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Perché gli enti non sono eterni. Confutazione delle tesi di Severino e Parmenide. Il nulla è il limite, non è il contrario dell'essere PDF

89 Pages·2021·1.258 MB·Italian
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Preview Perché gli enti non sono eterni. Confutazione delle tesi di Severino e Parmenide. Il nulla è il limite, non è il contrario dell'essere

SCAFFALE APERTO IImmppaaggiinnaazziioonnee GGiirraauuddii__PPeerrcchhéé ggllii eennttii nnoonn ssoonnoo eetteerrnnii ((nnoottee ggiiuussttee))..iinndddd 11 0055//0033//22002211 1122::3355::4499 IImmppaaggiinnaazziioonnee GGiirraauuddii__PPeerrcchhéé ggllii eennttii nnoonn ssoonnoo eetteerrnnii ((nnoottee ggiiuussttee))..iinndddd 22 0055//0033//22002211 1122::3355::4499 Alessandro Giraudi PERCHÉ GLI ENTI NON SONO ETERNI CONFUTAZIONE DELLE TESI DI SEVERINO E PARMENIDE Il nulla è il limite, non è il contrario dell’essere Prefazione di Marco Gatto IImmppaaggiinnaazziioonnee GGiirraauuddii__PPeerrcchhéé ggllii eennttii nnoonn ssoonnoo eetteerrnnii ((nnoottee ggiiuussttee))..iinndddd 33 0055//0033//22002211 1122::3355::4499 ISBN: 978-88-6992-957-1 Tutti i diritti riservati – All rights reserved Copyright © 2021 Armando Armando s.r.l. Via Leon Pancaldo 26, Roma. www.armandoeditore.it [email protected] – 06/5894525 IImmppaaggiinnaazziioonnee GGiirraauuddii__PPeerrcchhéé ggllii eennttii nnoonn ssoonnoo eetteerrnnii ((nnoottee ggiiuussttee))..iinndddd 44 0055//0033//22002211 1122::3355::4499 Sommario Prefazione di Marco Gatto: Una filosofia del limite 7 Avvertenza 13 Capitolo primo Perché gli enti non sono eterni. Confutazione delle tesi di Severino e di Parmenide 15 Capitolo secondo Il divenire è sostanza. Il nulla è il limite della sostanza 37 Capitolo terzo La fede nel divenire 49 Capitolo quarto Sul concetto di essenza 55 Capitolo quinto Sulla distinzione tra sostanza e accidente 69 Conclusione: False fondamenta per grandi costruzioni 79 Riferimenti bibliografici 85 IImmppaaggiinnaazziioonnee GGiirraauuddii__PPeerrcchhéé ggllii eennttii nnoonn ssoonnoo eetteerrnnii ((nnoottee ggiiuussttee))..iinndddd 55 0055//0033//22002211 1122::3355::4499 IImmppaaggiinnaazziioonnee GGiirraauuddii__PPeerrcchhéé ggllii eennttii nnoonn ssoonnoo eetteerrnnii ((nnoottee ggiiuussttee))..iinndddd 66 0055//0033//22002211 1122::3355::4499 Prefazione Una filosofia del limite Con questo ultimo e impegnativo contributo, Ales- sandro Giraudi aggiunge un ulteriore tassello alla sua interessante ricerca filosofica, che lo vede impegnato sul fronte, oggi certamente inusuale e proprio per questo audace, di una ricostruzione concettualmente rigorosa di alcuni principi fondamentali del pensiero occidenta- le. E siccome Giraudi conosce l’arte della dialettica e sa scavare nell’idea attraverso le armi della logica, ogni restituzione speculativa, espressa non solo in questo aureo libretto, ma anche nei contributi più ampi e già editi, appare nelle forme di un confronto con le filoso- fie del passato, di un contrasto edificante e rispettoso con i predecessori, in una prospettiva – anche questa, è bene ribadirlo, purtroppo non di gran moda, e invece la sola, forse, davvero utile al disordinato presente che ci troviamo a vivere – di storia della filosofia e di teoresi dinamica. Credo sia da intendersi in questo senso il dibattito che l’autore allestisce con due voci fra loro lontane nel tempo, ma legate dal filo doppio della storicità dei con- cetti. Da un lato, Parmenide, il filosofo dell’Essere, il cui pensiero ha esercitato, lungo il corso del Novecen- to, un fascino indiscusso e un vero e proprio magistero 7 IImmppaaggiinnaazziioonnee GGiirraauuddii__PPeerrcchhéé ggllii eennttii nnoonn ssoonnoo eetteerrnnii ((nnoottee ggiiuussttee))..iinndddd 77 0055//0033//22002211 1122::3355::4499 per