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Principi Di Economia Politica PDF

165 Pages·1979·3.974 MB·Italian
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John Stuart Mill Principi di economia politica a cura di Bmncamaria Fontana Piazza dcll’Oiologio - Roma Editori Riuniti I edizione: giugno 1979 Traduzione di Biancamaria Fontana © Copyright by Editori Riuniti Via Serchio 9/11 - 00198 Roma Copertina di Bruno Munari CL 63-19904 Indice Introduzione 7 Nota biografica 22 Nota bibliografica 24 Prefazione alla prima edizione (1848) 31 Libro secondo I. Della proprietà 37 VI. Dei contadini proprietari 63 XIII. Ulteriori considerazioni sui rimedi ai bassi salari 102 Libro quarto VI. Dello stato stazionario 123 VII. Sul probabile futuro delle classi lavoratrici 131 Indice dei nomi 165 Introduzione 1. La raccolta che presentiamo comprende alcuni capitoli dei Principi di economia politica di J. S. Mill che hanno in particolare per oggetto la struttura e la definizione delle classi sociali: piu specificamente, lo stato delle^ classi lavoratrici, le possibilità di realizzare forme di cooperazione nella produzio- ne e di proprietà collettiva, e, in generale, le condizioni del progresso sociale. Questi temi rappresentano naturalmente un aspetto par- ziale e limitato dell’opera di Mill — che volle essere ed è piut- tosto un trattato complessivo di economia politica — ma ne costituiscono comunque una dimensione centrale e particolar- mente significativa. Ci sono due ordini di considerazioni sulla base delle quali ci sembra che abbia senso riproporre, oggi, una rilettura in questa chiave del lavoro di Mill. Un primo gruppo di considerazioni riguarda quello che l’opera di Mill ha inteso esprimere e ha di fatto rappresentato all’epoca in cui venne scritta. I Principi di economia politica, con alcune delle loro ap- plicazioni alla filosofia sociale furono pubblicati da Mill — dopo il successo del Sistema di logica 1 del 1843 e dopo l’ap- 1 1 J.S. Mill, A System of logie - Ratiocinative and inductive, in Col- lected works of John Stuart Mill, vv. VI1-VIII, London, University of Toronto Press, 1974, a cura di J.M. Robson (trad. it. Sistema di logica - raziocinativa e induttiva, Roma, Ubaldini, 1968). parizione di una raccolta di saggi di argomento economico, le Questioni insolute di economia politica2 3, nel 1844 — nel 1848, l’anno delle grandi rivoluzioni europee. Nel breve pe- riodo di tempo necessario per completare la stesura (poco più di un anno e mezzo) Mill — che non aveva rallentato in quel periodo la sua abituale intensa attività di pubblicista — scrisse una cinquantina di articoli per sostenere la causa della riforma agraria in Irlanda, a seguito della drammatica care- stia che aveva colpito il paese nel 1846-47, e una Difesa della rivoluzione francese del febbraio 18483 per controbattere la reazione violentemente conservatrice che la stampa inglese aveva manifestato nei confronti degli sviluppi rivoluzionari della situazione francese. Il testo nasce quindi in un clima, come si suol dire, di grandi trasformazioni e rivolgimenti sociali e politici; nasce, in particolare, nelTimportante momento di svolta che, nella storia della classe operaia inglese, segna il passaggio dal pun- to di massima attività e dominanza del movimento cartista alle nuove forme di pressione e organizzazione che si affer- meranno nella seconda metà del secolo. L’opera stessa, nelle intenzioni del suo autore, intende presentare un carattere essenzialmente innovativo rispetto ai precedenti trattati di economia politica: non solo nel senso di proporre una ver- sione più moderna e aggiornata della teoria economica in quanto tale, ma di offrire anche — come dice del resto il titolo stesso — un’illustrazione delle applicazioni pratiche di tale teoria alla « filosofia sodale ». « La caratteristica specifi- ca di quest’opera — scrive Mill — quella per la quale essa differisce da altre, pure di valore uguale, se non superiore, per quanto riguarda la semplice esposizione dei principi ge- nerali della materia, sta nell'associare sempre tali principi alle 2 J. S. Mill, Essays on some unsettled questions of politicai econo- my, in Collected works, cit. (trad. it. Saggi su alcuni problemi insoluti dell’economia politica, a cura di S. Parrinello, Milano, ISEDI, 1976). 3 J.S. Mill, Vindtcation of thè French revolution of february 1848, in reply lo lord Brougham and others, sla in: J.S. Mill, Dissertations and discussions politicai, historical, philosophical, London, Parker, 1859, v. IX, pp. 335-410. 