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Psicopatologia del linguaggio. Storia, analisi, filosofie della mente PDF

173 Pages·1998·12.216 MB·Italian
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Antonino Pennisi Psicopatologia del linguaggio Storia, analisi, filosofie della mente I lettori che desiderano informazioni sui volumi pubblicati dalla casa editrice possono rivolgersi direttamente a: Carocci editore (nuova denominazione della NIS -La Nuova Italia Scientifìca) via Sardegna 50, 00187 Roma, telefono 06 I 884 47 70, fax 06/85 35 5949 Siamo su Internet: http://www.swen.it/c arocci Carocci editore ----------------·-----·-----·--·---- Indice I pazzi, i coleotteri e il linguaggio-specchio II di Franco Lo Piparo Presentazione 17 Parte prima Storia e teorie Il secolo delle scoperte cognitive I. I.I. La nascita della psicopatologia del linguaggio I.2. La psichiatria come "filosofia naturale" I" edizione, febbraio I998 I.2.I. L'autismo ricco e l'autismo povero I I.2.2. Parola e scrit © copyright I 998 by tura nella follia I I.2.3. La semantica: neologismi, glossolalia, lo Carocci editore, Roma golatria I I.2.4. "Dio è nel particolare": la schizofasia I I.2.5. Il dialettologo e lo psichiatra: paradossi di fine secolo Finito di stampare nel febbraio I998 per i tipi delle Arti Grafiche Editoriali srl, Urbino 2. Dalla neurolinguistica alle scienze cognitive Riproduzione vietata ai sensi di legge 2.I. Linguaggio e cervello: le dottrine dell'afasia (art. 171 della legge 22 aprile 1941, n. 633) 2.2. Afasia e schizofasia: il protocognitivismo 2.3. Il linguaggio nella psichiatria fìlosofìca Senza regolare autorizzazione, è vietato riprodurre questo volume 2.3.I. Essere nel mondo I 2.3.2. Il linguaggio come "schiavitù li berante" I 2.3.3. Tempo, azione e linguaggio I 2.3.4. Razionali anche parzialmente e con qualsiasi mezzo, smo patologico e fisiologia della creatività compresa la fotocopia, anche per uso interno Psicopatologia e teorie cognitive della mente o didattico. 7 Parte seconda Parte terza Analisi e documenti Interpretazioni e modelli 3· Metodologia 121 6. Psicopatologia, filosofia del linguaggio e filosofie della mente 3.r. Esiste una psicopatologia del linguaggio? 121 3.2. Il corpus 124 6.r. Il pesce nell'acqua 3.2.r. La tipologia dei soggetti I 3.2.2. Sottocampioni e procedi 6.2. Deficit di patema e deficit di complessità menti di analisi 6.~.I. Sis~emi artifìciali I 6,2.2. Sistemi patologici/ 6.2.3. Siste IIll naturali 4· La comprensione 133 7· Il doppio limite del linguaggio e i modelli della 4.r. La comprensione nei gruppi di confronto 133 complessità La comprensione nella psicopatologia 139 4.2. Bibliografia 5· La produzione 153 La ricchezza lessicale 153 Indice dei nomi 341 5.r.r. Gruppi di confronto I 5.r.2. Psicopatologia: l'approccio statistico/ 5.I.3. Psicopatologia: stereotipia e informatività 5.2. La proprietà lessicale 195 5.2.r. Gruppi di confronto: parafasie e neologismi I 5.2.2. Psico patologia: la nozione di illimitatezza nei casi clinici esemplari I 5.2.3. Psicopatologia: regolarità e funzione dei neologismi 5.3. Il repertorio: bilinguismo, plurilinguismo, code-shif ting 219 5.3.r. Gruppi di confronto I 5.3.2. Psicopatologia L'attività generativo-sintattica 234 5-4· 5.4.r. Gruppi di confronto I 5.4.2. Psicopatologia I 5.4.3. La complessità sintattica nella schizofrenia I 5.4.4. La deriva metalin guistica I 5.4.5. La generazione retorica della sirrnùazione para noica I 5.4.6. Falsificabilità ed esistenza psicotica 8 9 I pazzi, i coleotteri e il linguaggio-specchio di Franco Lo Pipato r. Paranoia, schizofrenia e autismo, diversamente da altre patologie mentali, lasciano inalterate le capacità linguistiche dei soggetti che ne sono colpiti: fonologia, morfologia, sintassi e lessico della lingua che il malato parla e scrive non trasgrediscono nessuna