ENRICO DI MARZO PROSODIA E LATINA METRICA Opere curate da ENRICO DI MARZO PER IL LICEO CLASSICO Roma, viges. Antologia latina pn il Ginnasio Superiore e le prime classi del Liceo Scientifico. E L'ISTITUTO MAGISTRALE Prosodia e metrica latina. Per il Liceo Classico e l'Istituto .Magistrale. E. DI MARZO - C. CARAMELLO Romana progenies. Antologia latina per il Ginnasio Superiore. G. B. PARAVIA & C. TORINO. MILANO. GENOVA. PADOVA. BOLOGNA. FIRENZE· PESCARA. RO:r.IA NAPOLI • BARI. PALERMO SECONDA EDIZIONE - TRENTOTTESIMA RISTAMPA PREFAZIONE Il presente volume è dir iso in tre parti: la parte prosodica, come preparazione indispensabile ad ulteriori indagini me PROPRIETA' LETTERAHIA triche (ed in essa vi sono delle novità, quali, ad esempio, il richiamo di certe regole grammaticali, necessarie per la com prensione e l'applicazione di altre regole prosodichc ,· il capi Printed in ltaly tolo riguardante la quantità delle sillabe interne delle furme O verbali, ecc.),· la parte metrica, con le sue indispensabili no 1946 Paravia, Torino zioni preliminari, e con l'esame dei singoli notissimi metri che s'incontrano nei testi dei poeti latini che vanno lett-i nelle Si ritengono contralfa tte le copie non firmate Scuole superiori,· infine la terza parte riguardante la metrica o non munite del timbro della S. I. A. E. oraziana. La trattazione è piana,· abbiamo bandito ogni frammen taria erudizione che, secondo il nostro modesto giudi.zio, riesce sempre inutile e non raggittnge lo scopo che un buon trattato di prosodia e di rnet1·ica latica deve proporsi, quello, cioè, « di porre il d·iscentc in condi.zioni di stabilire prontamente la quantità della sWaba latina, individuare un metro, scompo nendolo negli elementi costit·utivi, tracciandone la struttura, sia che detto metro venga considerato isolatamente, sia in aggruppamento con altri metri; riconoscere sen.za tituban.m, una composi.zione poetica oraziana, scandendo e leggendo metricamente i versi che la compongono». Ogni capitolo del volume presenta degli esercizi pratici: l'alunno, eseguendoli con pazienza ed amore, finirà col trovare accessibile una via alquanto dura, e coll'interessarsi, forse, allo studio della metrica. Parecchie tavole riassuntire corre Società per Azioni G. B. Paravia & C .• 10139 Torino • Corso Racconigi, 16 dano il libro, chiare e lineari, che s'imprimeranno con sicura 70 (eA) 1974-16771 [205) -IV- traccia nello spirito del discente. Dopo l'esame delle singole forme metr-iche oraziane, divise in composizioni monastiche e nei sistemi distici, tetrastici ed ipermetri, chiude il volume una tavola riassuntiva di tutta la metrica oraziana, tracciata nei suoi caratteri essenziali, che farà orientare con sicurezza il giovane studioso. Se in questo volumetto ci sono delle manchevolezze (quale libro ne è esente?), prego gli egregi Colleghi a volermele se gnalare ed io sarò loro grato. E. DI l\IARZO. P .ARTE PRIMA PROSODIA - I;;, DI }IARZo, Prosodia t metrica latino. § l. - La parola r.pocrcp~(oc (da 7tp6ç, ad e <i>~~' cantus) fu resa in latino con l'espressione: ad cantum, da cui si ebbe accentua. Il termine greco etimologicamente valse a significare l'ele vazione della voce nel pronunziare la sillaba accentata; poi . indicò la durata della pronunzia di ciascuna sillaba nel corpo della parola; da ultimo significò l'insieme delle regole e dei precetti che ci fanno conoscere la quantità delle sillabe, dalle quali è formata una parola. Noi intendiamo il vocabolo in quest'ultimo significato, sl che ((la prosodia è la dottrina