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Prinzipienfragen der romanischen Sprachwissenschaft. Teil 3: Le dentali esplosive intervocaliche nei dialetti italiani PDF

260 Pages·1912·18.381 MB·Italian
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BEIHEFTE ZUR ZEITSCHRIFT FÜR ROMANISCHE PHILOLOGIE BEGRÜNDET VON PROF. DR. GUSTAV GRÖBER t FORTGEFÜHRT UND HERAUSGEGEBEN VON DR. ERNST HOEPFFNER PROFESSOR AN DER UNIVERSITÄT JENA HEFT XXVIII A PRINZIPIENFRAGEN DER ROMANISCHEN SPRACHWISSENSCHAFT. MEYER-LÜBKE GEWIDMET. TEII. III HALLE A. S. VERLAG VON MAX NIEMEYER I9I2 PRINZIPIENFRAGEN DER ROMANISCHEN SPRACHWISSENSCHAFT WILHELM MEYER-LÜBKE ZUR FEIER DER VOLLENDUNG SEINES 50. LEHRSEM ESTERS UND SEINES 50. LEBENSJAHRES GEWIDMET TEIL III CARLO BATTISTI LE DENTALI ESPLOSIVE INTERVOCALICHE NEI DIALETTI ITALIANI HALLE A. S. VERLAG VON MAX NIEMEYER 1912 Piano della ricerca. pag- Condizioni generali del preromanzo 3—60 I. §§ I—6. Critica dei grammatici latini: 1. I tre ragguagli principali sulla pronunzia delle esplosive dentali. 2. Le conclusioni di E. Seelmann. 3. Diversità nella pronunzia delle tenui e delle medie omorganiche. 4. Articolazione apicale delle, dentali forti, dorsale delle leni. 5. Attendi- bilità delle fonti. 6. L'osservazione fonetica in Xerenziano (pag. 3—la). §§ 7—9• Cosa c' insegna lo sviluppo storico di t e d nel latino rispetto all' articolazione delle dentali : 7. Condizioni paleoitaliche e preletterarie. 8. La media. 9. La tenue (13—17). §§ IO—11. Mancanza di lenizione nel materiale epigrafico : I. Il materiale latino. 2. Il materiale barbarico (17—23). II. §§ la—17. I prestiti latini: 12, 13. nel celtico, 14. nell' anglosassone, 15, 16. nei dialetti germanici, 17. nell' albanese. §§ 18—20. Il materiale germanico: 18. nella penisola iberica; 19. in Francia; 20. nell'Italia settentrionale. § 31. I primi esempi di lenizione romanza della tenue dentale (33—49). III. §§33—25. Il motivo fonetico fisiologico della lenizione: 23. Lenizione ed assimilazione. 33. Lenizione e divisione sillabica. 24. Scadimento dell' energia d' articolazione a) rispetto all' elevazione linguale, /?) rispetto alla posizione delle corde vocali. 35. Il passaggio della sorda alla sonora (49-54)- §§ 26—30. Relazione fra la lenizione appenninica e la galloromanza. 26. Punti di contatto fra la lenizione galloromanza e la gallica. 37—28. Parallelismi casuali: 27. Lenizione di s. 28. Lenizione dopo liquida e nasale. 29. Ripetizione del processo di lenizione in epoche diverse nel romanzo. 30. Rielaborazioni spontanee di lenizione paleoitalica nei dialetti italiani centrali e meridionali ($4 —60). Le dentali esplosive intervocali nei dialetti italiani. IloqÙ AXt£ávó(iov xov IlXaxw- vtxov rè fitj noXXáxtt;, ftr¡Sh Z<t>pls áváyxr¡g Xèyeiv npóg xtva, f¡ iv èmaxoXy ygà<f>tiv oxi àaxo- Xóg elfii • ftqóh Sia TOIOVTOV zgónov ovvtxwi nagaittlDai xh xaxà ri; 7tgòg xovq avftfiiovvxag X¿oeig xa&rjxovza, itQo(iaX).ó- /isvov xà neQieaxùixa npay/taxa. M. Aur. I, 13. Nel presentare al Maestro queste pagine, umile segno di devozione e riconoscenza, non so reprimere un certo senso di scoramento. La ricerca sullo sviluppo delle dentali interv., che, secondo la mia intenzione, doveva estendersi a tutta la Romania, è qui ridotta a un torso non corri>pondente più al titolo della raccolta. Lo svolgimento del tema nel campo dei dialetti italiani ha assunto proporzioni tali da decidermi, anche quando avessi avuto molto più tempo del pochissimo di cui posso disporre, a non elaborare il materiale