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QualeStoria n. 1 2011 PDF

2011·0.68 MB·Italian
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comitato di redazione: Tullia Catalan, Franco Cecotti, Patrick Karlsen, Giulio Mellinato, Raoul Pupo, Monica Rebeschini,FabioTodero,MartaVerginella direttore:TristanoMatta responsabile:GallianoFogar redattore:FabioTodero direzione,redazioneeamministrazione: IstitutoregionaleperlastoriadelmovimentodiliberazionenelFriuliVeneziaGiulia 34136Trieste,SalitadiGretta38-telefax(040)44004 http://www.irsml.it Larivistanons’intendeimpegnatadalleinterpretazionieveduteespressedaarticolienotefirmatiosiglati.Nonsi restituisconoimanoscrittianchesepubblicati.Èvietatoriprodurreintuttooinpartegliarticolisenzacitarnelafonte. Gli articoli pubblicati nella rivista «Qualestoria», nella sezione Studi e ricerche sono sottoposti a procedure di peer-review.Gliautorisonopertantoinvitatianoninserireneitestiriferimentidiretticheneconsentanol’identifica- zione. Incopertina:¡Nopasáran!(Nonpasseranno),manifesto,1936(daImmagininemiche.LaGuerracivilespagnolaelesue rappresentazioni,1936-1939,IBC,Ed.Compositori,Bologna1999) QUALESTORIA-BOLLETTINODELL’ISTITUTOREGIONALEPERLASTORIADELMOVIMENTODI LIBERAZIONENELFRIULIVENEZIAGIULIA periodicosemestrale N.S.annoXXXIX,n.1,giugno2011 iscrizionealROCn.16557del29.06.2000 quotediabbonamentoperil2008: ordinario30Euro;sostenitore60Euro;perl’estero41,5Euro. Costodiquestonumero15Euro;arretratiildoppio. Iversamentivannoeffettuatisu: -c.c.p.12692349intestatoaIstitutoregionaleperlastoriadelmovimentodiliberazionenelFriuliVeneziaGiulia -BANCOPOSTA IT/48/H/07601/02200/000012692349 -UniCreditBancaIT/90/Z/02008/02230/000005469067 PosteitalianeS.p.A.–Spedizioneinabbonamentopostale–70%–DCBTrieste Sommario LaGuerracivilespagnolael’EuropadeglianniTrenta MarcoPuppini,ClaudioVenza Introduzione 5 StudieRicerche NicolaRevelant «Sono Jacchia e voglio andare a Ma- drid». La vita di Pietro Giusto Jacchia (1884-1937) 11 AvgustLe{nik La Guerra civile spagnola (1936-1939) nellastoriografiajugoslava/slovena 29 AdrianaPetronio La stampa cattolica europea e gli inizi dellaGuerracivile spagnola:la propo- sta pacifista di «Der deutsche Weg», «Sept»,«Blackfriars» 55 Documentieproblemi MartaIva{i~ La «Riflessione sulla Spagna» di Ed- vard Kocbek nella Slovenia del 1937: ungestochesirivelòdigrandeportata 83 EdvardKocbek RiflessionesullaSpagna 103 Notecritiche J. Earle, Il prezzo del patriottismo. SOE a MI6 al confine italo-sloveno durantelaSecondaGuerraMondiale,Tergestegrafica&stampa,Muggia 2008(M.Rossi) 123 «Quanplovienbombes»:Barcellonabombardatainunamostraitinerante (F.Cecotti) 127 Schede Siparladi:J.Ho~evar,Slovenciv[panskiDr‘avlianskiVojni(Glisloveni nella Guerra civile spagnola), NOB (Narodno Osvobodilno Boj), Koper 2010 (C. Venza); D. Dukovski, Povijest Pule, Deterministi~ki kaos i jaha~i Apokalipse(StoriadiPola.Ilcaosdeterministicoeicavalieridell’Apoca- lisse),NovaIstra,Pula2011,pp.493(M.Orli}) 131 135 Gliautoridiquestonumero «Qualestoria»n.1− giugno2011 Introduzione diMarcoPuppini,ClaudioVenza SettantacinqueannifaungolpemilitareattaccòlaSecondarepubblicaelasocietà spagnola progressista e rivoluzionaria. Esso era diretto a bloccare un potente movi- mentodirinnovamentoche,invarieforme,cercavadigettarelebasiperunaSpagna liberatadagliangosciantiproblemiereditatidalpassato.Questieranonoti:lariforma agraria per superare il latifondismo immobilista, il riconoscimento delle autonomie basca e catalana, l’impulso all’istruzione pubblica per sconfiggere l’analfabetismo, la limitazionedeipoteridell’apparatomilitare,laseparazioneeffettivadelloStatodauna Chiesa cattolica