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Res seniles (Senili). Libri XIII-XVII. Testo latino a fronte PDF

492 Pages·2018·1.732 MB·Italian
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RES SENILES Francesco Petrarca oPere A cura della Commissione per l’edizione nazionale delle opere di Francesco Petrarca i opere poetiche ii Lettere iii opere storiche iV Dialoghi V Trattati, polemiche, opuscoli Casa editrice Le Lettere Francesco Petrarca res seniLes Libri xiii-xVii A cura di silvia rizzo con la collaborazione di Monica Berté Firenze Casa editrice Le Lettere 2017 MinisTero Dei beni e DeLLe ATTiViTà CuLTurALi e DeL TurisMo Commissione per l’edizione nazionale delle opere di Francesco Petrarca Vincenzo Fera, presidente Monica berté Michele Feo Caterina Malta emilio Pasquini Marco Petoletti Armando Petrucci silvia rizzo, segretario tesoriere Paola Vecchi Galli Comitato nazionale per le celebrazioni del Vii centenario della nasci- ta di Francesco Petrarca * La presente edizione fa parte del vol. ii delle opere Volume pubblicato con il contributo del Dipartimento di Lettere, Arti e scienze sociali, università “G. d’Annunzio” Chieti-Pescara © Commissione per l’edizione nazionale delle opere di Francesco Petrarca © silvia rizzo © 2017 by editoriale Le Lettere - Firenze isbn 978 88 9366 011 2 www.lelettere.it Nota EdItoRIaLE anche in questo quarto volume riproduciamo, perché il lettore le abbia più comodamente sott’occhio, le Abbreviazioni bibliografiche e le Sigle dei codici, arricchite di qualche nuova abbreviazione e sigla. Per i criteri editoriali rimandiamo all’Introduzione del primo volume, pp. 23-24, e alla Nota editoriale del secondo; per la grafia Appennini in Sen., 17, 3, 16 si veda la Nota editoriale del terzo. Questa edizione è la prima a potersi servire per il testo g della Sen. 13, 7 del codice dell’archivio Visconti di Modrone 2, che era stato visto e descritto da Francesco Novati, di cui era a conoscenza Vittorio Rossi – non sappiamo se direttamente o attraverso le carte Novati – e che poi era diventato irreperibile. Esso è recentemente riemerso presso l’«associazione duca Marcello Visconti di Modrone per lo studio della storia dell’industria» ed è attualmente depositato nella Biblioteca dell’Università Cattolica del S. Cuore di Milano: si vedano da ultimo G. BarBero - M. Ferrari - G. Fumi - C. M. monti - M. Petoletti, Tre codici per la storia dell’umanesimo a Milano: la biblioteca e l’archivio Visconti di Modrone, «aevum», LXXXII (2008), pp. 817-890, in parti- colare, per il nostro codice, C. M. monti, Il codice Visconti di Modrone 2, pp. 849-881. Ringraziamo Mirella Ferrari per averci procurato una riproduzione del f. 84v col testo della Senile e per averlo controllato autopticamente per noi nei punti dubbi. alcune Senili comprese in questo volume (13, 1; 13, 3; 13, 7; 15, 11; 17, 3) sono state trasmesse in zibaldoni di cancelleria: vd. C. M. monti, Umanesimo visconteo e lettere di cancelleria in codici miscellanei dell’Ambrosiana, in Nuove ricerche su codici in scrittura latina dell’Ambrosiana. atti del Convegno Milano, 6-7 ottobre 2005, a c. di M. Ferrari e M. navoni, Milano 2007, pp. 155-170 ed ead., La presenza del Petrarca negli zibaldoni di cancelleria, in corso di stampa negli atti del Convegno «Petrarca e il diritto», Padova 10-11 marzo 2011, che abbiamo potuto leggere in anteprima per cortesia dell’autrice, la quale ci ha anche fornito riproduzioni dei codici. Nel frattempo è uscito della stessa monti Petrarca negli zibaldoni di cancelleria, «Miscellanea Graecolatina» IV (2017), pp. 401-437. Per le citazioni pliniane Giulia Perucchi ci ha gentilmente passato i materiali traendoli dall’edizione di tutte le postille a Plinio che sta per pubblicare. Siamo grate infine a Marco Cursi, che 8 Nota EdItoRIaLE ha controllato per noi direttamente sul codice a Firenze la trascrizione delle ultime righe del testo γ di Sen., 15, 10. In questo quarto volume è inclusa una lettera, la 15, 12, che è l’ul- tima testimonianza di una drammatica vicenda che vediamo snodarsi attraverso le Senili, cioè l’improvvisa ribellione e le successive fughe da casa Petrarca del