già raccolto su quasi tutto il territorio romanzo e restringermi a confiDi più modesti. Ho preferito studiare le vicende delle due consonanti sul suolo italiano, perchè la ricerca si presentava qui molto più interessante che altrove, sia per la posizione centrale della penisola rispetto al romanzo orientale ed occidentale, sia perchi i dialetti italiani relativamente e regionalmente vegeti mostrano tracce importanti di vecchi filoni idiomatici coperti stranamente da sovrapposi- zioni ed incrocci degni d' uno studio profondo. Lo confesso: è stata una presunzione giovanile la mia: il quesito è molto più difficile di quanto sembri a prima vista. Le molte domande che si collegano strettamente allo sviluppo delle dentali e attendono ancora una risposta, m'impediscono non di raro di giunger a delle conclusioni storiche sicure. L' inegualità del materiale d' osser- vazione , la mancanza d' indicazioni fonetiche nel maggior numero dei lessici dialettali, le difficolti dello spoglio sistematico dei nostri documenti latini medievali troppo poco studiati, eppure miniere preziosissime per il romanista, la deficenza di studi toponomastici, 1' irraggiungibilità di parecchi testi dialettali, specialmente deplorevole quando si tratti di parlari per i quali non abbiamo raccolte lessicali, si rispecchiano troppo chiaramente in questo studio. Originariamente questa ricerca doveva essere un tentativo di geografia fonetica, in quanto dallo studio sistematico d' un numero sufficenti d* esempi Bcihcft zur Zciuchr. f. rom. Phil. XXV11I. (Festschrlft.) I 2 è lecita ricoitniire e delimitare territorialmente quei dirizzoni linguistici, secondo i quali noi formuliamo le „leggi fonetiche". Ma ormai il materiale stesso mi trascinò a tentare delle ricostruzioni storiche che, allo stadio attuale della dialettologia italiana, potrebbero sembrar premature. Se ogni vocabolo ha la sua storia, sia che esso, come in pochissimi casi, abbia sempre fatto parte del lessico volgare, sia che esso, subentrato nella nozione popolare soltanto in epoca seriore, non abbia potuto avere uno sviluppo conforme alle tendenze dialettali del periodo antecedente, sia che esso sia scomparso per condizioni speciali di coltura e di storia dalla parlata comune, fossilizzandosi come tanti nomi d' oggetti, d' usi e costumi dimenticati — anche una ricerca linguistico- geografica deve avere una perspetliva storica per giudicare e sintetizzare con criteri scientifici. E siccome 1' importazione d' un vocabolo dalla dizione d' una casta più elevata o da altro centro linguistico, le cui tendenze dialettali non combinali con quelle d1 uu detcrminato luogo, implica un' evolucione non con- forme a quella d' un vocabolo svoltosi autoctonamente, siccome 1' influsso flessionale o analogico, e con lui altri fattori che qui non ¿ necessario ricordare possono aver alterato o alterare in grado diverso lo sviluppo d' un vocabolo, il confronto reciproco degli esempi non solo in relazione al nostro fonema ma pure allo sviluppo degli altri suoni s' impone e porta talvolta più in là dei limiti modesti che m' era prefisso. Se la lenizione non ¿ che una delle mani- festazioni d' una tendenza ben più generale che regola tutto il sistema del con- sonantismo romanzo, e, cambiando le originarie condizioni d' energia, produce variazioni più o meno profonde nel vecchio materiale, 1' evoluzione delle esplo- sive dentali, come semplice episodio del processo di lenizione, non è che una delle correnti del movimentato mare linguistico. Se essa