CPMagazine2013:CPMagazine2006 14-06-2013 14:59 Pagina 1 14 Periodico di informazione musicale del Centro Professione Musica a cura del Master di Giornalismo Musicale - Anno XI, Numero 14, giugno 2013 C P M M U S I C I N S T I T U T E RROOCCKKSSTTAARR AA 7700 AANNNNII E D I TO R I A L E Vi siete mai chiesti perché a nes- JJIIMM MMOORRRRIISSOONN suno, nemmeno per un secondo, JJAANNIISS JJOOPPLLIINN sia venuto il dubbio che la JJAAGGGGEERR && RRIICCHHAARRDDSS Gioconda non sia un capolavo- ro? O perché la Pietà di RROOGGEERR WWAATTEERRSS Michelangelo, l’Amleto di GGEEOORRGGEE HHAARRRRIISSOONN Shakespeare, le poesie di Montale o i quadri di Picasso debbano essere considerati opere d’arte epocali? Perché (questa è la risposta) c’è stato qualcuno, con competenza e cre- dibiltà al di sopra di ogni sospet- to, che lo ha stabilito. Questo qualcuno è il critico d’arte, figura culturalmente, socialmente e professionalmente riconosciuta in grado di decidere e, soprattut- to, motivare il valore di un’opera. Nella musica popolare ciò avvie- ne con fatica. C’è chi ancora oggi sostiene che i “Beatles siano meglio dei Rolling Stones o che EENNRRIICCOO RRUUGGGGEERRII “Bruce è Bruce: non si discute, si ama”, mostrando una visione FFrraannkkeennsstteeiinn ideologica e settaria del rock assolutamente anacronistica. MMAASSSSIIMMOO BBUUBBOOLLAA Specie per chi, giustamente, con- LLeezziioonnii ddii ssttiillee sidera questa espressione di crea- tività chiamata rock ‘n’ roll una GGUUIIDDOO HHAARRAARRII delle forme d’arte più importanti MMoossttrraa ffoottooggrraaffiiccaa DDyyllaann e significative prodotte dagli esseri umani in duemila anni di CCPPMM CCRREEAAMMUUSSIICCAA storia. Perché, statene certi, tra AAllllaa ssccooppeerrttaa qualche secolo, le canzoni di Bob ddii NNuuoovvii TTaalleennttii Dylan, l’arte visionaria dei Pink Floyd, il rock blues degli Stones, il furore punk dei Pistols o gli IIMMPPEERRDDIIBBIILLII inni degli U2 saranno considerati -- IIggggyy PPoopp alla stregua delle sinfonie di -- EElliioo ee llee SSttoorriiee TTeessee Beethoven, dei notturni di -- MMaarrkk KKnnooppfflleerr Chopin, delle composizioni di Mozart. Chi lo dice? Noi, giovani -- NNeeiill YYoouunngg critici musicali diplomati al -- JJeeffff BBuucckklleeyy Master del CPM. -- TThhee RRoolllliinngg SSttoonneess M A S T E R D I G I O R N A L I S M O M U S I C A L E Direttore: Ezio Guaitamacchi Docenti: Ezio Guaitamacchi, Roberto Monesi - 1 - Corsisti: Sara Bortolotti, Alice Degortes, Leonardo Follieri, Elena Lucerna, Anna Patti, Giommaria Secchi, Roberto Vivaldelli CPMagazine2013:CPMagazine2006 14-06-2013 14:59 Pagina 2 FOREVER YOUNG Il Rock a 70 anni suonati 1943: nascono sotto il segno del rock Mick, Keith, Jim, Janis, Roger e George. Diventeranno star luminosissime. Corre l’anno 2013. Il mondo del rock celebra il settantesimo compleanno di Stuart) prova a trovare un punto di contatto tra rock ballad, soul, reggae sei adepti: Roger Waters, Mick Jagger e Keith Richards, George Harrison, ed esotismo indiano. A lui è dedicato il brano Moves Like Jagger dei Janis Joplin, Jim Morrison. Maroon 5con Christina Aguilera. Convertitosi al salutismo, padre di quat- Curiosamente, i sei festeggiati sono coetanei dell’acido lisergico (sin- tro figlie e tre figli, Mick insiste a cantare, a saltare e a contorcersi sul palco tetizzato nell’aprile 1943 dallo scienziato svizzero Albert Hofmann e noto come fosse nel fiore degli anni. ai più come LSD) e cioè della droga allucinogena per eccellenza decanta- Keith Richards, al contrario, prosegue imperterrito nella sua alcolica ta negli anni ‘60. Proprio in quella decade il rock vive il suo momento e stupefacente attività preferita, sulla quale trova il tempo di scherzare: migliore grazie anche allo straordinario contributo di questi sei formida- sparge la voce di aver sniffato un mix di cocaina e ceneri paterne, rassicu- bili personaggi che, ancora oggi (vivi o morti che siano) rappresentano ra tutti dopo uno strano incidente in cui cade da una palma da cocco e l’essenza di quella fantastica saga artistica. Roger Waters è l’anima dei subisce seduta stante un intervento chirurgico al cervello. Pensare che Pink Floyd: decide di mollarli perché è convinto di essere lui il gruppo. Lo negli anni ‘70 è stato inserito nella top ten dei personaggi destinati a mori- fa dopo aver contribuito a formare una delle band più originali della sto- re presto... Il chitarrista degli Stones è stato fonte d’ispirazione primaria ria, capace di mantenere nel tempo un’identità visionaria particolarissima per la definizione del personaggio di Capitan Jack Sparrow (Johnny Depp) frutto di un sapiente mix di psichedelia e progressive rock. protagonista della saga di Pirati dei Caraibinella quale lo stesso Keith Waters, mente perfezionista e creativa di magnificenti progetti come il viene scritturato in veste di Capitan Teague Sparrow, senza bisogno di recente Ça ira, opera lirica in tre atti narranti la Rivoluzione francese, o cambiarsi d’abito né di imparare a recitare una parte che gli calza a pen- gli storici masterpieceThe Final Cute The Wall, nello. Qualcuno, per pura curiosità, s’interroga continua a girare il mondo. Porta sul palco la ancora su una possibile rivalità tra Rolling musica dei Pink Floyd e lo fa in modo sublime Stones e Beatles qualora Paul e Ringo decides- aiutato dalle nuove tecnologie audio/video. sero di riunirsi e di formare una band con i figli La passione per il blues demoniaco di di John e George. Robert Johnson fa presumere che