Collana diretta da Claudio Ciancio COMITATO scientifico: Gerardo Cunico, Adriano Fabris, Giovanni Ferretti, Albert Franz (Technische Universitaet Dresden), Roberto Mancini, Giuseppe Nicolaci, Maurizio Pagano, Ugo Perone, Giuseppe Riconda, Mario Ruggenini, Leonardo Samonà, Federico Vercellone, Silvia Benso, Brian Schroeder (Rochester Institute of Thechnology, USA) C C laudio iancio p e r c o r si DELLA LIBERTÀ MIMESIS Essere e libertà © 2012 - Mimesis Edizioni (Milano - Udine) Collana: Essere e libertà, n. www.mimesisedizioni. it Via Risorgimento, 33 - 20099 Sesto San Giovanni (MI) Telefono +39 02 24861657 / 24416383 Fax: +39 02 89403935 E-mail: [email protected] INDICE Introduzione Quale filosofia? p. 9 PARTE I L’ORIGINARIO E L’IO 1. Pensare l’originario. Un confronto con Vattimo p. 19 2. L’io come immagine dell’assoluto p. 23 PARTE II LA VERITÀ IN QUESTIONE 1. Affettività e filosofia p. 49 2. Verità e violenza p. 59 3. Laicità, relativismo e ragione ermeneutica p. 71 4. Unità e pluralità della verità nella religione E NELLA FILOSOFIA p. 83 5. Accordo e disaccordo in ermeneutica p. 95 PARTE III RELIGIONE, MORALE E POLITICA 1. Filosofia e teologia. Conflitto e convergenza p. 107 2. Ateismo del credente e fideismo dell’ateo p. 129 3. Libertà e scelta p. 145 4. Incontrare lo straniero p. 157 5. Cristianesimo e democrazia p. 169 A Margherita, sulla soglia della libertà 9 INTRODUZIONE Q ? uale filosofia 1. Esperienza della verità e paradosso Il mio lavoro degli ultimi quindici anni è stato fondamentalmente un tentativo di approfondire e di svolgere l’ontologia della liberta proposta da Pareyson vedendo in essa il più appropriato sviluppo dell’ermeneutica e insieme il suo indispensabile presupposto. In tale svolgimento ho adot tato di preferenza la forma del paradosso, riconoscendo in essa quella più adeguata al pensiero speculativo. È stata una scelta di carattere non certo stilistico, ma piuttosto teorico, nella quale si è espressa la convinzione che alla radice della filosofia ci siano un’esperienza e una comprensione di un’originaria pienezza e compiutezza, che tuttavia sono contraddette da altre esperienze. Questa contraddizione fra un presentimento di verità e l’esperienza di una verità minacciata fa sorgere la domanda filosofica: è di qui infatti che nasce l’interesse a rintracciare l’unità dell’essere, l’unità del vero, l’unità del senso. Quell’esperienza originaria si può definire in senso lato, come ha soste nuto Pareyson, esperienza religiosa. Il paradosso corrisponde a ciò che in termini religiosi si definisce come mistero, non è altro cioè che il mistero filosoficamente riflesso ma non ridotto: l’unità che il mistero esprime, unità dei molteplici e dei diversi, unità capace di sopportare la tensione dei con trari, assume alla luce della ragione la forma del paradosso. Il paradosso fondamentale è quello dell’unità di finito e infinito. L’infinito non esclude il finito, e perciò non vi è contraddizione, e tuttavia l’unico modo di cui può disporre una ragione che vuole pensare compiutamente la non esclusione evitando il paradosso è l’inclusione. Perciò Hegel ha definito il finito come ciò che nega se stesso, mostrando che è compatibile con l’infinito solo in quanto è posto come negativo, non certo annullato ma posto soltanto come momento dell’assoluto. In questi termini non c’è paradosso. Il paradosso si presenta quando si voglia affermare la compatibilità di infinito e finito conservando al finito la sua relativa ma irriducibile autonomia.