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Regoluzze. Secondo la lezione del codice 2511 della Biblioteca PDF

18 Pages·2006·0.45 MB·Italian
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PAOLO DELL’ABBACO R E G O L U Z Z SECONDO LA LEZIONE DEL CODICE 2511 DELLA BIBLIOTECA RICCARDIANA DI FIRENZE A cura e con introduzione di GINO ARRIGHI AZIENDA AUTONOMA DI TURISMO DI PRATO 1966 È un onore e insieme un piacere per me presentare ai lettori questa nuova fatica del prof. Gino Arrighi della Sovrintendenza Bibliografica per la Toscana, illustre cul­ tore di storia delle scienze dedicatosi allo studio del­ l’opera di uno dei più celebri pratesi del Trecento: il matematico ed astronomo Paolo Dagomari, detto Paolo dell Abbaco. Al prof. Arrighi si deve se nel 1964 veniva per la prima volta licenziata dalle stampe un’altra opera del Dagomari che « .... fra quelle rimaste inedite si imponeva per mole ed importanza », il Trattato di Aritmetica pub­ blicato dalla Donms Galilaeana di Pisa. Con tale pubblicazione il prof. Arrighi contribuiva allora, se non a completare la divulgazione dell’opera scientifica di Paolo, certo a farla conoscere proprio in quegli aspetti che la resero celebre nei suoi tempi, seb­ bene il fondo del ragionamento scientifico del mate matico, che dovette presiedere alle sue ricerche e sco­ perte, non sia trapassato esplicitamente nelle sue opere scritte. Queste infatti ebbero intento soprattutto pratico, al servizio degli uomini variamente operosi del suo tempo. Certamente l’essenza, il metodo delle sue speculazioni, quelli che ci hanno tramandato le testimonianze dei suoi che doveva essere necessariamente contenuto nelle sue piti famosi contemporanei, come il Villani e il Boc­ lezioni, passò nei suoi allievi con le nozioni stesse, si caccio — e quelli delle sue opere pervenuteci. Da questa trasmise alle generazioni successive senza lasciare una fatica le Regoluzze di Paolo dell’Abbaco escono restituite traccia evidente, senza essere fermato nelle opere giunte alla migliore lezione che è anche quella più completa, il che ci consente di spiegarci ancor meglio la fama go­ fino a noi, poiché di tutti gli altri libri che Egli lasciò duta, per tanti secoli e fra tanta gente, da questo insigne chiusi « in una cassa serrata a due serrami », nulla o matematico. pochissimo è rimasto. Resa nota, dunque, tutta o quasi l’opera scientifica Giuseppi- Bigagli rimasta inedita di questo figlio della terra di Prato — che Presidente deU’Aziencla Autonoma di Turismo di Prato di quella letteraria altri se ne era occupato — restavano da riesaminare le pubblicazioni già avvenute, prima fra tutte quella curata nello scorso secolo da uno studioso che ci è particolarmente caro, Cesare Guasti. E la necessità di un riesame s’imponeva per riscat­ tare la conoscenza dell’opera del Dagomari — uomo di scienza dai molteplici interessi, tecnico e maestro — dalle imperfette divulgazioni, dovute non tanto alla trascura­ tezza degli studiosi, quanto alla insufficienza delle ricer­ che propria del quadro della cultura storica dell’Otto- cento, soprattutto per il pensiero scientifico; per riscat­ tarla, in una parola, dai difetti propri degli albori della critica moderna, tesa fra l’altro al riesame di tutte le collocazioni precedenti. E qui dobbiamo essere grati a quel rigore critico che ha permesso al prof. Arrighi di fissare in maniera che possiamo dire definitiva i caratteri dell’uomo — tutti INTRODUZIONE Può, forse, destar meraviglia la comparsa di una nuova pubblicazione delle Regoluzze del grande matema­ tico pratese Paolo Dagomari, detto Paolo dell'Abbaco, quando si consideri che, dopo la prima dovuta a Gu­ glielmo Libri (1), si hanno altre tre