Mick Jagger e La rivalità come si sa ha origini lontane: Keith Richards non abbiano opposto alcuna inizia nella seriosa Inghilterra dei primissimi resistenza all’idea di stipulare un astuto patto anni 60, quando gli Stones travolgono in modo con Sua Maestà Satanica: l’anima in cambio selvaggio l’immacolata e swingante Londra dell’eternità artistica. I due Stones, scampati con un rock grezzo, lascivo e violento che scan- così a possibile degenerazione psico-fisica dalizza l’opinione pubblica e semina sangue e (come si intuisce nel recente documentario terrore tra morti misteriose (Brian Jones) arre- Crossfire Hurricane) sono da tempo icone cul- sti e incidenti (talvolta fatali) nel bel mezzo dei turali e non riunciano a esibirsi dopo cinquan- loro show. Nello stesso tempo, quei bravi ragaz- t’anni di carriera: per alcuni persino meglio zi dei Beatles vengono nominati Baronetti da rispetto agli albori. Il loro sound, quell’inimita- Sua Maestà, la regina Elisabetta. Eppure pro- bile miscela rock blues forgiata alla scuola di prio loro, nel giro di poco tempo, sciolgono il Alexis Korner, resta immutato. Vederli oggi è fortunato sodalizio e intraprendono strade uno spettacolo per gli occhi e per le orecchie: i separate. suoni sono potentemente avvolgenti, le canzoni George Harrison, il Beatle quieto, persona inni epocali, i riff di chitarra affilati come lame schiva e musicista mistico avvicinatosi al culto di un rasoio. di Krishna dopo la folgorazione in India, Assistere a un loro live significa trovarsi di sopravvive con grande dignità allo scioglimen- fronte a un pezzo di storia dell’arte del ‘900. to dei Fab Four. Incide My Sweet Lord, collabo- Dal 2011, Jagger con i SuperHeavy (Joss ra con il suo migliore amico Eric Clapton, dà Stone, Damian Marley, A. R. Rahman e Dave vita al Madison Square Garden di New York al - 2 - CPMagazine2013:CPMagazine2006 14-06-2013 14:59 Pagina 3 primo “rock benefit concert” della mane, alcolizzata, scurrile, femmi- storia per raccogliere fondi per il na bisessuale negli anni 60, Janis Bangladesh. L’idea è del suo mae- dopo mezzo secolo paga ancora stro, il virtuoso sitarista indiano troppi pregiudizi. Ma non c’è dub- Ravi Shankar con cui George con- bio che, se quest’ambiziosa ragaz- solida una liaison artistica longeva za fuggita da Port Arthur, Texas, e produttiva. Su quel palco c’è fosse ancora in vita, sarebbe in anche Bob Dylan cui Harrison si prima linea in favore delle mino- unisce negli anni ‘80 per una fan- ranze. Purtroppo, proprio quando tastica avventura chiamata si trova a incidere Pearl con una Traveling Wilburys insieme a Tom band di cui è orgogliosa, l’ultima Petty, Roy Orbison e Jeff Lyne. dose di eroina la seppellisce viva Dopo aver vinto tante battaglie nel blues. artistiche, George Harrison perde Ex studente di cinematografia quella più importante contro la sua alla UCLA, Jim immagina un futu- malattia: nel 2001 muore di cancro. ro da scrittore o sociologo. Legge Nel 2011, Martin Scorsese gli dedica il documentario Living in the Material Sofocle, Rimbaud, Nietzsche, Kerouac, Blake. Di quest’ultimo fa propria World. Pare esistano brani incompiuti e alcuni inediti firmati da George e la massima già ripresa da Aldous Huxley e dalla quale ricava il nome dei si vocifera che Paul McCartney avrebbe intenzione di occuparsene. Doors, la band fondata con Ray Manzarek sulla spiaggia di Venice: “Se le Diverso il destino di Janis e Jim, membri onorari del famigerato Club porte della percezione fossero sgombre, tutto apparirebbe all’uomo come J27. La “acid queen” del rock non è dedita agli allucinogeni, piuttosto realmente è, infinito...”. Il novello poeta maledetto è al centro della rivo- all’eroina e all’alcool. Una se la inietta per sedare l’adrenalina post con- luzione psichedelica e sul palco si manifesta come “Re Lucertola”, certo e l’incolmabile senso di solitudine, dell’altro svuota bottiglie intere seducente sciamano lisergico tra riti tribali, danze dionisiache e versi per lenire le corde vocali sforzate edipici nel tentativo di sondare oltre ogni limite. Il Southern Eros e Thanatos. Dà le dimissioni Comfort fluisce nelle sue vene e dal mondo del rock e decide di rende ad alto tasso alcolico quella ritirarsi a Parigi poiché la poesia è che viene ricordata come la voce la sua unica ragione di vita. Oggi, più blues della storia del rock. Le pur sempre con la bottiglia di sue versioni di Piece Of My Heart whiskey in mano, sarebbe un (oggi utilizzata spesso e volentieri intellettuale dedicato se non fosse come jingle pubblicitario) ma che la sua unica, vera e bellissima anche di Summertimeo Ball And amica (The End, la fine) il 3 Chain sono stratosferiche. Eppure, luglio del 1971 lo prende per il valore della cantante è iniqua- mano e lo accompagna al Père- mente misconosciuto. Eroino- Lachaise, accanto ai suoi idoli. ITALICHE EMOZIONI Il 1943 è un anno magico anche per il nostro Paese A distanza di un solo giorno, il 4 e il 5 marzo, nascono Lucio Dalla e Lucio Battisti, due degli artisti che hanno fatto la storia della canzone ita- liana. Il primo è ben presente nel panorama musicale fino alla morte improvvisa, a tre giorni dal suo 69° compleanno. Battisti, invece, si spe- gne nel 1998 per cause mai rese note, 35 anni dopo il ritiro dalle scene. A differenza di altre vedove illustri, Grazia Letizia Veronese ha da allora posto un veto su manifestazioni, libri e video dedicati al mari- to, arrivando anche ad agire per vie legali. Questa scelta ha fatto sì che brani epocali