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Quell'unico amore PDF

166 Pages·2016·0.71 MB·Italian
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Johanna Lindsey QUELL'UNICO AMORE traduzione di Ilaria Mafferri Titolo originale dell'opera Love Only Once Traduzione di Ilaria Mafferri © 1985 by Johanna Lindsey © 2010 Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. © 2010 RBA Italia S.r.l. per la presente edizione Su licenza di Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. B-6842-2011 Trama Inghilterra, 1817. L'elegante e raffinata lady Regina Malory, dopo aver invano cercato un marito che piaccia a lei e ai suoi parenti, decide di affidare a loro la scelta. Ma proprio la sera che sta per comunicare questa sua decisione, viene rapita da Nicholas Eden, visconte di Montieth, che l'ha scambiata per la sua amante. Vicissitudini amorose sembrano aver definitivamente soffocato ogni emozione nell'orgoglioso nobiluomo, ma Regina riuscirà a far vacillare le sue certezze. 1 Londra, 1817 Le dita della mano sulla bottiglia del brandy erano lunghe e delicate. Selena Eddington era orgogliosa delle proprie mani. Le mostrava a ogni occasione, come stava facendo in quel momento. Decise di porgere la bottiglia a Nicholas invece di prendere il suo bicchiere e versarsi il liquore. Così, solo per farsi guardare da lui che se ne stava comodamente adagiato su di un elegante sofà blu. La luce del focolare acceso alle spalle di Selena faceva risaltare in modo molto provocante la sua figura, che si intravvedeva attraverso il tessuto leggero di mussola del vestito da sera. Persino un libertino di lungo corso come Nicholas Eden riusciva ancora ad apprezzare un bel corpo. Un grosso rubino le brillava alla mano sinistra. Era il suo anello di nozze. Lo portava ancora con un certo orgoglio, sebbene fosse vedova da due anni. Aveva altri rubini al collo, che forse non aggiungevano nulla alla bellezza del suo décolleté messo in risalto dalla profonda scollatura dell'abito in stile impero, lungo fino alle caviglie. Era un abito scuro, di un rosso intenso, che si intonava perfettamente sia ai rubini sia a Selena. «Mi stai ascoltando, Nicky?» Nicholas aveva un'aria assorta che la irritava e che lei aveva notato altre volte nell'ultimo periodo. Di sicuro non aveva sentito una parola di ciò che lei gli aveva detto, immerso com'era in pensieri che certo non la includevano. Non l'aveva nemmeno guardata quando gli aveva versato il brandy. «Onestamente, Nicky, non mi sento affatto lusingata dal tuo atteggiamento distratto, soprattutto considerato che ci troviamo in una stanza da soli.» Gli si risistemò davanti fino a che lui, finalmente, sollevò lo sguardo verso di lei. «Cosa succede, mia cara?» Gli occhi color nocciola di Selena lampeggiarono. Avrebbe volentieri sbattuto i piedi per terra, ma non voleva fargli capire fino a che punto fosse irritata. Come la provocava, quanto era indifferente e... impossibile! Se solo non fosse stato un così buon partito! Stando attenta al proprio comportamento, con voce calma, disse: «Il ballo, Nicky. Continuo a parlartene, ma tu non mi presti alcuna attenzione. Se preferisci posso cambiare argomento, però mi devi promettere che domani sera mi verrai a prendere in orario». «Quale ballo?» Selena rimase senza fiato, sinceramente sorpresa. Lui non stava fingendo, non era un atteggiamento da snob. Quell'uomo non sapeva davvero di cosa lei stesse parlando. «Non provocarmi, Nicky. Il ballo degli Shepford. Sai con quanta trepidazione lo sto aspettando.» «Ah, sì» fece lui secco. «Il ballo che farà sfigurare tutti gli altri, e siamo solo all'inizio della Stagione.» Selena finse di non essersi accorta del suo tono. «Sai anche quanto io abbia atteso un invito ai ricevimenti della duchessa di Shepford. Questo dovrebbe essere il più fastoso tra quelli degli ultimi anni. Ci saranno tutte