che studia la quantità delle sillabe che compongono la parola >>, CAPO I. POESIA ACCENTUATIVA E QUANTITATIVA A) Poesia accentuativa. § 2. - Leggiamo ad alta voce: «Ne l mézzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una sélva osc1àa, ché la diritta via era smarrita >>. (DANTE, Inferno, c. I, v. 1-3). Ciascuna di codeste righe contiene un verso endecasillabo, cioè, di undici sillabe; alCune di dette sillabe sono accentate -5- -4- 6) il senario, che consta di sei sillabe, con accenti soli o toniche, altre disaccentate o atone. Prova ne sia che se noi tamente sulla seconda e quinta sillaba; leggiamo uno dei tre versi, ad es.: il primo, calchiamo la voce, 7) il quinario, che consta di cinque sillabe, con un solo quasi senza accorgercene, su la sillaba mé di mezzo, su la sil accento fisso sulla quarta s llaba; laba min di cammin, su la sillaba no di nostra e su la sillaba 8) il quadrisillabo, che consta di quattro sillabe, con un vi di vita; vale a dire pronunziamo accentandole la seconda, accento fisso sulla terza sillaba; la sesta, l'ottava e la decim::t sillaba; all'incontro, pronun 9) il trisillabo, che consta di tre sillabe, con un solo ac ziamo lievemente le rimanenti sillabe disaccentate, dette cento sulla seconda sillaba. atone, che compongono il verso prescelto. I versi composti italiani più usati sono: l'ottonario doppio, Questo svolgersi di suoni forti e di suoni deboli, questo il settenario doppio, il senario doppio, il quinario doppio. succedersi ad intervalli determinati di sillabe accentate e disac centate, genera una certa piacevole musicalità, che accarez B) Poesia quantitativa. zando l'orecchio, sviluppa una cadenza ritmica, la quale co § 4. - La poesia latina, diversamente dall'italiana, si basa stituisce il principio formativo ed essenziale della poesia ita soltanto sulla quantità delle sillabe che compongono il verso: liana, che è detta, perciò, accentuativa, giacchè è basata sul ossia, sulla durata di pronuncia, di ciascuna sillaba nel corpo l'accento. della parola. Il verso latino, come si vedrà più innanzi, non L'accento governa non soltanto il verso italiano endeca tiene affatto conto del numero delle sillabe che lo compongono. sillabo, ma anche tutti gli altri versi semplici e composti, usati nella nostra lingua. Cenni intorno all'origine della poesia quantitativa Versi accentuativi italiani semplici e composti. ed accentuativa. § 5. - È da sapere che i Romani furono soliti distinguere § 3. - I versi semplici italiani sono: le sillabe componenti una parola, in due specie o categorie: l) l'endecasillabo, che consta di undici sillabe, con ac lu7:tghe e brevi, a seconda della durata di tempo che essi impie centi forti, sulla quarta, ottava e decima sillaba (ovvero: gavano nel pronunziarle, come si vedrà più innanzi. La sil sulla sesta e decima sillaba; ovvero: sulla quarta, settima e laba lunga, sia. in prosa che in poesia, era pronunziata lenta decima sillaba, ecc.); mente; la sillaba breve, celermente. Con l'andare del tempo 2) il decasillabo, che consta di dieci sillabe, con tre ac accadde che tale distinzione di brevità e di lunghezza delle centi forti, sulla terza, sesta e nona sillaba; sillabe nel corpo delle parole, andò sempre più attenuandosi 3) il novenario, che consta di nove sillabe, con tre ac nella lingua parlata, sino a che non se ne tenne più conto: centi forti, sulla seconda, quinta e ottava sillaba; all'incontro, tale distinzione si conservò e rimase nella poesia 4) l'ottonario, che consta di otto sillabe, con accenti che, come