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Scrittori per padre Pio PDF

66 Pages·1999·0.457 MB·Italian
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ISBN8 8-8212-189-5 LIRE1 0000 9 7888821 21891 Passio 17 Scrittori per Padre Pio TESTI DI GIOVANNI BATTISTA ANGIOLETTI, RICCARDO BACCHELLI, ANTONIO BALDINI, PIERO BARGELLINI, GRAHAM GREENE, GUIDO PIOVENE CON UNA LETTERA INEDITA DI GABRIELE D’ANNUNZIO E UN RICORDO DI JOSEPH TUSIANI A CURA DI ANTONIO MOTTA INTERLINEA EDIZIONI NOVARA ©Novara 1999 interlinea srl edizioni via Pietro Micca 24, 28100 Novara, tel. 0321 612571 www.interlinea.com Stampato in Italia, Nuova Tipografia San Gaudenzio, Novara ISBN 88-8212-189-5 In copertina: Padre Pio (1887-1968), ritratto fotografico Presentazione L’impressione che si ha leggendo le pagine di scrittori che, nell’antica terra del Gargano e di Puglia, hanno incontrato e cercato Padre Pio da Pietrelcina – testi in parte inediti – è quella che nasce dall’imbarazzo, allora trasparente, oggi circonfuso dalla leggenda, di trovarsi dinanzi a un evento straordinario, inconcepibile razionalmente. Il contrasto tra la povertà (o l’umiltà) dei suoi atti e l’e- terno mistero sigillato nelle stimmate affiora chiaramente in questi racconti e ci restituisce la suggestione di quegli anni depurata dalle scorie, dai pettegolezzi e dal fango. Dopo Gabriele D’Annunzio, cui si deve un’inaspettata lettera del 1924 al frate scaturita verosimilmente da un in- contro sognato – una visione –, Antonio Baldini è il primo tra i letterati italiani allora famosi a correre il pericolo di essere sopraffatto dalla luce dei suoi occhi. Padre Pio è sta- to appena interdetto quando lo scrittore, nel 1925 (durante il viaggio che gli ispirerà Italia di Bonincontro, uscito nel 1940), lo raggiunge in uno stallo del coro intento a prega- re, scorgendone il volto assente in contrasto col frastuono dei fraticelli increduli e dei curiosi provenienti da ogni do- ve: tanto che Baldini così conclude le sue pagine di diario, umanissime e finemente argute: «la figura del povero Pa- dre Pio mi parve [...] in una luce che, se non era quella del miracolo, era già un poco quella del martirio». 5 Riccardo Bacchelli arriva a San Giovanni Rotondo nel 1929, quando ha già pubblicato il romanzo Il diavolo al Pontelungo. La storia di Padre Pio, dell’interdizione e del- le libertà negategli ha fatto il giro del mondo. Lo trova so- lo, più solo di quanto lo avesse trovato Baldini, nell’atto di farsi rifare la tonsura da un fraticello barbitonsore. Padre Pio mostra una severità e una dignità proprie di chi è forti- ficato dagli esercizi dello spirito e non teme le tempeste. Gli uomini possono aspettare. Joseph Tusiani, in questo piccolo drappello di scrittori, occupa una posizione di privilegio, perché privilegiato è il suo osservatorio. Chierichetto estasiato, ha poco più di no- ve anni, nel 1933, quando inizia la consuetudine con la messa lunga e straordinaria di Padre Pio. Tusiani racconta le lotte al confessionale, quel «ponte tra Dio e l’uomo», dove i potenti, i grandi della terra, purificano la loro super- bia; le folle degli umili e dei vinti, le visioni, le richieste in- cessanti di grazie. Il contrasto tra la fragilità di Padre Pio e la forza che mostra sul campo di battaglia, il confessionale (dove sosta perfino otto, dieci ore al giorno), richiama alla mente la mirabile incisione del Dürer Il cavaliere, la mor- te, il diavolo. Sull’altare, nella sua messa celebrata in esta- si, Padre Pio