privilegiata, il riconoscimento del ruolo fondamentale dei sindacati operaiealtroancora. La risposta al golpe dei generali, tra i quali Francisco Franco doveva ancora emergere come il Jefe indiscutibile, sorprese i militari ribelli al governo repubblicano chesiaspettavanopocopiùdiunapasseggiata.Leorganizzazionisindacalisoprattutto, la CNT (Confederación Nacional del Trabajo) libertaria e la UGT (Unión General de Trabajadores) socialista,insieme a reparti lealisti bloccarono le truppe insorte e dife- sero efficacemente i principali centri urbani: da Madrid a Barcellona, da Valencia a Bilbao. Iniziò in questo modo la guerra civile che lacerò il tessuto umano spagnoloe portò, dopo quasi tre anni di sofferenze, al trionfo del Jefe sostenuto dagli appoggi massiccidiHitlerediMussolini.Franco,ingravedifficoltà,chieseaiutoallaGermania nazista e all’Italia fascista. Nel giro di pochi giorni uno scontro sorto dai gravi attriti interni tra reazionari e rivoluzionari si trasformò in un conflitto che coinvolse le potenzepiùimportantidelloscenariomondiale.L’internazionalizzazionedellaconte- sa sarà tra le ragioni per le quali l’interesse storico e culturale per la Spagna del 1936-1939nonèmaicessato. Questonumerodi«Qualestoria»siinserisceneglistudichetuttorastannometten- doafuocoinodicentralieisignificatiprofondi,anchealivellodiopinionepubblicae di memoria storica, dell’evento più cruciale dellastoria europea degli anni Trenta. E inquestepaginesivuoleconcretizzareun’analisichesisviluppainambitigeograficia noivicini. Il18luglio1936,quandoscoppialarivoltamilitarecontrolaRepubblicaspagnola, l’Europacentraleedorientaleavevaconosciutounperiodomoltotravagliatodelquale non si vedeva ancora la tragica fine. Lo sconvolgimento portato dalla Prima guerra mondiale era alle origini di questo percorso. La guerra aveva causato il crollo di tre imperi (l’austroungarico, lo zarista e l’ottomano), la nascita di nuovi Stati come la monarchia jugoslava, confinante direttamente con l’Italia e l’Ungheria, oltre che la Cecoslovacchia e laPolonia.Inoltre era sortal’UnioneSovietica,fruttodellaRivolu- 6 Marco Puppini, Claudio Venza zione d’ottobre.I trattati di pace avevano penalizzato notevolmente lepotenze scon- fitte,inprimisAustriaeGermania.Gliequilibrieranoormaicambiati.InuoviStati,o i vecchi ridimensionati e penalizzati, si erano sentiti minacciati, mentre avevano iniziato a diffondere miti ed ad adottare politiche fortementenazionalisteper creare lebasidiconsensointerno. La crisi economica internazionale, iniziata nel 1929,aveva accentuato il crollodel sistema politico. In buona parte di questi Paesi si erano affermati regimi autoritari e dittatoriali,sprezzantideivaloridemocraticieprontiadunarepressionesulargascala degli oppositori interni, regimi chiusi ed aggressivi all’esterno, con una esasperata retoricadellapatria,delsangueedelsuolo.Questivalorisicollocavanoall’oppostodei progetti di convivenza multinazionale che pure avevano coinvolto le popolazioni residenti in questi territori prima del 1914. Nel contempo, organizzazioni sindacali, socialiste, libertarie, di forte tradizione e radicamento, cresciute nella pratica della collaborazioneedell’unionedioperaididiversenazionalità,segnatedauninternazio- nalismononsoloculturalemacostruitonell’attivitàquotidianaall’internodeicantieri, dellefabbriche,deiporti,eranoandateingravecrisisottoicolpidellarepressionema anche della diffusione con tutti i mezzi, ad opera dei nuovi ceti dirigenti, delle idee nazionalisteedantidemocratiche. Così,inGermaniainpochianniilpiùfortemovimentosocialdemocraticod’Europa eracrollatonelconflittoconilmovimentoeilregimenazista:Hitlererasalitoalpotere