quali I giardini di marzoe Pensieri e parolesiano finiti nel dimenticatoio, specie per le nuove generazioni, nonostante le “emozio- ni” che trasmettono siano le stesse. È però notizia di questi giorni l’usci- ta di una collana di 10 cd con grandi successi e rarità, in allegato ai settimanali Tv Sorrisi e canzonie Donna moderna: potrebbe forse essere il segnale di un cambio di strategia da parte della Veronese. In ogni caso, se Battisti fosse vissuto in quest’epoca, in cui l’industria discografica è in grave crisi e gli artisti vivono grazie ai live, sarebbe stato bello fantasticare su un grande coup de théâtre: un suo ritorno sulle scene, magari in compagnia dell’amica e colle- ga Mina, per ridare splendore a quelle canzoni che hanno fatto da colonna sonora a più generazioni. - 3 - CPMagazine2013:CPMagazine2006 14-06-2013 14:59 Pagina 4 L’ARTE AL SERVIZIO DEL ROCK Le copertine di cui non avremmo potuto fare a meno 18 aprile 2013 - Potters Bar, Inghilterra. Storm Thorgerson, designer leggendario, fondatore dello studio Hipgnosis e autore di copertine rock che hanno fatto epoca, muore dopo una lunga malattia. Il suo nome è stato legato a sagome e persone reali, in doppio filo a quello dei realtà è uno scatto vero e pro- Pink Floyd (lo hanno definito prio, opera dell’artista pop un “graphic genius”) di cui è Peter Blake, ingaggiato da stato collaboratore creativo Paul McCartney. da sempre: da A Saucerful Of “L’idea era che la banda Secrets (1968) a The Division alter ego dei Beatles (quella Bell (1994) passando per The del Sergente Pepper) facesse Dark Side Of The Moon finta di esibirsi”, racconta (1973), album baciato dal Blake, “così ho chiesto a dono dell’immortalità. John, Paul, George e Ringo di Thorgerson appone il suo stendere una lista di persone sigillo a quel capolavoro gra- che loro avrebbero gradito fico ispirato alle piramidi di come pubblico di questo Giza che sembra perfetto per show immaginario”. La illustrare il concept sull’alie- composizione finale, affasci- nazione e la follia ideato da nante summa di personaggi Roger Waters. La copertina (splendida) mostra un’immagine quasi noti che comprende musicisti, filosofi, politici, guru indiani e star del mistica: un fascio di luce bianca su fondo nero che, come negli esperi- cinema, rispecchia perfettamente gusti e idee dei Fab Four. In più, quel- menti di Isaac Newton, dopo aver colpito un prisma di vetro si scompo- lo straripare di immagini floreali e colori sgargianti, tipici dell’era psi- ne nei colori primari. chedelica, segna l’apoteosi visiva della vicenda artistico-culturale che, Dopo Dark Sidenulla è più lo stesso, sia per Thorgerson che per i partita da San Francisco a metà anni 60, finisce per impantanarsi, di lì Pink Floyd: il successo dell’album fa ricchi tutti. a poco, nel fango di Woodstock. Nel corso del tempo, il grafico (che progetta anche le sensazionali A New York, nello stesso anno del Sgt. Pepper’s (1967), i Velvet trovate sceniche dei tour dei Floyd) collabora con altre rockstar come Underground di Lou Reed e John Cale suonano una musica rumorosa Led Zeppelin, Genesis o più recentemente Cranberries, Mars Volta e e decadente, antesignana del punk e della new wave. Muse, a testimonianza di una genialità senza tempo. Il loro anfitrione, il genio della Pop Art Andy Warhol, dopo aver Thorgerson, negli anni 60, è tra i consegnato alla storia la celeberrima primi a pensare alla copertina di un banana lisergica immortalata sulla disco come possibile forma di espressio- copertina del debutto dei Velvet, quello ne artistica. Anche perché, se nei Fifties impreziosito dalla presenza di Nico, il musicista si limita banalmente a lancia l’idea di una cover anticonfor- posare per essere immortalato sulle mista per il secondo disco della band, buste dei 45 giri, nel decennio successi- White Light/White Heat: un teschio in vo la rivoluzione culturale e l’avvento controluce con nome del gruppo in del 33 giri (con il suo formato più bianco e sfondo completamente nero. ampio) agevolano la nascita di una L’album è una macabra risposta alla vera e propria arte delle album cover. solarità del flower power, una contrap- Alcune di queste diventano manifesti posizione sonora, lirica e grafica nettis- generazionali, famose quanto la musi- sima. Colpito da questa coraggiosa e ca. È il caso di Sgt. Pepper’s Lonely inusuale creatività il 21 aprile 1969 Hearts Club Band dei Beatles, per Mick Jagger scrive a Warhol per com- molti l’album più importante della sto- missionargli la copertina del disco più ria del rock, uscito il 1°giugno 1967 in irriverente degli Stones, Sticky Fingers. piena Summer Of Love. Quello che L’album esce il 23 aprile 1971: in coper- appare come un collage fotografico di tina un paio di jeans attillatissimi con - 4 - CPMagazine2013:CPMagazine2006 14-06-2013 14:59 Pagina 5 evidente rigonfiamento pubico. Chi è il particolare (world music). Remain In misterioso personaggio immortalato? Light (1980) dei newyorkesi Talking Non Mick Jagger, come tanti erro- Heads racchiude molte di queste ten- neamente pensano, ma un attore della denze e anche la copertina sembra in Factory di Warhol, un certo Joe linea con l’avanguardia musicale qui Dallesandro. L’artwork passa alla storia rappresentata. L’artwork, infatti, pre- grazie anche a un’altra provocazione di senta i volti dei quattro membri della Warhol, che decide di aumentare la band, in bianco e nero su sfondo blu carica erotica del lavoro inserendo una verniciati di rosso e mascherati come vera