si è detto, si basò unicamente sulla qnantità delle forti sulla terza e settima sillaba (ovvero: sulla seconda, ' sillabe formanti il verso. quinta e settima sillaba; ovvero: sulla seconda, quarta e set- In quanto all'origine della poesia accentuativa italiana, tima sillaba); gli studiosi unanimemente ammettono che essa derivi dalla 5) il settcna rio, eh e consta di sette sillabe, con due ac poesia latina. Ma come mai dalla poesia quantitativa si passò centi forti, sulla sesta e su una delle prime quattro sillabe; -6- -7- alla poesia accentuativaY Pare che ciò i'!ia derivato da una l) Una vocale seguita da un'altra vocale, eccetto cho lenta e graduale trasformazione della prima. È noto, infatti, non formi dittongo, fa sillaba a sè: de-a, pi-e. All'incontr<>: che nel secolo IV circa dopo Cristo il senso della quantità andò poe-na, Oae-sar. a poco a poco estinguendosi nella poesia latina, e si fini, in 2) Una consonante posta fra due vocali appartiene alla seguito, col badare soltanto al ritmo risultante dal numero sillaba seguente: pa-nis, ma-ter. determinato delle sillabe e dalla successione degli accenti che 3) Di due consonanti uguali, la prima va con la sillaba coincisero con gli accenti grammaticali. Non si può stabilire precedente e l'altra con la seguente: ter-ra, an-nus. con precisione quando finisca la poesia quantitativa ed inco· 4) Una consonante muta (c, p, t, g, b, d) seguita da una minci la accentuativa. Alcuni inni della Chiesa ed i cosi detti liquida (l, r) forma con quest'ultima un gruppo inseparabile: canti goliardici, per non citare altre poesie dell'età medioevale, a-gri-co-la, te-ne-brae. sono regolati ad un tempo dal ritmo e dalla quantità, cioè, dal ritmo quantitativo-accentuativo 1• 5) Se fra due vocali c'è un gruppo di due o più conso nanti con le quali può cominciare la parola latina, queste fanno parte della sillaba seguente: e-sca, a-strum, scri-psi. CAPO II. 6) Le parole composte sono separate nelle parti com ponenti: ad-eo, prae-mo-ve-re. NOZIONI PRELIMINARI INTORNO ALLA SILLABA LATINA 7) Il gruppo ps appartiene alla sillaba seguente: nu-psi; E ALLA SUA QUANTITÀ il gruppo mn nelle parole derivate dal greco appartiene alla sillaba seguente: Le-mnos, ma nelle parole latine d'ordinario A) La sillaba latina. si divide: om-nis. § 6. - Comunemente intendiamo per siilaba l'articolazione o il gruppo fonetico, che si pronunzia con una sola emissione O) Sillabe aperte e chiuse. di fiato. Anche in latino la sillaba può talora essere costituita da una semplice vocale o da un dittongo. § 8. - Le sillabe latine si distinguono in aperte e chiuse, Sono aperte quelle che terminano per vocale: ro-sa, fe-ro. B) Divisione delle sillabe latine nel corpo della S~o chiuse quelle che terminano per consonanti: car·men, parola. tem-pus. § 7. - Le sillabe latine nel corpo della parola generalmente vengono divise come nella lingua italiana. C'è da osservare D) Quantità delle sillabe latine. le seguenti regole fondamentali: § 9. - Secondo la durata o la quantità le sillabe latine possono essere brevi, lunghe, ancipiti, a seconda che le vocali ra.turl aI nd i teRmopmia n ionntr mavoildteor olo nnetal npi.i ùa lacnutnici oil lvuesrtsroi sltautidnioos, ii ld esclllatu rlinniog,u au ne vdeerlslao lseitltlea · che le formano siano brevi, lunghe o ancipiti 1• bico accentuativo, formato di cinque parole, divise in due emistichi, con tre o due a) Dicesi sillaba breve quella che ha la durata di un accenti; se tale ipotesi fosse stata provata, si sarebbe potuto conchiudere che la