ebook img

Schopenhauer come educatore (Adelphi) PDF

111 Pages·2019·0.91 MB·italian
Save to my drive
Quick download
Download
Most books are stored in the elastic cloud where traffic is expensive. For this reason, we have a limit on daily download.

Preview Schopenhauer come educatore (Adelphi)

Friedrich Nietzsche Schopenhauer come educatore A cura di Mazzino Montinari Nota introduttiva di Giorgio Colli Adelphi eBook TITOLO ORIGINALE: Unzeitgemässe Betrachtungen, Drittes Stück: Schopenhauer als Erzieher     Quest’opera è protetta dalla legge sul diritto d’autore È vietata ogni duplicazione, anche parziale, non autorizzata     DALLE «OPERE DI FRIEDRICH NIETZSCHE», VOL. III, TOMO I EDIZIONE ITALIANA DIRETTA DA GIORGIO COLLI E MAZZINO MONTINARI     Prima edizione digitale 2017     © 1972 E 1985 ADELPHI EDIZIONI S.P.A. MILANO www.adelphi.it ISBN 978-88-459-7773-2 NOTA INTRODUTTIVA Questo non è un libro distensivo, non si rivolge a coloro che leggono per riposarsi. E neppure a chi legge per estendere le sue cognizioni. È uno scritto destinato a chi ha ancora qualcosa da decidere, sulla sua vita e sul suo atteggiamento di fronte alla cultura. Quando sentiamo in noi una simile incertezza, il desiderio di muovere i primi passi e il bisogno di una guida che ci sorregga, allora arte, scienza, filosofia possono indirizzare la nostra vita, purché prendano la figura di una persona, che incuta in noi rispetto e ammirazione. È scegliendo un maestro, che cominciamo a diventare qualcosa, e ciò per la modestia dell’atto, che attenua l’orgoglio giovanile, e per la fiducia nel sostegno, che dà fermezza al nostro incedere. Questa è l’esperienza personale che Nietzsche ci racconta qui, e proprio le parole da lui adoperate – e la personalità che ne emerge – possono diventare per noi il modello per una ripetizione dell’esperienza. «Vivere, in generale, significa essere in pericolo». Così leggiamo in questo libro, e di tale natura sono i suoi insegnamenti. E se nelle parole di Nietzsche, e, attraverso lui, di Schopenhauer, noi cerchiamo la filosofia, la sua voce è ben diversa da quella che abbiamo inteso nelle scuole. È una voce troppo aspra, per una filosofia che dovrebbe, così ci hanno detto, interpretare la totalità della vita. Eppure, l’asprezza della vita tutti la conosciamo! Ma se la filosofia deve discendere da una visione universale della vita, se deve, quanto più è possibile, «assomigliare» alla vita, allora Nietzsche e Schopenhauer sono gli ultimi filosofi che non usurpino questo nome. Assumendoli come maestri impareremo qualcosa, sul conto della vita, e soprattutto sapremo come debba comportarsi colui che coglie una realtà dell’animale uomo al di là dei suoi interessi sensibili immediati, la conservazione dell’individuo e della specie. E non importa se, nella loro rivelazione del mondo, questi filosofi hanno fatto emergere una visione tragica, hanno mostrato il sostrato terribile e feroce della nostra esistenza, salvando dalla condanna della vita individuale e associata soltanto la cultura dell’uomo, l’arte, la religione, la filosofia. Dal dolore di questa conoscenza sorge una nuova possibilità del nostro agire, nel conservare e rafforzare l’esistenza della cultura. Questo è il senso più profondo del loro insegnamento, e capire questi filosofi significa operare nella direzione da essi indicata, in modo che l’«inattualità» della loro vita, il loro «distacco» dagli uomini e dagli interessi storici che li circondavano non si riproducano in altri filosofi solitari, simili a loro, ma siano il principio di un rivolgimento, che faccia risorgere la cultura come vita vivente, essenza di una società, sia pure ristretta, di uomini. Perché tragica fu la loro vita individuale, come la loro rivelazione del mondo. Ma nulla può trapassare così durevolmente e intimamente in un animo giovanile, informandone di nobiltà la vita, quanto il destino tragico di un uomo esemplare. E, come Tucidide fa dire a Pericle, nell’orazione funebre: «In ciò sta peraltro un destino fortunato, nell’aver avuto in sorte, gli uni la morte più rifulgente, come adesso è toccato a costoro, e voi altri il privilegio di piangere la loro fine; per essi fu misurata una vita in cui la felicità si accompagnasse alla morte». GIORGIO COLLI SCHOPENHAUER COME EDUCATORE 1 Un viaggiatore, che aveva visto molti paesi e popoli e più continenti, e a cui fu chiesto quale qualità degli uomini avesse ritrovato ovunque, disse: essi hanno una inclinazione alla pigrizia. A molti parrà che più giustamente e più validamente egli avrebbe potuto dire: sono tutti pavidi. Si nascondono dietro costumi e opinioni. Ogni uomo in fondo sa benissimo di essere al mondo solo per una volta, come un unicum, e che nessuna combinazione per quanto insolita potrà mescolare insieme per una seconda volta quella molteplicità così bizzarramente variopinta nell’unità che egli è: lo sa, ma lo nasconde come una cattiva coscienza – perché? Per paura del prossimo, che esige la convenzione e di essa si vela. Ma che cosa costringe il singolo a temere il prossimo, a pensare ed agire al modo del gregge e a non essere lieto di sé? Il