ebook img

Res publica e princeps : vicende politiche, mutamenti istituzionali e ordinamento giuridico da Cesare ad Adriano : atti del convegno internazionale di diritto romano : Copanello, 25-27 maggio 1994 PDF

402 Pages·1996·20.13 MB·Italian
by  Milazzo
Save to my drive
Quick download
Download
Most books are stored in the elastic cloud where traffic is expensive. For this reason, we have a limit on daily download.

Preview Res publica e princeps : vicende politiche, mutamenti istituzionali e ordinamento giuridico da Cesare ad Adriano : atti del convegno internazionale di diritto romano : Copanello, 25-27 maggio 1994

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI REGGIO CALABRIA PUBBLICAZIONI DELLA FACOLTÀ DI GIURISPRUDENZA DI CATANZARO RES PUBLICA E PRINCEPS VICENDE POLITICHE MUTAMENTI ISTITUZIONALI E ORDINAMENTO GIURIDICO DA CESARE AD ADRIANO Atti del Convegno internazionale di diritto romano Copanello 25-27 maggio 1994 a cura di Francesco Milazzo EDIZIONI SCIENTIFICHE ITALIANE UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI REGGIO CALABRIA PUBBLICAZIONI DELLA FACOLTÀ DI GIURISPRUDENZA DI CATANZARO 32 RES PUBLICA E PRINCEPS VICENDE POLITICHE, MUTAMENTI ISTITUZIONALI E ORDINAMENTO GIURIDICO DA CESARE AD ADRIANO Atti del convegno internazionale di diritto romano Copanello 25-27 maggio 1994 a cura di Francesco Milazzo Edizioni Scientifiche Italiane MILAZZO, Francesco (a cura di) Res publica e pnnceps Vicende politiche, mutamenti istituzionali e ordinamento giuridico da Cesare ad Adriano Collana: Pubblicazioni della Facoltà di Giurisprudenza di Catanzaro, 32 Napoli: Edizioni Scientifiche Italiane, 1996 pp. 432; cm. 24 ISBN 88-8114-222-8 © 1996 by Edizioni Scientifiche Italiane s.p.a. 80121 Napoli, via Chiatamone 7 00185 Roma, via dei Taurini 27 82100 Benevento, via Porta Rettori 19 20121 Milano, via Fratelli Bronzetti 11 Internet: www.dial.it/esi E-mail: [email protected] I diritti di traduzione, riproduzione e adattamento totale ο parziale e con qualsiasi mezzo (compresi i microfilms e le copie fotostatiche) sono riservati per tutti i Paesi SEDUTA INAUGURALE DEL 25-5-1994 Presidente Prof. CESARE SANFILIPPO Emerito dell'Università di Catania INDIRIZZI DI SALUTO RELAZIONE Prof. CESARE SANFILIPPO Emerito dell'Università di Catania Come vedete sono ancora vivo, malgrado un inarrestabile pro­ cesso di mummificazione sia fisico che mentale. Non potevo, mal­ grado questo, cioè malgrado la mummificazione, venir meno al cortese, onorifico e amabile invito dei colleghi Metro e Corbino, coordinatori del nostro VII Convegno, a presiedere questa seduta inaugurale. Non potevo sottrarmi a questo invito nella mia qualità, data la spiacevole assenza di De Martino e Archi, di decano dei romanisti italiani. È un invito che mi onora e mi commuove quello di dare ini­ zio ai lavori del convegno, con una presenza così qualificata di stu­ diosi stranieri e italiani, che dimostra la bontà dell'iniziativa di que­ sto incontro biennale che, con cadenza precisa e puntuale, si rin­ nova fra gli studiosi dei diritti dell'Antichità e, in particolare, del diritto romano. Presenza che è da sottolineare col compiacimento per l'intervento di una ondata di giovani studiosi - un'ondata dav­ vero - i quali si preparano degnamente a sostituire le vecchie leve che vanno via via tramontando. È quindi motivo di soddisfazione vedere la riuscita di questa formula dell'incontro biennale, riuscita che si deve alla capacità e all'entusiasmo dei coordinatori, sostenuti anche dalle Autorità ac­ cademiche, come dimostra la onorevole presenza del Magnifico Rettore dell'Università di Reggio Calabria. Esprimo, più che l'augurio, la certezza del proficuo e felice esi­ to del nostro convegno. Grazie! 