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Processo al liceo classico. Resoconto di un'azione teatrale. Torino, teatro Carignano. 14 novembre 2014 PDF

85 Pages·2016·3.425 MB·Italian
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Collana della Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo PROCESSO AL LICEO CLASSICO Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo Resoconto di un’azione teatrale Torino, Teatro Carignano 14 novembre 2014 Presidente·. Anna Maria Poggi Consiglio di Amministrazione·. Maria Caterina Bertiglia, Sheila Bombardi, Daniele Checchi, Antonella Ricci, Anita A CURA DI Tabacco, Stefano Zara Ugo Cardinale e Alberto Sinigaglia SOCIETÀ EDITRICE IL MULINO PROCESSO AL LICEO CLASSICO 1 Torino, Teatro Carignano | 14 novembre 2014 Interventi introduttivi: Anna Maria Poggi, Presidente della Fondazio- ·:. ne per la Scuola della Compagnia di San Paolo - Carmela Palumbo, MIUR - Direttore Generale per gli Ordinamenti Scolastici. li Le opinioni espresse dagli autori dei saggi qui raccolti sono Narratore: Alberto Sinigaglia, Presidente dell’Ordine dei giornalisti personali e non coinvolgono né i Curatori, né l’Editore, né del Piemonte. I la Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo. La Corte | Armando Spataro (Presidente), Procuratore della Repubblica del i Tribunale di Torino - Marco Cantamessa, Presidente dell’Incubatore i 13P, Politecnico di Torino - Gian Arturo Ferrari, Editorialista - Luca ·; Remmert, Presidente della Compagnia di San Paolo - Sergio Roda, ; Università degli Studi di Torino - Letizia Tortello, giornalista de «La I Stampa» (Cancelliere). 1 Le Parti processuali j L’accusa: Andrea Ichino, Economista, European University Institute. I La difesa: Umberto Eco, Semiologo, Filosofo, Scrittore. I testimoni presenti in aula 1 Marco Malvaldi, Scrittore - Stefano Marmi, Matematico, Scuola i Normale Superiore di Pisa - Luciano Canfora, Filologo classico, Uni- l versità di Bari «Aldo Moro» - Ivano Dionigi, Latinista, Università di 1 Bologna - Gabriele Lolli, Logico e Filosofo della matematica, Scuola Normale Superiore di Pisa - Adolfo Scotto di Luzio, Studioso delle ~ I lettori che desiderano informarsi sui libri e sull’insieme delle attività istituzioni scolastiche, Università di Bergamo. p della Società editrice il Mulino possono consultare il sito Internet: www.mulino.it I testimoni videointervistati 8 Massimo Cacciari, Filosofo - Tullio De Mauro, Linguista - Massimo Giletti, ex allievo del liceo classico «Massimo D’Azeglio» di Torino i - Giulio Giorello, Filosofo della scienza. ISBN 978-88-15-26488-6 Con la partecipazione dei licei: Alfieri di Torino, Botta di Ivrea (TO), » Carlo Alberto di Novara, Cattaneo, Cavour, Copernico e D’Azeglio di Torino, Des Ambrois di Oulx (TO), Galileo Ferraris, Gioberti, Copyright © 2016 by Società editrice il Mulino, Bologna. Tutti i diritti Giordano Bruno e Gobetti-Segré di Torino, Lagrangia di Vercelli, a sono riservati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere fo­ Majorana di Moncalieri, Minghetti di Bologna, Monti di Chieri (TO), tocopiata, riprodotta, archiviata, memorizzata o trasmessa in qualsiasi Murialdo di Rivoli, Newton di Chivasso (TO), Peano-Pellico di Cuneo, forma o mezzo - elettronico, meccanico, reprografico, digitale - se non Plana di Alessandria, Porporato di Pinerolo (TO), Sociale di Torino. nei termini previsti dalla legge che tutela il Diritto d’Autore. Per altre informazioni si veda il sito www.mulino.it/edizioni/fotocopie usi ■ - - ìsstsassmitusr.smmtstsns INDICE Questo libro è dedicato Presentazione, di Anna Maria Poggi p. 9 a Umberto Eco Premessa, di Carmela Palumbo 11 Il grande scrittore ha scelto di affidare a queste pagine il testo Introduzione. Storia del liceo classico e ragioni originale inedito dell’intervento che aveva preparato per il Processo del processo, di Ugo Cardinale 15 al liceo classico, poi in parte improvvisato