delle regole che go vernano la competenza linguistica del ""normale" parlante-ascoltatore. I soggetti malati parlano e scrivono la nostra stessa lingua ma il mon do di cui parlano e scrivono ci risulta estraneo e incomprensibile. La lingua, la medesima lingua, da tramite comunicativo tra loro e noi si trasforma, sembra trasformarsi, in muro divisorio. Il libro di Permisi parte da questo dato di fatto e suggerisce do mande cruciali: le teorie e le filosofie del linguaggio hanno da dire qualcosa su questo fenomeno? Ovvero: il fatto che una lingua comu ne possa diventare il luogo in cui non ci si capisce ha qualche in fluenza sulla teoria generale del linguaggio? Ancora più precisamente: questo fatto è tale da portare alla luce qualcuno dei meccanismi su cui si regge l'uso "normale" del linguaggio? Permisi, con la ricca documentazione che ha messo insieme e le sue numerose analisi teoriche, traccia una serie di sentieri per i qua li ci invita a incamminarci. Ai sentieri tracciati da Pennisi proverò ad affiancare un piccolo viottolo supplementare di servizio. Nel tracciarlo userò come bussola il reciproco raccontarci delle nostre gioie e dei nostri dolori (cosa di più vissuto, personale e privato di una grande gioia e di un grande dolore?) secondo le analisi di Wittgenstein. 2. Una possibile descrizione-spiegazione di un dialogo tra un malato di mente (che d'ora in poi per semplificazione chiamerò "paranoico") e un individuo cosiddetto sano (che a volte chiamerò "medico" o "terapeuta") è la fiction· sui coleotteri che Wittgenstein fornisce nelle Phzlosophische Untersuchungen (1, 293): II PSICOPATOLOGIA DEL LINGUAGGIO I PAZZI, I COLEOTTERI E IL LINGUAGGIO-SPECCHIO Supponiamo che ciascuno abbia una scatola in cui c'è qualcosa che noi chia La fiction dei coleotteri inaccessibili allo sguardo degli estranei miamo «coleottero". Nessuno può guardare nella scatola dell1altro; e ognuno non è un buon modello di quanto effettivamente accade nel quotidia dice di sapere che cos'è un coleottero soltanto guardando il proprio coleotte no commercio umano. Il linguaggio dovrà essere qualcosa di più e di ro. Ma potrebbe ben darsi che ciascuno abbia nella propria scatola una cosa diverso di uno strumento che nomina vissuti privati e di un ponte diversa. Si potrebbe addirittura immaginare che questa cosa muti continua tra vissuti inaccessibili. mente. La chiave per fuoriuscire dal modello ce la fornisce lo stesso Wittgenstein: «Ma se la parola "coleottero" per questa gente conti Paranoico e terapeuta sembrano trovarsi in una situazione più o meno simile: ciascuno parla del proprio mondo vissuto o coleottero ma nuasse ad avere un uso (Gebrauch)? - Allora non sarebbe quello del nessuno dei due è in grado di andare a vedere direttamente il coleot la designazione di una cosa. La cosa contenuta nella scatola non fa tero ( =mondo vissuto) dell'altro e potere cosi confrontare il conte parte in nessun caso del gioco linguistico; nemmeno come qualcosa: nuto della propria scatola col contenuto della scatola dell'altro. Le infatti la scatola potrebbe essere vuota». difficoltà comunicative del terapeuta sarebbero anche le difficoltà del È quello che effettivamente accade: malato e medico non vedono paranoico: il terapeuta trova strano quello che del mondo del para l'uno il coleottero dell'altro ma entrambi discutono dei coleotteri e noico giunge a lui - il coleottero a cui fa riferimento il malato di per. farlo usano la stessa parola. Le due scatole, ciascuna delle quali mente sembra essere molto diverso dal coleottero che il medico sa di ermeticamente chiusa allo sguardo dell'altro, nonostante la loro reci avere nella propria scatola -, il paranoico si meraviglia delle incom proca e apparente incomunicabilità harmo sicuramente qualcosa che prensioni del terapeuta e non capisce perché mai il terapeuta si ostini le