nel1933edavevasubitodecretatolamessafuorileggedituttiipartitiadesclusionedel nazionalsocialista. Era seguito un concordato con la Chiesa cattolica e un plebiscito che gli aveva assicurato la maggioranza assoluta. L’Austria, privata del suo Impero e di molte risorse, aveva conosciuto dalla fine della guerra una storia travagliata e complessadidittaturemilitarisostenutedalleforzeedallegerarchiecattoliche.Can- celliereerastatoelettoIgnazioSeipel,unecclesiasticodecisamenteconservatore:il15 luglio 1927 una manifestazione di operai viennesi era finita repressa nel sangue con un’ottantinadimorti.Nelmarzo1933ilcancelliereEngelbertDollfuß,salitoalpotere il 20 maggio 1932, aveva sospeso il parlamento e creato i presupposti per un regime dittatoriale; venivano anche aperti i primi campi di concentramento riservati agli oppositori. La rivolta degli Schutzbund socialisti, militanti dediti all’autodifesa, del febbraio1934neiquartierioperaidiViennaerastataduramenterepressacostringen- do gli attivisti in carcere o all’esilio, ma il 25 luglio del 1934 lo stesso Dollfuß veniva ucciso durante un tentato colpo di mano di circoli nazisti, sempre più aggressivi e foraggiatidallaGermania.ErasalitoalpotereilcancelliereKurtvonSchushniggche aveva creato una dittatura formalmente basata su valori cattolici. Infine nel 1938 avverràl’AnschlußallaGermanianazista. Eancora:inPolonia,altronuovoStatonato alla fine della guerra, nel 1926 il generale Josef Pilsudski aveva creato un regime autoritario militare e in Ungheria analoga operazione era stata realizzata dall’ammi- raglioMiklosHorthy. Anche in Paesi in cui il regime democratico non era ancora stato formalmente Introduzione 7 abolito,leforze,organizzazionieideedelladestraestremaavevanoacquistatosempre maggioreinfluenza.InJugoslavia,nel1929,ilreAlessandroavevaimpostounregime centralistaedautoritario,maerastatoassassinatonel1934dagruppiultranazionalisti croati,gliustaša,addestratieforaggiatidalfascismoitaliano.InRomanialamonarchia avevafavoritoilmovimentofilofascistadelleGuardiediferro.InBulgaria,Alexander Cankov,cheavevaspodestatoeuccisonel1923l’alloracapodelgovernoepresidente del Partito agrario Alexander Stambolijskj, si era avvicinato sempre più al partito nazistatedescoarrivandoafondareunpropriomovimentonazionalsocialistabulgaro. Nell’Europacentro-orientale,cheerastatapersecoliluogodiconvivenzaediscambi, sieranoaffermatiunpo’dovunquemovimentiautoritariedultranazionalisti. Lo scoppio della guerra civile in Spagna, il «miracolo» della resistenza che le spontaneemilizieoperaieecontadine,epoil’Ejercitopopular,stavanoopponendoalle forzearmatefranchiste,hapertantoconseguenzeedeffettineimovimentiantifascisti favorendolarinascitadellasperanzanelfuturoeuropeo.Inparticolareciòsinotanegli ambienti popolari e tra gli intellettuali e i gruppi democratici e rivoluzionari, in gran parte ormai esuli, che avevano vissuto la crisi profonda dei regimi centro-europei. Inoltre, all’antifascismo italiano, sconfitto e sradicato dal contesto nazionale, si pro- spetta una ripresa dell’iniziativa dopo le illusioni, e le cocenti delusioni, per gli esiti dellaguerrad’Etiopiadel1935,eventochenelleprevisioniottimistichedovevaportare auncrollodelregimemussolinianoecheavevaprovocatoinveceunsuorafforzamen- to. Verso la fine di luglio era già evidente che la Germania nazista e l’Italia fascista stavano inviando grandi quantità di armi, e poi anche di combattenti, ai militari spagnoli fornendo quindi un aiuto prezioso e determinante ai golpisti. La guerra spagnolanonerapiùunfattointernoaquellanazione,mastavadiventandoilcampo dibattagliaediespansionedelledestreeuropee. Lacaratterizzazionedelfranchismocome«crociata»,comelottacontrolaSpagna