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Pietro Genesini Hannah Arendt e lo stupidario filosofico PDF

113 Pages·2010·1.24 MB·Italian
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Pietro Genesini Hannah Arendt e lo stupidario filosofico Padova, ottobre 2009 Genesini, Hannah Arendt e lo stupidario filosofico 1 Genesini, Hannah Arendt e lo stupidario filosofico 2 A Nadia e a Bruna, che mi avete introdotto alla ricerca filosofica, alla disponibilità verso il lavoro altrui e al giudizio spietato contro gli impostori. Dedico la fatica al piccolo Mohamed, alla piccola Fatima e a tutti gli altri bambini palestinesi assassinati in Palestina fino ad oggi (2009) dalla bestiale ferocia degli ebrei. Genesini, Hannah Arendt e lo stupidario filosofico 3 Genesini, Hannah Arendt e lo stupidario filosofico 4 Premessa La Arendt una grande pensatrice? Non intendiamo Qualche spirito faccetto la voleva insegnante all’univer- rimandare ai posteri la sentenza, che poi non è affatto sità, cosa impedita dal Nazional-socialismo. Se le uni- ardua. La scrittrice americana non si sente più tedesca versità tedesche sfornano studenti di questo tipo, così se non per la lingua. Meglio così. La cultura tedesca è tendenziosi, così sguaiati e così preoccupati soltanto dei sempre stata un modello di correttezza scientifica, cosa propri interessi, è meglio che chiudano. che nelle opere della giornalista americana non è mai. In ogni pagina c’è la volontà di manipolare metodi, fat- Al lettore, se vuole, spetta il compito di controllare se le ti, “ricerca” al fine di concludere che lo sterminio degli nostre argomentazioni sono corrette, fondate, solide, ebrei è incomprensibile, che non ci sono cause econo- oppure no. Il sapere non è profezia oracolare con cui miche alle spalle, che tutti i tedeschi sono colpevoli e ingannare il lettore, è invece faticoso lavoro (personale perciò vanno puniti, che gli ebrei sono sempre onestis- e collettivo), possesso comune, conclusioni condivise, simi, sempre innocentissimi e sempre rispettosissimi ricerca che si può sempre approfondire1. delle leggi. Il colpo più squallido, messo in pratica anche da altri Padova, giugno 2009 scrittori ebrei e non ebrei, è il volgarissimo attacco con- tro il papa, Pio XII, di cui pure si riconosce che ha aiu- tato gli ebrei. Egli doveva condannare Hitler e il Nazio- nal-socialismo. E basta. E perché non doveva condanna- re i bombardamenti criminali di USA e GB sulle città tedesche, italiane, su Hiroshima e Nagasaki, sulla popo- lazione civile? Questi non erano crimini, non ammaz- zavano “civili innocenti”? La donna non pone la do- manda né, tanto meno, dà la risposta. Nessun altro “sto- rico” la pone né, tanto meno, vi risponde. Il paraocchi è uno strumento storiografico estremamente efficace e praticato. In tutta l’opera la Arendt applica la “coscienza morale” soltanto ai tedeschi, mai a se stessa, mai agli alleati, mai e poi mai agli ebrei. A quanto pare, nessuno può giudi- care il giudice. E l’unico giudice è lei, soltanto lei. In tutta la sua opera i giudizi oracolari e dogmatici so- stituiscono anche il più scialbo tentativo di argo- mentazione filosofica, scientifica o storica. L’invenzione dei fatti, l’invenzione dei totalitarismi e il loro doversi adeguare alla definizione della giornalista sono il piatto forte della sua “ricerca”. Il Fascismo? Non era un totalitarismo. Perché? Perché non era abba- stanza crudele e perché non praticava la tortura. Amen. Qualcuno però è contento. Le femministe, mentalmente surriscaldate e prese da frenesia baccanale, hanno trova- to la nuova fede ed hanno proclamato la nuova Santis- sima Trinità Femminista: Weil, de Beauvoir e Arendt. E si prostrano in adorazione perpetua davanti alla nuova Trimurti. È proprio vero: le donne hanno una predispo- sizione innata verso la religione e verso la superstizio- ne. La