accomuna: una parola e gli enunciati in cui la parola compare. a parlare di un coleottero che il paranoico sa che non si trova nella Dentro ciascuna scatola non ci stanno solo coleotteri reali o fittizi propria scatola. Quale strano coleottero - si chiederà il paranoico - che siano, ma anche le espressioni verbali con cui dei 'coleotteri tutti si trova nascosto nella scatola del mio medico? parlano o possono parlare. Nessuno nomina privatamente il proprio La fiction è un buon modello di quanto dovrebbe accadere se il personale coleottero. In der Sprache wird alles ausgetragen (Phzlosophi linguaggio fosse uno strumento con cui si nominano sensazioni priva sche Grammatik, r, 95): «Nel linguaggio tutto è portato all'esterno e te e un ponte che mette in comunicazione mondi in linea di princi quindi è pubblico>>, perfino l'universo privatissimo del paranoico. A pio separati gli uni dagli altri. Noi labbiamo riferita alla problemati partire dalla parola "coleottero", e naturalmente dalla lingua di cui la ca messa in relazione tra due mondi umani con caratteristiche speci:fì parola è parte, le due scatole della fiction wittgensteiniana diventano che fortemente distintive (Mondo paranoico// Mondo "normale"), confrontabili e ha un senso chiedersi e ricercare in che cosa il coleot Wittgenstein la usava per mostrare come la teoria del linguaggio-stru tero che vedo solo io differisce dal coleottero che vedi solo tu. mento-ponte fosse inadeguata a descrivere quanto effettivamente acca «Quando si dice "Ha dato un nome a una sensazione" si dimentica de nel normale e quotidiano commercio umano. Esaminiamo per che molte cose devono già essere pronte nel linguaggio,' perché il pu lappunto un esempio di normale e quotidiano commercio umano. ro denominare abbia un senso. E quando diciamo che una persona Vado a raccontare le mie forti e insopportabili emicranie a un dà un nome a un dolore, la grammatica della parola "dolore" è già medico che non ha mai sofferto un mal di testa. È lecito dire che il precostituita; ci indica il posto in cui si colloca la nuova parola>> medico non capisce il mondo di cui gli parlo (il mio dolore, in que (Phil. Unter., r, 257). stro caso) perché non ha mai fatto lesperienza del mal di testa? Il Il linguaggio non è né uno strumento di nominazione di sensazio medico dovrebbe aver fatto esperienza vissuta di tutti i malesseri che ni private né un ponte tra scatole inaccessibili, per il semplice motivo i pazienti gli raccontano e che cerca di capite e curare? Se ammettes che il linguaggio pubblico è originariamente installato dentro ciascuna simo per un istante la validità della teoria che vuole che la radice del scatola: i coleotteri e gli enunciati pubblici in cui si parla dei coleot significato delle parole affondi nel vissuto privato di ciascun parlante, teri sono a pari titolo fatti reali del mondo. un'altra domanda sorgerebbe: il medico come fa a sapere che il suo Il linguaggio allora cosa è? Proponiamo di pensarlo come lo spec mal di testa è analogo a quello del suo paziente? E se il paziente chio comune in cui ciascuno può esaminare il proprio coleottero e fosse un bravo simulatore? confrontarlo col contenuto delle scatole altrui. Nel linguaggio-spec- I2 PSICOPATOLOGIA DEL LINGUAGGIO I PAZZI, I COLEOTTERI E IL LINGUAGGIO-SPECCHIO chio malato e medico si incontrano e possono intraprendere, coope mente quel gridare?" - Al contrario; lespressione verbale del dolore rando e/o ostacolandosi a vicenda, l'avventura della ricerca dei co sostituisce, non descrive, il grido» (Pht!. Unter., r, 244). leotteri. Magari per concludere che i due coleotteri sono tanto diversi (B) Il linguaggio-specchio è come una città: pubblico e privato, da avere in comune solo il nome oppure che nell'universo non esisto esterno e interno vi sono inscindibilmente connessi ma anche autono no e non sono