zip in metallo che il possessore del terroristi che nascondono la loro iden- disco può, maliziosamente, aprire. In tità. Un contrasto forte quello fra il tito- molti paesi (Spagna del generale lo “illuminante” e l’aspetto poco rassi- Franco in primis) scatta la censura. curante di Byrne e compagni. Mentre gli Stones si godono il suc- L’inquietudine post-romantica di cesso di Sticky Fingers, nella loro quel decennio è ben rappresentata da Inghilterra il progressive rock regala Anton Corbijn (già con Joy Division e altre gioie agli amanti dell’arte in Depeche Mode), fotografo olandese che copertina. Il personaggio più famoso di ha l’opportunità di realizzare la coper- questa “nouvelle vague” si chiama tina di The Joshua Tree (1987), bestsel- Paul Whitehead. È “l’uomo/immagine ler degli U2. Un bianco e nero ritrae la dei Genesis”, colui che realizza gli art- band irlandese nel deserto del Mojave work di Nursery Crime eFoxtrot, sur- (in California) ma lascia più spazio al reali oli su tela, perfetti per sottolineare paesaggio desolato che non ai volti la teatralità di Peter Gabriel e soci. smarriti di Bono e company. Sul retro, Pittori o illustratori sono i più bravi la yucca brevifolia, pianta capace di nell’evocare l’immaginario del prog, vivere con poca acqua per oltre 500 fatto di epoche remote e fantastici anni che, per i Mormoni, ricorda la raf- mondi lontani come dimostrato dalle figurazione biblica di Giosuè. cover di Fragile (1971) e Close To The Un altro scatto immortale, che Edge (1972) degli Yes, realizzate dal- peraltro ha ben poco a che fare con l’artista britannico Roger Dean, specia- religiosità e misticismo, è quello del lista nell’iperrealismo. bimbo nudo immerso in acqua con Archiviata anche la stagione del davanti a sé un amo con agganciata la prog, il rock entra in crisi d’identità e banconota da un dollaro, che appare bisogna aspettare la seconda metà dei sulla copertina del più famoso disco dei ‘70 per una nuova vitalità artistica. Nirvana, Nevermind(1991). L’uragano punk trascina con sé una L’istantanea di Kirk Weddle simbo- rivoluzione socio-culturale (e musica- leggia la purezza galleggiante in eterna le) che ancora oggi fa proseliti, soprat- tensione con il denaro: da una parte tutto tra i giovanissimi. La copertina l’uscita dal tunnel vacuo della musica che meglio rappresenta la furia icono- di massa degli anni ‘80, dall’altra il clasta di quei tempi (ma che per molti pericolo, sempre in agguato, di sven- mette anche la parola “fine” all’intera dersi al mainstream. Se consideriamo vicenda) è quella di London Calling il grunge come ultima, vera scena rock, dei Clash (1979). Per Joe Strummer e la storia finisce qui. Ciò nonostante, soci quello vuole essere anche un tribu- tante altre cover interessanti sono state to all’epoca d’oro del rock’n’roll: la realizzate tra la fine degli anni ‘90 e l’i- grafica utilizzata da Ray Lowry è, infat- nizio del nuovo millennio ma nessuna ti, una copia perfetta di quella usata da ha superato la prova del tempo. Elvis Presley per il suo debutto disco- Almeno non ancora. grafico del 1956. E chissà, vista la profonda crisi dis- Se da una parte, negli anni ‘80, il cografica, se in futuro si potrà ancora mondo del rock capitalizza il business parlare di quest’arte collaterale che ha iniziato nei Seventies, dall’altra alcuni accompagnato, mano nella mano, la musicisti figli del punk percorrono una storia del rock. Una cosa è certa: anche strada nuova segnata da sperimentali- nell’era del tweet, vale la pena fermarsi smi sonori futuristici (new wave) e da un attimo per ammirare ancora una una ricerca di suoni che provengono da volta queste meraviglie della creatività culture “altre”, asiatiche e africane in umana. - 5 - CPMagazine2013:CPMagazine2006 14-06-2013 14:59 Pagina 6 BUBOLA: LEZIONI DI STILE Incontro con un protagonista della canzone d’autore Da Dylan a De André ricordi, spunti e riflessioni a proposito di musica, letteratura e poesia Massimo Bubola veronese, classe 1954, cantautore, arrangiatore, è la consapevolezza che lavorando sodo su un pezzo questo possa dura- produttore. Già passato alla storia per aver scritto Il cielo re nel tempo. Una sorta di imperativo morale che spinge a dare il d’Irlanda (Fiorella Mannoia) e alcune tra le più celebri canzoni di meglio di sé. Cosa che Massimo Bubola ha sempre fatto e continua a Fabrizio De André è, da sempre, convinto che non esista differenza tra fare anche oggi. Infatti nel suo ultimo album, In alto i cuori, ha scel- poeti e cantautori e che il rock sia “letteratura vera e propria”. to di partire da fatti di cronaca per esaminare la realtà. Non gode di grande visibilità forse perché, come afferma lui stesso, “In un momento come questo non c’è bisogno dell’ennesima can- “in un mondo in cui domina la cultura del look importa sempre meno zone d’amore”, spiega, “Penso che quando la situazione diventa grave ciò che dici... Oggi, se vuoi fare l’artista ti conviene portare un cappello sia opportuno calarsi nella realtà. Sono convinto che i poeti, o coloro vistoso, tingerti la chioma di verde o vestirti da Mamuthones... Io ho un che scrivono storie, debbano farlo. Io mi sono imposto di vivere nella aspetto molto normale però scrivo cose toste da quarant’anni...”