le persone che contano.» «E allora?» Selena cercò di calmarsi. «E allora morirò, se arriverò anche solo leggermente in ritardo.» Le labbra di lui si piegarono in un sorrisetto ironico che le era ormai familiare. «Muori un po' troppo spesso, mia cara. Non dovresti prendere la vita mondana così seriamente.» «Dovrei essere come te?» Si sarebbe subito rimangiata quelle parole, se solo avesse potuto. Era sul punto di perdere il controllo e sarebbe stato un disastro. Sapeva quanto lui deplorasse ogni eccesso d'ira da parte di chiunque, anche se poi era lui stesso il primo a adirarsi, e quando accadeva diventava piuttosto sgradevole. Nicholas scrollò le spalle. «Chiamami pure eccentrico, cara, ma sono uno dei pochi a cui non importa proprio un accidente di niente e di nessuno.» Quant'era vero. Lui non si curava di nessuno e arrivava a insultare chiunque. Stringeva anche amicizia molto liberamente, persino con individui che di solito venivano snobbati in società. Inoltre non era mai compiacente con nessuno. Era davvero arrogante, proprio come la gente lo descriveva. Ma quando voleva, poteva anche essere incredibilmente affascinante. Selena riuscì comunque a tenere i nervi saldi. «A ogni modo, Nicky, mi avevi promesso di accompagnarmi al ballo degli Shepford.» «Davvero?» biascicò. «Sì, l'hai fatto» riuscì a rispondere tranquilla. «E ora mi prometterai che non verrai in ritardo, vero?» Lui scrollò nuovamente le spalle. «Come posso prometterti una cosa del genere, mia cara? Non posso prevedere il futuro. Chi può sapere che domani non succeda qualcosa che mi faccia arrivare in ritardo?» Per poco Selena non urlò. Niente avrebbe potuto farlo ritardare se non la sua perfida indifferenza, entrambi lo sapevano. La situazione non era più tollerabile. Perciò Selena prese una rapida decisione e con noncuranza disse: «Molto bene, Nicky. Poiché il ballo è davvero importante per me e non posso dipendere da te, mi troverò un altro accompagnatore e manterrò la speranza che tu, alla fine, voglia presentarti alla festa.» Nicholas, a quel punto, decise che avrebbe assecondato il suo gioco. «Con così poco preavviso?» chiese. «Dubiti che ci riesca?» lo sfidò Selena. Lui sorrise e la guardò intenzionalmente con deciso apprezzamento. «No, in realtà non ho alcun dubbio. Credo infatti che tu non avrai nessun problema a rimpiazzarmi.» Selena gli diede le spalle prima che lui potesse notare quanto quelle parole l'avevano colpita. Si trattava forse di un avvertimento? Oh, quanto era sicuro di se stesso. Gli sarebbe servito di lezione se si fosse decisa a rompere la loro relazione. Nessuna delle sue amanti lo aveva mai fatto. Era sempre stato lui a chiudere una storia. Aveva sempre deciso lui. Come avrebbe reagito se invece fosse stata lei a liberarsene? Lo avrebbe fatto infuriare? Quella scelta meritava una seria considerazione. Nicholas Eden si sistemò ancora più comodamente sul sofà. Osservò Selena mentre prendeva il suo bicchiere di brandy e si adagiava sul grosso tappeto di pelliccia di fronte al fuoco, volgendogli le spalle. Fece una smorfia, sardonico. Com'era invitante quella posa, e lei questo lo sapeva. Selena sapeva sempre, con precisione, ciò che faceva. Si trovavano nella residenza cittadina della sua amica Marie. Dopo aver goduto di una cena raffinata con lei e il suo amante del momento, avevano giocato a whist per un'ora circa e si erano infine appartati in quell'intimo salottino. Marie e il suo ardente gentiluomo si erano a loro volta ritirati in una stanza al piano superiore, lasciandoli soli. Quante altre notti avevano passato in quel modo? L'unica costante di quegli incontri era che la contessa aveva un amante nuovo ogni volta. Quando suo marito, il conte, era fuori città, le piaceva vivere pericolosamente. A ogni modo, c'era qualcosa di diverso quella notte. L'atmosfera nella stanza era romantica come al