mai esistiti coleotteri. Solo osservandosi nello specchio mi. Inscindibilmente connessi: ciascun animale linguistico può avere vi comune del linguaggio ciascun animale uomo può avere un vissuto ta privata solo osservandosi nei discorsi pubblici, propri e/o altrui; la privato. Al contrario, «se si costruisce la grammatica dell'espressione grammatica dello specchio comune si alimenta dei rispecchiamenti di di una sensazione secondo il modello "oggetto e designazione", allora ciascun animale linguistico. Autonomi: lo specchio comune ha poten loggetto viene escluso dalla considerazione, come qualcosa di irrile zialità che vanno molto al di là dei rispecchiamenti dei singoli animali vante» (Phil. Unter., r, 293). «Senso (Gefahll di irrealtà dell'ambiente linguistici; lo specifico rispecchiamento che ciascun animale linguisti circostante. Questo senso di irrealtà io l'ho provato una volta, e molti co produce non è deterministicamente causato dalla grammatica dello malari mentali ce l'hanno prima di una crisi. In qualche modo tutto specchio comune. appare non reale; ma non come se uno vedesse le cose confuse e sfo ( C) Le performances verbali di paranoici, schizofrenici e autistici cate; ogni cosa mantiene il suo solito aspetto. E come faccio a sapere confermano la validità di una tesi enunciata contemporaneamente da che un altro ha avuto la stessa sensazione che ho avuto io? Perché Hjelmslev e Wittgenstein: lo specchio-linguaggio è tale che in esso ha usato le mie stesse parole, quelle che anch'io trovo appropriate» tutta la variopinta e complessa molteplicità di modi e stili di vita e di (Bemerkungen uber die Philosophie der Psychologie, I, I 2 5). pensiero propri della Lebensform umana (paranoia, schizofrenia e au Il linguaggio-specchio è la Umwelt specie-specifica cieli' animale tismo compresi) può con pari legittimità abitarvi. «La lingua è indi umano e come tale è l'unico habitat naturale in cui un'animalità pendente da qualsiasi scopo specifico» - osservava Hjelmslev (Prole umana può sorgere e vivere. Solo stando collocati naturalmente in gomena to a Theory o/ Language). E Wittgenstein: «Il linguaggio non è questo specchio, paranoico e terapeuta (ma qui le due figure sono definito, per noi, come un meccanismo che ha uno scopo determina solo esempi di mondi umani apparentemente estranei l'uno ali' altro) tm>. Infatti, «quando conosciamo molte lingue non prendiamo sul se si capiscono o non si capiscono e possono trasformare la non-cori:i rio la filosofia depositata nelle forme di una qualsiasi di queste lin prensione in problema da capire e risolvere. Solo chi si trova per gue» (Zettel, 322-323). Per spiegare cosa Hjelmslev e Wittgenstein natura collocato nello specchio-linguaggio a «domande del tipo "Che vogliono sostenere facciamo due esempi non linguistici. colore ha per te il suono a?" [ .. .l può reagire 'comprendendole' o Primo esempio. L'atleta che percorre cinquecento metri in pochi 'non comprendendole'» (Bem. uber die Phil. der Psyc., r, r6). secondi è un animale bipede camminante esattamente come chi scri ve queste note. In entrambi i corpi lapparato locomotorio è governa 3. Una convincente teoria del linguaggio-specchio non l'abbiamo. to dalle medesime regole di funzionamento. La grammatica cieli' appa Accenniamo a tre delle caratteristiche che reggono la grammatica del rato di locomozione prescrive delle possibilità e delle impossibilità, suo funzionamento. ossia traccia un confine entro cui si collocano a pari titolo il mio lento camminare e il veloce correre cieli' atleta. (A) Il linguaggio-specchio, come tutti gli specchi non linguistici, non Secondo esempio. Se si sta alla guida di un'automobile capace di restituisce un duplicato cieli' originale che si rispecchia in esso. L'im raggiungere la velocità di 200 chilometri orari, l'usarla a quella veloci magine rispecchiata