vien fatta qui oggetto d' uno studio speciale, il motivo risiede non soltanto nella certezza che per comprendere il problema maggiore sia necessario rifar su più vasta base i singoli lavori analitici parziali, ma pure nella persuasione che per le peculiarità della pronuncia dentale il parallelismo con 1' evoluzione delle altre classi d' es- plosive, determinato dall'unità della tendenza fonetica, in pratica si risolve in pochi casi ad una vera eguaglianza dello sviluppo. Al parallelismo delle altre esplosive sono perciò ricorso in questo saggio soltanto nei casi in cui il mio materiale sulle dentali non bastava a chiarire le tendenze linguistiche. Questi i criteri direttivi dello studio presente, che non può e non vuole estere che un modesto lavoro di preparazione, il quale, specialmente quando avremo anche noi il promesso atlante linguistico e una raccolta toponomastica esatta ed esauriente, andrà corretto e in parte rifatto. E se il Maestro non crederà vanamente sprecato il tempo dedicato a questa ricerca, se la critica m' aiuterà a migliorare 1' esposizione e a colmare lacune che rimpiango, avrò raggiunto il mio scopo. Giacché penso anch'io, come l'amico Pujcariu, che un tentativo, se fatto seriamente, può sempre giovar a qualche cosa — almeno ad indicare nuovi problemi e mostrare nuove vie. 3 Introduzione. Condizioni generali del preromanzo. I. I tre ragguagli pifi importanti dei grammatici latini sulla pronuncia delle esplosive dentali furono già portati da E. Seelmann Del noto studio Die Aussprache des Latein e più tardi da H. T. Karsten nella Uitspraak van hit Latijn 116 e dal Lindsay, The Latin Language 82. Non sarà però inutile il ricordarli al principio d' una ricerca che deve prender le mosse dall' articolazione latina. Terenziano Mauro (sec. Ili, d' origine africana) s' esprime (Keil, Gramm. VI, 331,199*,*.): at portio dentei quotiens suprema linguae pulsaverit imos modiceque curua summos tunc d sonitum perfidi explicatque uocem ; t qua superis dentibus intima est origo, summa satis est ad sonitum ferire lingua. Molto simile è la descrizione attribuita a Mario Vittorino (grammatico della metà del IV secolo, anche lui africano: Keil, Gramm. VI, 33.24seg.): d autem et t, quibus, ut ita dixerim, uocis uicinitas quaedam e?t, linguae sublatione ac positione distinguuntur. nam cum summos atque imos conjunctim detiles suprema sui parte pulsaverit, d litteram exprimit. quotiens autem sublimata partem, qua superis dentibus est origo, contigerit, t sonore uocis explicabit. Poco di nuovo ci porta Marziano Capella (III, 261): d appulsu linguae circa superiores dentes innascitur — t appulsu linguae dentibusque impulsis extunditur (cfr. 1' anonimo de litteris C. del supplemento del Keil, Gramm. 307,8), assolutamente nulla Dositeo (Keil, Gramm. VII, 384) che non stabilisce differenza alcuna fra 1' articolazione della media e della tenue e definisce tutte due semplicemente secondo la vecchia tradizione grammaticale come ¡itera consonans muta (yQCC/Jfia OV[i- «peovov ct<p(Di'Ov). Senza speciale riguardo alle dentali Prisciano s' esprime sul rapporto fra la media e la tenue nel modo seguente (Insti!