. realtà e l’ho fatto anche volentieri”. Bubola ha cominciato a comporre canzoni da giovanissimo e ha Tutto il suo nuovo disco parla di un vivere finto, come se la realtà definito subito un suo stile. Spiega di aver sempre raccontato la realtà. fosse solo quella che viene mostrata dalla tv. Anche perché, purtroppo, “Ho scelto di usare un linguaggio efficace, quello cinematografico”, ci tanta gente crede sia così. Ecco perché nella canzone Hanno sparato a tiene a sottolineare. E, di conseguenza, ogni sua canzone è una specie un angeloBubola riflette sulla capacità delle persone di riconoscere un di micro sceneggiatura. fatto vero, provando pietà per una tragedia così terribile come l’omici- “Come un regista uso la tecnica delle inquadrature, dei piani dio di un bambino. sequenza e osservo i personaggi che si muovono nella storia. Ho un “Il nostro paese”, afferma il cantautore, “si è molto impoverito dal imprinting di questo tipo anche perché ho studiato cinema: è un lin- punto di vista economico, spirituale e soprattutto culturale. C’è stato guaggio che mi si confà”. Aggiunge che “invecchiando lo stile si affi- una sorta di appiattimento creato da una sottocultura televisiva e radio- na, diventa più semplice, più essenziale. Così alcuni difetti vengono fonica troppo invasiva”. meno, un po’ di vanità la perdi per strada”. Nonostante ciò dalla nostra cultura emerge il dovere della speran- Poco più che za, come si evince ventenne e con un Massimo Bubola con i corsisti del Master in Giornalismo e Critica Musicale anche dal titolo del- solo disco alle spal- l’album, In alto i le, Massimo viene cuori. Consapevole scelto da Fabrizio che la canzone De Andrè per lavo- “debba creare rare insieme all’al- riflessioni colletti- bum Rimini nel ve” Bubola conti- 1977 e successiva- nua a chiedersi mente al disco quale sia oggi il conosciuto come compito del can- L’indiano (1981). tautore. Scuotere le Qualche anno coscienze? Lanciare dopo, i due si ritro- messaggi? vano a firmare un “C’è sempre grande successo stato il ‘tormento- come Don Raffaè. ne’ del messaggio”, Quello che rimane dice, “ma il mes- della collaborazio- saggio è qualcosa ne De André/ che ognuno intende Bubola, oltre ovvia- alla sua maniera. mente alle canzoni, Io sono convinto - 6 - CPMagazine2013:CPMagazine2006 14-06-2013 14:59 Pagina 7 che le canzoni vengano percepite in modo di fare il cantautore e di diffondere “la cultu- personale. La maggior parte di chi le compo- ra rock” è per lo più merito del menestrello di ne è, per così dire, ‘psicolabile’. Cioè non ha Duluth. perfetta coscienza di ciò che scrive: io stesso Negli anni ‘70, grazie a un’idea di ho colto il significato di alcune mie canzoni Bubola, la poetica di Dylan e quella di De solo vent’anni dopo, magari grazie ad anali- André s’incontrano. Massimo propone a si fatte da altri. Nel processo creativo di scrit- Fabrizio di reinterpretare Romance In tura c’è una parte (l’ispirazione, il talento) Durango per inserirla nell’album Rimini. che è una specie di dono divino e un’altra, I due cantautori trasformano il brano in che personalmente trovo più rilevante, che è Avventura a Durango che viene inciso in quella artigianale, della costruzione della doppia lingua, un po’ in italiano e un po’ in parola, del lavoro sulla canzone. Come un napoletano, così come l’originale alternava falegname sa che un buon tavolo (al di là del inglese e spagnolo. Bubola poi traduce in ita- fatto che sia bello o brutto) deve essere solido liano anche Shelter From The Storm, che lo stesso concetto vale per una canzone: ha diventa Rifugio ti darò. “Tradurre dalle lin- bisogno di una struttura equilibrata”. gue anglosassoni a quelle neolatine è molto complicato”, spiega, “ci Anche su questo punto, Bubola è in perfetta sintonia con l’amico sono problemi di metrica e di rima per cui si è obbligati a scegliere la genovese De André che ha sempre sostenuto che “la musica non è sim- parola giusta. Ma è pur vero che le difficoltà portano nuovi stimoli. A bolica. La musica rappresenta se stessa”. volte la canzone che ha delle strutture formali rigide stimola maggior- A pensarla così non sono solo loro perché anche Bob Dylan, uno dei mente la creatività. Il lavoro di ricerca della parola giusta, del bel suono maestri del cantautore vero- è la parte tecnicamente più nese, ritiene che una canzo- complessa del lavoro ma, ne non debba essere “bella o spesso, anche la più gratifi- brutta, ma giusta”. cante”. Massimo Bubola è Bubola deve molto a sempre più convinto che un Dylan, confessa di averlo cantautore debba prediligere sempre ascoltato e studiato. la poesia. Per lui è una scelta Soprattutto lo ha conosciuto, di vita e forse il nostro Paese gli ha fatto da spalla in una avrebbe più bisogno di poeti breve tournée italiana. È che di politici poiché “la poe- rimasto colpito dal suo sia non è come la politica sguardo “liquido, azzurro, che ama il compromesso e la che ti radiografa il cuore”. mediazione... anche perchè Sostiene che Dylan sia “lo quello che fa sorridere un Shakespeare della musica” e politico, fa spesso piangere se Massimo Bubola ha scelto un poeta”. ACCOPPIATA VINCENTE Massimo Bubola e Fabrizio De André hanno scritto alcune tra le più belle canzoni della musica italiana. Nell’album Rimini, ad esempio, sono presenti pezzi come Volta la carta e Andrea, un successo internazionale con vendite inaspettate in Austria e Germania. Nel secondo lavoro dei due cantautori, Fabrizio De André, meglio noto come L'Indiano, spiccano canzoni come Fiume Sand Creek, Hotel Supramontee Quello che non ho. Qualche anno dopo i due collaborano ancora e per il disco Le nuvole scrivono il loro più grande successo Don Raffaè. La canzone nasce dall'idea di raccontare la storia paradossale di un rappresentante