durante il dibattito al Teatro Carignano di Torino. Accusa e difesa. Opinioni a confronto Gli argomenti dell’accusa, di Andrea Ichino 61 Le ragioni della difesa, di Umberto Eco 73 I testimoni Non si possono ignorare le statistiche, di Marco Malvaldi 79 Le cose come sono. Oltre le due culture, di Stefano Marmi 85 Sull’attualità del liceo classico, di Luciano Canfora 99 Una causa giusta in cerca di avvocati giusti, di Ivano Dionigi 103 Un matematico in difesa del liceo umanistico, di Gabriele Lolli 113 7 La crisi del liceo classico come crisi della tradi­ PRESENTAZIONE zione del Sessantotto, di Adolfo Scotto di Luzio p. 131 Perché non dobbiamo recidere le nostre radici, di Tullio De Mauro 151 Negli ultimi anni siamo stati letteralmente inondati di Finale dati, tabelle e classifiche elaborati dai cultori dell’economia dell’istruzione, finalizzati a dimostrare quanto un liceo piut­ La parola al narratore, di Alberto Sinigaglia 157 tosto che un altro, ovvero un istituto superiore o l’altro siano meglio rispondenti alla formazione del «capitale umano». La sentenza della Corte, di Armando Spataro, Naturalmente vengono utilizzati tutti gli strumenti tipici Marco Cantamessa, Gian Arturo Ferrari dell’economia dell’istruzione: dai dati dei test internazionali, Luca Remmert e Sergio Roda 161 alle iscrizioni, all’impiego nel mondo del lavoro ecc. Tutte cose di cui tenere conto. Siamo tutti persuasi, senza che ci vengano mostrate classifiche e tabelle a supporto, di quanto siano rilevanti determinate competenze o skills ai fini della crescita professionale, ovvero della possibilità di impiegare il proprio «capitale umano» al di qua o al di là dell’Oceano.. L’idea del processo al liceo classico e di questo libro nascono da una «filosofia» diametralmente opposta. Una filosofia che, pur non disconoscendo l’utilità di tutto quanto proviene dall’economia dell’istruzione, si interroga più a fondo circa il «posto» della scuola e in particolare del liceo nella formazione umana e personale. Potremmo dire, senza pretese contrappositive, ma a soli fini chiarificatori, che il processo e il libro che ne è scaturito nascono da un’idea «contemplativa» del sapere, al posto di una mera idea «professionalizzante». Nascono cioè dall’idea secondo cui la cultura classica e scientifica sono utili nella misura in cui costruiscono la persona, come erede della memoria che l’ha preceduta. I danni della cultura iperspecialistica, quella che, per dirla con Umberto Eco, produce un esperto di malattie rare che non sa più curare un raffreddore, dobbiamo ancora vederli. O forse potremmo non vederli se solo si invertisse in qualche modo la rotta e se, secondo quanto sostenuto da Andrea Ichino, riuscissimo a trovare un nuovo equilibrio 9 tra cultura umanistica e cultura scientifica. Qualche segna­ PREMESSA le da Oltreoceano è già arrivato: il Presidente Obama ha suggerito di utilizzare il meno possibile i test nelle scuole americane, dopo che, tuttavia, essi erano stati introdotti in Europa proprio dagli USA, arrivando in questi ultimi anni a «ingozzare» gli studenti. Questo libro vorrebbe essere un contributo alla ripre­ sa di una contaminazione profonda tra le due culture, la Mi accingo a scrivere queste brevi considerazioni sul classica e la scientifica, nella consapevolezza di un’estrema presente volume, che raccoglie gli interventi esposti da necessità della completezza del sapere. Una completezza che autorevoli studiosi di fronte a un pubblico qualificato nel certamente, come sostenuto da Ichino, non è resa facile dalla corso del «Processo al Liceo classico», messo in scena al variabile tempo, ma che secondo Eco è l’unica in grado di Teatro Carignano di Torino nel novembre 2014, sull’onda dare un’educazione che sappia fare i conti con la storia e dell’emozione suscitata in queste ore dalla notizia della con la memoria. La tecnologia senza la storia produce mo­ scomparsa di Umberto