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Paesaggio antico e medievale nelle mappe aragonesi PDF

61 Pages·2009·5.47 MB·Italian
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FONTI PER LA STORIA DEL CILENTO Fernando La Greca Vladimiro Valerio Paesaggio antico e medioevale nelle mappe aragonesi di Giovanni Pontano Le terre del Principato Citra EDIZIONI DEL CENTRO DI PROMOZIONE CULTURALE PER IL CILENTO Fernando La Greca Vladimiro Valerio Paesaggio antico e medioevale nelle mappe aragonesi di Giovanni Pontano Le terre del Principato Citra © 2008 Edizioni del Centro di Promozione Culturale per il Cilento Via N. Bixio 59 -Acciaroli (SA) Te!. e fax: 0974904183 www.cilentocultura.it In copertina: Parto con il territorio di Pesto / Paestum (da BNF, Cartes et Plans, GEAA 130517) Il volume è stato pubblicato con il contributo del Dipartimento di Scienze dell'Antichità dell'Università degli Studi di Salerno Fondi ex 60% del Prof. Fernando La Greca Finitodi stamparenell'Ottobre2008 presso CentroGraficoMeridionale -IndustriaGrafica ZonaInd. -Loc. Malagenia 84061 OgliastroCilento(SA) Te!. eFax. 0974 844039 INDICE GENERALE Presentazione 7 Astronomia, misurazioni geodetiche e disegno del territorio alla corte aragonese di Napoli.........9 VLADIMIRO VALERIO L'enigma delle pergamenearagonesi 16 Alcune antichepergamene di origine aragonese 24 Le carte dei confini 29 Antichità classiche e paesaggio medioevale nelle carte geografiche del Principato Citra curate da Giovanni Gioviano Pontano. L'eredità della cartografia romana 33 FERNANDO LA GRECA Introduzione 35 Gli elementi cartografici epaesaggistici 36 L'intervento di Giovanni Gioviano Pontano 56 La cartografia romana emedioevale 61 Due ipotesi sulla genesi delle carte aragonesi 67 Le vicende delle mappe 70 Appendice (a curadi Fernando La Greca) 77 Tavole 81 Indice dei nomi 113 Indice generale 113 Indice pertavole 123 Indice percategorie 133 Elenco delle illustrazioni 143 7 PRESENTAZIONE Il titolo diquesto volumeè, in parte, unaprovocazione. Presupponechetutti conoscano lemappeo carte geografiche aragonesi (secondametà del XV sec.), che disegnano dettagliatamente il territorio del Regno di Napoli, mentre a tutt'oggi esse sono in pratica ancora sconosciute. Riscoperte da Vladimiro Valerio nell'Archivio di Stato di Napolie nella BibliothèqueNationale de France a Parigi unaventinadi annifa, oggettodiimportantipubblicazioniesegnalazioniin volumieriviste, nazionaliedinternazionali, laloro conoscenzanon haancoraarricchito l'orizzonte scientifico e culturale contemporaneo. Molteplici possono essere state le cause di questa"amnesia": diffidenzaverso il "nuovo", pauradi sconvolgere ricostruzioni storiche che sembrano consolidate, disattenzione, difficoltà di aggiornamento (nell'eradell'informazione!), disinteresse verso aree geografiche che appaiono "minori" e subalterne. Probabilmente non si sbaglierà di molto attribuendo tutto ciò allo "specialismo" imperversante nelle variediscipline, specialismo cheimpediscedi superarei(presunti) confini disciplinari, eportaaun sapere frammentato e disgregato, come osserva Lucio Russo nel recentissimo e stimolante libretto La cultura componibile. Non occorrono nuove specializzazioni, ma una cultura generale condivisa e non superficiale, che sappiaorganizzare la conoscenza oltre le discipline, trovando nuovi spunti di ricerca. Si tratta, se vogliamo, di un nuovo umanesimo, e gli autori di questo volume, da parte loro, si sentono un po' "umanisti", studiando