ebook img

Scarica il PDF PDF

72 Pages·2008·3.9 MB·Italian
by  
Save to my drive
Quick download
Download
Most books are stored in the elastic cloud where traffic is expensive. For this reason, we have a limit on daily download.

Preview Scarica il PDF

A R CCADEMIA DEI OZZI Anno XIV - N. 27 1 Pubblichiamo con soddisfazione il breve ma intenso commento di Roberto Alonge sull’ attività letteraria e filologica condotta dall’Accademico Menotti Stanghellini.Sotto la sua guida sono uscite ben 14 riedizioni critiche delle antiche commedie dei Rozzi:un vanto della nostra Accademia ed un grande riconoscimento per il paziente, quanto proficuo impegno di ricerca e di analisi mostrato dallo studioso. Alonge è stato ed è tuttora un attento estimatore della drammaturgia ‘rozza’ del Cinquecento, sulla quale ha scritto saggi fondamentali, che ne hanno sancito l’assoluta rilevanza nel contesto teatrale del tempo. Il suo apprezzamento per l’opera di Stanghellini, anche in riferimento agli studi su Cecco Angiolieri e sulla poesia toscana del Trecento, sottolinea pertanto con autorevolezza i non modesti meriti dell’ Accademico ed invita perentoriamente la cultura italianistica ufficiale a non far finta d’ignorarne il messaggio. Menotti Stanghellini e il teatro della Congrega dei Rozzi di: ROBERTO ALONGE Il teatro popolare senese del primo mi impose, come penso, per mettermi alla Cinquecento è una realtà tanto affascinante prova, più di quarant’anni fa, proprio una quanto poco frequentata: artigiani di mode- tesi di laurea su questo argomento. Gli sta cultura che scrivono e recitano testi tea- avevo chiesto di lasciarmi fare una tesi su trali al cui centro sta la figura del villano, Pirandello, ma mi disse di no, e rilanciò con del contadino, presentato con tutti i segni questi Rozzi di Siena di cui non sapevo dell’odio di classe: sporco, ignorante, ladro, nulla (ma, in verità, nemmeno lui sapeva osceno, laido, perennemente cornuto e cor- molto). Interpretai tutto in chiave sociolo- nificatore. Qualcosa di paragonabile a gica, furiosamente protosessantottesca, Ruzante, sostanzialmente contemporaneo, come era fatale. E quando non trovavo ma senza la certificazione d’arte che c’è in quello che cercavo, mi arrabbiavo anche. Ruzante. Ma anche qualcosa di più compli- Parlando, ad esempio, di un testo, cato, visto che c’è la vera e propria Tiranfallo, di Salvestro cartaio detto Congrega dei Rozzi, costituita nel 1531; e Fumoso, incentrato sulla tematica grassoc- c’è pure un retroterra di tradizione di arti- cia del collettivismo sessuale contadino, giani senesi che scrivono un pò prima e un lamentavo che mancasse “una caratterizza- pò dopo il 1531, ma sempre al di fuori della zione sociologica dei contadini colti nella Congrega (i cosiddetti Pre Rozzi, che qual- loro condizione di miseria”. Cercavo quello cuno - per sterile odio verso la cultura posi- che non c’era, e non vedevo quello che tivista che ci ha tramandato questa termi- c’era. Un contadino chiede al protagonista nologia - chiama malamente comici artigiani Tiranfallo se è riuscito a portarsi a letto la senesi, come se i Rozzi veri e propri non fos- moglie di un terzo contadino, e Tiranfallo sero anche loro comici artigiani o non fosse- risponde “Mi lavorò un tratto un bel cap- ro senesi). Oggetto di studio di taluni (più pello / (...) Mi vengha ‘l canchar, ma’ viddi curiosi) italianisti di terra di Francia, che el più bello,/ ma non vuol niente adosso”. continuano ad avere il culto del Non capii e passai oltre. Ho riletto la Rinascimento italiano, e di rari interventi commedia qualche anno fa, nell’edizione della cultura accademica italiana (spesso curata egregiamente nel 1997 da Menotti però accecati da talune fisime della ideologia Stanghellini, bibliotecario della ancora atti- teatrologica, e dunque scarsamente produtti- va Accademia dei Rozzi (nobilitatasi nei vi). Il mio antico maestro Giovanni Getto secoli, passata da Congrega a Accademia). 