tempo primo, cioè, quella che si pronunzia in un solo tempo. primissima. poesia. latina. sarebbe stata accentuativa: se non che, alcuni valenti studiosi moderni hanno sostenuto con validi argomenti la scansione quantita.tiva di questo antichissimo verso e la sua derivazione da schemi lirici greci. (Cfr. Leo, l Quando parliamo di vocali brevi, lunghe, ancipiti, non intendiamo già parlare Pasquali, ecc.). delle sole vocali, ma. di tutta la sillaba., cui la vocale o.ppartiene. -8- -9- A chiarimento di quanto diciamo è da sapere che la durata c) le parole polisillabe hanno l'accento tonico: di un tempo primo, presso i Romani, non era affatto deter l) sul l a penultima, se questa e' l unga: infi,d us, per- minata da frazione di minuto, ma era lasciata all'arbitrio di muto, praedamnare; chi parlava o di chi leggeva. Un tempo primo poteva durare 2) sulla terzultima, se la penultima è breve: célere, uno o più secondi: tuttavia i Romani osservavano sempre il malédicus, infero; rapporto di durata tra sillaba breve e sillaba lunga, e questa ultima aveva sempre una durata doppia di tempo della sil d) l'accento tonico non cade mai oltre la terzultima laba breve. sillaba (legge del trisillabismo): infidélitas, infirmitas, ecc. NOTA. -a) Quando le enclitiche que, ve, ce, ne, pte si attaccano Si suole indicare la sillaba breve con un semicerchio che ad una parola, l'accento tonico cade sempre sulla sillaba che le va posto sopra la vocale che la forma (v): terra, poeta. precede, anche se questa sia breve: cura (nom, e voc. ), cuTaque (nom. e voc.). b) Dicesi sillaba lunga quella che ha una durata di tempo doppia della breve, cioè, quella che si pronunzia in due tempi b) Quando l'enclitica que perde il suo valore copulativo (que =el) dando origine ad una parola composta, l'accento si regola primi. La sillaba lunga è indicata con una linea orizzontale secondo le norme generali: itdque = et ita = e così; ma si dirà: sulla vocale o dittongo che la forma (-): iimplus, a,uriga. undique = da ogni parte, iMnique = finalmente. Tale uso è spesso trascurato da noi moderni; noi diciamo più spesso armiique invece c) Dicesi sillaba ancipite (da anceps: amb e caput, con di armaque, come sarebhe più preciso, secondo le sopra ci~ate regolo; due teste, doppio) quella che viene considerata ora breve ed CUraque (nom. e VOC. sing.) e Ourt.<Ji'6 (abJ. sing.). ora lunga. Per indicare una sillaba ancipite si collocano i due segni su accennati sopra la vocale che la forma ('=:'): voliicris, tcnebrae. ESERCIZIO l. Si scompongano nelle loro sillabe foTmative le paTole seguenti, E) Rapporto fra l'accento tonico e la quantità e si precisi se la sillaba finale di ciascuna paTola sia aperta o delle sillabe. chiusa: Venio - credere - expositus - quoque - adt.tare - nut,rix § 10. - L'accento tonico non è affatto legato alla quan - scripserant - Luperei - 1\lars - constitit - arbor - ambo tità delle sillabe; esso può cadere tanto sulle sillabe brevi - patria - poena - poenitentia - coelicola - taedium - coelum quanto sulle lunghe. In un solo caso l'accento tonico coincide - amor - amans - praeficio - tenebrosus - infandum - tuus - con la quantità della sillaba, e cioè, nelle parole polisillabe, faber - praesim - corripio - discumbere - relucet - quaestio quando la penultima sillaba è lunga: N eptunus, timére. - quantum - excurro - decidunt - lenimen - pauxillus - sex In quanto alla posizione dell'accento tonico si possono angulus - pedcster - tennis - tradere - discolor - Roma - fissare le seguenti leggi: torridus - Sulmo - volucris - tenebrarum - abstinens - abs a) le parole monosillabe, tmnne le enclitiche e le procli tinentia - contineo - continuus - pertinacia - obtinueram tiche, hanno l'accento tonico su se stesse: fans, réx, p6ns, mé; - contentus - exprobro - patraverant - administrare - per b) le parole bisillabe hanno l'accento t(mico sulla penul! Iucidus - collustrant - illuminari - auferunt - differt - pro tima sillaba, sia essa lunga o breve: prcfztor, pater; tulit - transtulero - rettulit - antepono - perturbatum - -IO- -Il- respondens - perutilis - Psammetichus - scripserunt - pu blicus - publicatio - pulsatio - reptatio - Samnis - Samnium - sarcinae- strigmentum - omnipotens - omnimodis - Lemnias CAPO III. - trimestris - cycnus. QUANTITÀ DELLE SILLABE LATINE PER NATURA E PER POSIZIONE ESERCIZIO 2. Le sillabe latine possono essere brevi o lunghe per natura Si segni l'accento tonico nelle parole seguenti: e per posizione. Undique - omniaque - denique - deque - suopte -· dixeruntne - celerisque - bice - huncine - hoce - itaque ( = et A) Quantità delle sillabe per natura. ita) - itemque (avv.) - musaque (nom. e voc.) - rex - par § 11. - Sono lunghe per natura: - plus - cor - mel - cunctaque (nom. e voc.) - suapte (abl.) - plusve - minusve - crudelitas - feritas - pater - mater - l) le sillabe formate da dittonghi: Caesar, curae, poena, fulgidus - terribilis - innocentissimus - infirmissima (nom.) taedium, coelum. (Si eccettua il dittongo di prae dinanzi a vo - munitissimum - eripio - erogatio - errabundus - fataliter cale: prae-erat; ma dinanzi a consonante rimane lungo: prae - fatuitas - feretrum - fidicina - foedifragus - formositas - mium - Cfr. § 14, Nota 1); gratulor - gubernaculum - gustavimus - herbosus - bine - 2) le sillabe formate da vocali derivanti da contrazione hippodromos - hirundinis - hoc - humanitas - iactans - o da un originario dittongo: tibicen (da tibiicen), mi (da mihi), eademque (nom.) - identidem - ignipotens - illacrimabilis - di (da dii), cogo (da coago), includo (da in e claudo), ecc ... imaginor - imago - immobilis - impatiens - impotens - im puritas - intercido - libamen - lucubro - manus - mergimur NOTA. - Per riconoscere la quantità delle altre sillabe brevi o - morbus - mons - obloquor - octogiens - oculus - omissum - lunghe per natura, i grammatici non hanno fissato altre regole, all'infuori delle anzidette. Ed allora bisognerà ricorrere ad un buon omniparens - pactum - peculiariter - pecudis - pergravis - dizionario prosodico, quale, ad esempio, la Regia Parnassi. poenaque (abl.) - praeceps - praeceptor - provoco - qui - Sovente la posizione dell'accento tonico fa da guida nella cono quies - reddidimus - reditus - sal - sagaciter - scalptum - scenza della quantità di una sillaba. Se esso, ad esempio, cade seges - semita - spes - telum - temere - tempestivitas - vas sulla terzultima sillaba, la penultima è breve: tim~dus, amabilis; d'altra parte, nelle parole plurisillabe se cade sulla penultima sil - velox - veneficus - viscera - vis - vox - vultus - zephyrus laba, questa è lunga: conticuére, terrénus. - zonula - lucifer - deditus - finitimus - magnanimitas - - necessitas - innumerus - commodum. B) Quantità delle sillabe per posizione. § 12. - Una vocale di natura breve, formante sillaba, può trovarsi in posizione forte o debole. 'C!r. l'antica regola: • Dipbtbongus longa est iu graeeis atque latlnls; • Prae rape praepositam vocali dieque praeustu!! •· -!:l- - 13- a) Si dice che una vocale è in posizione forte, quando come in s·apra, vol1Jcres (mentre si dirà laràcrum. salubris, ec!'