è una trasformazione regolata cieli' originale. Vo tà in pieno centro urbano non dipende dall'automobile ma dal pilo lendo per un momento trascurare la complicazione che sovente noi ta. La macchina è un insieme determinato di possibilità. La realizza accediamo all'originale solo tramite l'immagine trasformata che osser zione di alcune di esse e la esclusione di altre ubbidisce a regole che viamo nello specchio-linguaggio, è la grammatica che governa la tra non dipendono dalla grammatica della macchina. sformazione a dover essere oggetto di indagine. «Un bambino si è Usciamo dagli esempi. Il paranoico è un animale linguistico esat fatto male e gtida; gli adulti gli parlano e gli insegnano esclamazioni tamente come chi scrive e legge queste note .. La grammatica del lin e, più tardi, frasi. Insegnano al bambino un nuovo comportamento guaggio in entrambi traccia dei confini entro cui un insieme infinito e del dolore. "Tu dunque dici che la parola 'dolore' significa propria- incalcolabile di comportamenti verbali può accadere. Sull'importanza r4 r5 PSICOPATOLOGIA DEL LINGUAGGIO in linguistica degli insiemi infiniti e limitati, incalcolabili e regolati, mi Presentazione" permetto di rinviare al mio Indeterminatezza o caso regolato? in F. AJ. bano Leoni, D. Gambarara, S. Gensini, F. Lo Piparo, R. Simone (a cura di), Ai limiti del linguaggio, vaghezza significato e storia. Scritti in onore di Tullio De Mauro, Bari 1997. Il libro di Pennisi è ricco di interessanti testi verbali paranoici. Ricordiamo il malato cbe usa la parola "sporco" per nominare ciò che è pulito con la motivazione che «"porco" significa "non pulito" ma "sporco" signifìca "pulito" perché c'è la "s" privativa». Ai testi raccolti da Pennisi aggiungiamo la spie gazione che il bambino nevrotico studiato da Freud (Aus der Ge schichte einer infantilen Neurose) dà della mancanza di sedere in Cri· sto: «dal momento che Cristo aveva fatto il vino dal niente, poteva Siamo abituati a pensare ai folli attraverso due immagini completa· anche ttasformare il cibo in niente riuscendo cosi a risparmiarsi la mente opposte: quella di individui che si aggirano sporchi, irrequieti defecazione». Ragionamento verbale ineccepibile quanto quello ripor· e disperati per case di cura o ex manicomi-lager; oppure quella di tato da Pennisi. sublimi eccentrici, creativi ma incompresi, spesso più saggi di noi I testi paranoici hanno una caratteristica in comune: mostrano normali. Nessuna di queste raffigurazioni rende giustizia alla realtà sensi comprensibili il cui significato esistenziale è compito del!' anali· cognitiva dei malati di mente. sta decifrare. La loro grammatica non si discosta da quella delle bat· La prima, che ci proviene dalla cronaca giornalistica e televisiva e tute di spirito: nessuna regola linguistica viene violata se, ad esempio, che, purtroppo, è spesso autentica, oscura l'enorme potenzialità del la penisola viene ribattezzata come "maschio dell'isola" o si sostiene pensiero autistico. Esso non può palesarsi segregato all'interno di una che "il professore di lingue morte si suicidò per parlare le lingue che condizione ambientale, culturale e psicologica massimamente patolo conosceva". Se il paranoico e il comico brillante possono estendere in gica come è quella della reclusione coatta: il folle rinchiuso non può direzioni imprevedibili il campo semantico di una parola, natùral liberamente rivelarsi attraverso atti o parole. La seconda immagine, mente lo possono fare percbé il linguaggio verbale lo consente (è una creata da una letteratura compiacente ma non documentata, è dema- possibilità del!' organismo "linguaggio") ma i motivi per cui il para noico e il comico brillante si comportano così e non in altro modo bisogna cercarli nel paranoico e nel comico brillante e non nel lin * Parti di questo lavoro, qui rielaborate e