e ripercorrendo le vicende di queste carte tra geografia e storia, astronomiaeletteratura,cartografiaescienzedell'antichità. Sonolestessecartepassate,inepochediverse, fra le mani di due grandi umanisti del Mezzogiorno, Giovanni Gioviano Pontano e Ferdinando Galiani. Ilportatoinnovativodiquestemappepuòessereapprezzatosfogliandoletavoleacoloriinappendice, dedicate al Principato Citra, con il territorio campano da Castellammare di Stabia a Maratea. L'area geografica scelta costituisce un vero e proprio campo di sperimentazione, ma lo studio potrebbe essere esteso alla Basilicata, alla Puglia, al Salento, alla Calabria: le carte sono là, in attesa di qualcuno che le voglia far parlare, e quei documenti straordinari ne hanno di storie da raccontare. Mentre le altre carte dell'epoca, di fine Quattrocento, comprese le così dette carte Tolemaiche, disegnavano ancora l'Italia con vistosissimi errori e deformazioni, riportando solo i principali elementi geografici(catenemontuose,fiumi, cittàcapoluogo),lecartearagonesidescrivonocondettaglicorografici il territorio (inscalevariabili da 1:50 000 al: 120000 circa) e con abbondanzadi toponimi, riportando monti, vallate, pianure, torrenti, fiumi, laghetti, coste, scogli, casali, paesi, castelli, santuari, cittàmurate, rovine, emolto altro ancora, delineando un paesaggioricchissimodi elementi siamedioevali siarisalenti all'antichitàclassica, erivelandosipotenzialioggettidistudioedifecondaricercain numerosediscipline. Addiritturaquesteantichecarte, dellequali sierapersoil ricordo, unavoltaritrovatedaFerdinando GalianiaPariginel 1767,furono giudicatecosìaccuratedacostituirelabasedel primolavorocartografico moderno sul Regno di Napoli, la"Carta della Sicilia Prima", operadi GiovanniAntonio Rizzi Zannoni, incisae pubblicata a Parigi nel 1769. 8 Come spiegare questo improvviso fiorire della cartografia, presso la corte aragonese di Napoli, molto in anticipo sui tempi? In effetti, la storiografia corrente ha un po' trascurato il Regno di Napoli sottoisovranid'Aragona, etuttaviaglistudiesistentidelineanounostatomoderno,organizzato,promotore della cultura, della scienza, degli studi umanistici. Simbolo di tutto ciò è certamente Giovanni Gioviano Pontano, umanista, poeta, cosmografo, interessatoallaletteraturaedallescienze, maancheuomodi stato e primo ministro del re Ferrante. In questo clima, i sovrani aragonesi promossero un rilevamento cartografico completo del Regno, accompagnato da studi astronomici, geografici, geometrici e matematici di indubbia tradizione classica edumanistica, utilizzandotuttaviaancheipiù moderniritrovatidellatecnologia(bastipensareallabussola) e le più recenti maturazioni sulla rappresentazione geometrica dello spazio (proiezioni parallele e prospettiva). Contaliconoscenzerealizzaronoperprimi,econgrandeperizia, ciòchealtrove saràattuato solosuccessivamente, econesitiinferiori. Lariscopertadei manoscrittigrecielatini, chetantaparteebbe nello sviluppo della scienza moderna, nel Regno di Napoli viene tradotta subito in azione concreta di governo, di miglioramento nell'amministrazione pubblica, forse proprio perché a funzioni di governo sonochiamatigrandiumanisticomeilPontano. Illimitedell'interaoperazionefulasegretezza: lenecessità militaridel Regno fecero sì chelecartefossero note solonel ristretto ambitodellacorte apochi addetti ai lavori. È possibile avanzare anche una diversa ipotesi, non necessariamente alternativa: in questo stesso climadi fervore scientifico