solito, il fuoco acceso, una lampada che emanava una luce soffusa in un angolo, del buon brandy, i domestici discretamente ritirati nelle loro stanze, Selena seduttiva come sempre... Ma quella sera Nicholas era annoiato. Semplice: non aveva alcun desiderio di raggiungere Selena su quel tappeto. Da qualche tempo sapeva che stava perdendo interesse per lei. Il fatto che non avesse particolarmente voglia di fare l'amore con lei confermava la sua sensazione di dover chiudere la loro relazione. La loro liaison era durata più a lungo delle sue precedenti: quasi tre mesi. Forse era quella la ragione per la quale ora si sentiva pronto a troncare, nonostante non avesse trovato nessuna che potesse prendere il suo posto. In quel momento non era interessato a corteggiare nessun'altra. Selena, con la sua bellezza, offuscava ogni altra signora di sua conoscenza, a eccezione di quelle poche originali, innamorate dei propri mariti e perciò poco disponibili a subire il suo fascino. Oh, ma il suo territorio di caccia non si limitava alle signore sposate stanche dei loro consorti, no davvero. Nicholas non aveva scrupoli nemmeno nei confronti delle dolci, innocenti fanciulle che partecipavano per la prima o la seconda volta alle feste del bel mondo. Se quelle tenere e giovani donne erano pronte a soccombere, allora non erano al sicuro con Nicholas Eden. Nel caso in cui non vedessero l'ora di essere sedotte, lui le avrebbe accontentate frequentandole fino a quando la notizia del fattaccio non fosse giunta alle orecchie dei genitori delle poverine. Quelli erano i suoi intrecci amorosi più brevi, certo, ma anche i più stimolanti. Durante la sua scatenata gioventù si era goduto tre vergini. Una, la figlia di un duca, era stata fatta sposare in tutta fretta a un cugino di secondo grado o a qualche altro fortunato gentiluomo. Le altre due, allo stesso modo, erano state fatte sposare prima che lo scandalo potesse scoppiare del tutto. La cosa non aveva impedito ai pettegoli di parlarne per giorni. Ma senza una sfida lanciata direttamente dalle famiglie infuriate, quegli episodi erano rimasti solo pettegolezzi e niente di più. La verità era che i padri in questione avevano avuto paura di sfidarlo a duello, perché lui, a quell'epoca, aveva già vinto in duello contro due mariti inferociti. Nicholas non era orgoglioso di aver defiorato tre innocenti, né di aver ferito due uomini il cui unico errore era stato quello di avere mogli promiscue. Al contempo non si sentiva affatto in colpa. Se quelle debuttanti erano state tanto sprovvedute da darsi a lui senza una promessa di matrimonio, be', peggio per loro. E le mogli di quei nobili gentiluomini sapevano esattamente ciò che facevano. Di Nicholas si diceva che non si curasse molto di chi veniva ferito in questa ricerca del piacere. Forse era vero, forse no. Nessuno conosceva Nicholas abbastanza da poterlo affermare con sicurezza. Lui stesso non sapeva bene perché si comportasse in quel modo. In ogni caso pagava il peso della sua reputazione. I padri che avevano dei titoli nobiliari superiori al suo non lo prendevano minimamente in considerazione per le loro figlie. Solo chi era molto coraggioso e alla ricerca di un marito ricco valutava il nome di Nicholas. Del resto lui non voleva una moglie. Da tempo sentiva di non avere il diritto di proporsi a una giovane donna di un certo nome e lignaggio. Pensava che non si sarebbe mai sposato. Ma nessuno sapeva per quale motivo il visconte di Montieth fosse rassegnato a una vita da scapolo, perciò molte signore ancora speranzose cercavano di farlo capitolare. Lady Selena Eddington era una di quelle. Si premurava di non darlo a vedere, ma lui sapeva quando una donna puntava al suo titolo. Sposata per la prima volta a un barone, ora voleva qualcosa di più. Era eccezionalmente bella, con capelli corti, neri e ricci che le incorniciavano