SILVIO PREMOLI PEDAGOGIE PER UN MONDO GLOBALE CULTURE, PANORAMI DELL’EDUCAZIONE, PROSPETTIVE PEDAGOGIE PER UN MONDO GLOBALE SilvioPremoli,dottorediricercainPedagogia,pedagogistaeformatore,èdocentedi Metodologia pedagogica e Pedagogia della riabilitazione all’Università dell’Insubria - VareseecollaboraconlacattedradiPedagogiasocialeeinterculturaledell’Università CattolicadiMilano.ÈvicepresidenteeresponsabiledellaformazionedellaCooperativa sociale“LaGrandeCasa”diSestoSanGiovanni(MI). In copertina: David, Orixais (2000), Salvador Bahia (proprietà S. Premoli - M. Sbarra; foto di Paolo Del Vecchio). Revisione del testo: Anna Granata Revisione dei grafici: Daria Premoli La pubblicazione di questo volume ha ricevuto il contributo finanziario dell’Università Cattolica sulla base di una valutazione dei risultati della ricerca in essa espressa. Il libro è stato realizzato grazie a un contributo del CNR, nell’ambito del bando Promozione Ricerca 2005 “L’identità culturale come fattore di integrazione”. È vietata la riproduzione, anche parziale, per qualsiasi utilizzo e con qualsiasi mezzo effettuata (elettronico, meccanico, compresa la fotocopia non autorizzata), senza il consenso scritto dell’editore. © 2008 EGA Editore corso Trapani 95 - 10141 Torino tel. 011 3859500 - fax 011 389881 www.egalibri.it / e-mail: [email protected] ISBN 978-88-76706-76-9 Prima edizione: luglio 2008 anno edizione/ristampa 2008 2009 2010 2011 I II III IV Stampato per conto di EGA Editore da: La Grafica Nuova, Torino PREFAZIONE di Milena Santerini Pensareeviverenellaglobalitànonèsolounasconsideratautopiaillu- ministica, né la rassegnata evidenza con cui ci sottomettiamo a vivere in unmondosemprepiùpiccolo.Larealtàdellanostraesistenzaèormaiabi- tareinunacasa–magaripiccola,piùomenoconfortevole–,madallacui finestrasiscorgel’interomondo,comeunaminacciaounapromessa.In questotempoincuilaglobalizzazione“uccideladistanza”cambiaanche ilrapportoconglialtri,ecomepuònoncambiarel’educazione?Vistida vicino,infatti,glialtrisonodiversi.Puòcapitarechesianomenoesotici di quanto credessimo e si esaurisca, quindi, quel senso di meraviglia che hasempreaccompagnatoillontano;oppure,possonosembrarepiùfami- liari e vicini rispetto all’ombra da cui erano circondati quando venivano considerati“stranieri”.Pervivereinunmondoglobaleoccorrecambiare prospettiva,bisognaavereunabussolaperviaggiare,glistrumentiper capire, provare rispetto, incuriosirsi, ma anche connettere, analizzare, pen- sare.Senzaunprogettocomune,poi,laglobalitàrestaundatoinerte,una religio che enfatizza la complessità, ma non aiuta a vivere in essa. La responsabilitàdivienealloraunobiettivoeinsiemeunmododicostruire i progettieducativi. Tra i panorami della globalizzazione, molteplici e intrecciati,occorre, quindi,considerarequellodell’educazione.IllibrodiSilvioPremolirico- struisce questo complesso legame, nella sua storia e nei suoi significati. Sembraquasisuggerirechel’educazione,senonèperilmondo,nonè. Aiutareunbambinoacrescereeastudiare,formareungiovaneounadul- to,ineffetti,nonèaltrocheaprirloaunsensopiùuniversaledellavita, conducendolo fuori dal piccolo mondo delle esperienze concrete elocali 5 percomprenderecomefunzionalanatura,lacultura,lamemoria,lacono- scenzascientifica.Edè–soprattutto–aprirequellafinestraaffacciatasul mondoperchétuttipossanoconoscerloevivereinessoinmodoparteci- peeresponsabile.Sitratta,anzitutto,diunasfidaepistemologica,diridi- segnare un progetto, un vero e proprio “senso” da restituire alla pedago- gia, oggi chiusa in una serie di vincoli culturali escientifici. Illibromostracheillegamedell’educazioneconilsensodellaglobali- tànonèestemporaneo,nérecente.DaComenioaKant,daDeweyaPiaget, tuttiigrandipensatorihannovistol’educazionecomeaperturaalmondo. Ieril’educazioneuniversale,poiinternazionale,oggiilpuntodivistooli- sticoeecopedagogico,tuttihannomostratolanecessitànonutopisticadi un’educazione(ediunascuola)centratasulmondo.Alsistemadell’i- struzione,infatti,sipresentaoggil’alternativatraunaprospettivadiedu- cazioneglobaleeinterculturale,chesiconfrontaconilpluralismoela