• Liber I, 26 = Keil, Gramm-. I, 20uscg): inter c sine aspiratione et cum aspiratione est g, inter ! quoque e! th est d e! inter p et ph sive f est b. Sunt igitur hac tres, hoc est b, d, g, mediae quae penitus careni aspiratione nec eam plenam possident. Ora, per quanto la testimonianza d' un autore del secolo sesto possa tornar gradita al romanista, di Prisciano, vissuto in Costantinopoli e più che molti altri grammatici latini esposto all' influsso della scuola greca, sarà bene non fidarsi.1 La divisione delle consonanti in tenui, tenui aspirate e in una classe intermedia rispetto all' aspirazione che 1 Cfr. sulla dipendenza di Piisciano dai grammatici greci: Steinthal, Geschichte der Sprachwissenschaft bei den Griechen und Römern, 3a ed. Berlino 1891, II, 188, 199. Circa l'influsso della classificazione greca delle mute sui grammatici latini in generale cfr. anche: O. Froehde, Die Anfangsgründe der röm. Gramm. 96 seg. I* 4 appunto da questa circostanza deriva il nome di 'medie' è notoria- mente d' origine greca. In modo eguale a Prisciano s' esprimono p.e. gli scoliasti di Dionisio (Gramm. Graeci 111, 50312seg, Scholia Londinensia): UóQ-ev óh órjlov ori rò ß (lioov èorì rov x xal <p, rò óe y rov x xal x, rò de ó fièaov rov 9- xal r e Scholia Mar- ciana, Gramm. Graeci III, 32i)7scg con maggior ricchezza di dettagli: TI lari ¿¿Ira; 2vp(pa>vov àtpcovov /JtOov rov fr xal r. Ilòti-tv tlgijrai óéjLra; Àxò rov óiaQxióv ri tlvai, 7/yovv rò firj òv èXhjteq rq èytaQOa, loóxitvQov yÒQ, ov ovx à<patQOV(jt&ó ri rwv locov, Iva loa yivrjrai, ènei ovrcoq $rv%sv èx rfjq xax'àQyjjv èxrvjtcÓ0£a>$. Rinunciamo quindi per prudenza all' affermazione di Prisciano e ritorniamo alle descrizioni di Terenziano Mauro e Mario Vittorino. 2. Da queste E. Seelmann deriva una ricostruzione che non credo del tutto esatta e che porto, perchè intraducibile, nella lingua originale: D und / sind danach Klapplau te und zwar d eine explosiv-plosiv, bezw. implosiv-plosiv stimmhafte dorsal- gebildete rein dentale Lenis, /, bei dessen Bildung in- folge des stärkeren artikulatorischen Druckes seitens der Zunge der wulstige Vorderrücken derselben Oberzähne und -Zahnfleisch gleichmäfsig berührt, die entsprechende explosiv bezw. implosiv auftretende dorsal gebildete dentigingivale Fortis. Lasciamo correre la differenza fra la pronuncia implosivo- o esplosivo-plosiva, che dovrebbe caratterizzare la media, e 1' es- plosiva od implosiva, che caratterizza la tenue; ciò può essere, ma non costituisce che una delle possibilità, e, nè la testimonianza di Terenziano, nè in generale il materiale raccolto con tanta diligenza dal Seelmann ci permettono di giungere a tal conclusione. Accettiamo invece, quantunque il grammatico latino non vi accenni diretta- mente, la supposizione che il d rappresenti (perlomeno in posizione intervocale) la Iene per riguardo ai risultati romanzi; a una differenza dell' energia d' articolazione fra la tenue e la media accenna del resto nell' ordine delle gutturali Aftonio: c etiam et g . . . nisuque dissentiunt . . . g vim prioris (c) pari linguac habitu palatu suggerens lettius reddit. E accettiamo infine, almeno per la tenue, anche 1' osservazione del Seelmann che in questi suoni la chiusura orale venga realmente esplosa, non sciolta gradatamente attraverso la stretta orale, quantunque circostanze che verranno addotte al § 24 possano far sorgere dei dubbi: il sonilum pelle re di Terenziano (K. VI, 193) rispetto all' articolazione del p che si collega all' exploso e mediis labris sono di Aftonio (K. VI33) e al p labris spirito erumpit di Marziano Capella III, 201 (= K. Suppl. 308), dimostrano cosa pensassero i grammatici latini almeno rispetto allo scioglimento dell' articolazione labiale, di più facile constatazione della dentale e gutturale. Ma ha torto, a mio credere, il Seelmanu

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