Eco. Una perdita inestimabile per stri informatici. La tecnocrazia senza i valori della classicità la cultura, l’università, la ricerca, la scuola e più in generale produce inciviltà. per la società e la democrazia, come attesta la commozione Alla fine di queste poche note il pensiero va inevitabil­ in tutto il mondo. mente al Maestro che ci ha lasciati e che a noi ha lasciato il L’eredità del grande umanista - italiano, europeo, suo ultimo scritto, che, gelosamente, conserviamo in questo internazionale - nei multiformi ambiti del sapere da lui libro, la cui uscita ha anche per noi tutti il significato di affrontati con rigorosa acribia e ironica leggerezza rimarrà rendergli un omaggio in segno di gratitudine per quanto ci a testimoniare per le future generazioni che la conoscenza ha detto in vita e per quanto ancora ci dirà attraverso i suoi tutta ha valore e merita di essere scandagliata, al di là di scritti e il suo pensiero. banali steccati ideologici tra cultura d’élite e cultura po­ polare, studi accademici e fenomeni di massa, alto e basso Anna Maria Poggi del post-moderno. Ed è proprio a una visione unitaria del sapere e a un’armonica formazione dell’individuo, nel segno Torino, 21 marzo 2016 più autentico del termine humanitas, che si riferiscono le parole dell’intellettuale piemontese a difesa del liceo classico, come si udì allora durante il dibattimento e come si legge ora nelle pagine successive. Le ragioni addotte da Eco e da altri stimati testimo­ ni, per confutare gli argomenti sostenuti con dovizia di dati e sottili dimostrazioni dall’accusa formulata dall’e­ conomista Andrea Ichino e da ulteriori prestigiose voci, convinsero la Corte ad assolvere il liceo classico imputato dei seguenti reati: inganno, inefficienza, iniquità, vale a dire non preparare adeguatamente i nostri giovani né per studi universitari scientifici né per le sfide della società futura; contribuire al fallimento della scuola italiana come 10 11 ascensore sociale e di conseguenza accrescere l’iniquità ma soprattutto per riaffermare la validità di un indirizzo di nel nostro paese. studi che ha rappresentato in passato e spero rappresenti Di certo, sia le argomentazioni a sostegno dell’attualità anche nel futuro la qualità dell’istruzione italiana. dell’educazione classica e umanistica per soddisfare le esigen­ Infine, nel dare alle stampe il volume, a nome della ze formative avanzate oggi dalla società della conoscenza, sia Direzione generale per gli Ordinamenti scolastici, desidero le motivazioni per giustificare l’inattualità di un curricolo di ringraziare gli autori dei testi, i dirigenti e docenti delle studi prevalentemente storico-filologici, addotte da scrittori, scuole protagoniste, le istituzioni che sostennero l’iniziativa filologi, latinisti, matematici, linguisti, chiamati a sostenere a Torino e che ora si accingono a pubblicarne gli esiti. l’una o l’altra tesi; nonché l’introduzione sulla storia del liceo classico e i contributi elaborati da dirigenti scolastici Carmela Palumbo e insegnanti, alimenteranno il dibattito attorno alla crisi del liceo classico e, mi auguro, la fortuna del volume. In effetti, il carattere volutamente teatrale del confronto tra le diverse opinioni, con tanto di difesa, accusa e sentenza finale, riscontrò un notevole successo anche nei media (come si evince dal numero di articoli comparsi su importanti quo­ tidiani e citati in alcuni dei saggi che compongono il libro) provocando nei mesi successivi una più ampia discussione, non limitata agli «specialisti» ma aperta alle diverse solle­ citazioni dell’opinione pubblica. Tuttavia, va rilevato che, mentre prosegue lo scambio di vedute sull’attualità/inattualità, utilità/inutilità, efficacia/ inefficacia degli studi classici e umanistici, nonché sul supera­ mento delle due o più culture a favore di una ricomposizione del sapere attraverso un «nuovo» umanesimo, tratteggiato di volta