8 loro applicazioni. Questo implica di per sé un campo di idee e di argomenti molto più vasto di quanto non sia compreso nell’economia politica considerata come un ramo di specula- zione astratta. Dal punto di vista pratico, l’economia politici è inseparabilmente connessa e intrecciata a molti altri settori della filosofia sociale. » Rimandiamo, su questo punto, alla Prefazione di Mill alla prima edizione dell’opera, che è ripor- tata in questa raccolta. Un altro tratto fondamentalmente innovativo dei Prin- cipi è il tentativo di considerare le leggi dell’economia poli- tica in rapporto e con riferimento alle leggi dello sviluppo storico. All’analisi essenzialmente {fatica dei fenomeni econo- mici presentata dagli economisti classici, occorre unire, se- condo Mill, un’analisi dinamica nella quale si tenga conto del processo generale di sviluppo della società. Cosi nei Principi, dopo i primi tre libri nei quali vengono trattati gli argomenti tradizionali della produzione, della distribuzione e dello scam- bio, il quarto libro è appunto dedicato allo studio dell’influen- za del progresso della società sulle leggi esposte nelle parti precedenti. In questa prospettiva — di richiamo alla pratica e di focalizzazione dello sviluppo storico — due sono in partico- lare i testi che Mill indica come modelli e punti di riferi- mento per il suo lavoro: il primo è la Ricchezza delle nazioni * di Adam Smith — che viene privilegiato per il suo carattere prevalentemente storico-sociològico rispetto a quella che vie- ne indicata come I’« astrattezza » dell’elaborazione ricardiana. Il secondo è il Corso di filosofia positiva 4 5 di Auguste Comte, che era stato al centro dell’attenzione di Mill nel corso de- gli anni trenta, e nel quale viene individuata l’apertura di., una nuova era nello studio della scienza della società: come l’opera di Smith è stata il trattato di economia dell’era della 4 A. Smith, Inquiry into thè nature and causes of thè wealth of nations, a cura di E. G. Wakefield, London, Knight, 1835 (trad. it. Indagine sulla natura c le cause della ricchezza delle nazioni, Milano, ISEDI, 1976, introduzione di M. Dobb). 5 A. Comte, Cours de philosophie positive, Paris, 1864 (trad. it. Corso di filosofia positiva, a cura di F. Ferrarotti, Torino, UTET, 1967). filosofia metafisica — scrive Mill a Coirne, riferendosi alla legge comtiana dei tre stadi — cosi i Principi saranno il trat- tato di economia della nuova era della filosofia positiva. 2. Un secondo ordine di considerazioni che possono mo- tivare l’interesse per il contributo di Mill — oltre a questo suo carattere essenzialmente innovativo — riguardano inve- ce il rapporto tra la sua opera e lo sviluppo del pensiero so- cialista, in particolare della contemporanea riflessione mar- xiana. La formazione culturale e politica di Mill avvenne, come è noto, nel corso degli anni venti, all’interno di quel gruppo intellettuale che fu al centro dell’elaborazione del « radicali- smo riformatore » inglese e della filosofia utilitarista. In par- ticolare, a intervenire piu direttamente sulla sua educazione furono, oltre al padre — l’economista James Mill — il filo- sofo riformatore Jeremy Bentham e l’economista David Ri- cardo 6. Successivamente, negli anni trenta, Mill si dedicò allo studio delle teorie dei socialisti utopisti francesi — ed ebbe contatti con alcuni esponenti della scuola sansimoniana: Gu- stave d’Eichtal, Bazard, Enfantin — e accolse con grande en- tusiasmo la pubblicazione dell’opera di Comte, con il quale rimase in corrispondenza per alcuni anni. E, per sua espli- cita dichiarazione, fu appunto questo incontro con la filoso- fia continentale a correggere e modificare considerevolmente rimpianto originario, tutto empirista e anglosassone, della sua formazione. Il capitolo dei Principi « Sulla proprietà » — che apre questa antologia, e al quale rimandiamo il lettore — nel quale viene presentata una disamina delle posizioni di Saint- Simon e di Fourier, segna appunto l’ingresso della riflessione * * La fonte piu interessante e significativa per quanto riguarda la vita e la formazione di Mill rimane indubbiamente la sua autobiogra- fia: J.S. Mill, Autobiozraphy, a cura di Helen Taylor, London, 1873 (trad. it. Autobiografia, a tura di F. Restaino, Bari, Laterza, 1976). Si veda anche L. Stephen, The Enulish utilitarians, London, Duck- worth, 1900, v. III. continentale