3 Nelle sue dotte note a piè di pagina lo prese con testi che spesso manco sono divi- Stanghellini ha spiegato che il “cappello” si in atti) non è sorretto da adeguata sapien- che gli aveva fatto la contadinella era un ser- za interpretativa. Tanto per fare un esem- vizietto sessuale (cosa cui non avevo pro- pio, la scena seconda del primo atto del prio pensato) e che l’espressione “non vuol Capotondo del Fumoso vedrebbe in scena - niente adosso” - per me ancora più enigma- secondo la curatrice - “Coltriccione e tica - significa che non voleva amplessi. Lo Biagia. Meia in silenzio”, mentre è assoluta- Stanghellini è un grande cultore di questo mente lampante, alla semplice lettura del teatro. Ha pubblicato finora - nelle edizioni testo, che Meia non è in scena. della Accedemia dei Rozzi - una quindici- Dunque coraggio, Menotti Stanghellini: na di testi, fra Rozzi e Pre Rozzi, mettendo poichè comunque il testo del Capotondo c’è, ogni volta in luce la straordinaria ricchezza non le rimane che tirar fuori le due com- di lingua e di immagini di simile produzio- medie restanti del Fumoso, la Discordia d’a- ne. Con sicuro gusto critico ha anche scelto more e Il travaglio (che è poi il capolavoro di pubblicare ben tre dei sei testi composti del Fumoso). Troppo vicino alla meta, dal Fumoso, che è indubbiamente l’autore ormai, per rinunciarvi. Sono persino dispo- più significativo e artisticamente più consi- sto a impegnarmi personalmente - per quel stente di tutto questo teatro: il Tiranfallo, il poco o nulla che capisco di filologia -, pur Pannecchio, il Batecchio. Credo che sia tempo di vedere il risultato, che renderebbe onore che il Fumoso - personaggio di una certa al Fumoso, ma anche allo Stanghellini. envergure - abbia la sua piccola opera omnia Il quale è comunque un personaggio. (comprese le stanze della cosidetta Profezia Non solo per quel nome che si porta dietro, sulla guerra di Siena, già egualmente pubbli- segno evidente di una tradizione familiare cate dallo Stanghellini), possibilmente per i risorgimentale e garibaldina (dato il richia- tipi di una casa editrice importante. mo palese a Ciro Menotti), ma anche per le Lo Stanghellini è l’unico che abbia il sue incursioni dinamitarde nel campo della sapere e la passione per fare questa impresa. letteratura, e su cui i colleghi di italianistica C’è stata qualche incursione degli addet- dovrebbero pur dire qualcosa (anche una ti ai lavori della comunità accademica della semplice e brutale ma motivata stroncatu- lingua italiana, ma i risultati non sono stati ra), anzichè opporre una tenace fin de non esaltanti. Nel 2004 è stata promossa dalla recevoir. Penso all’edizione dei Trenta sonetti Università per Stranieri di Siena una anto- realistici di Rustico Filippi e alle Nuove pro- logia, Commedie rusticali senesi del poste testuali e interpretazioni sul Cinquecento, a cura di Bianca Persiani, dot- “Trecentonovelle” di Franco Sacchetti (editi tore di ricerca in Didattica dell’italiano. entrambi dall’Accademia dei Rozzi, rispetti- Prezioso il saggio introduttivo di Piero vamente nel 2004 e nel 2005) e al volumet- Trifone, e certamente utile il lavoro filologi- to, recentissimo, La grande rapina ai danni di co di edizione, ma molte annotazioni con- Cecco Angiolieri, bisessuale, il nemico di Dante tengono imprecisioni o errori, e lo zelo di (Siena, Il Leccio, 2007). voler distinguere in scene (essendo alle 4 5 La veduta delineata da Auguste Deroy,che appare in questa litografia oggi rarissima ed inedita in Italia,rappre- senta il panorama di Siena come si poteva osservare da San Domenico nella seconda metà dell’Ottocento. Le altre illustrazioni che corredano il saggio di Roberto Barzanti nell’intento di offrire visioni di Siena al tempo di John Ruskin e Henry James,sono tratte rispettivamente da: André Peraté,Sienne,Eaux –fortes et Dessins de P.-A.Bouroux, Parigi,De Boccard,1918 e Le città del silenzio - Impressioni di Ferruccio Scattola,Bergamo, Ist.d’arti grafiche,1912. 