp. BorghiM.&VecchiG., 1998.La malacofaunaPlio-PleistocenicadelTorrente PinnaG., 1971. ITipidellespeciediGasteropodi terziari istituitedaGiuseppe Stirone(PR). HaliotidaeeFissurellidae.ParvaNatiiralia: 77-104^ De Cristofori e GiorgioJan nel 1832 conservati nelle collezioni del Museo Civico di StoriaNaturale di Milano. AttidellaSocietà' Italiana BorghiM. &VecchiG., 1999. 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