l'ovale perfetto del viso, come dettava la moda del tempo. La sua pelle ambrata faceva risaltare gli occhi espressivi color nocciola. Ventiquattro anni, divertente, seducente, era una donna amabile. Non era certo colpa sua se il desiderio di Nicholas verso di lei si era raffreddato. Nessuna donna era mai riuscita a farlo bruciare d'ardore a lungo, così s'aspettava che anche quell'avventura svanisse. Accadeva sempre. Lo sorprendeva la propria risolutezza a chiudere prima di aver intravisto una nuova conquista. Quella decisione l'avrebbe costretto a frequentare il bel mondo per un po', almeno fino a quando qualche altra donna non avesse catturato la sua attenzione, e Nicholas detestava doverlo fare. Forse, invece, il ballo dell'indomani sarebbe stato proprio quello di cui aveva bisogno. Ci sarebbero state dozzine di nuove giovani donne, poiché la Stagione era appena iniziata. Nicholas sospirò. A ventisette anni, di cui gli ultimi sette all'insegna della lussuria, aveva perso gusto per le giovani fanciulle innocenti. Decise, perciò, che non avrebbe chiuso con Selena quella notte, perché lei era già offesa con lui e lo avrebbe investito con tutta la rabbia di cui sospettava fosse capace. Doveva evitarlo. Non sopportava le scenate, perché lui stesso aveva una natura fin troppo passionale. Nessuna donna resisteva impassibile di fronte alla sua ira. Si scioglievano tutte in lacrime e ciò era deplorevole. No, glielo avrebbe detto l'indomani, al ballo. Lei non avrebbe osato protestare in pubblico. Selena, intanto, mentre teneva il bicchiere di cristallo con il brandy in alto davanti a sé verso la luce del focolare, si stupiva di come quel liquido color ambra fosse della stessa esatta tonalità di colore degli occhi di Nicholas quando era di un determinato umore. I suoi occhi erano stati di quel colore dorato come il miele quando aveva cominciato a corteggiarla, ma lo erano anche quando era annoiato o compiaciuto per qualcosa. Quando invece era calmo o indifferente perché niente di particolare lo animava, i suoi occhi erano di un colore diverso, più marrone-rossiccio, quasi come il rame appena lucidato. Erano inquietanti. Quello sguardo era reso ancor più intenso dalla pelle scura e da ciglia straordinariamente lunghe. Il suo colorito, già naturalmente olivastro, era aumentato dall'abbronzatura per l'esposizione al sole. Ciò che gli evitava di apparire sinistro era il castano dei suoi capelli ondulati, con ciocche più chiare, dorate, spettinato ad arte, così come dettava la moda. Era assolutamente insopportabile che fosse così bello da far battere il cuore, a prima vista, a qualunque ragazza. Lei ne era stata testimone molte volte. Le giovani donne diventavano delle sciocche tutte risolini in sua presenza. Quelle più mature, invece, gli lanciavano, attraverso sguardi impudenti, chiari inviti. Nessuna sorpresa, dunque, che lui fosse così difficile da trattare. Le donne avevano iniziato a gettarsi ai suoi piedi fin da quando era ancora giovane. E non era solo il suo bel viso a mandarle in estasi. Se solo fosse stato almeno basso o grassoccio, pensò Selena, il suo fascino non sarebbe stato così totale e devastante. Invece no, la moda corrente dei pantaloni aderenti come una seconda pelle e delle giacche corte in vita sembrava fatta apposta per lui. Il suo corpo era superbo: muscoloso ma anche snello, alto ma aggraziato, il corpo di un atleta. Se solo non fosse stato com'era. Allora il cuore di Selena non avrebbe sussultato ogni volta che lui la guardava con quegli occhi. Era determinata a condurlo all'altare, non solo perché era l'uomo più bello che avesse mai visto, ma anche perché era il quarto visconte Eden di Montieth, con un patrimonio pari al suo titolo. Era fatto per essere accalappiato e lui ne era ben arrogantemente consapevole. Come avrebbe potuto convincerlo a chiederla in sposa? Doveva