7 Prof. ROSARIO PIETROPAOLO Rettore dell'Università di Reggio Calabria Autorità, carissimi colleghi, signore e signori, è con piacere che presenzio all'apertura del vostro convegno e porto a tutti voi, che siete qui convenuti, il saluto dell'ateneo reggino. Non è la prima volta che intervengo a convegni che riguarda­ no il Diritto Romano, la mia presenza è ormai diventata una costante e molti dei vostri volti sono ormai a me noti. Il mio plauso va alPiniziativa, al professore Corbino che ne è stato il motore, alle Facoltà di Giurisprudenza di Catanzaro e di Messina che biennalmente la ripropongono, unito al ringraziamen­ to a tutti i relatori che sono qui presenti e che contribuiranno, ne sono sicuro, alla riuscita del meeting internazionale e che vede la presenza di una così vasta platea. Al Rettore dell'Ateneo di Reggio Calabria incombe il compito di fare brevissime considerazioni generali, attinenti ai programmi ed ai compiti di un Ateneo giovane quale il nostro è. Non vi è dubbio che una Università giovane, ha bisogno di aperture cultu­ rali, di interscambio, di collaborazioni e di confronto. Per questo motivo, il convegno scientifico diventa uno stru­ mento indispensabile, direi fondamentale, perché le giovani Uni­ versità si possano affermare. Purtroppo, nel settore della ricerca scientifica le risorse si vanno sempre più restringendo, e questo dato crea non pochi problemi alle Università periferiche, le quali, anche in considerazione del territorio nel quale operano, difficil­ mente possono utilizzare risorse esterne all'Università. Per questo sarebbe interessate un confronto leale e sereno con la Regione Calabria ed altre istituzioni ο organizzazioni calabresi, per valuta­ re insieme possibili punti di incontro e di collaborazione per migliorare la qualità del sistema universitario calabrese. Le Università sono ormai impegnate a varare gli statuti che ne 9 sanciscono l'autonomia. La realizzazone avviene comunque in con­ dizioni di ristrettezza di risorse e questo dato crea non pochi pro­ blemi agli Atenei italiani. Anche il nostro Ateneo, ovviamente, discute delle implicazioni connesse alla realizzazione della sua autonomia. Il confronto deve dare delle risposte non solo cultura­ li ai nostri studenti e prevedere regole certe per il governo della nostra Università. Non sono questioni semplici, né facili, con le quali comunque dobbiamo misurarci. Ancora auguri per il vostro convegno e buon lavoro. 10 Prof. ALESSANDRO CORBINO Preside della Facoltà di Giurisprudenza di Catanzaro Magnifico Rettore, Autorità, carissimo Presidente, illustri Mae­ stri, cari colleghi ed amici, signore e signori, sono lieto di rivolger­ vi anche a nome di Metro, col quale abbiamo concordato di alter­ narci negli interventi di saluto, il più caloroso e cordiale benvenu­ to a questa settima edizione del nostro convegço. Conoscete bene, perché mi dilunghi a sottolinearli, i sentimen­ ti con cui vi accogliamo, di gratitudine per la corale attenzione che continuate a manifestare al nostro appuntamento, e per la com­ prensione con la quale superate le nostre carenze organizzative; di compiacimento per l'atmosfera di gioiosa e fiduciosa amicizia che immediatamente si rinnova nel ritrovarci qui assieme, e che è il segno migliore dell'appartenenza ormai di Copanello all'intera comunità romanistica, qui infatti presente ο rappresentata come al solito praticamente nella sua totalità. Un ringraziamento vivissimo va innanzitutto come sempre a tutti i relatori, non solo per aver accettato il