Description:Vittorio Castelli è sposato da vent'anni con Anna, ma da tredici quasi non si parlano nonostante continuino a vivere insieme.
Non dovrebbe, quindi, essere più di tanto sorpreso quando lei gli dice che vuole il divorzio... e invece quella richiesta lo spiazza e lo obbliga a riconsiderare da capo la loro storia.
Anna frugò nella borsa e levò il mazzo di chiavi di casa posandole sul comò.
- Be'? Che fai? -
- Le chiavi. Non mi servono -
- Anna ti prego, non farlo. Io non so cosa ti passa per la testa, ma questa è casa tua e voglio, voglio!, che tu tenga le chiavi -
- Vittorio non... -
- Vai a vivere dove vuoi, non parlarmi più, odiami, fai quello che ti pare, ma tieni le chiavi di questa casa. Ti prego... potrei addirittura chiudermi fuori dopodomani. Non sono abituato a prendere le chiavi, perché quando rientro ci sei sempre tu... - ad aspettarmi. No, non ad aspettarmi, ma comunque ci sei.
Non era il caso di discutere, quindi Anna prese le chiavi e le rimise nella borsetta.
- Anche io potrei chiudermi fuori e non conosco ancora nessuno nel condominio. Va bene per te se lascio qui una copia delle mie? -
- Sì, certo – rispose lui.
Non riusciva nemmeno a guardarla.
Non la guardava da talmente tanto tempo e improvvisamente sentiva un desiderio spasmodico di imprimersi il suo viso negli occhi, di toccare il suo corpo, di prendere qualcosa da tenere per ricordo. Come faceva lei a essere così fredda?
Quando era diventata così spietata?
- Da quanto tempo ci pensi? - le chiese.
- A cosa? -
- A lasciarmi -
- Non stiamo più insieme da almeno tredici anni -
- Tredici anni un mese e sette giorni – precisò lui. Lei sgranò gli occhi. Era evidente che lui si riferiva all'ultima volta che erano stati a letto insieme. Arrossì.
- Non ti sto lasciando, sto ratificando uno status quo – disse lei ignorando la puntualizzazione.
- Sono io l'avvocato, Anna. Voglio sapere quando cazzo hai preso la decisione di andartene di casa – stava alzando la voce e non voleva. Erano anni che non alzavano la voce.
- L'ho deciso dopo la maturità di Chiara. Mi sono chiesta cosa avremmo fatto io e te e non mi è venuto in mente niente... assolutamente niente, siamo due estranei, due patetici estranei. Essere invisibile e trasparente è angosciante e io non potrei sopportarlo oltre... -
Essere invisibile e trasparente. Non sei mai stata trasparente e nemmeno invisibile.
So esattamente come sei anche se non ti guardo e non ti tocco da tredici anni un mese e sette giorni.
- E quanto questo ha a che fare con il tizio con cui vuoi uscire? -
- Non saprei. So che se resto qui non avrei il coraggio di tradirti. Non l'ho mai avuto... io non l'ho mai avuto -
Vittorio si passò le mani sul viso.
- Non siamo tanto vecchi – proseguì lei – possiamo trovare qualcun altro se ognuno di noi va per la sua strada... ho quarant'anni e tu quarantacinque... una mia collega della mia età è incinta del primo figlio -
- Non me ne frega un cazzo della vita sessuale delle tue colleghe! -