pur esserci un modo, poiché ormai era dolorosamente ovvio che lui stesse perdendo interesse per lei. Cosa avrebbe potuto fare lei per riaccendere la fiamma della passione? Cavalcare nuda per Hyde Park? Partecipare a quei Black Sabbath che si sussurrava fossero solo scuse per delle orge? Comportarsi in maniera ancor più scandalosa di quanto facesse lui? Avrebbe potuto irrompere da Whites o da Brooks. Ecco cosa lo avrebbe potuto lasciare stupefatto. Nessuna donna, in nessuna circostanza, era ammessa in quei circoli maschili. O forse avrebbe potuto iniziare a ignorarlo. O persino... Santi numi, certo, si sarebbe potuta disfare di lui per un altro uomo. Ne sarebbe morto! Non avrebbe accettato un simile colpo alla sua vanità. Avrebbe scatenato la sua ira e la sua gelosia e così, finalmente, si sarebbe affrettato a chiederle di sposarlo! Selena si sentiva eccitata pensando a quella prospettiva. Avrebbe funzionato. Doveva funzionare. A ogni modo non aveva altra scelta se non quella di provare. Se non avesse funzionato, non avrebbe perso nulla, visto che lui si stava già allontanando. Si volse per guardarlo e lo trovò disteso sul sofà, stivali compresi, e le mani dietro la testa. Addormentato! Ottimo! Non ricordava di essere mai stata così insultata. Nemmeno quello che era stato suo marito per due anni si era mai addormentato in sua presenza. Sì, era proprio necessario adottare misure per quella situazione disperata. «Nicholas?» disse il suo nome come in un sussurro e lui le rispose subito. Almeno non era profondamente addormentato. «Nicholas, ho riflettuto a lungo sulla nostra relazione.» «Ah, davvero, Selena?» Ebbe un attimo di esitazione nell'udire il tono annoiato della sua voce. «Sì» continuò coraggiosa. «E sono giunta a una conclusione. A causa dello scarso... affetto che manifesti nei miei confronti... credo che sarei più apprezzata da qualcun altro.» «Su questo non v'è dubbio.» Si accigliò. Lui la stava prendendo tremendamente bene. «Dunque, ho avuto diverse proposte ultimamente e ho deciso» fece una pausa prima di lasciarsi andare a una bugia, poi chiuse gli occhi e sbottò: «ho deciso di accettarne una.» Aspettò diversi istanti prima di riaprire gli occhi. Nicholas non si era mosso di un centimetro e ci volle un minuto intero perché finalmente lo facesse. Si sedette lentamente e la fissò. Lei trattenne il respiro. La sua espressione era imperscrutabile. Prese il suo bicchiere ormai vuoto dal tavolo e lo porse a lei. «Potresti versarmene ancora, mia cara?» «Sì, certo.» Scattò alla sua richiesta senza nemmeno pensare a quanto fosse autocratico da parte sua aspettarsi che lei attendesse i suoi comodi. «Chi è il fortunato?» Selena iniziò a versare facendo cadere del brandy sul tavolo. La sua voce era un po' dura o forse era solo la sua immaginazione? «Lui vorrebbe che la nostra storia rimanesse privata, perciò capirai se non te lo dico.» «È sposato?» Nervosamente lei gli porse il bicchiere colmo. «No. Infatti ho buone ragioni di credere che verranno grandi cose da questa relazione. Come ho detto, vuole semplicemente un po' di discrezione, per ora.» Capì subito di aver preso la strada sbagliata. Anche lei e Nicholas erano stati attenti, non avevano mai fatto l'amore nella sua casa per via della servitù, sebbene lui fosse andato più volte a prenderla, e non avevano mai usato la casa di lui a Park Lane. Ciononostante tutti sapevano che lei era la sua amante. Ma bastava essere viste per tre volte consecutivamente al fianco di Nicholas Eden perché lo si dicesse. «Non chiedermi di tradire la sua fiducia, Nicky» disse con un sorriso affettato. «Saprai presto di chi si tratta.» «E allora, di grazia, perché non dirmelo ora?» Sapeva che lei stava mentendo? Sì, lo sapeva. Il suo comportamento ne era la prova. E, del resto, chi diavolo avrebbe potuto

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