in volta come «integrale», «scientifico», «planetario» a seconda dell’appartenenza culturale, diventa sempre più evidente la disaffezione di ragazzi, genitori, famiglie nei confronti del liceo classico. Da questo punto di vista ra­ nalisi dei dati relativi alle iscrizioni al primo anno del liceo classico negli anni scolastici 2015-2016 e 2016-2017 risulta chiara, nel senso che la percentuale è del 6% con un forte tasso di femminilizzazione (70% femmine; 30% maschi) e regionalizzazione (Centro e Sud d’Italia). La criticità di tale situazione sollecita tutti noi a pro­ spettare iniziative e azioni concrete nella direzione del rinnovamento dell’impianto didattico e curricolare, anche prendendo spunto dalle risultanze presentate in questo libro, non solo per invertire la tendenza del calo di iscritti, 12 13 Ugo Cardinale INTRODUZIONE. STORIA DEL LICEO CLASSICO E RAGIONI DEL PROCESSO 1. Breve storia del liceo Non è la prima volta che il liceo classico viene presen­ tato sull’orlo della fine e che da diverse parti si sollevano detrattori (non solo «modernisti», sia concesso il termine!) e difensori (non solo nostalgici). Il liceo classico è un’istituzione profondamente radicata nella storia della società italiana e ne ha costituito nel bene e nel male un tratto caratterizzante. Erede della tradizione scolastica gesuitica, è stato, fin dal suo atto costitutivo nel Piemonte sabaudo, al centro di pulsioni ambivalenti: anno­ verato dai suoi avversari tra i baluardi della conservazione; difeso dai suoi sostenitori, quali che fossero i principi ispi­ ratori in materia sia politica che educativa, come strumento insostituibile di formazione delle classi dirigenti. Asse portante della riforma gentiliana del 1923, questo corso liceale soppianta il precedente liceo moderno, nato nel 1911, dalla vita breve e stentata, giudicato «un ramo secco del ginnasio-liceo». Punto qualificante di tale riforma è lo studio delle lingue classiche e della filosofia, mentre la percentuale oraria d’insegnamento scientifico tocca il livel­ lo più basso nella storia della secondaria italiana (13,5%), confinato ad area periferica, fatto di «concetti empirici» e di «nozionismo acritico». Pur con continui ritocchi e revisioni di programmi, il liceo classico gentiliano permane anche dopo la conci­ liazione con la Chiesa e «perpetua e ravviva la tradizione umanistica dei nostri studi, promuove nei giovani attitudine alla meditazione, rigore critico, preparazione metodologica, coscienza delle tradizioni e della modernità, conoscenza e pratica diretta del lavoro», secondo la dichiarazione XV della Carta della scuola, presentata dal ministro Bottai al 15 Gran Consiglio del Fascismo il 19 gennaio del 1939. Con ne Brocca (dal nome del suo presidente, il sottosegretario tali presupposti ideologici è sopravvissuto con poche modi­ Beniamino Brocca), costituita nel febbraio 1988 dal ministro fiche anche alla fine del fascismo. Sua appendice ancillare Galloni, e il liceo classico europeo. è il liceo scientifico, un liceo umanistico senza il greco, con Il rischio che però sembrava correre questa lunga stagione una maggior presenza delle discipline scientifiche. di sperimentazione, pur molto proficua, era, da una parte, Solo il Sessantotto nella sua istanza di democratizzazione quello della dilatazione eccessiva del quadro orario, dall’altra, denuncia gli aspetti elitari del modello gentiliano e degli quello della deregolamentazione selvaggia, apprezzata solo studi filologico-classici che sembrano identificarsi con i valori da chi invocava la fine del valore legale del titolo di studio. borghesi e cerca di abbattere molte icone di quell’impianto Il processo legislativo è intervenuto quindi con un disegno pedagogico. I tentativi di riforma che si sono avvicendati di riordino complessivo attraverso la riforma Gelmini che ha negli anni successivi tuttavia non hanno prodotto significative riformulato nel