I w f ^ f * '*7 James Joyce SCRITTI ITALIANI ARNOLDO MONDADORI EDITORE Dalla Prefazione di Giorgio Melchiori: Il lettore troverà in questo volume tutti gli scritti di Joyce composti direttamente in italiano, ad eccezione delle lettere (e so¬ no bellissime quelle indirizzate ai suoi due figli, Lucia e Giorgio, a Carlo Linati, a Italo e Livia Svevo, a Alessandro Francini Bruni), reperibili nella loro quasi totalità nel volume delle Lettere (Mondadori, Mi¬ lano 1974). La presente raccolta rivela ca¬ ratteri di sorprendente organicità, per coe¬ renza di interessi politici, estetici e lettera¬ ri: infatti nel periodo 1907-1912 l’intera produzione saggistica di Joyce (distinta da quella poetica e narrativa, limitata del re¬ sto alla parziale riscrittura del Portrait of the Artist as a Young Man) è esclusiva- mente in italiano. Cinque anni dunque du¬ rante i quali lo scrittore aveva cambiato lingua. Fa eccezione un unico saggio, quel¬ lo su Charles Dickens, scritto in inglese per necessità di cose, in quanto si trattava di un tema svolto per il conseguimento dell’abilitazione all’insegnamento dell’in¬ glese nelle scuole secondarie italiane; è sembrato opportuno includerlo ugualmen¬ te in questo volume in quanto strettamen¬ te legato da un punto di vista non solo tematico ma anche stilistico ai saggi italia¬ ni, soprattutto alle due grandi conferenze tenute nello stesso anno 1912 all’Univer¬ sità Popolare triestina. Per la prima volta dunque è possibile ave¬ re un quadro generale degli scritti italiani di Joyce, vogliamo dire degli scritti « pub- In sopracoperta: James Joyce in un disegno di Burt Silverman THOMAS J. BATA LIBRARY TRENT UNIVERSITY Digitized by the Internet Archive in 2019 with funding from Kahle/Austin Foundation https://archive.org/details/scrittiitalianiOOOOjoyc James Joyce SCRITTI ITALIANI a cura di Gianfranco Corsini e Giorgio Melchiori con la collaborazione di Louis Berrone, Nino Frank e Jacqueline Risser ARNOLDO MONDADORI EDITORE ?RbOI9. 09 fié /979b © Estate of James Joyce 1979 © Richard Ellmann and Ellsworth Mason 1959 Copyright © 1977 hy Louis Berrone © 7 979 Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., Milano I edizione maggio 1979 Sommario James Joyce scrittore italiano di Giorgio Melchiori SCRITTI E CONFERENZE DI TRIESTE Testi a cura di Gianfranco Corsini La politica di Joyce di Gianfranco Corsini Collaborazioni a « Il Piccolo della Sera » Conferenze tenute all’Università Popolare di Trieste I TEMI DI PADOVA Testi a cura di Louis Berrone ANNA LIVIA PLURABELLA Passi di Finnegans Wake tradotti da James Joyce e Nino Frank Testi e Appendice a cura di Jacqueline Rtsset Joyce traduce Joyce di Jacqueline Risset Appendice 29053 James Joyce scrittore italiano di Giorgio Melchiori Il lettore troverà in questo volume tutti gli scritti di Joyce composti direttamente in italiano, ad eccezione delle lettere (e sono bellissime quelle indirizzate ai suoi due figli, Lucia e Giorgio, a Carlo Linati, a Italo e Livia Svevo, a Alessandro Francini Bruni), reperibili nella loro quasi totalità nel volume delle Lettere (Mondadori, Milano 1974). La presente raccol¬ ta rivela caratteri di sorprendente organicità, per coerenza di interessi politici, estetici e letterari: infatti nel periodo 1907- 1912 l’intera produzione saggistica di Joyce (distinta da quel¬ la poetica e narrativa, limitata del resto alla parziale riscrit¬ tura del Portrait of the Artist as a Young Man) è esclusiva- mente in italiano. Cinque anni dunque durante i quali lo scrittore aveva cambiato lingua. Fa eccezione un unico saggio, quello su Charles Dickens, scritto in inglese per necessità di cose, in quanto si trattava di un tema svolto per il consegui¬ mento dell’abilitazione all’insegnamento dell’inglese nelle scuole secondarie italiane; è sembrato opportuno includerlo ugualmente in questo volume in quanto strettamente legato da un punto di vista non solo tematico ma anche stilistico ai saggi italiani, soprattutto alle due grandi conferenze tenute nello stesso anno 1912 all’Università Popolare triestina. Per la prima volta dunque è possibile avere un quadro generale degli scritti italiani di Joyce, vogliamo dire degli 7 scritti « pubblici », intesi non per familiari ed amici, come le sue lettere, ma per un più vasto uditorio al quale l’autore sentiva di avere qualcosa da comunicare ; nati insomma già come « letteratura », anche se talora in forma giornalistica (e si veda quel che Joyce ha da dire del giornalista nel primo dei suoi temi padovani, qui incluso). Scritti che erano rimasti sepolti nelle pagine del « Piccolo della Sera » o nei ricchi ar¬ chivi di Università americane (e in quella di Padova), ristam¬ pati solo singolarmente o in traduzioni inglesi più o meno accurate — o addirittura inediti in Italia (è il caso del tema di Padova, del frammento della conferenza sul Rinascimento irlandese, o delle bellissime pagine della conferenza su Blake). Per completare il quadro del Joyce scrittore italiano si è voluto includere anche un testo molto più tardo, della sua piena maturità, in cui la scrittura non è più soltanto veicolo di comunicazione di idee, ma è soprattutto avventurosa esplo¬ razione del linguaggio, ossia del mezzo della comunicazione. È la « traduzione » di due passi di Finnegans Wake, fatta da Joyce stesso in collaborazione con Nino Prank intorno al 1938-39. Si è messo «traduzione» fra virgolette perché si tratta evidentemente da parte dell’autore di ricreare, trasfe¬ rendola da una matrice linguistica a un’altra, quella riscoperta del linguaggio nelle sue funzioni polisemiche e nelle sue ra¬ dici storiche che Joyce era venuto compiendo con sempre più esclusivo impegno a partire da certe pagine di Ulysses. Non che Joyce non si fosse cimentato in traduzioni in ita¬ liano precedentemente: intorno al 1908-9 aveva tradotto, in collaborazione con il suo allievo, l’avvocato irredentista trie¬ stino Nicolò Vidacovich, il dramma Riders to the Sea (La cavalcata al mare) di Synge: una traduzione alla quale le com¬ pagnie teatrali italiane ne preferirono altre, e che venne pub¬ blicata soltanto nelle pagine di « Soiaria » nel 1929 - da dove andrebbe recuperata per uno studio attento; certamente poi fu ricco di suggerimenti allo stesso Vidacovich quando questi 8