pudore, forse, in alcuni e rari. Per la maggior parte è adattabilità, ignavia, insomma quella inclinazione alla pigrizia di cui parlava il viaggiatore. Egli ha ragione: gli uomini sono pigri più ancora che pavidi e più di tutto temono proprio i fastidi che una onestà e nudità incondizionata imporrebbe loro. Soltanto gli artisti odiano questo indolente incedere secondo maniere tolte a prestito e opinioni appiccicate, e svelano il segreto, la cattiva coscienza di ognuno, la proposizione secondo cui ogni uomo è un miracolo irripetibile; essi osano mostrarci l’uomo quale egli stesso, quale lui solo è fino in ogni movimento dei suoi muscoli e, ancor più, che in questa rigorosa coerenza della sua unicità egli è bello e degno di considerazione, nuovo e incredibile come ogni opera della natura, e niente affatto noioso. Il grande pensatore, quando disprezza gli uomini, disprezza la loro pigrizia: poiché per causa sua essi appaiono come merce di fabbrica, come indifferenti, indegni di relazioni e di ammaestramenti. L’uomo che non vuole appartenere alla massa non deve far altro che cessare di essere accomodante verso se stesso; segua la sua coscienza che gli grida: «Sii te stesso! Tu non sei tutto ciò che adesso fai, pensi, desideri». Ogni giovane anima ode questo appello giorno e notte e ne trema; perché presente la misura di felicità assegnatale dall’eternità, quando pensa alla sua reale liberazione: alla quale felicità essa, finché è posta nelle catene delle opinioni e della pavidità, non può in alcun modo giungere; e come la vita può diventare desolata e insensata senza questa liberazione! Nella natura nessuna creatura è più squallida e ripugnante dell’uomo che è sfuggito al suo genio e adesso sbircia a destra e a sinistra, indietro e ovunque. Alla fine non è più lecito attaccare un tal uomo, perché egli è tutto esteriorità senza nocciolo, una veste logora, tinta, rigonfia, uno spettro agghindato, che non può suscitare paura e certo neppure compassione. E se, a ragione, del pigro si dice che ammazza il tempo, bisogna sul serio fare in modo che un tempo che ripone la sua salute nelle opinioni pubbliche, vale a dire nelle pigrizie private,1 sia una buona volta ammazzato: voglio dire cancellato dalla storia della vera liberazione della vita. Quanto grande deve essere la riluttanza delle generazioni posteriori ad occuparsi dell’eredità di un’epoca, retta non da uomini viventi, ma da pseudouomini con una opinione pubblica; perciò probabilmente la nostra età sarà per una qualche lontana posterità il più oscuro e il più ignoto, perché il più inumano, periodo della storia; quando vedo le strade nuove delle nostre città, penso come di tutte queste orribili case, che la schiatta degli uomini con l’opinione pubblica si è costruita, fra un secolo niente più sarà in piedi, come allora anche le opinioni dei costruttori di queste case saranno una buona volta crollate. Grande, invece, è la speranza di coloro che non si sentono cittadini di questo tempo, perché se lo fossero concorrerebbero ad ammazzare il loro tempo e a tramontare con il loro tempo – mentre vogliono piuttosto risvegliare il tempo alla vita per continuare essi stessi a vivere in questa vita. Ma anche se il futuro non ci lasciasse sperare niente, la nostra singolare esistenza proprio nell’ora attuale – il fatto inesplicabile che noi viviamo proprio oggi e tuttavia avemmo il tempo infinito per nascere, che non possediamo se non un brevissimo oggi e in esso dobbiamo mostrare perché e a qual fine proprio ora siamo nati – ci incoraggia nel modo più energico a vivere secondo una misura e una legge nostra. Della nostra esistenza dobbiamo rispondere a noi stessi, di conseguenza vogliamo agire come i reali timonieri di essa e non permettere che assomigli ad una casualità priva di pensiero. Essa richiede una certa temerità e un certo azzardo: tanto più che, nel migliore come nel peggiore dei casi, la si perderà. Perché essere attaccati a questa zolla, a questa occupazione, perché tendere gli orecchi a quel che dice il prossimo? È così provinciale obbligarsi a delle opinioni che, qualche centinaio di miglia più in là, già cessano di obbligare. Oriente e occidente sono tratti di gesso che qualcuno disegna davanti ai nostri occhi per beffarsi della nostra pavidità. Io voglio fare il tentativo di giungere alla libertà, si dice la giovane anima; e a questo punto dovrebbe impedirglielo il fatto che due nazioni si odiano e si fanno la guerra, o che tra due continenti è un mare, o che per ogni dove si insegna una religione che, pure, un paio di millenni fa non esisteva. Tu non sei tutto ciò, ella si dice. Nessuno può gettare sopra il fiume della vita il ponte sul quale tu devi passare, nessun altro che tu sola. Certo vi sono innumerevoli sentieri e ponti e semidei che vorrebbero farti attraversare il fiume; ma solo a prezzo di te stessa; ti daresti in pegno e ti perderesti. Al mondo vi è un’unica via che nessuno oltre a te può fare: dove porta? Non

See more

The list of books you might like

Most books are stored in the elastic cloud where traffic is expensive. For this reason, we have a limit on daily download.