rifuse, sono state pubblicate nei se guaggio. guenti saggi: È l'insieme di queste (ed altte) caratteristiche che fa del linguag· - Creatività e paranoia. Un tipico problema di filosofia del linguagg,io, in S. Vecchio (a cura di), Linguistica impura. Dieci sau,i di filosofia del linguau,io tra storia e teoria, Pa gio un vivente specchio pubblico dove medico e malato riescono a lermo r996, pp. 89-114. intendersi, il comico ha un pubblico, le sofferenze più personali sono - Le r8le théorique de la psychopathologie du langage dans l'historiographie linguistique, alleviate o rese più insopportabili dalle parole che ci avvolgono e, alla in "Historiographia Linguistica'', r996, XXIII, 3, pp. 405-34. fin fine, il coleottero che ciascun animale linguistico porta nascosto - La macchina schizo/asica. Psicopatologia e filosofia del linguagg,io, Atti del XXVIII nella propria scatola risulta, malgrado i tentativi di occultamento del Congresso internazionale di studi della Società di Linguistica Italiana, Linguagg,io e Cognizione, Palermo 27-29 ottobre 1994, Roma (in corso di stampa). proprietario, visibile e pubblico. - Lettere dal Manda/ari: un progetto di nCerca tra filosofia, linguistrCa e psicopatologia del lingua?,g,io, in "Nuovi Annali della Facoltà di Magistero di Messina'', r996, 13-14, pp. 519-39, in collaborazione con I. Famiani, D. Torre e G. Catanzaro. - Deficit di potenza e deficit di complessità nei sistemi naturali e artificiali, in "Il Can nocchiale", numero speciale dedicato all'I.A., a cura di F. Ferretti ed E. Gola, in corso di stampa. - Fisiologia e patologia del !ingua?,g,io, in F. Albano Leoni, D. Gambarara, S. Gensini, F. Lo Pipato, R. Simone (a cura di), Ai limiti del linguagg,io, vaghezza significato e storia. Scniti in onore di Tullio De Mauro, Bari r997. r6 17 PSICOPATOLOGIA DEL LINGUAGGIO PRESENTAZIONE gogicamente concentrata sui disiecta membra dell'intelletto divergente. uno dei principali obiettivi della Divisione di Psichiatria [del Northwick Certo la follia genera spesso ragionamenti coerenti, proiezioni liriche, Park Hospital] era di scoprire le anomalie cerebrali associate alla. schizofre nia. Quando sono arrivato non sapevo quasi niente stÙ cetvello. Comunque, riflessioni filosofiche: acumi di un ingegno apparentemente profondo un breve periodo di lavoro ih questo nuovo ambiente mi ha portato a credere che e originale. Ancor più certo è che in alcuni, isolati casi, la pazzia ha la psicologia sperimentale potesse rivelare in modo dettagliato zl funzionamento del colpito artisti e pensatori di somma grandezza. Mai, tuttavia, la ma cervello tanto quanto l'analisi di un campione di un'ne. lattia mentale è stata la causa della genialità. Ha anzi costituito il principale ostacolo al suo pieno dispiegarsi. Non basta un atto isolato Il pericolo che una scienza senza alcuna consapevolezza storica, ma di ingegno o di pensiero, una produzione particolarmente brillante o forte dell'urgenza di produrre cognizioni operative sui processi intel inconsueta, a definire il processo fisiologico della creatività cognitiva. lettivi superiori e, soprattutto sul linguaggio, possa prendere il so Di questo, infatti, si tratta. La follia, in quanto stato mentale, non pravvento su una tradizione ormai plurisecolare come è quella della distrugge affatto lesercizio delle abilità formali e delle tecniche del psicologia filosofica è certo oggi fortissimo. Eppure le teorizzazioni pensiero. Contemporaneamente essa non riesce a produrre idee e sul rapporto fra mente, linguaggio e coscienza, la nozione di "atten comportamenti che possano radicarsi in profondità nella percezione zione alla vita" e di fonction du réel, elaborate da una linea di pensie della vita reale. Manca, appunto, di creatività nel suo senso cognitivo ro che da Biran, Bergson e Janet porta alla psichiatria fenomenologi e