SEBASTIANO1 JMPANARO PER LA STORIA DELLA FILOLOGIA VIRGILIANA ANTICA SALERNO EDITRICE ROMA Tutti i diritti riservati ISBN 88•85026•8I-8 ' Alla memoria di Vincenzo Tandoi PREMESSA Questo volumetto potrà sembrare scritto con un eccessivo piglio polemico. In realtà, come ho messo in chiaro fin dalle prime pa gine e poi piu volte, esso vuol essere un invito a rivedere giudizi troppo sbrigativamente svalutativi nei riguardi della tradizione in diretta virgiliana e dei grammatici dell'età imperiale, senza per que sto cadere in una opposta posizione preconcetta. Incertezze, in questo campo, rimarranno sempre, ma sarà egualmente utile esa minare con piu equanimità gli argomenti pro e contra; e in alcuni casi ho fiducia che i " virgilianisti • antichi, specie quelli del I se colo d. C. (i piu maltrattati), possano essere rivalutati con qual che buon argomento. A Enrico Malato, che ha accolto con spirito di amicizia questo mio lavoro nei Quaderni di « Filologia e critica • (dopo molti miei ripensamenti, rifacimenti, ritardi, che gli avrebbero dato tutto il diritto di spazientirsi!), esprimo la mia piu viva gratitudine. Tra gli amici che mi hanno aiutato discutendo con me problemi difficili e segnalandomi sviste, devo rammentare innanzi tutto Ma rio De Nonno ed Emanuele Narducci. Il lettore li troverà esplici tamente citati piu volte nel corso della trattazione; ma il loro aiuto si è esteso anche ad altri passi, e in particolare sono debitore a De Nonno di una minuta revisione dell'intero dattiloscritto, che mi ha salvato da numerosi lapsus e omissioni (di ciò che sarà rimasto la responsabilità, s'intende, è tutta mia). Armando Golzio, al quale anche avrei voluto far leggere tutto il mio lavoro, e non ho potuto per mancanza di tempo, mi ha fornito preziosi sussidi bibliografici. Quanto io debba a Leopoldo Gamberale è detto nelle prime pagine della trattazione e altrove. Di singoli problemi ho fruttuosamente discusso con H. D. Jocelyn, Antonio La Penna, Scevola Mariotti, Nino Scivoletto. Alcuni di questi amici (mi riferisco in particolare 9 Per la 1toria della filologia virgilia11aan tica a Scivoletto e a La Penna), come è noto, hanno sostenuto, riguardo ai grammatici del sec. I, idee molto diverse dalle mie; ma anche da brevi discussioni con loro, oltreché dai loro scritti, ho impa rato. Non raggiungeremo probabilmente un pieno consenso, ma cer te punte potranno essere smussate, e, in ogni caso, potrà essere utile proseguire l'amichevole discussione. Piu lontano mi sento da un certo modo di ragionare perentorio di Zetzel, lo studioso col quale ho piu occasione di discutere (e forse io stesso sono rimasto contagiato da una certa sua puntigliosità); ma dovrebbe apparire chiaro che ne apprezzo l'ingegno e l'ampia conoscenza della materia. Quando consegnai all'amico Enrico Malato questo lavoro, non era ancora uscito (benché rechi la data del 1984) il voi. I dell'En ciclopedia virgiliana, a cui ora si è aggiunto anche il voi. II, e gli altri presto seguiranno. Ma Gamberale e Mario Geymonat mi ave vano fatto leggere " in anteprima • molti dotti articoli riguardanti i problemi e i personaggi coi quali anch'io avevo a che fare. Ad essi un vivo ringraziamento. Mentre io compivo faticosamente questo lavoro (la cui prima idea risale a parecchi anni fa), un'allieva di Gian Biagio Conte, Maria Luisa Del Vigo, compiva la sua tesi di laurea su Probo come critico del testo virgiliano, e adesso è sul punto di pubblicare (in « Materiali e discussioni per l'analisi dei testi classici », 1986) un articolo in difesa di due lezioni" probiane ": arma relinquunt (Aen., XI 830) e floros (XII 605). Abbiamo lavorato l'una all'insaputa dell'altro; solo di recente abbiamo appreso che ci eravamo occu pati in gran parte degli stessi problemi, raggiungendo conclusioni, per lo piu, convergenti. Ma nel difendere quelle due lezioni (spe cialmente arma relinquunt), la Del Vigo ha, su alcuni punti, • sca vato • piu a fondo di me. Sono lieto di dargliene atto, di esortare gli studiosi alla lettura di quel suo articolo, di augurarmi che essa prosegua gli studi sulla critica testuale antica. Quanto io debba, sul piano scientifico e umano, all'amicizia di Vincenzo Tandoi, immaturamente e crudelmente strappato alla vita e agli studi pochi me.si fa, quanto in me sia (e rimarrà) vivo il do lore per la sua scomparsa, non mi soffermo qui a dire. Egli meritava che gli fosse dedicato un lavoro di ben altro respiro; ma penso che IO Premess,z non gli sarebbe dispiaciuto ricevere da me (amico suo fin dal 19,4) questo tenue dono. SEBASTIANOT IMPANARO Firenze, maggio 1986 Un vivo ringraziamento al Dr. Maurizio Moschella per l'attenzione e l'in telligenza con cui ha cooperato alla correzione delle bozze di stampa. II