Matthiae.QXD 21-09-2005 11:45 Pagina I Universale Laterza 859 Matthiae.QXD 21-09-2005 11:45 Pagina II PRIMELEZIONI VOLUMIPUBBLICATI Psicologia Estetica di Giovanni Jervis di Sergio Givone Storia greca Diritto di Luciano Canfora di Paolo Grossi Antropologia Letteratura greca di Francesco Remotti di Franco Montanari Urbanistica Archeologia di Bernardo Secchi di Daniele Manacorda Stilistica Sociolinguistica di Pier Vincenzo Mengaldo di Gaetano Berruto Biologia di Edoardo Boncinelli Scienze cognitive di Paolo Legrenzi Paleografia di Armando Petrucci Sul linguaggio di Tullio De Mauro Neuroscienze di Alberto Oliverio Letteratura latina di Antonio La Penna Matthiae.QXD 21-09-2005 11:45 Pagina III Paolo Matthiae Prima lezione di archeologia orientale Editori Laterza Matthiae.QXD 21-09-2005 11:45 Pagina IV © 2005, Gius. Laterza & Figli Prima edizione 2005 L’Editore è a disposizione di tutti gli eventuali proprietari di diritti sulle immagini riprodotte, là dove non è stato possibile rintracciarli per chiedere la debita autorizzazione. Proprietà letteraria riservata Gius. Laterza & Figli Spa, Roma-Bari Finito di stampare nell’ottobre 2005 Poligrafico Dehoniano - Stabilimento di Bari per conto della Gius. Laterza & Figli Spa CL 20-7382-X ISBN 88-420-7382-2 È vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico. Per la legge italiana la fotocopia è lecita solo per uso personale purché non danneggi l’autore. Quindi ogni fotocopia che eviti l’acquisto di un libro è illecita e minaccia la sopravvivenza di un modo di trasmettere la conoscenza. Chi fotocopia un libro, chi mette a disposizione i mezzi per fotocopiare, chi comunque favorisce questa pratica commette un furto e opera ai danni della cultura. Matthiae.QXD 21-09-2005 11:45 Pagina 1 Prima lezione di archeologia orientale Matthiae.QXD 21-09-2005 11:45 Pagina 2 Matthiae.QXD 21-09-2005 11:45 Pagina 3 I Dall’oblio alla riscoperta dell’Oriente preclassico Il rapporto tra l’Occidente medioevale e moderno e l’antico mondo greco e romano non si è mai spezzato. Molte testimonianze della tradizione letteraria e storio- grafica di quel mondo sono sempre rimaste come un so- lido filo conduttore di una continuità che si è talora for- temente oscurata, ma che non è andata mai completa- mente perduta in un naufragio assoluto. Allo stesso mo- do, nei panorami urbani di pur cadenti e deserte città romane d’Occidente e d’Oriente le rovine di numerosi monumenti insigni sono rimaste a lungo come visibili e imponenti segni di una civiltà che è divenuta progressi- vamente più estranea alla coscienza degli abitanti di quelle stesse città e degli uomini di cultura, ma che non è mai uscita né dalla loro esperienza, né dal loro imma- ginario. Inoltre, il richiamo, la riscoperta, la reinterpretazio- ne di opere della cultura scritta e materiale del mondo classico hanno accompagnato, ma anche spesso prean- nunciato e in parte direttamente provocato, rinnova- menti profondi e talora epocali del mondo occidentale, come accadde con le rinascenze carolingia e duecente- sca, con il Rinascimento e poi con l’età neoclassica e ro- mantica. Soltanto alla metà dell’Ottocento, si è inter- Matthiae.QXD 21-09-2005 11:45 Pagina 4 4 Prima lezione di archeologia orientale rotto il legame vitale, intenso e fecondo tra mondo oc- cidentale moderno e mondo antico greco-romano e quel legame «caldo» è stato sostituito da quello «fred- do» della conoscenza scientifica della moderna archeo- logia nascente. Le ricerche appassionate e penetranti degli umanisti e degli artisti, ancora prima del primo Ri- nascimento, sulle testimonianze letterarie, architettoni- che e artistiche del mondo romano hanno certo arric- chito quel rapporto e soprattutto hanno cominciato a storicizzare la considerazione delle opere di un passato ormai lontano, ponendo i fondamenti di valutazioni che pretenderanno di essere sempre più obiettive e scienti- fiche. Al contrario, un naufragio colossale e un oblio im- pressionante hanno colpito i resti delle grandi civiltà che nelle contrade del Mediterraneo orientale e nelle re- gioni ancora più ad oriente – dalla valle del Nilo alle pia- ne alluvionali dell’Eufrate e del Tigri fino alla valle del- l’Indo – precedettero di molti secoli le esperienze della civiltà greca e romana. I resti materiali di quelle civiltà (certo diversi per monumentalità e visibilità, dalle rovi- ne grandiose e frequenti, quasi sempre in pietra, dell’E- gitto e da quelle assai più rare ma maestose della Persia alle diroccate, enigmatiche e labilissime testimonianze, in mattoni crudi, emergenti in Mesopotamia) per ovvi motivi di lontananza geografica uscirono definitiva- mente da ogni esperienza degli abitanti dell’Occidente cristiano. D’altro lato, per la frequente nuova disloca- zione dei grandi centri urbani del mondo islamico ri- spetto alle antiche città ellenistiche e romane, questi re- sti, anche per gli abitanti dell’Oriente islamico, e in as- sai minor misura cristiano, si collocarono in una sorta di periferia fantastica e favolosa dell’esperienza e dell’im- maginario, in quanto fisicamente collocati sempre fuo- Matthiae.QXD 21-09-2005 11:45 Pagina 5 I. Dall’oblio alla riscoperta dell’Oriente preclassico 5 ri dalle aree urbane e molto spesso negli spazi sconfina- ti dei deserti. 1. Tradizioni interpretative del Medioevo arabo Tuttavia, le misteriose presenze di rovine straordinarie – che segnavano con incomparabile suggestione pro- prio i luoghi privilegiati dell’immaginario degli Arabi, gli amatissimi deserti che dovunque, dall’Iran al Magh- reb, rinnovavano il fascino del Deserto Siro-Arabico, sede venerata dei luoghi santi della fede islamica – di- vennero oggetto di insistite quanto fantasiose interpre- tazioni storiche, non di rado sulla base di leggende cri- stiane e gnostiche relative a popolazioni antiche, dai Copti d’Egitto agli Assiri e ai Sabei di Mesopotamia. Importanti scrittori arabi medioevali, tra il X e il XIII secolo, quali al-Gharnati, Masudi (autore delle celebri «Praterie d’oro») e al-Qazwini (che scrisse sulle «Mera- viglie della creazione» e sulle «Vestigia dei paesi») cele- brarono le ajaib, il corrispondente arabo dei mirabilia dell’Occidente cristiano, meraviglie in cui si fondevano le singolarità dei paesi stranieri, le memorie della storia preislamica e le fantasie della creazione. Ciò che legava queste enigmatiche testimonianze materiali di un passato remoto e perduto al presente della cultura islamica del Medioevo – dalle più lontane contrade della Persia alla valle del Nilo – erano proprio i ricordi della storia sacra, delle successive rivelazioni del Dio unico della vera fede dai tempi di Adamo attra- verso la ciclica eroica presenza e predicazione nella sto- ria dei Profeti: Noè, Abramo, Mosè, che, ereditati dai racconti biblici e assunti dal «sigillo dei profeti» Muhammad nel Corano stesso, anche se per accenni ed allusioni talora oscure, divennero i protagonisti onni-