giovane tanto promettente giunto presso di lui a fine giugno o nel luglio del 1364 e da lui entusiasticamente descritto nella Fam. 23, 19 a Boccaccio (Pavia, 20 ottobre 1366). di questo giovane Petrarca ci dice che era nato a Ravenna intorno al 1346, che era di umili origini, che era stato allievo di donato albanzani, che l’aveva poi ‘donato’ al poeta, presso il quale viveva tenuto come un figlio ed esplicava un’intensa attività di copista con una scrittura estremamente chiara e corretta, con la quale aveva copiato le Familiari e la missiva della Sen. 7, 1 a papa Urbano V; inoltre che era dotato di straordinaria memoria, ammirava moltissimo Virgilio e componeva versi latini lui stesso. Petrarca lo aveva fatto entrare nello stato clericale e, se fosse rimasto con lui, gli avrebbe fatto avere un beneficio ecclesiastico (vd. Sen., 5, 5, 5 e 7). Va sottolineato che da nessuna parte negli scritti di Petrarca emerge il suo nome. L’idillio fra il poeta e il suo pupillo si interruppe bruscamente il 21 aprile 1367 (Sen., 5, 5 e Sen., 5, 6). Il giovane decide di andarsene, fa un primo tentativo fallito, viene riaccolto in casa dal poeta, ma riprende ben presto a smaniare per il desiderio di partire (Sen., 11, 7-9) e infine se ne va definitivamente nel giugno 1368 (si veda in particolare la nostra appendice al l. XI nel III vol., pp. 324-327). L’ultima traccia che abbiamo di lui è appunto la Sen. 15, 12, indirizzatagli da Petrarca in una data non precisabile, ma certo di qualche tempo posteriore alla fuga. Lorenzo Mehus nel 1741 propose di identificare questo giovane ravennate con un Giovanni Malpaghini pure di Ravenna, che fu professore nello Studio di Firenze e amico e corrispondente di Salutati, per il fatto che quest’ultimo, raccomandandolo a Carlo Malatesta (Salutati, Epist. III, pp. 534-538), lo dice vissuto con Petrarca «ferme trilustri tempore». L’identificazione proposta da Mehus fu, però, respinta nel 1867 da Fracassetti, nel commento alla Fam. 23, 19, per la difficoltà del «trilustri», che non coincide affatto col tempo che il giovane di cui parla Petrarca nelle sue lettere avrebbe trascorso complessivamente in casa sua. Nel 1896, pubblicando la lettera di Salutati, anche Novati respinse l’ipotesi di Mehus osservando che il Iohannes de Ravenna che firma un Conquestus per la morte di Petrarca non può essere il nostro copista perché, seb- bene lì scriva di essere vissuto con Petrarca, afferma tuttavia di essere stato messo in contatto con questo da Pandolfo Malatesta. Ma Fracas- setti e Novati sono rimasti inascoltati. Gli studiosi successivi hanno Nota EdItoRIaLE 9 cercato di aggirare nei modi più svariati la difficoltà di quel «trilustri». Inoltre G. mazzoni, Noterelle petrarchesche. II, «Il Propugnatore», XXI (1888), pt. 2, pp. 156-159 ha, sia pure con prudenza, riferito a Giovanni Malpaghini l’annotazione «tr. per Io.» che compare in uno dei fogli del Vat. Lat. 3196 e ha proposto che sia lui il copista che si alterna con Petrarca nel Vat. Lat. 3195; Nolhac, Pétrarque, I, pp. 74-75, 118-119 (ma già nella I ed., 1892, pp. 65 e 100-101) ha suggerito di attribuire a lui anche la copia dell’omero tradotto da Leonzio, Par. Lat. 7880. dopo l’influente ricostruzione del medaglione biografico di ‘Malpaghini’ data da Foresti in un articolo del 1924 ripubblicato nei suoi Aneddoti, quella che era un’ipotesi è divenuta un fatto certo mai più messo in discussione da nessuno. Sembra a noi evidente che l’identificazione proposta da Mehus non ha nessun fondamento e che dobbiamo rassegnarci, almeno per il momento, a lasciare senza nome il giovane copista ravennate di cui parla Petrarca nelle sue lettere. Perciò in questo quarto volume abbiamo fatto sparire il nome di Malpaghini, che anche noi avevamo precedentemente accettato, e indichiamo il copista semplicemente come «il giovane ravennate»: la correzione va naturalmente estesa a ritroso ai volumi precedenti. Sulla questione vd. S. rizzo, Il copista di un codice petrarchesco delle Tusculanae: filologia vs paleografia, in Palaeography, Manuscript Illumination and Humanism in Renaissance Italy: Studies in Memory of A. C. de la Mare. Ed. by