dello Stato, Pasquale Cafiero, che chiede favori a un rappresentante dell’antistato Don Raffaè. Il pezzo è in napoletano perché, scherzando nelle conversazioni private, il cantautore veronese e De André parlavano maccheroni- camente in quel dialetto. Bubola racconta che a canzone ormai incisa, Fabrizio si era detto preoccupato per la comprensibilità del testo. L'epilogo della storia è noto a tutti, la canzone è un successo ed entra persino a far parte del repertorio della musica napo- letana grazie alla versione di Roberto Murolo. - 7 - CPMagazine2013:CPMagazine2006 14-06-2013 14:59 Pagina 8 ENRICO RUGGERI Un concept album “mostruoso” Si chiama Frankensteinil nuovo lavoro di non piace, quindi ho sentito la necessità di Enrico Ruggeri, cantautore, scrittore e realizzare un lavoro unitario”. Il cantauto- conduttore televisivo. Un concept dedicato re ricorda quando andava a comprare i all’omonimo romanzo ottocentesco della dischi da ragazzino, alla fiera di Sinigaglia, scrittrice inglese Mary Shelley uscito tre anni sui Navigli: “Passavo ore a scegliere quale dopoLa ruota, il suo ultimo disco di inedi- album acquistare perché avevo un budget ti. Frankenstein vede la collaborazione di limitato. Ricordo l’emozione di togliere il Elio, Andrea Mirò e del trombettista Davide cellofan, leggere i testi, mettere il vinile sul Brambilla. L’opera è caratterizzata da sono- piatto... E magari ascoltare l’album per due rità rock, che in alcuni pezzi virano verso il settimane di fila...”. progressive e da testi riflessivi legati all’at- Dal suo modo di parlare emergono tualità. grande dedizione alla professione, ma Ruggeri incontra il pubblico alla anche spiccato eclettismo: quello che lo ha Feltrinelli di piazza Piemonte, a Milano, per portato ad esplorare diversi stili musicali, parlare del nuovo progetto. dal punk rock dei Decibel, al cantautorato Alcuni fan tengono tra le mani una di scuola francese fino alle sonorità rock copia dell’album, sulla cui copertina (con grafica in stile gotico) il can- progressive che si ritrovano anche in Frankenstein. Ruggeri si sente arti- tautore appare accovacciato, nudo e indifeso, nei panni di una sorta di sticamente un “diverso” (esattamente come il mostro ideato dalla mostro che vive in solitudine, come nel video surreale del singolo Diverso Shelley) in particolare all’interno del panorama musicale italiano: dagli altri. Molte tra le persone del pubblico sono venute alla Feltrinelli “Sono strano: un ex cantante di un gruppo punk che si innamora della con la speranza di sentire suonare l’artista. Sopra il piccolo palco della musica prog, di Tom Waits, del cantautore francese Charles Aznavour... libreria, proprio di fianco a Ruggeri, c’è un pianoforte, ma il cantatutore anche caratterialmente mi considero fuori dall’ordinario. Quando parlo non è lì per esibirsi. Piuttosto, inizia a raccontare con passione la genesi con i colleghi musicisti mi annoio: li trovo troppo autoreferenziali”. Il del lavoro costituito da un disco e dal romanzo breve L’uomo al centro “Rouge” (così come lo chiamano i suoi ammiratori) è andato spesso del cerchio, venduto insieme al cd, nel quale un personaggio di fantasia controcorrente e lo ha fatto ancora una volta conFrankenstein, un lavo- affronta, 200 anni dopo, i temi che caratterizzano il libro della Shelley. ro coraggioso, definito da Andrea Rosi, presidente di Sony Italia, “un Per Enrico questo è “il lavoro più complesso e ambizioso della mia album meravigliosamente fuori moda”. L’artista lo considera un com- vita”. La rilettura di Frankensteinlo ha entusiasmato: “Mary Shelley ha plimento e in maniera scherzosa afferma: “Volevo proprio che venisse scritto un libro che contiene temi attuali recepito così, anche se capisco che Rosi sia come la paura della diversità, l’ambizione preoccupato per le vendite...”. Per il can- sfrenata, la bioetica, il bisogno di essere tautore questo sarà probabilmente l’ultimo amati, il terrore della vecchiaia e della disco, ma solo inteso come supporto cd: “Il morte”. sistema di distribuzione della musica è Nel disco Ruggeri vuole portare l’ascol- totalmente diverso rispetto a quello di una tatore a riflettere, ma non solo: “Le persone volta e bisogna adattarsi ai futuri cambia- non hanno tempo e voglia di approfondire i menti”. problemi della società. Attraverso le canzoni Ruggeri alla fine dell’incontro si rende cerco di farle pensare, ma anche divertire”. gentilmente disponibile per foto e autografi Il cantautore spiega che ogni pezzo ha tre mentre dalle casse sotto al palco esce la valenze: quello del brano considerato come musica del nuovo lavoro, ascoltata con un opera a sé stante, come integrazione alla misto di curiosità e attenzione dalle perso- storia di Frankensteine come commento al ne in fila anche solo per stringere la mano suo romanzo breve. L’artista ha seguito un all’artista. Sembra che il cantautore si percorso creativo rigoroso: “Le canzoni sono immedesimi nel mostro creato dal dottor state composte, registrate e mixate nell’ordi- Frankenstein nel romanzo della Shelley e ne che compare nella tracklist: finché un non unicamente per la realizzazione del brano non era ultimato non si iniziava a video del singolo Diverso dagli altri, ma lavorare al successivo”. Per Ruggeri regi- perché lo sente vicino alla propria persona- strare un concept album è un passo avanti: lità. Come canta nel brano: Io vivo la mia “Siamo in un periodo in cui la musica è vita di confine/ Sono l’anello mancante/ incentrata sul concetto