trasfonde duelli impari, lotte infinite che sol- tanto un’anima sola può percepire. Negli anni quaranta giunge al conventino di San Gio- vanni Rotondo Giovanni Battista Angioletti, letterato di scuola e di sensibilità rondista come Baldini e Bacchelli. Racconta dell’incontro con Padre Pio su una delle riviste più prestigiose, “La Fiera Letteraria”. Il ritratto che egli fa di Padre Pio si allontana dall’iconografia tradizionale an- 6 nullandone i luoghi comuni: «Vidi venirci incontro un an- tico guerriero dalla tonaca scura aperta sul collo, un guer- riero che levava il braccio come se tendesse una spada con- tro di noi, investito nel medesimo istante da potenti invetti- ve». È la raffigurazione di un guerriero, di un re. Tutti gli altri, di fronte a lui, appaiono impoveriti, opachi, pusillani- mi, forse meschini calcolatori. Nel secondo dopoguerra giungono al convento di San Giovanni Rotondo Piero Bargellini, autore di celebri ritrat- ti di santi («Temevo di incontrare [...] un imitatore di san- tità e invece ero di fronte [...] a un rivelatore di sincerità»), e Graham Greene, romanziere inglese, cattolico credente ma anche dubbioso. Ecco il breve ricordo di quest’ultimo, annotato da John Cornwell in un’intervista rilasciata all’“Espresso” del 19 novembre 1989: «Nel 1949 andai ad una messa celebrata da Padre Pio in Italia, nella penisola del Gargano. Vi andai per curiosità. Avevo sentito parlare delle sue stimmate. Il Vaticano non lo gradiva. Un monsi- gnore che venne a farmi visita a Roma disse: “Oh, quella santa frode”. Ma Padre Pio è stato visitato da medici di ogni credo [...] ebrei, protestanti, cattolici e senza fede. Aveva quelle ferite sulle mani e sui piedi della grandezza di una moneta e, visto che non poteva celebrare messa con i guanti, tirava giù le maniche per cercare di nasconderle. Aveva una simpatica faccia di contadino ed era un po’ pe- sante. Ero stato avvisato che le sue messe erano lunghissi- me, così mi recai, di primo mattino, a quella delle 5,30 in compagnia della mia amica di quel periodo. Celebrò il rito in latino e mi parve che fossero passati trentacinque mi- nuti. Una volta fuori dalla chiesa guardai l’orologio e con- 7 statai che era passata un’ora e mezzo o due ore. E così so- no arrivato ad avere un minimo di fede in quel mistero. Perché era successo qualcosa di straordinario». L’ultimo romanziere raccolto nelle pagine seguenti è il vicentino Guido Piovene. Arriva sul Gargano nel corso del suo viaggio attraverso l’Italia alla fine degli anni cinquan- ta, quando Padre Pio si lega spiritualmente ma senza con- tatto diretto a un altro letterato, fattosi sacerdote in età ma- tura e al culmine della sua passio mistica e fisica a Stresa, il poeta Clemente Rebora, al quale il frate di Pietrelcina in- dirizza alcuni pellegrini giunti a San Giovanni Rotondo dall’area piemontese e lombarda alla ricerca di un’illumi- nazione spirituale. Piovene, ad ogni modo, fa in tempo a vedere un santo monaco, che non vive nella Legenda aurea di Jacopo da Varazze e nei colori di anilina delle vecchie stampe reli- giose, ma in mezzo alle tragedie e ai peccati degli uomini, e ne ascolta lacrimas rerum. ANTONIO MOTTA I testi sono ordinati per data di pubblicazione, pur rife- rendosi a incontri avvenuti in epoche diverse, come è sta- to indicato in questa presentazione; le notizie sugli auto- ri, poste al termine, seguono invece l’ordine alfabetico. 8 Scrittori per Padre Pio

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