6 Lezione magistrale tenuta da Roberto Barzanti il 19.10.1992 auspice l’Università per Stranieri, che ne curò la pubblicazione nel proprio ANNUARIO ACCADEMICO (1991/2) al fine di promuovere una riflessione sulla dimensione storica e culturale della civiltà senese.ACCADEMIA DEI ROZZI, condividendo l’intenzione dell’Università per Stranieri, ripropone il saggio, ormai di non facile reperibilità, per estendere a nuovi lettori la pos- sibilità di rivivere gli “sguardi su Siena”di John Ruskin e Henry James nella lucida ed appassionata lettura di Roberto Barzanti. John Ruskin e Henry James: Sguardi su Siena di: ROBERTO BARZANTI Sarà perchè i luoghi della nostra vita rendersi conto di situazioni e strutture sono sempre più stravolti e si allontanano modificati con gli anni o un’eloquente spie- dall’immagine che li ha fissati nella memo- gazione dei monumenti ci servirà a rico- ria, sarà perchè le città si son fatte, grandi struire collocazioni di opere o tratti stilisti- agglomerati metropolitani ma anche centri ci, una pagina d’autore andrà piuttosto letta di medie dimensioni definiti talvolta con con l’occhio e il cuore al mondo di quel- seducente faciloneria a misura d’uomo, irri- l’autore, alla cadenza intensamente sogget- conoscibili, frantumate da ritmi convulsi, tiva della sua parola, alle imperiose esigenze sarà perchè il paesaggio della quotidiana di scrittura del suo mondo. esperienza subisce usura e conta ferite che Eppure, soprattutto se il lettore avrà con- lo privano di senso: è un fatto che la lette- fidenza con le strade, i percorsi, i profili ratura di viaggio ha trovato nuova fortuna e evocati nella pagina - fosse anche spinta al conquistato largo ascolto. Sia la letteratura sommo dell’astrazione - sarà inevitabile col- di viaggio come genere invalso e non dota- legare invenzione e realtà in un difficile to di particolari pregi, sia quelle pagine di esercizio di rispettosa comparazione. autore, caratterizzate e personali, che riferi- Sarebbe gioco balordo degradare, come scono la percezione degli spazi e degli capita, un passaggio narrativo a didascalia ambienti, di panoramici scorci e di consue- turistica o ritener inoppugnabile testimo- ti edifici, ad un tempo irrevocabile. nianza un divagante elzeviro. Le ragioni Sulle bancarelle di bouquinistes più o della buona filologia sono intoccabili. Tutto meno improvvisati compaiono di frequente sta a soppesare con criterio l’autonomia dei guide e guidine, dai nobili e rossi Beadeker, testi, individuando referenze e distanze. collezionati con attenzione all’annata quasi La mediazione delle immagini scritte o fossero vini pregiati, a più modeste compi- dipinte insinua un’altra dimensione nell’e- lazioni erudite dettate da smodato amor sperienza che si ha dei luoghi, li movimen- patrio. La letteratura risarcisce, così, di ta e li sottrae ai clichés abusati, alla banaliz- mutilazioni e dimenticanze, introduce un zazione dilagante, ad un onnivoro presente. filtro tra noi e la realtà, ci fa immaginare ciò Ha scritto Aldous Huxley: “É delizioso che più non esiste, nobilita o riscatta, sti- leggere sul posto impressioni e commenti di mola nostalgia o genera rimpianto. Assolve turisti; che hanno visitato cento anni prima ad una funzione conoscitiva che nessuno di te, con i mezzi di trasporto e i pregiudizi può ragionevolmente disconoscerle. Se una estetici del momento, i luoghi che stai visi- cartina topografica d’epoca sarà utile per tando adesso. In questa maniera il viaggio 7 8 P.A.Bouroux,Piazza del Campo dopo un temporale (acquaforte,1918). cessa di essere solo uno spostamento nello nato interesse, soprattutto anglosassone, spazio per diventare anche un’escursione per l’arte gotica”. nel tempo e attraverso la storia del pensie- Le date che segnano le annotazioni dia- ro”. E anche - possiamo aggiungere - un ristiche di Ruskin (1840) e la nostalgica rivi- ingresso nell’immaginario, perduto o inde- sitazione di James (1909) coincidono quasi bolito, di culture e sensibilità diverse dalla con il primo insorgere degli attributi costi- nostra. Ad un giovane che indaghi una città tutivi del mito e con la fase della sua più con occhio chiaro e la mente libera da ogni matura presa. L’intero arco che sta in mezzo citazione o sovrapposto reticolo di codici dovremmo ripercorrerlo