atea, massonica e comunista, legittimata dallo stesso episcopato spagnolo con la «Lettera collettiva» del luglio 1937, obbliga alcuni pensatori cattolici a riflessioni dolorose ed indipendenti, che li portano ad assumere posizioni autonome rispetto a quelle ufficiali. Si tratta di analisi e schieramenti in quel momento minoritari. Forse proprioperquestorisultainteressanterecuperareeapprofondireunasortadidissenso dalledecisionideiverticiistituzionaliecclesiastici. È ciò che abbiamo inteso realizzare in queste pagine di «Qualestoria», dando notevolespazioall’accesodibattitosuscitatodaundocumentochefecegrandescalpo- re, in Slovenia e non solo, nell’aprile del 1937, la Riflessione sulla Spagna di Edvard Kocbek. Siamo orgogliosi di poter mettere a disposizione degli studiosi e di tutti gli interessatil’interodocumento,quitradottoinitalianoperlaprimavolta.MartaIvašic, traduttrice e autricedi un lavoro sultema,esamina il contestopolitico e intellettuale incuiquestoscrittoscoppiòcomeunabombadaglieffettidevastanti.Leasprereazioni aKocbek–all’epocaesponentedipuntadelpensierocattolicoinSloveniaeconmolte relazioni e simpatie col cattolicesimo progressista francese della rivista «Esprit» –, 8 Marco Puppini, Claudio Venza rifiutavanol’interpretazionedelpensatoreslovenosulcarattereinfindeicontianticat- tolicodelfascismoegiungevanofinoallariesumazionedellaclassicaevetustaaccusa di protestantesimo mescolato a presunte simpatie filocomuniste. Tra l’altro questo scrittodiKocbekmanifestòlasuasensibilitàversolequestionidellagiustiziasocialee dell’urgenzadellalottaapertaalfascismo,duemotivicheloporterannopoiadaderire nell’autunno del 1941 al Fronte di liberazione sloveno e a partecipare al suo vertice politico quale rappresentante dei Socialisti cristiani. La collaborazione intensa e ri- schiosa con la lotta partigiana e con i comunisti, che in essa svolgevano un ruolo egemonico,troveràpoiunasortadiripensamentonell’immediatodopoguerraquando sembravano risolte le questioni sociali con la sconfitta del fascismo. Il suo spirito alquanto originale e indipendente lo porterà a differenziarsi e a criticare le pesanti repressionicontroicollaborazionistideglioccupantifascistienazistimesseinpratica dai partigiani vincitori su ordine dei loro dirigenti politici e militari. Si potrebbe supporrechel’esperienzadel1937,conlasuacoraggiosa«eresia»,incoerenzaconuno spiritoumanitarioeantidittatoriale,siaripropostaunadecinadiannidopo,siapurein uncontestocompletamentediverso. I dibattiti tra cattolici sulla Guerra civile spagnola coinvolgono evidentemente anchealtriambientinazionalieprovocanodivergenzeecontroversie.Inquestonume- rodi«Qualestoria»ospitiamounsaggiodiAdrianaPetroniochefalucesuunaspetto poconotodelconfrontointernoalmondocattolico:quelloditreimportantiriviste.La prima («Der deutsche Weg») è redatta da tedeschi esiliati in Olanda, la seconda («Sept») è prodotta in Francia, la terza («Blackfriars») è inglese ma ospita rilevanti interventi di Luigi Sturzo. Questo studio individua varie fasi nell’evoluzione delle testatequiconsiderate:nelleprimesettimanedell’estate1936siritrovalacondannadi tutteleforzedittatorialieanticattoliche,adesempioicomunistieinazistiinGermania eglianticlericalieigolpistiinSpagna.Successivamentelerivistecitatesicollocano,sia pureconsfumature,nelloschieramentochenonlasciamarginididubbiosullagiustez- zadellaCruzada.Sonodeterminantiinquestocambiamentodiprospettivaedianalisi alcuni documenti ufficiali della Chiesa cattolica. Dalle lettere di alcuni vescovi, dell’agosto 1936, delle città occupate dall’esercito ribelle alla Repubblica fino al determinante discorso di Pio XI, nel