linguistico più immediato: complessità, pluriplanarità, eterogeneità, ca ed esistenzialista, conservano una carica esplicativa e un potenziale adattabilità. Non è un caso che nella storia della psichiatria il folle sia pratico tuttora altissimi. La concreta responsabilità di una loro possi stato spesso paragonato alla macchina: il delirio schizofrenico o para bile cancellazione ad opera della modellistica cognitivista e neociber noico ha sempre una natura meccanicistica, deterministica, peccando netica è da attribuire, tuttavia, a queste stesse filosofie "deboli". Esse, a volte per eccesso di coerenza. Esso è tuttavia sempre totalmente infatti, non sono mai riuscite a "corporificare" con dati empirici, con desemanticizzato. Non nel senso che le sue parole siano prive di re futazioni sperimentali, prove testuali evidenti, la fecondità teorica del ferel!ti, ma nel senso che i suoi referenti sono privi di possibilità. E questo il motivo che mi ha spinto a guardare alla psicopatolo loro punto di vista. Basti pensare all'agnostica nozione di ~7tox~ che ha impedito di tradurre la teoria della follia come "modalità d' esi gia del linguaggio come a una delle forme filosoficamente più dense stenza" in un modello empirico di distinzione fra fisiologia e patolo di teoria del linguaggio. Studiando in precedenza (Pennisi, 1994) la gia del linguaggio. storia e le teorie della riabilitazione dei sordi e degli afasici, mi era È questa la ragione per cui lo specifico lavoro del linguista può sembrato di scorgere nei fondamenti biologici del linguaggio uno dei limiti invalicabili di qualsiasi possibile teorizzazione. Il fatto che levo assumere, in questo caso, una funzione decisiva. Attraverso l'analisi dei testi a partire da approcci empirico-linguistici assai diversi tra lo luzione abbia prodotto aree cerebrali e correlati morfologici periferici ro Oessicali, sintattici, statistici, pragmatici, retorici, sociolinguistici), è del tutto specie-specifici mi sembrava potesse fissare alcuni punti fer mi della riflessione. Ma accostandomi alle produzioni e ai testi dei possibile far luce sui luoghi comuni della psichiatria organicistica e malati di mente, alla schizofasia e al dérangement semantico delle psi neocognitivistica in fatto di linguaggio psicotico e riaprire, quindi, il cosi, mi è sembrata emergere, in tutta la sua ristrettezza, la parzialità capitolo delle interpretazioni filosofiche possibili che residuano dalla della prospettiva biologica. La consapevolezza dei limiti del piano prospettiva puramente biologica. della sostanza, seppur essenziale, è del tutto insufficiente a spiegare il Abbiamo qui cercato di affrontare questo non facile compito ser ben più vasto capitolo dei limiti ontologici del linguaggio. vendoci degli strumenti di una tradizione insieme storica, teorica ed È, infatti, praticamente impossibile ridurre ad una prospettiva empirica, ben viva nella cultura italiana, grazie all'impulso di studiosi esclusivamente biologistica il problema della malattia mentale. La quali Tullio De Mauro, Lia Formigari e Franco Lo Piparo. disinvolta spregiudicatezza con cui il cognitivismo ha affrontato que La prima parte del libro è, infatti, dedicata al configurarsi teorico sto tema è pari solo all'esiguità dei risultati che ha sinora consegui dei problemi linguistici all'interno della storia della psichiatria clinica to. Nella presentazione di uno dei più importanti manuali di neu e filosofica dell'Otto e Novecento. La seconda discute la validità o il ropsicologia cognitiva della schizofrenia, Cristopher Frith (1992, p. fallimento delle previsioni teoriche avanzate nel corso dei due secoli 3) scrive: sulla base di un'analisi testuale dei materiali documentari raccolti du- 18 19 PSICOPATOLOGIA DEL LINGUAGGIO tante cinque anni di ricerca presso l'ex-manicomio Mandalari di Claudicat ingenium, delirat