sulla scorta della figurativi gli spazi si preciseranno con un splendida silloge curata da Attilio Brilli sui carico di suggestioni enormemente diverse Viaggiatori stranieri in terra di Siena, ch’egli da quelle provate da chi non può far a propone di continuare e completare. La meno di appellarsi a prediletti capitoli o a costellazione di testimonianze, a partire dai reiterate abitudini. Chi si interessi a ritrova- primi del Settecento, da M. Guyot de re nei viaggi di altri l’appiglio per allargare i Merville e J.B. Labat fino a Langton propri o renderli più comprensivi rischia di Douglas e Schevill, allineerebbe in sequen- convertire in aggrovigliato labirinto una za - sono esempi - R. Colt Hoare e C. Eliot traiettoria rettilinea, ma moltiplicherà ango- Norton, E. e J. de Goncourt, Paul Bourget, lazioni e punti di vista, incontri e scoperte. M. Barrès, H. Taine, Le Corbusier, E. In più c’è da considerare che il viaggio fu Wharton e Max von Bohen, A.L. Knight, - e per molti è - cruciale momento formati- G. Faure, A. Huxley, E. Suarès, i Browing, vo, tramite di canonica educazione e le per giungere a Virginia Woolf e Bernard soste costituirono - costituiscono - stazioni Berenson, a E.M. Forster, a Muriel Spark. che suscitarono arricchimenti, originarono La colonia anglofona è dominante, ha le invenzioni, accesero fantasie. sue buone motivazioni. Il giovane John John Ruskin e Henry James sono due Ruskin merita in questa affollata compagnia personalità talmente forti e dal talento così il titolo di entusiasta precursore. Instradato fecondo da sconsigliare qualsiasi accosta- verso l’Italia per un risanatore Grand Tour, mento di comodo. Rileggere insieme alcune malaticcio e soffocato dalle premure dei delle loro note significa solo meditare su genitori, Ruskin cattura con sguardo analiti- due approcci distinti, di sicuro tra quelli più co e attento dettagli e impressioni, registra pregnanti e gravidi di conseguenze per la atmosfere e luci con un’ansia di immediata stessa costituzione di un’immagine di Siena impaginazione pittorica, ma sottratta alla destinata a durare negli anni, forse per la propensione per un pittoresco tutto esterio- formazione di quella che Franco Fortini ha re che in quegli anni dilagava. chiamato la “leggenda” di Siena - ove “leg- La sua prima pagina, fatale, su Siena è genda” rinvia anche, ambiguamente, ad una del 23 novembre 1840. Non si rilegge senza matrice medievale. Che dati da poco più di avvertire il tono di una meravigliata, attoni- cent’anni, che insomma si definisca all’alba ta scoperta, gli accenti di una catturante ini- del secolo è difficile stabilirlo a rigore. In ziazione. quel lasso di anni il mito della città turrita e “Sono stato lieto di lasciare la scialba compatta, anacronistica e religiosa, assorta Firenze, sebbene avessi avuto in gran sim- nella rammemorazione della sua trascorsa patia il nostro valet de place, Gustavo, e mi gloria, si riverbera netto, ma l’incubazione è fosse dispiaciuto perderlo... Siamo giunti ben anteriore e precede gli ultimi decenni con un sole radioso, ma un vento pungente dell’Ottocento. Rimane il fatto che prima di mi ha procurato mal di capo nei dieci allora “non è ancora identificabile nella cul- minuti impiegati per percorrere velocemen- tura europea una Siena come valore univer- te le strade che conducono alla cattedrale. sale o città dello Spirito quali già lo erano Questa città vale cinquanta volte Firenze e Venezia. Era una città ancora, non Firenze: le costruzioni sono più ampie e un simbolo. All’origine è certo l’appassio- solide ed hanno in generale una gran quan- 9 10 La Cappella di Piazza nell’‘impressione’di Ferruccio Scattola (1912).

Description:
con l'occhio e il cuore al mondo di quel- l'autore, alla Ha scritto Aldous Huxley: “É delizioso . Nuovo, rimasto a metà nella sua ardimen- va, un ritorno alla crescita organica secondo esperti nel mondo [Corpus Nummorum.
See more

The list of books you might like

Most books are stored in the elastic cloud where traffic is expensive. For this reason, we have a limit on daily download.