019 I edizione digitale: gennaio 2013 © 2013 Fazi Editore srl Via Isonzo 42, Roma Tutti i diritti riservati ISBN: 978-88-6411-911-3 www.fazieditore.it www.campodeifiori.eu www.facebook.com/campodeifioripaginafan @FaziEditore www.youtube.com/EditoreFazi Google plus Fazi Editore Maciej Bielawski PANIKKAR UN UOMO E IL SUO PENSIERO Mito e realtà 1. Leggenda All’epoca in cui gli occidentali andavano in pellegrinaggio in Estremo Oriente e gli asiatici venivano in Occidente diffondendo la loro antica saggezza, apparve un uomo che sembrava incarnare la sintesi tra Oriente e Occidente. Si chiamava Raimon Panikkar. Quando l’umanità andava rendendosi conto sempre più dell’irriducibile molteplicità e diversità delle religioni e delle culture, si ebbe l’impressione che lui sapesse abitarle tutte e dimostrare che il pluralismo si può vivere pacificamente e senza perdere la propria identità. All’epoca in cui scienza e religione erano in conflitto, quest’uomo, laureato in Chimica e in Teologia, cercava una possibile sintesi creativa tra queste due discipline. Al tempo in cui sembrava stesse scomparendo il sacro e le istituzioni religiose andavano in crisi, questo particolare sacerdote cosmico, con l’insegnamento e la vita, indicava una nuova via: quella della «secolarità sacra». Erudito eccelso, viaggiatore instancabile che ha percorso tutti i continenti, interlocutore affascinante, officiante estatico, scrittore fecondo che andava oltre la scrittura e parlava del silenzio della parola. Sempre sereno e sorridente, fresco e lucido fino alla fine. Un uomo che ha conosciuto i grandi del suo tempo e nonostante ciò non fu discepolo di nessuno. Un «profeta del dopodomani» (Raffaele Luise), un «artista del dialogo» (Achille Rossi). Uomo bello e incantevole, leggero e robusto, delicato e resistente. Ecco i frammenti di cui è composta la “leggenda Panikkar”, che i suoi amici ripetono e dilatano quando li si incontra, che gli studiosi moltiplicano nei simposi e nelle loro pubblicazioni ogni volta più ampie, che si può sbirciare guardando qualche filmato su YouTube o in DVD disponibili sul mercato, e che emerge dall’opera stessa di Panikkar, composta dei suoi scritti e della sua vita. Nel caso di Panikkar la leggenda è qualcosa di pressoché inevitabile. In parte l’ha generata lui stesso, divenendone al contempo artefice e vittima. Quindi, tutti quelli che lo hanno conosciuto l’hanno dilatata, rafforzata e diffusa. Leggenda, come dice l’etimologia della parola, è qualcosa che deve essere letto. Questo “deve” possiede un doppio significato. Da un lato indica che la lettura della vita e dell’opera di Panikkar inevitabilmente crea leggenda e, dall’altro, che nonostante ciò la sua leggenda deve essere letta, cioè presa in considerazione, schiusa, ridimensionata, interpretata e assorbita. La leggenda di Panikkar è un enigma che bisogna decifrare. Certo, Panikkar stesso direbbe subito che una simile operazione non può che creare una nuova leggenda. Dunque, se questo è il risultato, forse non vale la pena di impegnarsi in tale impresa. Siamo consapevoli che una “biografia oggettiva” non esiste. Ma questa conclusione non esclude un’investigazione che si fa dialogo con la vita e l’opera di Panikkar. Se è giusto vedere il limite di ogni impresa, ciò non significa che non bisogna intraprenderla. Se Panikkar fosse stato prigioniero di questo ragionamento, non avrebbe mai scritto né la La pienezza dell’uomo. Una cristofania né La realtà cosmoteandrica. Dio-Uomo-Mondo. La leggenda è uno sguardo da lontano, e qui risiedono la forza, la bellezza, il fascino e la seduzione che la pervadono. Panikkar si presentava e veniva visto in tale modo. Era una meteora, una cometa, un lampo. Arrivava sempre da lontano e poi scompariva lasciando la gente con il profumo dei suoi discorsi, in cui a lungo risuonava il suo sorriso. In Italia arrivava dall’India o dagli Stati Uniti, in India
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