di singolo ‘usa e get- Sono fuori dalle vostre consuetudini e ta’ a scapito dell’album e a me quest’epoca non mi cambierete mai. - 8 - CPMagazine2013:CPMagazine2006 14-06-2013 14:59 Pagina 9 DAVID BOWIE IS TUTTI I VOLTI DI DYLAN Mostra in onore del Quando la musica Duca Bianco si osserva Londra, Victoria and Albert Il visitatore da questo momento Museum. in poi viene rapito definitiva- Prima fila per il biglietto, secon- mente dagli oltre 300 oggetti per- da fila per le cuffie. Queste ulti- sonali di Bowie che sono esposti, me servono per ascoltare la lasciandosi suggestionare dal musica che parte non appena ci percorso dell’artista, dagli abiti si avvicina alle opere esposte. È indossati nei video e da spezzoni un sistema progettato dalla di concerti, interviste, poster, Sennheiser, casa tedesca specia- dischi, fogli di carta con le stesu- lizzata in dispositivi audio per la re dei pezzi e altro ancora. musica. I vestiti esposti sono 60 e sono È così dal 23 marzo. Sarà così stati tutti realizzati da stilisti fino all’11 agosto. Le cuffie costi- celebri: dalla tuta ultra-aderente Guido Harari, fotografo rock tuiscono infatti un supporto ulte- di Ziggy Stardust (1972) creata riore e decisivo per “vivere” al da Freddie Burretti, agli abiti in In occasione del cinquantesimo Joe Alper è fotografo di jazzisti e meglio David Bowie Is, esposi- stile samurai concepiti da Kansai anniversario di Blowin’ In The bluesman, apprezzato soprattutto zione dedicata al Duca Bianco, Yamamoto per il tour di Aladdin Wind la Wall OfSoundGallery di per l’intimità dei suoi scatti dovu- realizzata in collaborazione con Sane(1973), sino al cappotto su Guido Harari presenta una sele- ta alla venerazione che ha sempre Gucci e Sennheiser, appunto. La cui è riprodotta la bandiera bri- zione di fotografie inedite scattate avuto per la musica e per chi la fa. mostra coincide con il ritorno tannica, creato da Alexander da Joe Alper a un giovanissimo In dieci anni di carriera dal 1958 discografico di David Bowie san- McQueen e indossato da Bowie Bob Dylan. Harari, ideatore e al 1968 ha scattato 80 mila cito dal nuovo album The Next per la copertina dell’album curatore della mostra, è uno dei immagini di cui circa 30 mila Day, pubblicato lo scorso marzo. Earthling (1997). Poi ci sono i più affermati ritrattisti rock e la dedicate ai maggiori artisti dell’e- Si parte con un breve excursus fogli con le prime bozze di Life sua è la prima galleria fotografica poca. Oltre alle foto di Dylan, alla sul periodo in cui l’artista londi- on Mars?, Heroes, Ashes To Ashes in Italia interamente dedicata alla mostra si possono ammirare nese era “semplicemente” David e, infine, non mancano alcuni musica. Dylan Before Dylan, è immagini di Aretha Franklin, Robert Jones e “si avverte” la pre- contributi video in cui si vede il esattamente quello che vi trovere- Muddy Waters, Duke Ellington, senza di alcuni suoi idoli come Duca Bianco che si cimenta te di fronte. Un Bob Dylan giova- Ella Fitzgerald e altri grandi della Little Richard o i Beatles. Poi si come attore di cinema e di tea- ne, senza alcuna maschera; colto black music. Guido Harari, cono- giunge quasi subito in una sala tro. mentre abbraccia l’amata Suzie sciuto al Milan Image Art Fair, che ricostruisce l’atmosfera e l’i- Di sala in sala gli schermi diven- Rotolo o divertito mentre gioca racconta il suo incontro con Bob spirazione originaria di Space gono sempre più grandi. David alle costruzioni con il figlio di Joe Dylan durante il tour europeo del Oddity, primo brano di successo Bowie viene proiettato man Alper (in realtà il bimbo sembra 1984. “Era quello in cui Dylan si di Bowie: qui spiccano infatti le mano su pareti che somigliano piuttosto arrabbiato perché Bob circondava di ‘guardie della men- prime foto della Terra scattate il sempre di più a veri e propri pal- per costruire il suo castello le ha te’ più che di guardie del corpo: 24 dicembre 1968 dall’Apollo 8 coscenici. E a un certo punto ci si prese quasi tutte). Immortalato tutti, compresi tecnici e musicisti, in missione per conto della NASA, ritrova quasi come spettatori mentre chiacchiera con la fidan- dovevano girare lo sguardo dal- il foglio di carta originale su cui ideali di alcuni concerti di un zata e gli amici seduto a un tavo- l’altra parte al suo passaggio. Un il Duca Bianco scrisse il brano artista senza tempo. David lo dello storico caffè Lenao inten- tour molto strano... io non ho mai nel 1969 e un maxi-schermo con Bowie Is un’esperienza “multi- to a cantare al matrimonio di Gil stretto la mano a Dylan pur aven- il videoclip. E in cuffia parte pro- mediale”. Anzi no. David Bowie Turner. E ancora lo vedrete dormi- dolo a un metro di distanza più prio l’audio di Space Oddity. Isun’esperienza “sensoriale”. re nell’attico di Joe Alper o sempli- volte al giorno”. cemente assorto mentre suona la Nonostante ciò Dylan sceglie una sua chitarra. La cosa fantastica, foto di Harari per la copertina del- racconta Guido Harari, “è che Joe l’album Real Live. Alper non era un fotografo struttu- Nell’immagine catturata da rato, ha scattato istantanee che Harari a Verona nel 1984 c’è un avremmo potuto fare noi, tra Dylan adulto con uno sguardo dal amici. Dylan è stato ritratto per quale è difficile sfuggire e che quello che era, un ragazzino di sembra voler dire: How many vent’anni appena arrivato a New roads must a man walk down York. Questo è il valore della before you call him a man?