edizioni a cura di A. Z. (2), di Cesare Guasti (3) e di G. Frizzo (4). In realtà la prima edizione è assai scorretta e la se­ conda ne ò una copia fedele ; molto buona è la terza di cui la quarta, a meno di particolarità, può dirsene una ristampa col corredo di note illustrative. Tutte le edi­ zioni, ancora, risalgono a molto tempo fa e non sono gran che comuni; ma tutto ciò, se non vi fosse altro, sa­ rebbe stato di ben lieve peso nell’indurmi a compiere il presente lavoro. Nelle ricerche che io condussi attorno ai « calendari perpetui », e che portarono ad una delle mie pubblica­ zioni sull'argomento (5), ebbi a notare che regole rela­ tive contenute nel Codice 1169 della Biblioteca Riccar- diana di Firenze, e sulle quali riferivo nella pubblica­ zione medesima, seguivano immediatamente le Regoluzze dagomariane così come sono presentate dagli studiosi 13 dirò che il Codice Riccardiano 2511 ha una consistenza citati : il lettore potrà rendersene agevolmente conto con­ di 94 cc. modernamente numerate più 5 n. n. In fon­ sultando quel mio scritto (6). do e 2 guardie in principio : tutto in bambacina di Pure il Codice 2511 della medesima Biblioteca pre­ cm. 20 X 28 i. È rilegato in pergamena e la faccia ante­ senta le analoghe regole sui « calendari perpetui », costi­ riore della coperta reca la traccia del titolo : « Abbaco ». tuite da tabelle di foggia circolare e testo, subito dopo la A c. I r., di mano più tarda, si legge : cinquantaduesima « regoluzza » ; pertanto si è determi­ nata in me la opinione che anche tali trattazioni facciano « Questo libbro fu scritto da Pagolo Geometra l’anno parte integrale delle Regoliizze stesse. 1329 come apparisce a car. 69. vedi a car, 134 e 143. Di costui fa menzione il Boccaccio nella Genealogia degl'Id- In tale ordine di idee giunsi a formulare la oppor­ dei a carte 263.6 ». tunità di curare una edizione dell’operetta di M" Paolo completata delle ricordate tabelle circolari e del testo Spiegalo che qui si fa riferimento ad una numera­ esplicativo che le accompagna. Avendo già pubblicata zione anteriore relativa alle facciate, dirò che subito sotto la parte di tal soggetto contenuta nel Codice Riccardiano ha inizio il trattato con un sommario che si apre così : 1169, rivolsi la mia attenzione alla lezione delle Rego- « Al nome ed a onore ed a riverenza della somma po­ luzze secondo il Codice Riccardiano 2511, lezione che tenza d'iddio e della sua santissima madre vergine Maria adesso presènto alle stampe. e della santa Trinitade e del beato Giovanni Batista e di tutta la corte celestiale e ad onore e mantenimento del nostro santissimo padre Papa « che Iddio gli dia lungha e buona vita e che ’l pre­ Preferendo intrattenermi adesso sopra altri argo­ sti lunghamente al suo popolo cristiano siccome e' me­ menti specifici, non starò a riferire sulla vita e gli scritti desimo sae addomandare. di Paolo Dagomari di cui, or non è molto, ho pubblicato « Al chominciamento del nostro trattato sarae scritta il Trattato d’aritmetica (7); lo studioso potrà attinger e provata tutta l'arte dell’abbaco, di ciò che dire giene- notizie in proposito dalla introduzione che ho posto in­ ralmente se ne puote ; siccome ; multiplicare, partire, ag­ nanzi a quest’opera e negli scritti citati nella nota biblio­ giustare, sottrarre, partire per reghola e partire a danda, grafica che segue la introduzione medesima. e tutte maniere di numeri rotti overo spezzati e ogn’altra Cominciando col parlare del manoscritto del tardo cosa che intorno di ciò si puote dire. ». Trecento in cui è contenuta la lezione da me prescelta. 