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Ritorno ad Heidegger. Ricordi di un messaggero della foresta nera PDF

144 Pages·2015·1.035 MB·Italian
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Al Buon Corsiero 8 1 0 2 8/ 0 3/ 2 n o 0] 8 1 4. 2 4. 0 2 7. 3 1 s s e dr d a P a [I n g o ol B di v. ni U m - u or di u St er at M a m Al y b d e s s e c c a nt e nt o C www.torrossa.com – Uso per utenti autorizzati, licenza non commerciale e soggetta a restrizioni. 8 1 0 2 8/ 0 3/ 2 n o 0] 8 1 4. 2 4. 0 2 7. 3 1 s s e dr d a P a [I Coordinamento editoriale n g Leandro del Giudice o ol B Redazione di v. Anna Bartoli ni Giovanni Cascavilla U m - In copertina u or Martin Heidegger nell’autunno 1945 di all’epoca del primo incontro con Frèdèrick de Towarnicki Stu (le fotografie provengono dall’archivio Towarnicki) er Mat ISBN 978-88-8103-861-9 a m Al © 2015 Edizioni Diabasis y b 2016 Seconda ristampa d e s s e c c nt a e nt o C Diaroads srl - vicolo del Vescovado, 12 - 43121 Parma Italia telefono 0039.0521.207547 - e-mail: [email protected] www.diabasis.it www.torrossa.com – Uso per utenti autorizzati, licenza non commerciale e soggetta a restrizioni. Frédéric de Towarnicki 8 1 0 2 8/ 0 Ritorno ad Heidegger 3/ 2 n o 0] Ricordi di un messaggero della Foresta Nera 8 1 4. 2 4. 0 2 7. 3 1 Prefazione di s s e Beppe Sebaste dr d a Con una nota di P a [I Gianni Scalia n g o ol B di v. ni U m - u or di u St er at M a m Al y b d e s s e c c a nt e nt o C www.torrossa.com – Uso per utenti autorizzati, licenza non commerciale e soggetta a restrizioni. 8 1 0 2 8/ 0 3/ 2 n o 0] 8 1 4. 2 4. 0 2 7. 3 1 s s e dr d a P a [I n g o ol B di v. ni U m - u or di u St er at M a m Al y b d e s s e c c a nt e nt o C www.torrossa.com – Uso per utenti autorizzati, licenza non commerciale e soggetta a restrizioni. Al lettore itAliAno 8 1 0 2 8/ 0 3/ 2 Mentre finivo questo racconto nel paesaggio di Vence – n o la cui luce, mi diceva Giorgio De Chirico, era vicina in au- 80] tunno alle sue «piazze d'Italia» – immaginavo, all’ombra del 1 4. Futuro, un mitico lettore che si interessasse a queste pagine. 2 4. Avrei voluto dirgli che avevo scritto questi ricordi in piena 0 2 tempesta polemica, alla maniera con cui si lancia in mare 7. 13 una bottiglia, nella speranza che raggiungesse lidi più sereni. ss Per dire, anche, quanto mi avesse meravigliato, nella casa di e dr Heidegger, la scoperta della questione dell’essere confrontata d a al mondo della tecnica – e infastidito, più tardi, l’accanimento P a [I di chi sembrava volerne cancellare la traccia. n g o ol In quale biblioteca avevo trovato un giorno quelle parole B di che Pirandello rivolse in francese ai suoi detrattori: «Ils me v. detestent parce que je les ai démodés?». ni U m - Non prevedevo certo che la mia bottiglia in mare u or costeggiasse cosi presto le rive dell'Italia. Ringrazio i udi promeneurs tosco-emiliani che se ne sono accorti, e che si St er sono dati la pena di tradurne il contenuto. at Dedico ai miei amici italiani questo piccolo libro che M a evoca, con gli occhi di un giovane soldato, «Rhin et Danube», m dell’esercito francese di occupazione, le conseguenze di un Al y passo falso politico che il suo autore, non senza prendere b d rischi personali, giudicò lui stesso, fin dal 1938 in occasione e ss di un Circolo di Studi, essere stato «un errore, in qualunque e c modo lo si fosse considerato». c a nt e F. de T. nt o C www.torrossa.com – Uso per utenti autorizzati, licenza non commerciale e soggetta a restrizioni. 8 1 0 2 8/ 0 3/ 2 n o 0] 8 1 4. 2 4. 0 2 7. 3 1 s s e dr d a P a [I n g o ol B Frédéric de Towarnicki, «messaggero della Foresta Nera», con Heidegger, primo di incontro nell'autunno del 1945. Fotografia di Alain Resnais v. ni U m - u or di u St er at M a m Al y b d e s s e c c a nt e nt o C www.torrossa.com – Uso per utenti autorizzati, licenza non commerciale e soggetta a restrizioni. incontro A Frédéric de towArnicki 8 1 0 2 La prima volta che ho parlato con Frédéric de Towarnicki 8/ 0 è stato al telefono una sera d’inverno. Il necessario contatto 3/ 2 stabilito per ragioni editoriali divenne subito, con una curva n o tanto imprevista quanto impercettibile e dolce, un dialogo 0] 8 sulla vita tra persone che sanno ascoltarsi. 