corso dell’anno 2010-2011 il nuovo quadro alternative a quegli studi e hanno anzi suscitato ricorrenti dei sei licei, azzerando le sperimentazioni, accentuando le proposte di salvaguardare quella tradizione. differenze tra il liceo classico e il liceo scientifico e ridando al Infatti il mancato sbocco legislativo di un vagheggiato liceo classico quella caratterizzazione prettamente umanistica riordino della scuola secondaria in una direzione fortemente che aveva contraddistinto il modello gentiliano. Soluzione unitaria sul modello della comprehensive school ha consentito caldeggiata dai laudatores temporis acti e dai classicisti più di conservare, in una lunga stagione di «riforma strisciante» intransigenti, impegnati nella difesa dell’umanesimo, ma attuata dalle sperimentazioni, il modello di scuola a canne paventata da chi aveva vissuto in prima persona le ragioni d’organo dell’impianto gentiliano. Ha salvato pertanto il profonde delle scelte sperimentali. percorso quinquennale dello studio del latino e del greco, Il modello del nuovo classico ordinamentale compren­ unica condizione per mantenere la possibilità della tradu­ de insegnamenti di lingua e letteratura italiana (132 ore zione, e ha permesso di avviare dal basso nei licei la ricerca annuali); lingua e cultura latina (165 ore nel biennio e 132 di un’integrazione e di indispensabili adeguamenti, senza nel triennio); lingua e cultura greca (132 ore nel biennio e azzeramento, del curricolo classico. La via è stata quella delle 99 nel triennio); lingua e cultura straniera (99 ore annuali); molteplici iniziative sperimentali, rese possibili dai decreti storia nel solo triennio (99 ore annuali); storia e geografia delegati del 1974, avviate autonomamente dalle scuole o nel biennio (99 ore annuali); filosofia (99 ore annuali nel coordinate e assistite dal ministero, per rispondere a istanze triennio); matematica con informatica (99 ore nel biennio e di tipo sia epistemologico, sia didattico, sia professionale. 66 nel triennio); fisica (66 ore annuali nel triennio); scienze Questo lungo lavoro di sperimentazione produsse, tra naturali (biologia, chimica, scienze della terra) (66 ore an­ l’altro, la prosecuzione nel liceo dello studio della lingua nuali); storia dell’arte (66 ore annuali nel triennio); scienze straniera, studiata prima solo nel biennio ginnasiale, l’an­ motorie e sportive (66 ore annuali); religione cattolica o ticipazione della storia dell’arte nel ginnasio, il rinforzo attività alternative (33 ore annuali). delle scienze matematiche e naturali nel liceo con o senza Non ci soffermiamo a commentare questi dati. Basti l’anticipazione delle scienze naturali nel ginnasio, l’adesione rilevare l’accentuata differenza nel monte ore scientifico al Piano Nazionale di Informatica (PNI) per la matematica rispetto al liceo scientifico ordinamentale con latino (in cui il e/o la fisica, l’affidamento a due docenti degli insegnamenti latino permane con 99 ore annuali in tutto il quinquennio): ginnasiali di italiano, latino, greco, storia e geografia. Tra le matematica (165 ore annuali nel biennio e 132 nel triennio), iniziative assistite dal ministero nate in quegli anni si può fisica (66 ore annuali nel biennio e 99 nel triennio), scienze ancora menzionare il progetto predisposto dalla Commissio­ naturali (66 ore nel biennio e 99 nel triennio). 