Questi «dialoghi alla maniera zen» scritti da uno dei maggiori germanisti italiani – ma anche poeta, pittore e accademico inquieto – sono una vera e propria sfida al pensiero filosofico occidentale, il tentativo di sconvolgerne gli automatismi e di forzarne le chiusure. Ironici e irriverenti – caratteristiche che si adattano allo zen –, i kōan di Masini non sono un gioco intellettuale o un esercizio di stile. Piuttosto una sorta di breviario paradossale, una piccola guida al «pensiero che non è pensiero» e, soprattutto, una risposta alla necessità profonda di interrogarsi e comprendersi attraverso le parole, svuotandole e aprendole a nuovi possibili significati. Dato alle stampe appena due mesi prima della morte del suo autore, Pensare il Buddha non è nemmeno il frutto di un’estrema deriva mistica, ma il compimento di un percorso intellettuale e il testamento umano e filosofico di un protagonista imprevedibile e irregolare della nostra cultura.