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Poul Anderson - Polizia del Tempo 1 - La Pattuglia Del Tempo (Time Patrol,1991) PDF

701 Pages·2011·2.29 MB·Italian
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Poul Anderson La Pattuglia del Tempo Titolo originale: The Time Patrol Traduzione di Andreina Negretti primi quattro racconti e Vittorio Curtoni Copertina di Oscar Chichoni © 1991 Poul Anderson © 1994-95 Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., Milano URANIA ARGENTO a cura di: Giuseppe Lippi DIRETTORE RESPONSABILE: Stefano Magagnoli URANIA ARGENTO Periodico Mensile n. 5 - 11 giugno 1995 ERA UN'EPOCA DI ENORME PROGRESSO. SCIEN- TIFICO: SI POTEVA MUTARE CORSO DEL TEMPO, ALTERARE IL PASSATO E IL FUTURO. PER QUESTO OCCORREVA UNA PATTUGLIA SPECIALE CHE VIGI- LASSE: UN COMPLOTTO AI LIMITI DELL'IMPOSSI- BILE. PER LA PRIMA VOLTA IN VOLUME UNICO L'ENTUSIASMANTE CICLO COMPLETO CREATO DA POUL ANDERSON. POUL ANDERSON, classe 1926, scrive fantascienza fin dal 1947. Laureato in fisica all'Università del Minnesota, ha sempre saputo coniugare le storie di fantascienza, di esplora- zione e colonizzazione spaziale alla fantasy, il genere in cui ha dato il meglio di sé. Fra i suoi romanzi migliori ricordia- mo Tre cuori e tre leoni, Quoziente 1000, Mondo senza stel- le. NOTA INTRODUTTIVA Sebbene abbia cominciato a scrivere in modo continuati- vo solo negli anni Cinquanta, Poul Anderson rientra di dirit- to nel novero dei '"vecchi leoni" della fantascienza, non per questioni di età, ma perché la sua narrativa ha toni e stilemi tipici della space opera degli "Anni d'oro". Anderson non è uno scrittore dotato della scintilla del genio, ma possiede una solida professionalità grazie alla quale ha sempre sapu- to costruire storie ben più che dignitose, come testimoniano i numerosi premi vinti nella sua lunga attività di narratore: sette Hugo, tre Nebula e un Gandalf, nel 1977, come ricono- scimento alla carriera nel campo della fantasy. Autore proli- fico, si è conquistato una vasta popolarità e un'ottima rispo- sta di pubblico con la gran mole della sua opera complessi- va che si dipana lungo i vari percorsi della fantascienza e del fantastico. Nell'Anderson scrittore convivono due anime differenti, ma non contrapposte. Lo scienziato, laureato in fi- sica alla University of Minnesota, si dedica alla fantascien- za, con una predilezione per l'avventura spaziale, condotta anche con piglio ironico, ma sempre con rigore scientifico. Il discendente dei guerrieri nordici (Anderson è di origine scandinava e ha vissuto in Danimarca a lungo) si scaglia lancia in resta nei territori dell'heroic fantasy e delle saghe degli elfi. Anderson si trova particolarmente a proprio agio nel campo della fantasy e fra le numerose opere è necessario ri- cordarne almeno due. Tre cuori e tre leoni, 1953, in cui me- scola temi e atmosfere della sword & sorcery e dei romanzi cavallereschi e narra di un uomo sbalzato in un universo pa- rallelo dove combatterà contro le forze del Male con l'aiuto di una spada fatata e di una donna cigno, e La spada spezza- ta, 1954, legata alle saghe nordiche, in cui mette in scena un'epica lotta fra uomini ed elfi. Per quest'ultima opera, An- derson fu erroneamente accusato di aver copiato Tolkien: ma il primo episodio del Signore degli anelli è stato pubbli- cato qualche mese dopo La spada spezzata! Alcune tematiche fantasy ritornano anche nei romanzi di fantascienza di Anderson, come in Crociata spaziale, 1960, dove un signorotto del Medioevo sposta la