15 14 E così via ; a c. 3 r. comincia l'indice : « Questi sono « L'Accademico Celli ha detto una sua prosa, nella e’ chapitoli del nostro trattato ». quale ha fatto parola del Trattato aritmetico di Paolo Da- Questa prima opera ha termine a c. 68 r. dopo di gomari. Il Dagomari ebbe lodi dal Boccaccio, da Cristo- che si ha bianco sino a c. 72 al cui r. cominciano le foro Landino e da altri antichi; e Filippo Villani il chia­ Regoluzze che proseguono sino a c. 74 v.. La c. succes­ mò geometra grandissimo e peritissimo aritmetico. Come siva è in bianco e da c. 76 r. si trova una parte in cui, dal pieno possesso di queste due discipline detto fu egli a mezzo di « ragioni » là dove sono ritenute più oppor­ Paol Geometra e Paolo dell'Abbaco; così d’esso fecero tune, si trattano questioni di geometria, di astronomia alcuni due diversi scrittori. Ma il Ximenes, che di lui e di astrologia e così fino a c. 94 r. ; il rimanente è in parla stesamente nel suo Vecchio e nuovo Gnomone, ne bianco. convince con incontroversibili documenti, che da' due Quale ulteriore prova dell'interesse presentato da svariati attributi è dinotata una sola persona. Sta poi il questo manoscritto, varrà ch’io mi v'intrattenga così Trattato in un codice Riccardiano ; e l'Accademico a chia­ come appresso. rirne della purità ed eleganza dello stile, e a ragguagliarne In un vecchio fascicolo deWAntologia (8) avevo no­ del bel modo, ond’è ordinata la copiosa materia, reca il tato un rapido accenno ad una lettura tenutasi all'Acca- sommario che Paolo scrisse e pose in testa deU’Gpera. demia della Crusca il giorno 9 settembre 1829 nella quale Chiude la prosa col ragionare di alcune di quelle voci era stato trattato dell’interesse linguistico di una impre­ di essa opera, onde può aver utile il Codice di nostra cisata opera di M" Paolo dell’Abbaco. La ricerca del te­ lingua. Dalle quali voci piace qui sceglierne tre, e sono sto relativo nell’archivio dell’Accademia non dette alcun queste : Pentagono, che nel Vocabolario è or senza esem­ resultato positivo; così non restava che passare, com’io pio, Biglione, che vale Argento di bassa lega, e che affatto feci, all'esame dei processi verbali contenuti nel libro, vi manca, sebben vocabolo d'uso, e già notato dal Redi ivi conservato, recante il titolo « Diario dal 1812 al 1829 ». coH’autorità appunto di questo scritto aritmetico nelle Nel verbale dell’adunanza di « Martedì mattina ven­ Mescolanze del Menagio ; e Quadrone, che pur vi si de­ ticinque Agosto [e non 9 settembre come si legge nel- sidera nel significato di pezzo quadro di terra cotta, in VAntologia] mille ottocento ventinove, a ore undici » tro­ che si adopera nell’arte edificatoria. ». vavo il passo (9) che a me premeva conoscere e che qui Quale sarà il codice Riccardiano cui allude l’accade­ di seguito riferisco integralmente : mico Celli senza precisare? Per una ormai profonda co­ t6 17 noscenza formatasi posso assicurare che trattasi proprio Non andandosi oltre l'ambito deH'aritmetica è facile di quello ora considerato. risalire alle ragioni dei procedimenti volta a volta sugge­ riti. Onde agevolare lo studioso in tale compito, piuttosto A chiusura del ragionamento attorno a questo og­ che esplicitare io stesso il ragionamento in termini mo­ getto, osserverò che già prima del Celli era stata consi­ derni, ho ritenuto miglior cosa il corredare questa edi­ derata una delle tre voci da lui mentovate ; infatti Egi­ zione di un vocabolarietto in cui vengano spiegati certi dio Menagio, nell'opera intitolata Le origini della lingua termini ormai caduti in disuso e in cui si diano oppor­ italiana (10), così scrive: tuni chiarimenti attorno a talune monete e misure di « BiGLiONE. Osservazione del S" Redi : Io ò sempre quel tempo. creduto, che questa voce sia nuovamente venuta di Spa­ Concludendo è opportuno avvertire che ancora per gna in Toscana, e che sia veramente Spagnuola. Vedi ’l agevolarne la lettura, ho riprodotto il testo, attenendomi Covarruvia alle voci villon, vellocino. E pure ell'è nostra strettamente alle lettere ivi esistenti, col provvedere a ri­ antichissima. Paolo Geometra, libro d’Abbaco, MS. ap­ costruire opportunamente le parole, a introdurre accenti presso di me (del quale Scrittore Fiorentino fa menzio­ ed apostrofi là dove fossero necessari e a fare uso di una ne il Boccaccio): Noi avemo di 4 maniere d'argento, e punteggiatura quale oggi è richiesta : i passi da me ag­ biglione basso. E appresso; in più luoghi. Ed avemo 48. giunti sono collocati in parentesi quadre. marchi di higliotìe basso, loqiiale a 194. di lega. Tanto il Sr. Redi. ». « Sapere adunche dovete che nella nostra città fu uno chiarissimo cittadino in ogni costume, il cui nome Tornando ad intrattenerci più propriamente sulle fu Paulo Dugumaro, 11 quale fu somamente dotto e fa­ Regoluzze, dirò, come il lettore avrà facilmente ad ac­ moso più che altro che ne' suoi dì per li uomini si sa­ corgersi, che vi si tratta di procedimenti pratici onde pesse in tre delle arti liberali : geometria, aricmetrica e ottenere « subito », come M“ Paolo usa dire talvolta, cioè astrologia; onde meritevolmente di sommo metarnatico in modo semplice e rapido, la risoluzione di tanti piccoli nome portava. Il quale a moltissimi, anzi a infiniti della quesiti offerti dalla contabilità pratica quotidiana e dalla nostra città fu in aricmetrica diligentissimo e famoso vita mercantile dei tempi suoi. maestro, rinovellatore di buone e utilissime regole e prin­ 18 19 cipiò a scorgere la nostra città alle utili e leggiadre re­ molte antichissime istore, quasi per lo tempo perite, a gole deiralgorismo, inaudito e morto per moltissimi se­ noi recitava e quelle dalli antichi suoi avere udite e aùte. coli inanzi. Il quale Paolo geometra, udendo da lui la sua Infralie quali una più notabile n’era e antica e di com­ orrigine, ma non solamente la sua ma della orriginale memorazione giustissimamente degna ; la quale per fug­ patria appieno usòe di dirci, e mostrarci come che ancora gire il nimico ozio e per a voi, conte, sadisfare e ubidire, giovanetto io fossi, pur quella a mente ritenni. Fue que­ come elli più volte la recitò, così non agiugnendo ridirla sto uomo singulare, nobile per sangue e non meno per a voi incedo. ». costumi e di generazione antichissima Dogumari nomi­ In questo modo, prima di passare a narrarla. Guido nata, della piacevole terra di Prato posto nel mezzo del di messer Tommaso spiega di avere appreso da Paolo la nostro richissimo e glorioso piano, rigato dall'utilissimo novella che, leggesi nel secondo libro del romanzo II Pa­ fiume di più vive fontane dell’alpi al piano trascorrendo radiso degli Alberti (il) composto attorno al 1389 da Gio­ Bisenzo, e all’arti liberali tutto si diede; come che suoi vanni di Gherardo concittadino di Paolo. anticessori valorosi in arme per molti secoli portassono Così, dopo aver mostrato i criteri e gli accorgimenti gloria, et singulare mente nel tempo che la velenosa rab­ seguiti nel presentarla alle stampe, invito lo studioso a bia delle mortifere parti di Guelfi e Ghibellini quasi tutta intraprendere la lettura di questa nuova edizione delle Italia vessaro, e finalmente militando sotto la condotta Regoluzze. e '1 magistrato del vostro conte Guido Guerra, duca e signore mirabile e di felice memoria a ogni felicissimo Gino Arrighi secolo, insieme con Carlo illustrissimo re il regno di Ci­ cilia, uccidendo in capo Manfredi, tutto presono e occu- paro sì e in tal modo che discacciati di loro terre, cac­ ciando i loro