settembre, ai pellegrini spagnoli ricevuti in udienza pubblica a Roma. L’iniziale relativa equidistanza fra le due parti spagnole consistevanelcondannaresialeviolenzeanticlericalidei«rossi»sialestrumentalizza- zionidei«nazionali»chegiustificavanoleuccisioniinnomedelladifesadelcattolice- simo. Le timide simpatie verso le ragioni dei repubblicani, rivolte logicamente più al popolocheaidirigenti,siesaurisconoperciònelvolgeredialcunesettimanepurdando testimonianzadiunnonautomaticoeimmediatoappiattimentofilo-golpista. Lo scoppio della guerra spagnola ha inoltre come conseguenza la crescita di un movimento di volontari che si mobilitano per combattere Franco. Esso sorge tra le migliaia di operai e militanti dei vecchi movimenti sindacali e politici che erano stati costrettiall’esilio,oavevanosoffertolarepressioneneiloroPaesi.Ilnumeromaggiore Introduzione 9 di volontari che si arruolano nelle Brigate internazionali, ad esclusione dei francesi, vienepropriodaiPaesidell’Europacentrale(Germania,Polonia)emeridionale(Ita- lia)cadutisottoregimidittatoriali.Inrapportoallapopolazione,austriaciejugoslavi, che accorrono in Spagna dal Canada e dalle Americhe, forniscono un apporto assai significativo. Si tratta di militanti di lunga data, ma anche di giovani che si erano formatineldifficileambientedell’emigrazione. Nellepaginediquestonumerodellarivistasirecuperaancheilcasosingolarediun volontarioantifascistatriestino,quellodiPietroJacchiacheterminalapropriaesisten- za complessa e contraddittoria in terra spagnola. Come ricorda Nicola Revelant, a pochesettimanedalgolpedel17-18luglio1936iltriestinoaccorreaBarcellona,conil leader di Giustiziae Libertà CarloRosselli,il repubblicanoMarioAngelonie l’anar- chico Camillo Berneri, e partecipa alla Sezione italiana della Colonna Ascaso della CNT-FAI(FederaciónAnarquistaIbérica),ilfortesindacatoel’organizzazionepolitica degli anarchici spagnoli. È sua esplicita intenzione di riparare a quella che ripetuta- mente definisce la «vergogna» della sua vita: aver aderito, a partire dalla fondazione nel 1919, e per alcuni anni, al nascente fascismo sulla scia della partecipazione alla guerramondialecomeconvintopatriota.Lasuacrisidifiducianelmovimentofascista – dai confusi caratteri sovversivi e di giustizia sociale via via assorbiti dall’esaltazione nazionalista e dallo scontro aperto con le varie realtà organizzate del movimento operaio e socialista –, inizia già nei primi anni Venti e si definirà meglio attorno alla metàdeldecennio.Daalloraeglihailtormentodivoler«espiare»lacolpaoriginaria che lo ha portato anche a partecipare a varie imprese squadristiche, come l’incendio del «Lavoratore» a Trieste dell’ottobre 1920. Malgrado l’età avanzata, oltre 50 anni, prenderà il suo posto nella trincea aragonese di Monte Pelato e poi entrerà nella brigataGaribaldicombattendoneipressidiMadrid.Qui,agliinizidel1937,troveràla morteinun’azionesfortunataacuipartecipainprimalinea.Qualcheannodopo,ilsuo nome sarà assunto da una formazione partigiana definitasi, ancora una volta, con il nomedell’«Eroedeiduemondi».Lesuevicendesembranorappresentarel’ingenuità di certi aderenti al primo fascismo, un’ingenuità ben presto trasformata in presa di coscienzadelruolooppressivoeingiustodelregime.Èunesempiodiunaparticolare esperienza tormentata, certamente minoritaria nelle fila antifasciste. Ugualmente la sua determinazione ci dà utili indicazioni sulla spinta morale e ideale che mobilitò parte consistentedei movimentirivoluzionari eprogressisti,europeie nonsolo,per i quali lo slogan «La Spagna nel nostro cuore» era una convinzione e una realtà concreta.

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