Ammaniti.qxp 27-05-2009 8:40 Pagina I Economica Laterza 510 Ammaniti.qxp 27-05-2009 8:40 Pagina II A cura dello stesso autore in altre nostre collane: La nascita del Sé «Biblioteca di Cultura Moderna» (con Nino Dazzi) Affetti. Natura e sviluppo delle relazioni interpersonali «Biblioteca di Cultura Moderna» (con Daniel N. Stern) Attaccamento e psicoanalisi «Biblioteca di Cultura Moderna» (con Daniel N. Stern) Fantasia e realtà nelle relazioni interpersonali «Biblioteca di Cultura Moderna» (con Daniel N. Stern) Psicoanalisi dell’amore «Biblioteca di Cultura Moderna» (con Daniel N. Stern) Rappresentazioni e narrazioni «Università Laterza Psicologia» Ammaniti.qxp 27-05-2009 8:40 Pagina III Massimo Ammaniti Pensare per due Nella mente delle madri Editori Laterza Ammaniti.qxp 27-05-2009 8:40 Pagina IV © 2008, Gius.Laterza & Figli Nella «Economica Laterza» Prima edizione 2009 Edizioni precedenti: «i Robinson/Letture» 2008 Proprietà letteraria riservata Gius. Laterza & Figli Spa, Roma-Bari Finito di stampare nel luglio 2009 SEDIT - Bari (Italy) per conto della Gius. Laterza & Figli Spa ISBN 978-88-420-9073-1 È vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico. Per la legge italiana la fotocopia è lecita solo per uso personale purché non danneggi l’autore. Quindi ogni fotocopia che eviti l’acquisto di un libro è illecita e minaccia la sopravvivenza di un modo di trasmettere la conoscenza. Chi fotocopia un libro, chi mette a disposizione i mezzi per fotocopiare, chi comunque favorisce questa pratica commette un furto e opera ai danni della cultura. Ammaniti.qxp 27-05-2009 8:40 Pagina 1 Pensare per due Nella mente delle madri Ammaniti.qxp 27-05-2009 8:40 Pagina 2 Ammaniti.qxp 27-05-2009 8:40 Pagina 3 Nella mente delle madri 1. La madre e suo figlio: una relazione di reciproco rispecchiamento La mia unica consolazione, quando salivo a coricarmi, era che la mamma sarebbe venuta a darmi un bacio una volta che io fossi a letto. Ma quella buonanotte durava così poco, lei ridiscendeva co- sì presto, che il momento in cui la sentivo salire, e poi nel corridoio a doppia porta trascorreva il lieve fruscio della sua veste da giardi- no in mussola azzurra dalla quale pendevano dei cordoncini di pa- glia intrecciata, era per me un momento doloroso. Esso era il prean- nuncio di quello che sarebbe seguito e nel quale mi avrebbe lascia- to, sarebbe ridiscesa. E così, quella buonanotte che amavo tanto, mi spingevo ad augurarmi che arrivasse il più tardi possibile, per- ché si prolungasse il tempo di tregua durante il quale la mamma non era ancora venuta. A volte, quando dopo avermi baciato apri- va la porta per uscire, io desideravo richiamarla, dirle «dammi un altro bacio», ma sapevo che subito avrebbe avuto l’espressione di disappunto, perché la concessione che faceva alla mia tristezza e al- la mia agitazione salendo a darmi quel bacio, a portarmi quel bacio di pace, irritava mio padre che giudicava simili riti delle assurdità, e lei avrebbe voluto tentare di farmene perdere il bisogno, l’abitu- dine: altro che lasciarmi prendere quella di chiederle, quando già stava per oltrepassare la soglia, un nuovo bacio. Ora, vederla indi- spettita distruggeva tutta la calma di cui mi aveva riempito un istan- te prima chinando sul mio letto il suo viso amoroso, protendendo verso di me come un’ostia per una comunione di pace dalla quale le mie labbra avrebbero attinto la sua presenza reale e il potere di addormentarmi1. 