1 4. Ricordo che mi disse, come se fosse la cosa più naturale 2 4. del mondo e la vera ragione della mia telefonata, che verso 0 7.2 i quarant’anni si incontra una nuova adolescenza, una 3 1 «semplificazione di quel magma incomprensibile che è s s la vita». E ci siamo messi a parlare della Via, proprio così, e dr che per lui fu l'incontro con Heidegger e la filosofia, per me d P a qualcosa di un po’ diverso, e che per altri può essere proprio a [I di tutto. gn Dovendo fornire qualche dato su di lui al lettore italiano, o ol meglio dire subito che la biografia di Frédéric de Towarnicki è B di quella di un’erranza divenuta quête (senza enfasi ma con piena v. adesione a quanto le parole designano), e scandita da incontri ni U con «persone straordinarie»: metafisica che egli trasformò in m - mestiere, avendo fatto il giornalista culturale e lavorato per u or molti anni al Service de Recherche de la Television Française di u (ortF). Il suo rapporto con la parola scritta inizia però con St er la poesia, con quegli stessi versi, rigorosamente costruiti a at coppie ritmate, con cui aveva divertito Heidegger, e che nel M a 1952 gli valsero la proposta di Picasso, che in essi riconosceva m il ritmo vitale del flamenco e del fado (il “blues portoghese”, Al y per così dire) di illustrarli con propri disegni. b d Towarnicki, troppo intimamente vagabondo e gratuito e s s per dare importanza alla propria creatività, lasciò col tempo e cc cadere la proposta, e le sue poesie sono tuttora inedite. Tipica a nt di questa ritrosia fu forse anche la storia del film mai realizzato, e nt e che doveva fare con l’amico Alain Resnais a una certa epoca, o C Les aventures de Harry Dickson, storia poliziesca che assume le dimensioni di epopea mitica, di cui i media parlarono così www.torrossa.com – Uso per utenti autorizzati, licenza non commerciale e soggetta a restrizioni. tanto da far pensare che fosse stato effettivamente realizzato. Frédéric de Towarnicki fu amico di pittori, uomini e donne di teatro, scrittori, filosofi, cui ha dedicato vari scritti e di cui 8 conserva una miniera di materiali vivi, fatti di conversazioni 1 0 2 registrate e di ricordi, in una cantina della sua dimora. Da 8/ 0 Brecht a Ernst Jünger, da Mircea Eliade a Max Ernst, da 3/ 2 Chagall e Satprem ai maestri zen (ma non va dimenticato n o l'impegno politico e sociale per i dissidenti sovietici, e il suo 0] 8 rapporto con Solzenicyn e Sakharov), la sua erranza poetica 1 4. fu costellata di incontri e interrogazioni con maestri possibili 2 4. al punto che nessuno, neppure lui stesso, ha mai potuto avere 0 7.2 di Towarnicki un’immagine che fosse una. Se non fosse che 3 1 l’incontro con Heidegger marcò davvero e indelebilmente la s s sua vita. e dr d P a Vorrei descrivere, come parte integrante del paesaggio a [I anche interiore del nostro incontro e della sua figura, il luogo gn in cui Towarnicki abita da qualche tempo. È un villaggio o ol che si chiama Vanves, propaggine di Parigi in direzione B di sud, come Issy-les-Moulineaux o Malakoff, e collegata dalla v. metropolitana col centro di Parigi. Ma è pure un villaggio ni U appartato e autonomo, con un suo centro storico e un suo m - parco, un ristorante cinese e una pizzeria italiana; con i u or suoi contrasti architettonici che miniaturizzano il conflitto- di u conciliazione tra le “antiche” forme abitative e i nuovi palazzi St er che a contatto con esse acquistano immediatamente un’aura at archeologica o di modernariato, non priva di tenerezza. M a L’abitazione di Towarnicki è al secondo piano di una m Al palazzina recente, di fronte a una piazzetta con un vecchio y bistrot e un garage, e in mezzo alcuni alberi che suggerirono, b d a me visitatore, una freschezza come di guance appena rasate e s s al contatto dell'aria fredda e stuzzicante. e cc Durante il nostro primo pasto insieme, nella pizzeria a nt italiana di Vanves, avevo già sentito con lui una connivenza e nt morale e sentimentale, «in questo terribile mondo della o C tecnica», come disse; appassionato e istrionico, umoristico e 8 www.torrossa.com – Uso per utenti autorizzati, licenza non commerciale e soggetta a restrizioni. sincero, il vagabondo-narratore Frédéric de Towarnicki ha ancora i tratti di spirito con cui dovette stupire e deliziare il compunto filosofo della Foresta Nera. Per quanto rischi 8 sempre l’illazione il trasferire i caratteri di un autore alla sua 1 0 2 opera, ora, quando penso a Towarnicki e alla sua amicizia 8/ 0 con Martin Heidegger, mi viene in mente non tanto la foto 3/ 2 di lui, giovane soldato