In una lettera del 1932 indirizzata al dottor Jordan, Hesse opponeva al presunto pessimismo delle sue opere e dei suoi articoli il messaggio racchiuso nelle sue poesie: «... di fronte a queste manifestazioni legate al momento e piuttosto occasionali stanno altre mie opere, soprattutto le mie poesie, in cui è bensì lasciato gran posto alla tragica problematicità dell’essere umano, ma è anche espressa una fede ... fede non in un senso della nostra vita e del nostro soffrire che si possa formulare dogmaticamente una volta per tutte, ma nella possibilità che ha ogni anima di afferrare per via di intuizione tale senso, e di liberarsi e di elevarsi al suo servizio».