3 Ammaniti.qxp 27-05-2009 8:40 Pagina 4 I sentimenti e le emozioni di un figlio, che cerca nel bacio di sua madre il conforto che lo rassicuri prima di dormire; i desideri e i timori che abitano il suo animo nella necessità in- tima e quasi assoluta di quel bacio rappresentano il cuore di questa pagina, sintesi profonda dei sentimenti e delle emo- zioni che governano il legame tra una madre e un figlio. È un passo di Marcel Proust, Alla ricerca del tempo perduto. E le parole con cui l’adulto Marcel ricorda lo stato di solitudine che un bambino prova prima di addormentarsi sono signifi- cative per comprenderne le più profonde sfumature. La pri- ma parola forte che usa è «consolazione»: l’attesa che sua ma- dre torni e gli dia un bacio è la sola cosa che può compensa- re e colmare il vuoto che il piccolo Marcel avverte prima del sonno. Un nuovo contatto con lei, che per un attimo gli per- metta di vincere il vuoto generato dalla sua assenza, è l’unica fonte di consolazione per il bambino. E tuttavia, quest’unica via di fuga dal senso di abbandono che lui prova, immediata- mente gli appare non risolutiva del suo dolore: il momento della buonanotte sarebbe, infatti, durato assai poco e di nuo- vo sarebbe rimasto solo, senza di lei. La lontananza dalla madre gli appare dunque incolmabi- le, come a ogni bambino quando va a dormire. Il buio im- provvisamente si popola di presenze minacciose e immagina- te e l’assenza di lei può diventare intollerabile. Lei, sua ma- dre, è l’unica che può lenire quella tristezza, la sua agitazio- ne, quasi che la pace potesse giungergli solo nel momento in cui si ricompone l’unità inscindibile che originariamente ma- dre e figlio costituivano insieme. In momenti come questi, si attiva nel bambino il legame di attaccamento con la madre at- traverso cui egli riesce a costruire e regolare il suo senso di si- curezza: è lei sola – ma talvolta anche il padre o persone fa- miliari e rassicuranti – che lo garantisce contro i pericoli e le minacce che provengono dall’esterno, ma anche dall’interno. Quella che ogni bambino avverte quando va a dormire è la paura della perdita e per questo ogni rassicurazione è fugace: mille diventano i pretesti per prolungare all’infinito il mo- 4 Ammaniti.qxp 27-05-2009 8:40 Pagina 5 mento del distacco – ogni madre lo sa bene. E quella presen- za può tranquillizzarlo in un solo attimo e, in un solo attimo, può vanificare tutte le sue paure. Ma il conforto, la rassicura- zione è reciproca. Anche la madre infatti si tranquillizza quando è vicina a suo figlio, e può invece diventare molto ap- prensiva quando è lontana da lui: solo quando è con sua ma- dre il piccolo è veramente al sicuro. Ogni madre comprende allora il paragone – poeticamen- te restituito da Proust – di quel bacio a «un’ostia per una co- munione di pace». Solo loro due, la madre e il figlio, sanno che quella comunione di pace è ciò che suggella una vera e propria danza, che inizia fin dal loro primo incontro. È una danza a cui nessun altro può partecipare, che risponde a un ritmo che è solo loro, su una musica di cui solo loro cono- scono la partitura: madre e figlio si muovono all’unisono e si compenetrano l’uno nell’altra sul piano mentale e fisico. Ba- sta osservare una madre che allatta il proprio figlio o che asciuga il suo piccolo di otto mesi dopo avergli fatto il ba- gnetto. Il gioco di coprirgli la testa con l’asciugamano per poi toglierlo cantilenando in modo gioioso «bubusettete» e il bambino che ride estasiato guardando la madre e invitando- la a ripetere il gioco, è un esempio semplicissimo e tuttavia as- sai esplicativo della natura del loro rapporto. 2. L’origine del mondo Sono stato sempre affascinato dai cambiamenti psicologici che le donne affrontano dal momento in cui scoprono che stanno per diventare madri fino al primo anno di vita del fi- glio. Che cos’è che mi attrae di questa naturale, eppure mi- steriosa, fase della vita della donna? Di certo la curiosità la- tente in ognuno di noi per il luogo delle nostre origini, il cor- po materno, appunto. La curiosità per il corpo femminile fu ben espressa e rap- presentata dal pittore francese Gustave Courbet che dipinse 5