francese, col capitano Fleurquin a n o lato del «ridicolo filosofo con i calzoni alla zuava» (come 0] 8 direbbe Thomas Bernhard); ma, per proprietà transitiva, 1 4. un’altra fotografia in cui si vede Heidegger, con Jean Beaufret 2 4. e il poeta René Char, tra i giocatori di pétanque nel Sud della 0 7.2 Francia, totalmente e sorprendentemente assimilato a essi 3 1 anche nel modo di vestire e nella gestualità. E mi viene in s s mente la testimonianza di Char: ai seminari di Thor, ogni e dr volta che Heidegger udiva il nome di Towarnicki, il volto d P a gli si illuminava di un lungo sorriso... È in questo alone a [I che le parole di Towarnicki si aprono il loro spazio. Se – a gn differenza dei suoi amici heideggeriani di Francia, rigorosi o ol e puri nel lavoro come, dice Towarnicki, dei «benedettini» B di – la sua relazione con Heidegger fu una “commedia”, un v. “teatro all'italiana”, è proprio questo che ha fatto dire a un ni U noto cronachista cultural-mondano, con formula felice, che m - «Heidegger ebbe molta fortuna a incontrare Towarnicki». La u or bellezza del loro incontro consisté proprio nell’improbabilità, di u nella discontinuità e disomogeneità dei linguaggi e dei modi, St er ciò che crea sempre ricchezza tra gli interlocutori. Ma non è at solo questo. M a Nell'avvicinarsi a colui che si può a ragione chiamare m Al maestro, e comunque maestro di Towarnicki (e non importa y la durata della relazione), uno dei primi dati che si colgono b d è sempre l’iridescenza del riconoscere la magia della e s s trasmutazione delle contraddizioni in evidenze. Cambiando e cc perfino il nostro modo e idea del comprendere, il maestro è a nt colui che scompone per ricomporre, disgrega per riaggregare, e nt deterritorializza per riterritorializzare, e così facendo ci o C “illumina”; e ciò che vale, più dei concetti e dei “dati”, è il 9 www.torrossa.com – Uso per utenti autorizzati, licenza non commerciale e soggetta a restrizioni. cammino, il corso sorprendente della comprensione che esso inaugura in noi. Così è stato per Towarnicki. Nel suo racconto, in cui accanto alle altezze del pensiero è evocata 8 la “preoccupazione pedagogica” di Heidegger, ricorrono 1 0 2 spesso frasi che designano la relazione maestro-discepolo – lo 8/ 0 spaesamento, il perdersi, lo scarto o salto, a volte drammatico, 3/ 2 che l’apprendistato alla comprensione ci richiede; e, al tempo n o stesso, la sensazione che egli produce di dover ritornare alle 0] 8 origini, alla semplicità di un procedere che scaturisce dalla 1 4. sorgente stessa del nostro essere al mondo. 2 4. Towarnicki descrive esemplarmente, dal punto di vista del 0 7.2 discepolo, quello spaccato di maestria che contempla, accanto 3 1 alle parole, anche perturbanti intermittenze di silenzi. Come s s ha scritto di recente un filosofo che ha avuto la rara capacità di e dr uscire dalle fila degli «intellettuali terrorizzati» e compiaciuti d P a di sé, di attraversare cioè una «trasformazione psichica» quale a [I quella che i maestri inducono nei discepoli, «il maestro, quale gn che sia e quando che sia, se è un maestro, è colui che restituisce o ol il discepolo a se stesso e alla sua condizione di autenticità B di attraverso trasformazioni ed elaborazioni di pensiero, v. perché si sa che – per quanto possa risultare incredibile – per ni U diventare se stessi occorre inventarsi»1. m - Il maestro è colui che indica il cammino che ognuno deve u or percorrere da solo: «A uno studente che, sproloquiando sulla di u metafisica, diceva di non riuscire a “vedere” la portata della St er questione del’essere, [Heidegger] aveva risposto: “Io non at posso vederla al suo posto, e dunque non posso far niente per M a lei”». Se è vero che è sempre il discepolo a creare il maestro, m perché il maestro prende forma nell’orizzonte di attesa del Al y discepolo, credo che Towarnicki divenne veramente se stesso b d a partire da quell’incontro é quella frequentazione con una e s s persona giustamente tanto diversa da lui. e cc Uno dei grandi pregi della narrazione di Towarnicki a nt è nel saper riferire con onestà e rigore il senso di evidenza e nt che i Maestri trasmettono, ma che è così difficile e arduo o C ritrasmettere a terzi2. Lui ci è riuscito benissimo, con fedeltà 10 www.torrossa.com – Uso per utenti autorizzati, licenza non commerciale e soggetta a restrizioni.

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