nostro invito, ma per aver accolto anche la nostra preghiera di dare alle relazioni il taglio di una messa a punto, di una introduzione alla riflessione e alla discussione, piuttosto che quello di una analisi compiuta e defini­ ta. Copanello non ha mai preteso di essere punto di arrivo, ha voluto e vuole continuare ad essere un momento per ripiegarci tut­ ti insieme su alcuni temi centrali della nostra scienza, per alimen­ tare su di essi i dubbi e le riflessioni che possono farci avanzare nelle nostre conoscenze storiche e perciò nella nostra maturità di operatori presenti. È questa la ragione per la quale è tradizione l'affidamento del­ le relazioni a illustri specialisti dei temi coinvolti. Nessuno vive la tensione di ricerca come chi ha già concluso una ricerca; impe­ gnarlo qui a ripercorrerla si è sempre rivelato il modo più fecondo per riaprirla. 11 Un ringraziamento specialissimo va nell'occasione al professo­ re Luigi Capogrossi Colognesi per aver accettato all'ultimo istante di sobbarcarsi alla fatica della relazione conclusiva, alla quale non potrà attendere, per improrogabili impegni del suo altissimo uffi­ cio, Francesco Paolo Casavola, al quale va comunque il nostro rin­ graziamento per avere a suo tempo accettato il nostro invito e per avere tentato fino all'ultimo di assecondarlo. Un pensiero grato e deferente va infine agli illustri maestri e ai molti colleghi, che impediti, hanno voluto comunque manifestarci la loro adesione e il loro incoraggiamento. Tra tutti, permettetemi qui di ricordare, per il particolare legame che Copanello ha stretto con loro negli anni, i professori Archi, Guarino e Pugliese. Il tema di quest'anno ci riporta a quello di 10 anni addietro. Come allora impostammo una riflessione sull'età repubblicana, così oggi impostiamo una riflessione sul principato. Come la preceden­ te, anch'essa sarà inevitabilmente condotta per grandissimi temi, e ci impegnerà verosimilmente per parecchie edizioni. Attraverseremo i secoli che separano Augusto dal dominato, osservando gli aspetti principali dell'ordinamento, secondo un ordine e una successione tutti ancora da definire e alla cui individuazione contiamo di perve­ nire anche attraverso i risultati dei lavori che oggi intraprendiamo. Avrete subito constatato che non abbiamo impostato il tema interrogandoci solo su cosa sia stato il Principato, ma insieme e prima ancora sul perché si è avuto il Principato. E ciò, dal momen­ to che se riteniamo naturalmente importante interrogarci da giuri­ sti sulle forme, riteniamo tuttavia almeno altrettanto importante interrogarci da storici sulle ragioni per cui certi modelli organizza­ tivi possono in un certo momento rivelarsi inadeguati, e certi altri invece imporsi. Da qui la scelta di indagare sul regime introdotto da Augusto partendo da più lontano, quanto meno dall'impatto che ebbe sulla risalente costituzione repubblicana la fine di una concezione elita­ ria della cittadinanza, con la conseguente inevitabile rottura di un equilibrio costituzionale, che aveva visto nelle assemblee popolari un elemento di stabilità del sistema e non invece, lo strumento dei ceti emergenti e delle masse emarginate, come ora avviene, per sot­ trarre di fatto il governo dalla repubblica al Senato, e consegnarlo alla guida, ben più dinamica, di magistrati sensibili ad una politica di imperialismo che creava e distribuiva nuova ricchezza, e sovver­ tiva così consolidati e risalenti rapporti sociali. 12

See more

The list of books you might like

Most books are stored in the elastic cloud where traffic is expensive. For this reason, we have a limit on daily download.