bibliografia “critica” invece dorme il sonno dei giu- sti, un sonno che forse soltanto le trombe del giudizio universale riusciranno a svegliare. Non ha visto niente, non ha sentito niente, non ha detto niente, non ha pensa- to niente, non ha controllato niente, immersa in una let- 1 Il lavoro è nato come breve commento a MARGARETHE tura metastorica, decontestualizzata e feticistica dei testi DURST, Hannah Arendt: pensare e agire in favore del mon- arendtiani. La teoria dello struzzo è pratica assidua, co- do, EduEuropa, 2008-09 (qui recensita a p. 89), poi si è svi- stante, diuturna, totale, universale. luppato in modo autonomo e ha seguito il suo demone. Genesini, Hannah Arendt e lo stupidario filosofico 5 Genesini, Hannah Arendt e lo stupidario filosofico 6 Sommario 2. Bibliografia minima su H. Arendt .............. 108 Premessa ............................................................ 5 3. Opere di P. Levi ......................................... 109 1. I presupposti: il lavoro di ricerca come 4. Opere sul totalitarismo citate ...................... 109 possesso comune .................................................... 9 5. Opere recensite ........................................... 109 2. La formazione filosofica della Arendt ......... 10 6. Opere di metodologia storiografica ............ 109 3. Le origini del totalitarismo e l’orrore 7. Opere di storia della logica ......................... 110 storiografico .................................................... 13 8. Opere di metodologia e di storia della scienza 4. La “correttezza” del processo ..................... 22 ........................................................................ 110 5. La giustizia assoluta o autoevidente ............ 25 9. Opere di metodologia storica ..................... 111 6. La verità assoluta o autoevidente ................ 27 10. Alcune opere sullo sterminio degli ebrei .. 111 7. La banalità del male .................................... 27 11. Lo sfruttamento economico e politico dello 8. La demolizione del processo ........................ 30 sterminio degli ebrei ....................................... 111 9. La nascita ex nihilo della coscienza morale, 12. Critica alle società totalitarie .................... 111 assoluta e universale........................................ 31 13. Gli intellettuali italiani e il caso Toaff...... 112 10. La Arendt e il primato come lettrice di libri ......................................................................... 39 11. La gallina che ripete il suo verso .............. 40 12. Arendt e Levi davanti ai lager ................... 41 13. Miseria morale e miseria intellettuale della Arendt .............................................................. 45 ALCUNE RECENSIONI .................................. 55 ARENDT H., Archivio Arendt. 1. 1930-1948 (1994) ............................................................... 55 POLIAKOV LÉON, Il nazismo e lo sterminio degli ebrei ........................................................ 58 GIUNTELLA VITTORIO E., Il Nazismo e i Lager ................................................................ 64 COLLOTTI ENZO (a cura di), Il nazismo ....... 71 MOSSE WERNER E., Gli ebrei e l’economia tedesca ............................................................. 74 ROMANO SERGIO, Lettera a un amico ebreo 75 KERTZER DAVID I., I papi contro gli ebrei ... 77 FERRI EDGARDA, L’ebrea errante ............... 82 SARFATTI MICHELE, Le leggi antiebraiche spiegate agli italiani di oggi ............................ 83 GROSS JAN T., I carnefici della porta accanto ......................................................................... 84 OZ AMOS, Contro il fanatismo ....................... 87 DVIRI MANUELA, La guerra negli occhi. Diario da Tel Aviv ........................................... 