16 17 L’auspicio dei riformatori era certamente una difesa La generazione del 2000 è ben diversa da quella degli del classico, ma il risultato evidente è stato l’avvio di un anni Settanta e ancor più da quella degli anni Venti del se­ suo inevitabile declino di cui è prova il lento decremento colo scorso. Le ricette di ieri non possono essere riproposte degli iscritti nel corso del quinquennio in cui il nuovo liceo tout court oggi. Soprattutto le ricette che hanno fallito. Ha è andato a regime. Questi i dati ministeriali: nel 2008 le ragione chi contesta il funzionalismo imperante. E fallito il matricole del liceo classico erano 58.415, su un totale di sapere appiattito sul presente. Ma non si può ignorare che la 580.173: circa il 10%. Nell’anno scolastico 2013-2014 la mente dei giovani è cambiata sotto la spinta della videocrazia percentuale degli iscritti al liceo classico è scesa al 6,1% e e dell’esopaideia e che la scuola oggi si inserisce in una realtà nell’anno 2014-2015, anche se di poco, è diminuita ancora completamente mutata rispetto a cinquanta, cento anni fa. al 6%. Dalle percentuali distribuite per regione si ricavano Ma quale umanesimo può ancora essere attuale? altre informazioni sull’articolazione territoriale delle scelte Ultimamente gli studi umanistici sono al centro di un dell’indirizzo: nell’anno 2014-2015 le regioni che hanno la dibattito che rischia di avere esiti molto dannosi per il nostro percentuale più alta di iscritti al liceo classico sono nell’ordine sistema formativo. Il paradosso è che entrambe le soluzioni il Lazio (9,4), la Calabria (8,6), la Basilicata (8,4); le regioni che sono state avanzate, pur nella loro antiteticità, avreb­ con la percentuale minore sono l’Emilia-Romagna (3,5), il bero lo stesso effetto: ne determinerebbero la marginalità Friuli Venezia Giulia (3,7), la Toscana (4,3). e di fatto la fine. I progetti di riforma che si erano proposti negli ulti­ Da una parte ricordiamo che Andrea Ichino, nel presen­ mi anni e che tendevano a presentarsi come alternativa tare un disegno strategico per il futuro della scuola italiana, più aggiornata avevano imboccato spesso la strada dello indica la necessità di sostituire alla cultura classica, incen­ smantellamento della cultura umanistica per inseguire esi­ trata su oggetti ritenuti obsoleti, come l’aoristo passivo, un genze professionalizzanti e la cultura tecnica sull’onda di incremento quantitativo di studi tecnico-scientifici, di cui gli un progressismo di maniera. La reazione dei classicisti è italiani risulterebbero carenti2. Dall’altra abbiamo l’appello sempre stata pronta e vigile. Ma la difesa della modernità di Alberto Asor Rosa, Roberto Esposito e Ernesto Galli dello studio dell’antico da parte di alcuni intellettuali non della Loggia per una rivalutazione della cultura umanistica è sempre stata efficace. Si veda, ad esempio, la posizione che sarebbe messa da parte dalla crescente tecnicizzazione3. di Loporcaro nel suo contributo al pamphlet collettivo Tre Due punti di vista che, nella loro polarizzazione ideologi­ più due uguale zero1, che, pur focalizzando giustamente ca, riproducono i termini di una vecchia spaccatura tra le l’attenzione sull’elogio della filologia come forma mentis cosiddette «due culture», alimentando un equivoco che generale, che insegna la lentezza e l’indugio, e sulla necessità da tempo il dibattito epistemologico aveva liquidato come della storia come memoria del passato, non ha saputo essere falso problema. convincente nel difendere il classico, limitandosi a ostentare Gli scienziati, i filologi, i filosofi che negli ultimi anni 10 sdegno aristocratico dell’intellettuale per la pedagogia e hanno affrontato seriamente la tradizione classica infatti 11 disinteresse dell’«anima bella» per la realtà «in carne e hanno riconosciuto che in essa non ci sono i presupposti ossa» dello studente odierno, immerso nella faglia scavata per contrapporre antagonisticamente materie umanistiche dall’era di internet e dei videogiochi. 2 A. Ichino, Riscoprire il talento per salvare la scuola, in «Corriere 1 M. Loporcaro, Una buona scuola o la società dello spettacolo: da che della Sera», 21 ottobre 2013. parte stanno i progressisti italiani?, in Tre più due uguale zero, a cura di 3 A. Asor Rosa, Roberto Esposito e E. Galli della Loggia, Un appello G.L. Beccaria, Milano, Garzand, 2004. per le scienze umane, in «il Mulino», 6, 2013. 18 19

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