aversari per pregio d'arme, nelle loro pa­ trie felicemente tornaro; dove dai lietissimi popoli, che parte di Chiesa tenieno, riceùti con grande vettoria si furo, e così gloriosi nella loro patria con esilio perpetuo di parte imperiale e di loro aversari rimason vincenti. Perchè elli nato d’ordine militare e nella sua genealogia Lavoro eseguito nell'ambito del Gruppo di ricerca di tempo in tempo esservi istati uomini chiari e famosi. n. 25 del Comitato nazionale per la matematica del C.N.R. 20 21 alcuni « calendari perpetui » in codici medioevali in « Rendiconti dellTstituto Lombardo - Accademia di scienze e lettere », voi. 98 (1964); pp. 125-132. (7) Secondo la lezione del Codice Magliabechiano XI, 86 della Biblioteca Nazionale di Firenze. A cura e con introduzione di Gino Arrighi. Pisa, Domus Galilaeana, 1964. NOTE Alcune notizie biografiche, non sempre esatte, si trovano al recto della seconda carta di guardia, per mano più larda, del pre­ (1) Histoire des scieiices inalliéinaliqties en Italie, depuìs la sente codice Riccardiano; così: renaissance des letires jusqu'à la fin dii dix-septièine siècle Tome « Questo Paolo Geometra è il medesimo che Paolo dell’Abbaco, troisième. Paris, Jules Renouard el C.ie, 1840; pp. 296-301. e il suo Casato era de’ Ficozzi che facevano per Arme sei foglie (2) Regotuzze del M. Paolo dell’Abbaco celebre nuiteinatico di fico e avevano due Cappelle in S. Trinità allato all’Altare Mag­ del sec. XIV. Bologna, Tipi di G. Monti al Sole, 1857. A. Z. è Io giore con le loro Armi. Vedi il Sepulcrario antico e il Libro de' Zambrini. frati e il Poccianti. « Ne' Rogiti di Orsanmichele vi è il testamento di quello Paolo (3) Le reguluzze di Maestro Paolo uell'Aubaco celebre mate­ dell’Abbaco rogato da Ser Migi di Ser Giovanni di Tuccio 1366 e matico del sec. XIV. S’aggiunge una notizia bibliografica delle dice: Insignis et Clarissimae fame Vir Magnificus Paulus quondam Opere di lui. Prato, dalla Tipografia Guasti, MDCCCLX; in « Della Ser Pieri Populi Sancii Fridiani vulgariter appellatus Maestro Miscellanea pratese di cose inedite o rare antiche e moderne ». Paolo dell’Abbaco Aritmetriche, Geometrie et Astrologiae Magister. (4) Le regoluzze di Maestro Paolo dkll’Abhaco matematico del Fu de’ Priori nel 1363 per Quartier S. Spinto, Drago ». secolo XIV. Verona, H. F. Munster, 1883. (8) Tomo trigesimosesto. Ottobre - Novembre - Dicembre 1829, (5) « Calendari perpetui » in manoscritti medioevali della Bi­ p. 178. blioteca Riccardiana di Firenze in « Physis. Rivista intemazio­ (9) P. 670. nale di storia della scienza», voi. VI, fase. I, 1964; pp. 65-70. (10) In Parigi, Appresso Sebastiano Mabre-Cramoisi. M.DC.LXIX. (6) Op. cit. in (5); pp. 66-67. Pp. 970-971. Posso aggiungere quanto segue. Il Codice Magliabechiano XI, 85 della Biblioteca Nazionale di Firenze, alle cc. 7 r.-8 r., contiene (11) Ritrovi e ragionamenti del 1389. Romanzo di Giovanni da le Regltoluzze del Maestro Pagliolo astrolagìio in numero di tren- Prato dal codice autografo e anonimo della Riccardiana a cura tasette; a cc. 136 v. e 137 r. si trovano le «regoluzze» che qui di Alessandro Wesselofsky. Volume Secondo (Testo). Bologna, vanno coi numeri 50, 51 e 52 dopo di che riprende: « Or ti voglio presso Gaetano Romagnoli, 1867; pp. 99-101. mostrare il modo a .sapere ’n che dì entra ogni me.se che vogli sapere d'ogni tenpo. Parti gli an[n]i Domini in 4 perchè d’ogni 4 anni l'uno bisesta etc. ». Cui segue un esempio relativo al Di­ cembre 1425; manca qui la tavola circolare ma siamo dinanzi al problema che segue la tabelletta della « regoluzza » 52. Ancora sul medesimo oggetto vedi pure: Gino Arrighi, Di 22 23

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