92 DURST MARGARETHE, Hannah Arendt: pensare e agire in favore del mondo ............. 100 WIKIPEDIA, Le origini del totalitarismo ...... 103 L’antisemitismo.............................................. 103 L’imperialismo ............................................... 104 Il totalitarismo ............................................... 106 1. Opere di H. Arendt .................................... 108 Genesini, Hannah Arendt e lo stupidario filosofico 7 Genesini, Hannah Arendt e lo stupidario filosofico 8 2. Si cercano i testi originali dell’autore o sull’ar- 1. I presupposti: il lavoro di ricerca come pos- gomento. sesso comune 3. Si cerca la bibliografia critica sull’autore o sull’argomento. La formazione professionale è messa a dura prova 4. Si legge con attenzione tale bibliografia, pren- quando incontra formazioni profondamente diverse e dendo appunti e facendo opera di riflessione. antitetiche. La mia formazione avviene all’interno 5. Si espongono con linguaggio semplice, chiaro e della Scuola Padovana di Filosofia negli anni Set- tanta1. Ma risente anche di un opuscoletto prodotto lineare le posizioni dell’autore e della biblio- grafia critica. dall’università di Lovanio o, meglio, dall’università 6. Si discutono criticamente tali posizioni con il cattolica di Lovanio, che indicava allo studente co- me fare la tesi di laurea2. Poca favilla, gran fiamma senso della misura, mostrandone pregi, difetti, limiti, possibilità di superarli. seconda: è successo proprio così con quel breve te- 7. Si stende la conclusione, nella quale si possono sto. Conteneva il metodo ma anche l’etica della ri- ipotizzare possibili sviluppi della ricerca. cerca. L’uno e l’altra risalivano alla logica me- dioevale, addirittura a Tommaso d’Aquino3. Il metodo innanzi tutto. Il metodo e soltanto il me- La filosofia in cui mi sono formato è la filosofia gre- todo teneva il ricercatore sulla retta via. E metodo ca antica, integrata con dosi massicce di filosofia significa che i risultati devono essere oggettivi, vali- della scienza moderna e contemporanea4. Il sugge- di per tutti, validi in particolare per il lettore, che per rimento metodologico della Scuola Padovana di Fi- un qualche motivo non era risuscito a fare quella ri- losofia era semplice ed efficace. Soltanto il rasoio di cerca che lo interessava. Se un altro ricercatore aves- Occam ha una uguale capacità aggressiva. Diceva di se lavorato al nostro posto sarebbe arrivato alle no- avvicinarsi all’esperienza e alla storia senza le so- stre stesse conclusioni. Si lavorava non per sé, ma vrastrutture concettuali e i pregiudizi con cui l’uomo per gli altri: il metodo si fondeva con l’etica. Le pro- comune ma anche il filosofo normalmente vi si av- prie idee personali potevano aspettare5. vicina. Così il filosofo (o l’aspirante filosofo) si tro- L’ultima conclusione era troppo ottimistica, poiché i vava immediatamente sbattuto in un universo vuoto risultati sono legati anche alle capacità personali. In in cui bisognava avvicinarsi senza preconcetti e sen- ogni caso era una buona prospettiva di lavoro, se si za apriorismi prima al linguaggio e poi alla realtà, tiene conto che chi sta imparando deve innanzi tutto cioè all’esperienza e alla storia. addestrarsi nell’uso corretto ed efficace degli stru- Le regole dell’opuscoletto erano semplici, chiare, menti di lavoro. Poi, se son rose, fioriranno. lineari, efficaci, intersoggettive, tali da impedire Il metodo e l’etica della ricerca costringevano a pre- l’errore e tali da produrre un lavoro valido anche per stare una particolare attenzione ai presupposti espli- i lettori interessati all’argomento: citi o per lo più impliciti di un autore ma anche, in modo omogeneo, suggeriva di portare alla luce i pre- 1. Si parte dal titolo di propria scelta o indicato dal supposti impliciti con cui ci si avvicinava all’ar- docente. gomento o al pensiero dell’autore6. 