R. Black, J. kraye and L. nuvoloni, London 2016, pp. 335-343; M. Berté, Giovanni Malpaghini copista di Petrarca?, «Cultura Neolatina», LXXIV (2015), pp. 205-216; M. Berté - M. curSi, Novità su Giovanni Boccaccio: un numero monografico di «Italia medioevale e umanistica», «Studi sul Boccaccio», XLIII (2015) pp. 233-262. ad altre novità presenti in questo volume abbiamo dedicato un contributo a parte: M. Berté - S. rizzo, «Valete amici» (vd. abbr. bibl.). Qui dimostriamo che Petrarca fece in tempo a completare le Senili. Si è infatti finora sempre creduto che, simmetricamente alle Familiari chiuse dalle lettere agli antichi, le Senili avrebbero dovuto essere concluse da un libro con l’epistola ai posteri, se la morte non avesse impedito all’autore di completarla e sistemarla (vd. la nostra Intr. al vol. I, pp. 9-10 e reFe, in Petrarca, Post., pp. XXVII-XXIX). E in effetti l’edizione di Elvira Nota, e nella sua scia quella curata da dotti per l’editore aragno di torino (vd. abbr. bibl.), presenta l’Ad Posteritatem come libro XVIII della silloge. Ma noi ci siamo ora convinte che Petrarca a un certo punto abbandonò al suo destino l’abbozzo ancora informe della lettera ai posteri e pensò e strutturò il libro XVII – costituito di lettere tutte indirizzate a Boccaccio – come chiusura della raccolta, collocando deliberatamente alla fine sia il 10 nota editoriale testamento spirituale della 17, 2 sia lo straordinario omaggio della 17, 3 con la traduzione latina della novella che, a sua volta, Boccaccio aveva collocato in sede finale. Poco più di un mese prima di morire Petrarca appose all’opera l’ultimo suggello: la Sen. 17, 4, col suo addio agli amici e alle epistole e la data completa anche dell’anno, 8 giugno 1374. aggiungiamo a quanto detto nell’articolo che un’indiretta con- ferma ce la dà la 16, 3 a Francesco Casini, che, se la nostra datazione coglie nel segno, fu scritta il 1° maggio del 1373, quindi dopo le 17, 3 e 2. Qui, ai §§ 5-10, Petrarca dichiara di aver già riempito due volumi abbastanza grandi di lettere, più di quattrocento e indirizzate a diversi destinatari, e di averne scartato mille altre per ragioni di spazio: è giun- to il momento, prosegue, di tralasciare quest’attività per non sottrarre tempo a occupazioni migliori. d’ora in poi, anche se gli scrivesse l’im- peratore, gli risponderebbe in stile colloquiale, senza pretese letterarie. Sono espressioni molto simili a quelle che poco più di un anno dopo Petrarca inserirà nell’ultima Senile (cfr. 17, 4, 16) e confermano che nel periodo in cui compone il libro XVii egli ha maturato la decisione di chiudere la seconda raccolta epistolare. Poche altre sono le lettere che si possono datare dopo la 16, 3: in ordine cronologico, la 13, 14 a Francesco Bruni; le 14, 2 e 14, 1 a Francesco da Carrara il Vecchio; la 15, 7 a luigi Marsili; la 16, 1 a luca da Penne. Ci sembra inoltre significativo che in una delle antiche biografie petrarchesche il numero di libri 17 per la raccolta sia confermato: «prosaicarum vero libri […] qui rerum Senilium inscribuntur XVii sunt» (SicconiS Polentoni Scriptorum illustrium latinae linguae libri XVIII, ed. by. B. l. Ullman, rome 1928, p. 138). nell’articolo sopra menzionato dimostriamo che le varianti d’autore precanoniche che presenta la Sen. 17, 3 (l’unica fra le lettere di questo libro ad averne) risalgono a una precoce circolazione separata della lettera, ma a partire non dallo scrittoio del destinatario bensì da quello del mittente, e che tutte e quattro le missive del libro XVii sono per noi perdute. abbiamo lavorato in stretta collaborazione, ma Monica Berté è responsabile in particolare di Sen., 13, 3-4 e 13-14; 14, 1; 15, 10 e 12; 16, 5-7; 17, 3-4, anche se, per motivi di uniformità stilistica, le traduzioni italiane sono tutte – come nei precedenti volumi – di Silvia rizzo. avvertiamo che il nostro lavoro è stato consegnato nell’autunno del 2016 e quindi la bibliografia è ferma a quella data. difficile esprimere la nostra gratitudine a Marco Petoletti, che ha letto con entusiasmo buona parte del libro in bozze dandoci preziosi suggerimenti.

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