scuola-mercato, in cui prevalga il paradigma dell’efficienza e della com- petitivitàeconomica.Lapervasivitàdelladimensioneeconomicaèunfat- torechecostituisceunapossibileminacciaallacoesionedellacollettività. Il legame sociale tra i membri della comunità diviene sempre più debole di fronte al crescente produttivismo delle società-mercato – in cui citta- dinoequivaleaconsumatore–cherimetteincausaunprogettocivico basato sulla solidarietà reciproca. Nella società globale l’appartenenza si presenta,comeabbiamovisto,inmodoancorpiùdeboleeillegamesocia- lerarefatto:cisichiedecomedarevisibilitàespessorealleconnessioninel globale. Certamente,nonsivuoleminimizzarelafaticaelatensionedivivere unrapportotral’identitàd’origineequellachederivadall’integrazionein uninsiemepiùvasto.Conosconoquestotravagliotutticolorochevivono “oltreconfine”,bastipensarenonsoltantoagliimmigratipostitradue culture,maancheaigiovaniglobalizzati,oatutticolorochevivonoilpas- saggiodacultureruraliaurbane,dalpiccoloalgrandemondo.Ilpro- blemaformativo,quindi,siponeneiterminidiapprendereaviveretale libertàdiappartenenza,concepitacomeaggiuntivaenonsottrattiva,senza dimenticarne le difficoltà. L’educazione dovrà contribuire a formare per- soneliberedideciderequaleprioritàdare,divoltainvolta,allaloroiden- 6 tità,soggetticonsapevolidell’interdipendenzatrapersone,gruppiepopo- lianchelontanissimitraloroecoscientidellaresponsabilitàdeivincoli che uniscono gli individui del pianeta. Inoltre, dovrà lottare contro ogni formadirisorgentenazionalismo,etnicismoerazzismo,pursenzapriva- regliindividuidiquellaformaparticolaree“calda”diidentitàvissuta all’internodellapropriaculturadiappartenenza.Lascuolahaproprio questocompitodiintegrazioneincodiciuniversali,inunmondochetra- scendequellodellapatria–geograficaoculturale–d’origine. GlianniSessantaeSettantasonostati,certamente,iltempodella“sco- perta”delglobale;oggi,tuttavia,siamodifronteamodidiversiconcui il mondo entra nelle vite delle persone: le trasformazioni nei conflitti, la “connessione continua”, le minacce ecologiche. Il fenomeno della gloca- lizzazione (cioè l’interpretazione locale di fenomeni globali) rende com- plesso il compito educativo, e orienta l’organizzazione della conoscenza versolacomprensionedelledifferenze,maanche,esoprattutto,dellesomi- glianze.Lasocietàglobale–conlesuecaratteristichedidisarmonia,asim- metricità,perditadelladistanza,diffusività–presenta,inmodoambiva- lente,caratteristichetendentidaunlatoastimolaresensocritico,spinta allapartecipazione,capacitàdicogliereleinterrelazioni,dall’altroarepri- merle. Davanti al patchwork della globalizzazione la scelta di rinunciare all’apertura e ripiegare sul locale e sulla dimensione micro potrebbe prevalere,inmancanzadiunadeguatoecredibileinvestimentonell’e- ducazione. Larelazionetrailglobaleeillocalenonpuòessereinterpretatainmodo manicheo o apocalittico: essa crea nuovi diritti e doveri sul piano plane- tario,chenoncoincidononecessariamenteconquelliderivantidallafedel- tànazionale.Lariflessionepedagogicapuòmettersialserviziodiunidea- lediprogressivoallargamentodelsensodiappartenenzaevitando,però, ognitipodiutopiacosmopolitica.Inquestosenso,sipotràparlaredicit- tadinanzaglobale,maacertecondizioni.Èrealeinfattiilrischiodiuna “perdita di confini” dell’educazione alla cittadinanza che la renda ancor piùinafferrabile.L’esperienzadell’educazionecivicanellescuoledituttii Paesiconferma,infatti,chequestocampodelsaperenecessitadiunaseria erigorosadefinizione.L’estensionealglobale,cisichiede,noncontribuirà arenderel’educazioneallacittadinanzaancorpiùevanescente? 7 Lasfidapuòessereraccoltasulpianopedagogico,apartiredalmodel- lomultidimensionalecheillibrodiSilvioPremolipropone,nonsoloper l’ampiezza dell’orizzonte che abbraccia – il mondo – ma soprattutto per ilrapportodinamicotrailpianodellaconoscenzaequellodelladecisio- ne/responsabilità:unaprospettivaglobaleradicatalocalmente,incuilerela- zioni“facciaafaccia”,ledimensionispazialietemporalidel“quieora” si collochino (senza paura) nei grandi panoramimondiali. Prima parte PEDAGOGIA E GLOBALIZZAZIONE