sua azione dalla Terrasanta alla galassia, o in molte opere spaziali in cui si ripropone il conflitto dell'eroe solitario contro l'infedele o il malvagio di turno. La produzione fantascientifica di 2 Anderson è molto vasta da ricordare e organizzare (ma come dimenticare Quoziente 1000, 1954, in cui l'intelligenza umana si sviluppa enormemente, o avventure spaziali affa- scinanti come Mondo senza stelle del 1966?). Per fortuna ci ha pensato lo stesso Anderson che ha raccolto i propri rac- conti in una personale storia futura, suddivisa in due fasi principali: una prima epoca in cui l'uomo si espande nella galassia (e qui troviamo tutti i romanzi del ciclo della Lega Polesotecnica e del principe e mercante Van Rijn), e una se- conda in cui l'Impero Terrestre sta decadendo e le minacce portate dall'esterno sono raccontate negli episodi del ciclo di Dominic Flandry. L'inclinazione di Anderson alla seriali- tà lo porta a comporre altri cicli come quello della Lega Psicotecnica, i cui temi principali sono l'esplorazione di mondi alieni e i progressi della tecnologia, e quello degli Hoka, in collaborazione con Gordon R. Dickson, dal tono lieve e divertente. Il ciclo dei Guardiani del Tempo, racconti e romanzi bre- vi scritti in un ampio arco di anni e raccolti in numerosi vo- lumi, rappresenta un po' la summa della narrativa di Ander- son, poiché miscela sapientemente accenti divertiti ad atmo- sfere più seriose, paradossi temporali a tuffi in un passato a metà strada fra storia e mito. Un cocktail di fantascienza e fantasy storica di indubbia presa. Silvano Barbesti Poul Anderson LA PATTUGLIA DEL TEMPO INDICE - Everard Cronodetective Time Patrol, Fantasy & Science Fiction, mag. 1955 - Nel tempo di Ciro il Grande Brave to Be a King, Fantasy & Science Fiction, ago. 1959 - La scoperta sbagliata The Only Game in Town, Fantasy & Science Fiction, gen. 1960 - Il mondo che non poteva esistere Delenda Est, Fantasy & Science Fiction, dic. 1955 - Le cascate di Gibilterra Gilbratar Falls, Fantasy & Science Fiction, ott. 1975 - Avorio, e oro, e pavoni Ivory, and Apes, and Peacocks, Time Patrolman, 1983 - Il dolore di Odino The Sorrow of Odin the Goth, Time Patrolman, 1983 - Stella di mare Star of the Sea, The Time Patrol, 1991 - L'anno del riscatto The Year of the Ransom, Walker, New York, 1988 EVERARD CRONODETECTIVE 1 CERCASI PERSONALE - 21-40 anni, preferibilmente scapoli, esperienze in campo tecnico o militare, buone con- dizioni fisiche, per lavoro adalta retribuzione con viaggi al- l'estero. Engineering Studies Co., 305 E. 45,9-12 e 14-18. Il signor Gordon disse: — Si tratta di un lavoro alquanto insolito. E di natura delicata. Posso fidarmi che manterrà il segreto? — Dipende dal genere di segreto — rispose Manse Eve- rard. Il signor Gordon sorrise. Un sorriso strano. Una specie di sottile curvare di labbra che a Everard risultò nuovo. Il si- gnor Gordon parlava un inglese perfetto, indossava un vesti- to normalissimo, ma in lui c'era un che di straniero dovuto a qualcosa di più che alla sua pelle scura, agli zigomi alti, e al contrasto degli occhi mongolici sopra il sottile e dritto naso europeo. Difficile classificarlo. — Non siamo spie, se è questo che sta pensando — disse. Everard sorrise. — Mi scusi. La prego di non pensare che sia diventato nevrotico come tutti gli altri, ma il suo accenno a missioni oltremare, e il modo in cui sembra che siano mes- se le cose... Non vorrei perdere il mio passaporto, ecco. Manse Everard era grande e grosso, con solide spalle qua- drate e la