1 GENTILE M., Come si pone il problema metafisico, Li- 5 Il breve testo di Lovanio è stato aggiornato alle nuove viana, Padova 1966; Se e come è possibile la storia della esigenze metodologiche e ai nuovi strumenti di lavoro: filosofia, Liviana, Padova 1966; Il metodo della storio- GENESINI P., Guida alla tesi di laurea e alla stesura di grafia filosofica, Accademia nazionale dei Lincei, 1967; documenti, sip, Padova 2008. Saggi di una nuova storia della filosofia, Cedam, Padova 6 Un ottimo approccio alla storia della scienza, per altro 1973; Breve trattato di filosofia, Cedam, Padova 1974; simile a quello indicato dalla Scuola Padovana di Filoso- Introduzione ai Saggi di una nuova storia della filosofia, fia e applicabile alla storia tout court, si trova in Alexan- Cedam, Padova 1974; AA.VV., Saggi di una nuova sto- dre Koyré: lo storico vuole immedesimarsi negli autori ria della filosofia, Guida, Napoli 1984. Gentile e i suoi esaminati e vedere i problemi scientifici e il mondo dal discepoli Enrico Berti e Franco Chiereghin hanno formato loro e non dal suo punto di vista, insomma dal passato la Scuola Padovana di Filosofia. verso il futuro, non dal futuro verso il passato. Cfr. KO- 2 L’Institut Supérieur de Philosophie à l’Université de YRÉ A., Dal mondo del pressappoco all’universo della Louvain, Louvain, Ed. de l’Inst. Sup., s. d. [ma 1947 ca.]. precisione. Tecniche, strumenti e filosofia dal mondo 3 Pd., IV, 124-135. classico alla rivoluzione scientifica (1948), introd. e trad. 4 GENESINI P., Scienza e filosofia nella seconda rivolu- it. a cura di P. Zambelli, Einaudi, Torino 1967, 1992; ID., zione scientifica. Frege ed Einstein, “Atti d. Accad. Naz. Dal mondo chiuso all’universo infinito (1957), trad. it. di d. Lincei”, 3-4(1978), pp. 156-174. L. Cafiero, Feltrinelli, Milano 1970; ID., Prospettive sulla storia della scienza, in REDONDI P. (a cura di), La veri- Genesini, Hannah Arendt e lo stupidario filosofico 9 La cosa sorprendente è che nella Arendt non c’è un Così discute i dialoghi aporetici, cioè quelli in cui corretto metodo di lavoro. Essa parte e resta ferma a Socrate ferma al mercato vari interlocutori con cui verità assolute che sono dogmi di fede filosofica (o discute che cos’è il buono, il giusto ecc. Come è no- politica) e che restano tali. Si limita ad enunciarle. È to, questi dialoghi non hanno una conclusione posi- l’oracolo della Verità assoluta. Non si fa mai coglie- tiva, che definisca alla fine l’oggetto da chiarire e re dall’idea o dal sospetto che ci siano altre possibili- che risponda alla domanda iniziale. L’interlocutore tà di pensiero e di lavoro, altre verità. Che la verità se ne va, disorientato o irritato, e il discorso resta in non sia così nitida come si vorrebbe1. No, la Verità è sospeso. una sola, è assoluta. Anche la giustizia. Per di più ce Poi però Platone procede oltre: va oltre Socrate. La le ha lei e soltanto lei. Argomentare o dimostrare scrittrice ebrea resta ferma alle conclusioni negative non è necessario2. e non passa oltre. E Socrate diventa un cliché ri- Oltre a ciò ha una formazione incentrata su alcuni petuto a vanvera e ad nauseam: è il simbolo di colui autori che sono sì importanti, ma non adeguati: ser- che si rifiuta di fare il male e che preferisce subirlo. viva una preparazione più vasta e articolata di storia Accetta la condanna della sua città, anche se la ritie- della filosofia. Tale formazione semplicemente non ne ingiusta, e si rifiuta di scegliere la comoda via c’è. Un professionista degno di tale nome non si può della fuga. Per coerenza la scrittrice doveva rima- abbandonare ai suoi desideri. Non può essere kan- nere in Germania, ma preferisce la fuga: la morale di tiano perché è vissuto a Königsberg. Deve costruirsi cui parla è la morale o la filosofia in libris, non quel- una preparazione che contempli altri autori oltre