., viene a trovarsi: giacché la vocale è di natura lunga, essendo derivate queste parole da laràre, .~alus ... ); 1) dinanzi a due o più consonanti: dictus, sancta; b) La vocale a di acer è lunga e rimane sempre tale: àcris ... 2) dinanzi a consonante composta (x, z): gaza, exitus; 3) dinanzi a consonante finale di parola, cui segue § U. - Una \'Ocale seguita immediatamente da m~'altra un'altra consonante iniziale di a:tra parola: sub monte. vocale è breve, anche se sia interposta la h, che non conta: NoTA. - a) Il gruppo qu è consonante semplice, e però non erudio, arduus, nihil 1• fa posizione: liiquor, iiqua l. b) La Il non fa posizione, perchè non è considerata consonante: ECCEZIONI. - Sono lunghe: inhumanus, dixit homo. 1) la e della terminazione ei del genitivo e dativo sin· c) La i ( = j) che sta a principio di parola ed è seguita da vo golare della 5"' declinazione, quando è preceduta da vocale: cale, è consonante, e come tale, quando è preceduta da altra conso diei, aciei (non preceduta da vocale è regolarmente breve: nante, fa posizione: àdiuvo, sub Jove. spei, rei); d) La i fra due vocali ( = j), e che suole essere resa in italiano con gg, viene considerata consonante doppia, e. per c?nseguenza 2) l'a e l'e nel vocativo singolare dei nomi propri in la vocale che la precede è lunga: rnàior = maggwre. S1 eccettua: aius ed eius: Gai, Pompei; biiugus, t1.,'iiugus, quadriiugus, nelle quali la prima i resta b~eve, considerandosi la i di iugum, solo in composizione, come semplice 2• 3) l'i di fio nelle forme senza r: fiebam (ma fieri, fierem ... , ecc.); b) Si dice che una vocale è in poszzwne debole, quando viene a trovarsi dinanzi a due consonanti, delle quali la prima 4) l 'i della desinenza ius del gen. sing. dei pronomi della za è muta (c, p, t, g, b, d) e l'altra è liquida (l, r). declinazione, che originariamente era lungo: illius, solius, unius. (Nei poeti è usata anche come breve, tranne in alius); § 13. - Una sillaba che è in posi.zione forte è lunga 8• 5) l'a del genitivo arcaico singolare della l"' declin.: Una sillaba che è in posizione debole in poesia è ancipite, auliii (sta per aulae). Nei nomi greci le vocali conservano la in prosa è breve '· quantità originaria: Darius, Academia; 6) la e dell'interiezione eh eu. NOTA. - a) Per considerare ancipite una sillaha non basta che Ja vocale sia seguita da muta e da liquida, è necessario cl1e le due consonanti formino la stessa sillaba. come avviene nP-lla parola NOTA. - Si ricorùi che il dittongo di prae seguito da vocale, nelle parole composte, è breve: praeustus, pmealtus, e che la i di ten~-brac (non così in ob-latum ... ), e che la vocale sin. di natura breve, Diana è ancipite. Si ricordi, altreBÌ, che la i ( = j) che sta a principio di parola l Si ricordi che la u è considerata come consonante dopo q e o e, come tale, ed è seguìta. da vocale, ha. valore di consonante semplice: iugerum non fa sillaba di per sè: quo-que, san~guis; mentre è vocale negli aggettivi in -uuu• (Cfr. § 12, Nota, e). e nei perfetti in -gui, nei qu::lrli fa siJlaba di per sè: exigu~us, vigu-i. 21 Cfr. l'antica regola: « (..)uach•iingus rapitur. biiugus coniungitur illi. • J n quihus i duylli.'X non est, sed consona shnples: •· 8 crr. rantica regola: • Vocalis Ionna est, si consona bina sequantur •· .. 1 Cfr. l'antica rell'ola: • Vocal~m breYiant, alia subeun~t·, Latini 'C!r. l'antica regola: • Coutrahit m·ator, variant in carmine vates, , si 1nutarn Jiquillamque sirnul brevis una praeiblt ••