faccia ossuta sotto i folti capelli neri tagliati a spaz- zola. I suoi documenti erano lì sulla scrivania: congedo dal- l'esercito, e la documentazione di tutti i posti in cui aveva la- vorato come ingegnere meccanico. Gordon li aveva guardati appena. L'ufficio nel quale i due uomini si trovavano era assoluta- mente comune: una scrivania, un paio di poltroncine, un classificatore, e una porta che dava sul retro. Una finestra si affacciava sul traffico di New York, da sei piani di altezza. — Spirito di indipendenza — commentò l'uomo dietro la scrivania. — Mi piace. Ne ho visti tanti, troppi, venire qui con l'aria di accettare volentieri anche i calci. Certo che col suo curricu- lum può trovare lavoro abbastanza facilmente anche in... Credo che il termine esatto sia "una situazione molto fluida". — Il vostro annuncio mi ha interessato — disse Everard. Ho lavorato all'estero, come può notare dai documenti, e non mi dispiacerebbe tornare a viaggiare. Ma francamente non ho ancora la più pallida idea di cosa facciate. — Ci occupiamo di un'infinità di cose — disse il signor Gordon. — Mi lasci vedere... lei ha fatto la guerra. Francia e Germa- nia. — Everard sbatté le palpebre, sorpreso. I suoi documenti comprendevano anche le motivazioni delle medaglie guada- gnate in combattimento ma lui avrebbe giurato che il signor Gordon non avesse avuto il tempo di controllare. — Dunque... Le spiace afferrare quelle impugnature sui braccioli della poltrona? Grazie. Ora mi dica, come reagisce al pericolo fisico? Everard si mise sulla difensiva: — Senta... — cominciò. Il signor Gordon guardò uno strumento posato sulla sua scrivania, una semplice scatola con un ago indicatore e un paio di quadranti. — Non ha importanza — disse. — Quali sono le sue idee politiche? — Mi pare che adesso... — Che cosa pensa del comunismo? Del fascismo? Della donna? Quali sono le sue ambizioni personali? Finito. Non occorre che risponda. — Si può sapere che diavoleria è questa? — scattò Eve- rard. — Semplice esame psicologico. Non ci pensi più. Non mi interessano le sue opinioni politiche o personali, tranne che per l'orientamento emotivo riflesso in esse. — Il signor Gor- don si appoggiò alla spalliera della poltrona e incrociò le dita. — Come le ho già detto — riprese — siamo impegnati in un lavoro molto riservato. Noi... come si dice... noi stiamo progettando una sorpresa per i nostri concorrenti. — Rise. — Può anche andarsi a informare all'Fbi, se vuole. L'Ufficio Fe- derale ha già compiuto le sue indagini su di noi. Scoprirà che ci stiamo interessando a lavori di ingegneria meccanica su scala mondiale. Ma c'è un altro aspetto del lavoro, ed è quel- lo per cui stiamo cercando uomini. Le darò cento dollari per passare nella stanza qua dietro e rispondere a una serie di problemi. L'esame durerà circa tre ore. Se non supererà la prova, tutto finirà qui. Se la supererà, firmerà un contratto, la metterò al corrente del suo lavoro, e potrà cominciare subito. D'accordo? Everard esitò. Aveva l'impressione di non poter decidere liberamente. E non riusciva a capire cosa ci fosse dietro quell'ufficio e quello sconosciuto. — Va bene — decise. — Ma firmerò dopo che mi avrà detto di cosa si tratta. — Come vuole — accettò Gordon, stringendosi nelle spalle. — Si accomodi. L'esame ci dirà se lei è o no all'altez- za del lavoro che intendiamo affidarle. La nostra impresa si serve di alcune fra le tecniche più progredite. Questo almeno era vero. Everard sapeva qualcosa sulla

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