a la che essa pratica. La coerenza non è un valore. Va- quelli preferiti: quelli considerati i più importanti le soltanto per gli altri. della sua disciplina. Lei non capisce queste cose, Essa dimostra grande deferenza verso il fondatore tanto meno le mette in pratica. del Cristianesimo6, ma non dà importanza all’inizio del quarto Vangelo, l’unico Vangelo filosofico (gli Conviene ora esaminare alcune sue opere che mo- altri sono detti sinottici), dove Dio si presenta come strino la fragilità del metodo impiegato, la sua co- Lógos che discese tra gli uomini. Un filosofo come stante disinformazione, e altre opere che ne mostrino si deve si sarebbe buttato sul primo versetto, che di- le tesi. La bibliografia darà contributi, se potrà darli. ce molte più cose di tutti i libri di Hegel, che lo ha scopiazzato come un pessimo studente. 2. La formazione filosofica della Arendt Il versetto iniziali del Vangelo è sbalorditivo: Dio è L’opera con cui partire è quella in cui l’autrice rivela Lógos e anche gli uomini devono pensare. La realtà la sua formazione filosofica: Alcune questioni di fi- va indagata con la ragione, è comprensibile, cioè losofia morale3. traducibile nel linguaggio argomentativo della ra- La Arendt mostra di essersi formata su queste let- gione, e le verità acquisite sono comunicabili: siamo ture: Socrate come appare nei primi dialoghi pla- tutti figli di Dio. Il quarto Vangelo non ammette tonici, la figura di Gesù si suppone quale appare dal l’indicibile, l’incomprensibile. Tutto è attraversato Vangelo, il Kant della Ragion pratica e del Giudi- dalla forza del Lógos. La filosofia greca aveva sfor- zio4, il Nietzsche della Volontà di potenza5. nato in proposito la forza del pensiero, da Talete a Democrito. Giovanni metteva d’accordo pensiero tà degli eretici. Critica e storia della conoscenza. Duhem, cristiano e filosofia greca: un risultato straordinario! Koyré, Bachelard, Foucault, Il Saggiatore, Milano 1978; E usava la lingua e la cultura greca… ID., Studi galileiani (1939), trad. it. di M. Torrini, Einau- di, Torino 1976, 1979 (reprint Einaudi). 1 Lo capiscono anche i poeti: MONTALE E., Ossi di seppia (1925) scrive Non chiederci la parola (1923). ne va in un bordello e si prende la lue che 33 anni dopo lo 2 Questo aspetto è sottolineato ma frettolosamente in DAL porta alla morte. Ma perché pone un interrogativo filoso- LAGO A., Introduzione a ARENDT H., Vita activa. La fico che distrugge abitudini quotidiane e millenarie: “Per- condizione umana (1958), Bompiani, Milano 1964/2008, ché cercare e dar valore alla verità anziché al suo opposto, p. XI. alla non-verità?”. Ad esempio all’azione, al piacere, alla 3 ARENDT H., Alcune questioni di filosofia morale filosofia zen, al Kamasutra, ai viaggi low cost, all’inetti- (1964-66), in ARENDT H., Responsabilità e giudizio tudine, alla lotta spietata contro i falsi valori del socia- (2003), a cura di J. Kohn, Einaudi, Milano 2004. lismo, della società di massa, delle chiese che invitano 4 La Ragion pura non c’è, aveva seguito Kant nella con- alla resa e a piegare il capo. Il losco individuo poi invitava sueta passeggiata quotidiana per le vie del borgo. il suo lettore ad andare Al di là del bene e del male. Catti- 5 Di Nietzsche, si scopre, ha letto il titolo di Genealogia ve letture, cattive compagnie. Anche peccaminose! della morale, e non è andata oltre. Ad un certo punto il 6 Non conosce il discorso della montagna e le beatitudini. filosofo tedesco la fa inorridire. No, non perché da giova- Che le abbia proclamate qualcun altro? Genesini, Hannah Arendt e lo stupidario filosofico 10

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Dedico la fatica al piccolo Mohamed, alla piccola Fatima. e a tutti gli altri bambini Ahimè, la Arendt non sa che cos'è la legge positiva, emanata da
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