lingua Messina e l'ospedale psichiatrico giudiziario di Barcellona Pozzo di Lucrezio, De rerum natura, 453 Gotto, e di una serie di interviste tra medici e pazienti effettuate in alcune cliniche private della Sicilia e della Calabria. La terza parte, E qui voglio notare come la ragione wnana di cui fac infine, descrive un possibile percorso costruttivo per tracciare un più ciamo tanta pompa sopra gli altri animali, e nel di cui generale quadro delle prospettive teoriche aperte con l'irrompere del perfezionamento facciamo consistere quello dell'uomo, sia miserabile e incapace di farci non dico felici ma la psicopatologia nella filosofia del linguaggio. meno infelici, anzi di condurci alla stessa saviezza, che par tutta consistere nell'uso intero della ragione. Questo lavoro deve molto ai miei studenti della cattedra di Filosofia Perché chi si fissasse nella considerazione e nel del linguaggio della Facoltà di Scienze della formazione dell'Universi sentimento continuo del nulla verissimo e certissimo tà di Messina, che hanno entusiasticamente partecipato sia alla fatico delle cose, in maniera che la successione e varietà de gli oggetti e dei casi non avesse forza di distarlo da sa fase di ricognizione, trascrizione e schedatura elettronica dei mate questo pensiero, sarebbe pazzo assolutamente e per riali, sia a quella delle discussioni durante i seminari di approfondi ciò solo, giacché volendosi governare secondo questo mento degli anni 1993-97. Un ringraziamento particolare va ai miei incontrastabile principio ognuno vede quali sarebbero più stretti collaboratori: Rosalia Cavalieri, Irene Farniani, Dora Torre le sue operazioni. e Nino Bucca. Ringrazio anche Daniele Gambarara, Mari D'Agosti E pure è certissimo che tutto quello che noi fac ciamo lo facciamo in forza di una distrazione e di una no, Giovanna Alfonzetti e Sabine Kéister che mi hanno suggerito e dimenticanza, la quale è contraria direttamente alla aiutato a reperire materiali testuali utilissimi. I dottori Camillo Mar ragione. telli e Nunziante Rosania (rispettivamente direttori dell'istituto psi E tuttavia quella sarebbe una verissima pazzia, ma chiatrico Mandalari di Messina e del!' OPG di Barcellona), assieme ai la pazzia la più ragionevole della terra, anzi la sola clinici della casa di cura "Villa Nuccia" di Catanzaro e al suo diretto cosa ragionevole, e la sola intera e continua saviezza, dove le altre non sono se non per intervalli. re sanitario Dott. Antonio Bonura, mi hanno fornito la massima col Da ciò si vede come la saviezza comunemente in laborazione scientifica e organizzativa. tesa, e che possa giovare in questa vita, sia più vicina Dedico questo libro ai molti "folli" conosciuti direttamente, o at alla natura che alla ragione, stando fra ambedue e traverso le loro lettere, durante il lavoro di ricerca. Spero che l'aver non mai come si dice volgarmente con questa sola, e potuto rievocare le loro voci, dimenticate per sempre-nei foglietti e come essa ragione pura e senza mescolanza sia fonte nei vecchi quaderni degli archivi dei manicomi, possa costituire un immediata e per sua natura di assoluta e necessaria pazzia. risarcimento seppur minimo alle ingiustizie e ai torti che troppo spes G. Leopardi, Zibaldone, 103-4 so hanno dovuto subire durante la loro sfortunata esistenza. Esistono varie categorie di processi di riferimento: Catania, 9 aprile 1997 ciascuna serve agli esseti umani per una data fase del loro sviluppo, e tutte assieme formano lessenza stessa della vita Avvertenza H. Stack Sullivan, Studi clinici in psichiatria, p. 324 Nella seconda parte del libro i nomi di persone o luoghi sono stati a volte omessi o ridotti a sigle abbreviate per garantire l'assoluta anoni mità dei pazienti di cui si tratta nel testo. 20 21 Parte prima Storia e teorie

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