/ The mostra”. answer is blowin’ in the wind. - 9 - CPMagazine2013:CPMagazine2006 14-06-2013 14:59 Pagina 10 G I L I M P E R D I B I L I dischi, video, libri, concerti da non mancare DISCHI: Iggy & The Stooges - Ready To Die (Fat Possum, 2013) Il ritorno di Iggy Pop, al secolo James Newell Osterberg, manco a dirlo è esplosivo. Negli ultimi 20 anni l’iguana del rock (così soprannominato per la collaborazione con la band Iguanas) ha reinventato il suo stile passando dal country al blues, fino alla riproposizione di classici francesi. Di recente ha dichiarato di essere “stufo marcio di idioti guerrieri del rock che sparano con le chitarre musica merdosa”. Forse non così stufo, dato che ha appena pubblicato il nuovo album Ready To Diecon gli Stooges (che già nel 2007, con Weirdness, aveva voluto riunire nella storica line-up) e che qui troviamo in formazione rimaneggiata con James Williamson alla chitarra, Scott Asheton alla batteria, Mike Watt al basso (al posto dello scomparso Ron Asheton) e Steve Mackay al sax. Nonostante i 66 anni suonati, l’anticonformista e ribelle Iggy Pop sembra non aver perso né l’insolenza né tanto meno l’innato gusto per la provocazione . Nell’album sono presenti pezzi hard-rock come Burn, in cui domina la chitarra elettrica, ballad in cui spic- ca il suono acustico come Unfriendly Worldo The Departed, dedicata all’amico Ron Asheton, in cui si fa una riflessione sul destino dei ragazzi selvaggi. Ci sono anche brani glam rock come Dirty Deale Gun. Iggy esplora il lato oscuro della vita, il desiderio di prevalere sempre, l’avarizia, la lussuria, la passione per il denaro, per la violenza e le armi. I fasti del suo primo periodo anni ‘70 sono alquanto lontani. L’unica certezza è che Iggy Pop non ha alcuna intenzione di arren- dersi e vuole continuare a combattere sul ring da vero ”rock wrestler” quale è sempre stato. DISCHI: Elio e le Storie Tese - L’album biango (Hukapan/Sony, 2013) Un titolo (storpiato) di beatlesiana memoria (l’originale è il famoso White Albumdel ‘68) per il nono lavo- ro in studio degli EELST che si colloca a pochi mesi di distanza dalla fortunatissima apparizione sanre- mese e ne suggella la nuova “golden era” della band milanese, a 24 anni dagli esordi. Non potevano mancare in apertura, infatti, le due canzoni portate al festival, Dannati forevere, soprattutto, La canzone mononota. Per il resto, L’album biangoè l’ennesimo “fritto misto zappiano” di stili e generi che spaziano dal funk rock (Lampo) alla disco, ai cori alla Beach Boys (Una sera con gli amici) fino a Modugno (Amore amorissimo), il tutto arricchito da sketch demenziali e visioni parodistiche della “fantozziana” società ita- liana. Un inestricabile shakeraggiostilistico, di cui gli EELST sono maestri, impreziosito dalla solita foltis- sima schiera di ospiti illustri: Eugenio Finardi, Fiorello, Nek, Neri Marcorè, Fabio Treves. Curiosa anche la partecipazione degli Area che si cimentano nella strumentale Reggiaper poi lasciare di nuovo spazio ai “padroni di casa” nel sentito tributo Come gli Areanel quale spiccano vocalizzi inediti del compianto Demetrio Stratos. Enlarge Your Penise Il tutor di Neronedelineano la poetica degli EELST applicandola all’era digitale: se nella prima lo sfottò a sfondo sessuale è evidente, la seconda è riservata ai “rompicoglioni 2.0”. C’è poi il finalissimo, con il quadretto caricaturale del concertone del 1° maggio di Roma, con tanto di spietata derisione nei confronti di Linea 77, Jovanotti, e compagnia varia. Bella musica e grasse risate per 69 minuti. LIBRI: Neil Young - Il sogno di un hippie (Feltrinelli, 2013) Dalle prime esperienze musicali a Toronto (con The Suires) al successo con i Buffalo Springfield, dall’e- popea di Crosby, Stills, Nash & Young alla folgorante carriera solista, inziata nel 1969 e mai conclusa- si, Il sogno di un hippiecondensa vita, opere e miracoli di Neil Young, songwriter raffinato e rocker di razza. L’appassionante racconto in prima persona, una lunga ed entusiasmante cavalcata autobiografica in cui il leggendario cantautore canadese ripercorre oltre 50 anni di carriera, si dipana tra aneddoti, epi- sodi divertenti, storie di vita privata. La famiglia d’origine, l’infanzia e la seconda moglie Pegi occupano un posto fondamentale in questa nar- razione concepita senza un preciso “fil rouge” ma che non tralascia momenti malinconici o episodi di tra- gedia autentica. Come quelli relativi ai due figli maschi, il primo Zeke, nato con paralisi cerebrale, o il secondo Ben, “il suo Guerriero” nato tetraplegico e con problemi psico-motori ancora più gravi. O come la triste scomparsa dell’amico/chitarrista Danny Whitten, morto per overdose di eroina il giorno stesso in cui Neil Young lo allontanava dalla band (a lui è dedicato il classico The Needle And The Damage Done). Nel libro Neil passa in rassegna tutti i musicisti con cui ha suonato, dall’ex produttore David Briggs, con cui ha realizzato i suoi dischi migliori, a Stephen Stills, di cui descrive la profonda, fraterna amicizia cementata da una stima reciproca e da una maniera simile di concepire la musica. Non man- cano le curiosità: la passione per le auto d’epoca o i mille progetti sperimentali di cui si occupa come la realizzazione di un auto elettrica, la Lincvolt, e del Pure Tone, un dispositivo digitale che potrebbe con- sentire un ritorno alla massima qualità audio. Neil Young, dunque, a 68 anni continua a combattere le sue battaglie per realizzare quel sogno che non ha mai smesso di inseguire. - 10 -
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