sui temi del socialismo e del comuniSmo nella tradizione dell’economia politica ortodossa. Tuttavia non è a livello delle influenze culturali o delle circostanze biografiche che va ricercato un legame tra il con- tributo di Mill e quello (del resto a lui del tutto sconosciuto) del suo contemporaneo Marx; non si tratta quindi di ripro- porre un accostamento tra i due autori, o di andare alla ri- cerca di parentele o analogie7. Ci sembra piuttosto che la riflessione sociale e politica di Mill sia in qualche modo le- gata allo sviluppo dell’analisi marxiana dalla comunanza, e anche dall’eccezionaiità, dell’oggetto storico che ambedue si trovano a descrivere — il capitalismo inglese della seconda metà dell’ottocento — e dal comune riferimento all'orizzonte teorico dell’economia politica classica. È l’esistenza di questo terreno comune che rende le due analisi — pure condotte su piani molto diversi — in qualche modo contestuali e omoge- nee. Ed è da questo punto di vista che una riconsiderazione dell’opera di Mill può gettare luce sulla formazione del pen- siero di Marx; mostrando l’esistenza di analisi e progetti vi- cini e tuttavia divergenti; rivelando, nel confronto, i momen- ti di conferma e quelli di insuccesso di alcune previsioni; re- stituendola, in altre parole, al contesto storico all’interno del quale si è costituita e che la tradizione marxista ha invece te- so sovente ad ignorare. 3. Una questione rispetto alla quale i Principi segnano, nello sviluppo del pensiero economico, un importante mo- mento di svolta, è appunto — e qui il richiamo a Marx nasce spontaneo — la definizione e identificazione delle classi so- ciali. Prima di Mill, nell’elaborazione degli economisti classici, e in particolare nella formulazione ricardiana, le classi sociali sono rigorosamente definite dal loro contributo specifico alla attività produttiva. Ai tre fattori essenziali della produzione 7 Per un interessante accostamento del contributo di Mill a quello di Marx, si veda G. Duncan, Marx and Mill - Two vtews of social con- flict and social harmony, Cambridge, Cambridge University Press, 1973. — terra, lavoro e capitale — corrispondono direttamente le tre quote distributive del prodotto sociale — rendita, salario e profitto — e quindi le tre classi — proprietari terrieri, la- voratori, capitalisti — dalle quali la società stessa è costituita. « Il prodotto della terra — scrive Ricardo — tutto ciò che si ricava dalla sua superficie mediante l’applicazione congiun- ta di lavoro, di macchine e di capitale, viene diviso fra tre classi della comunità; vale a dire, il proprietario della terra, il possessore di fondi o capitali necessari per la sua coltiva- zione, e i lavoratori che la coltivano con l’opera loro. » 8 Dal momento che il progresso della società viene strettamente iden- tificato con il progresso dell’attività produttiva — in contra- sto con il carattere inerziale, se non regressivo, della struttura politica — le categorie della produzione diventano immedia- tamente le categorie costitutive dell’intera società civile. Ora, nei Principi di Mill questa prospettiva continua, in certa misura, a sussistere; là dove Mill guarda alla società sotto il profilo dell’attività produttiva, ritroviamo infatti an- cora nel testo i termini della definizione ricardiana: « I tre requisiti della produzione, come è stato cosi spesso ripetuto, sono il lavoro, il capitale e la terra [...]. Dal momento che ciascuno di questi tre fattori della produzione può essere ap- propriato separatamente, la comunità industriale può essere considerata divisa in proprietari terrieri, capitalisti e lavora- tori produttivi. Ciascuna di queste tre classi, in quanto tale, ottiene una quota dal prodotto: nessun’altra persona o classe può ottenere qualcosa se non per loro concessione; [...] l’eco- nomia politica considera quindi queste tre classi come costi- tutive dell’intera comunità » 9. Ma questa visione economica della società ha ormai ces- sato di essere esclusiva ed esaustiva. Ad essa infatti si af- fianca una nuova definizione delle classi sociali, che è invece 8 D. Ricardo, Sui principi dell’economia politica e della tassazione (Principles of politicai economy and taxalion), a cura di F. Vianello, Milano, ISEDI, 1976, p. 3. 9 J. S. Mill, Principles of politicai economy - with some of their ap- plications to social philosophy, in Collected Works, cit., v. II, p. 235.

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