chi ha voluto vedervi la fonte di una certa ontologia che, con non poche controversie, ha incontrato ragioni altre, magari legate alla cosiddetta “svolta linguistica” della postmodernità; dall’altro lato, Emanuele Severino, un filosofo per molti aspetti solitario, teso a edificare, nel suo percorso di pensatore, un’originalità che certa- mente troviamo in pochi altri protagonisti della filosofia italiana contemporanea: nello stesso tempo, un filosofo da discutere, da leggere attentamente nella costruzione, a volte fin troppo voluttuosa, del proprio messaggio e per questo da relativizzare o, di fronte a certe sinuose asserzioni, da esorcizzare. Giraudi innesca un confronto vivissimo con entrambi, ma sa di confrontarsi con il fiu- me carsico del pensiero ontologico e con tutte le dovute conseguenze che esso si porta dietro, in termini di risul- tanti concettuali e in termini di storia filosofica. Ecco perché, nell’arguta decostruzione concettuale dei primi due capitoli, nei quali l’autore ribalta l’usuale dicoto- mia tra l’essere (con questo termine con l’iniziale minusco- la Giraudi intende ogni singolo ente e la totalità degli enti) e il nulla, fondando la sua gnoseologia sull’idea di limite – e riprendendo così una delle direttrici fondamentali del lavoro depositato ne La visione universale del mondo. Per la rivoluzione inclusiva (Armando editore, 2019), un testo che dovrebbe essere letto insieme al seguente –, il lettore ha sempre l’impressione di trovarsi al centro di una proie- zione necessaria verso l’oggi o di sentire pressante l’om- bra lunga di un pensiero che predispone al conflitto con una porzione importante della filosofia novecentesca, dalla 8 IImmppaaggiinnaazziioonnee GGiirraauuddii__PPeerrcchhéé ggllii eennttii nnoonn ssoonnoo eetteerrnnii ((nnoottee ggiiuussttee))..iinndddd 88 0055//0033//22002211 1122::3355::4499 presenza di Martin Heidegger fino a quel capitolo fonda- mentale del pensiero relazionale e dialettico che è L’Essere e il Nulla di Jean-Paul Sartre. Ciò per un motivo essenzia- le: i concetti che Giraudi maneggia con tanto acume e con l’ambizione di trarne una sua riflessione, e non l’ennesimo saggio di rilettura del lascito altrui, sono l’ossessione co- stante del pensiero occidentale nella sua ultima fase. Sono, direi, il centro nevralgico di due grandi pulsioni che conti- nuano, nonostante i mala tempora, ad animare la riflessio- ne sul senso dell’esistere e dell’esserci oggi: da un lato, la pulsione nichilista, che ha trovato nella postmodernità una sua netta incarnazione, con l’apoteosi di Nietzsche quale filosofo della crisi e il ritorno di Heidegger quale pastore dell’Essere, certo, ma anche dell’Essere come Linguaggio; dall’altro, la resistenza (non potrei chiamarla altrimenti) dell’antinichilismo, che forse trova proprio in un rinnova- to, ma minoritario, pensiero dialettico – ovvero in grado di riproporre la centralità dei nessi, delle categorie e di una loro organizzazione sistematica – il modo per forzare i limiti dell’ermeneutica e aprire a nuove possibilità teore- tiche. Giraudi, a mio parere, è consapevole di rispondere alle sollecitazioni di questa ultima esigenza e di collocarsi dalla parte di un pensiero che possa riabilitare la forza del concetto e di un ragionamento sui fondamenti. E, difatti, guardando alla sua produzione filosofica, tenta di essere pensatore di un dinamismo universale, una volta si sarebbe detto “totalizzante”, estraneo alle lusinghe di un tempo che ha fatto, al contrario, della disarticolazione e del culto del frammento una ragione utilitaristica di sopravvivenza. 9 IImmppaaggiinnaazziioonnee GGiirraauuddii__PPeerrcchhéé ggllii eennttii nnoonn ssoonnoo eetteerrnnii ((nnoottee ggiiuussttee))..iinndddd 99 0055//0033//22002211 1122::3355::4499

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