e culturale il disegno cartograficodel Regno fu intrapreso (sia atavolino che sul terreno) sullascortadi antichecartecorografichedi tradizioneromana, dettagliateein gradodi fornire unabasesullaqualeriportareinuovi toponimi.Questaipotesiriprendeuna(forseingiustamente)trascurata teoria di Assunto Mori, secondo il quale le carte nautiche, comparse improvvisamente verso la fine del XIII sec. giàconunaincredibileprecisionenei tratticostieridel Mediterraneo,furono compilate apartire da originali di tradizione romana, così come le prime carte corografiche. Aldilàdelle ipotesi,restacomunquel'incredibileconcretezzadellecarte, chemeritanosicuramente ulterioristudiedapprofondimentidapartediricercatoridivariediscipline,echemoltopossonocontribuire alla storiadel territorio, del paesaggio edella loro rappresentazione. Èquesto forse l'elemento centrale e unificante perle tutte le possibili indagini. Poiché il nostro volume si rivolge, in particolare, allo studio del Salernitano, 1'antico Principato Citra, attraverso l'elaborazione di dettagliati indici dei toponimi e una loro accurata disamina, l'Editore ha voluto inserirlo in una collana di "Fonti", a sottolineare l'estremo interesse non solo locale di queste carte. In ultimo, desideriamo ringraziarequanti cihanno sostenutonellanostraricerca, e in particolarela Bibliothèque Nationale de France di Parigi, l'Archivio di Stato di Napoli e la Società Napoletana di Storia Patria, che hanno autorizzato la pubblicazione delle mappe. Venezia-Salerno, Settembre 2008 Fernando La Greca Dipartimento di Scienze dell'Antichità Università degli Studi di Salerno Vladimiro Valerio Dipartimento di Storia dell'Architettura Università IUAV di Venezia 35 FERNANDO LA GRECA Antichità classiche e paesaggio medioevale nelle carte geografiche del Principato Citra curate da Giovanni Gioviano Pontano. L'eredità della cartografia romana INTRODUZIONE fonte di ricerca per la storia del territorio. Successivamente,siproveràadareunarispostaaiquesiti accennatidaAldoBlessich,ossiasulruolodiGiovanni "O che veramente i gnoma romani con le loro lintea, dopo la notte medievale, ricompaiono per la primavoItaaNapoli,allacorteAragonese?E'unabella ricerca da approfondire". Così scriveAldo Blessich in I A. BLESSICH, La geografia alla corte Aragonese in Napoli. Notizie ed appunti, Loescher, Roma, 1897, pp. 19 un suo articolo di fine Ottocento sulla cartografia 20. napoletanadel XVsec. eglisembra"cherealmentesi I, 2A. BLESSICH, La geografia...,cit., p. 29. tratta di un lavoro in cui il Pontano entra come parte 3Vd.A.BLESSICH,L'AbateGalianigeografo(1757-1787), direttiva e politica (quando sul finire del XV secolo "Napoli Nobilissima", V, fase. lO, 1896, pp. 145-150; A. ancora presiedeva alle cure dello Stato), mentre che BAZZONI(acuradi),Carteggiodell'abateFerdinandoGaliani l'esecuzionetecnicasidevesenzadubbio alcunoadun col Marchese Tanucci (1759-1769), in "Archivio Storico cartografo suo amico o dipendente"2. Italiano",varieannatedal 1869al 1880;B.TANUCCI,Lettere QuestelineediricercasuggeritedalBlessichnon aFerdinando Galiani, acuradiF. NICOLlNI,2volI.,Laterza, Bari, 1914. sono state finora accolte, soprattutto perché non si Fraquelledel Galiani,lesolecarterimastesemprenote conoscevano ancora le carte geografiche aragonesi 4 sonoiquattrodisegnirelativiaiconfinifrailRegnodiNapoli rinvenute e ricopiate da Ferdinando Galiani a Parigi3. e lo StatodellaChiesa, conservati nellaSocietàNapoletana Talicarte,dispersenuovamenteallafinedel '7004,sono diStoriaPatria. state ritrovate, in parte, una ventina di anni fa, grazie 5Vd.V.VALERIa,Societàuominieistituzionicartografiche allatenaciadiVladimiroValerioS,negliarchividiNapoli nel Mezzogiorno d'Italia, Istituto Geografico Militare, e nella Biblioteca Nazionale di Parigi. Esse riportano, Firenze, 1993, in part. le pp. 31-44 e 73-91; V. VALERIa, inscalacostanteecondettagliocorografico, unabuona Astronomia e cartografia nella Napoli aragonese, "Rivista estensione del Regno di Napoli. La loro storia Geografica Italiana", 100, 1993, pp. 291-303; V. VALERIa, affascinantecivieneraccontatadallostessoValerionel Cartography in the Kingdom ofNaples during the Early Modern Period, in D. WOODWARD (Ed.), The History of primo saggio di questo volume, mettendone in luce in Cartography. Vol. 3, Cartography in the European generalegliaspetti scientificiecartografici innovativi, Renaissance, part1, University ofChicagoPress, Chicago nelcontestoumanisticodellacortearagonesediNapoli, London, 2007, pp. 940-974, in part. le pp. 941-954. interessata alla scienzae allaconoscenza del territorio Recentemente si sono occupati di queste carte M. IULIANO, a fini amministrativi e militari. Eppure, questa stessa Cartapecore geografiche: cartografia calabra in età cartografia aragonese, nonostante la riscoperta, resta aragonese, in S. VALTIERI (a curadi), Storia della Calabria ancora "una delle più grandi amnesie nella storiadella nelRinascimento. Leartinellastoria,Gangemi,Roma,2002, cartografia modema"6, stranamente assente anche nei pp.49-68;D.JACAZZI,Ilterritoriocampanoinetàaragonese, più recenti e importanti studi italiani. inM.SANTORO(acuradi),Pomeriggirinascimentali. Secondo Nel presente saggio, in particolare, si ciclo, Pisa-Roma, 2008, pp. 87-98 (con bibliografia precedentedell'autrice). analizzeranno le carterelative al Principato Citra7 qui , riprodotte in dettaglio, con lo studio degli elementi 6V. VALERIO,Astronomiaecartografia...,cit., p. 292. 7 Vladimiro Valeria ha pubblicato due delle mappe antichi e moderni presenti nel paesaggio e nella aragonesidelPrincipatoCitra,conunaschedadescrittiva,in toponomastica; esse sono sicuramente una importante AA.VV., Tra il Castello e il mare: l'immagine di Salerno 36 Gioviano Pontano nella costruzione delle stesse, e N= aree, zone sull'influenza dell'antica cartografia romana. Per il p = ponti (dueretteparalleleperpendicolari ai fiumi) = momento,leattribuiremoadunimprecisato"topografo" PR promontori aragonese,cercandodievidenziarneicaratteridistintivi PT= porti R=cittàfortificate, disegnate "avolo d'uccello",concinta ed il modo di lavorare. di muraelocastello,ecasette Le carte che illustrano il Principato Citra, RV=rovine, ruderi, antichità conservatenellaBibliothèqueNationaledeFrance,sono SN=santuari,luoghidiculto(chiesetteall'internodiC,CC, tre; la prima con la Penisola Sorrentina (in sigla, nella R) nostra Appendice, TI, di 101,8 x 50,5 cm, scala T=torricostiere. 1:50.000ca)8,lasecondadaSalernoalfiumeSolofrone (T2, di 56 x 128 cm, scala 1:75.000ca)9, e la terza dal Solofrone a Maratea (T3, di 83,4 x 118 cm, scala 1:75.000 ca)IO. Esse comprendono anche località capoluogo del Principato, Fausto Fiorentino, Napoli, s.d., confinanti, del Napoletano, dell'Avellinese, della ma 1994, alle pp. 56-58; tuttavia gli studiosi locali non Lucania interna e della Calabria. Probabilmente sono sembrano aver recepito la grande ricchezza informativa di state ricopiate, dal Galiani e dai suoi collaboratori, tali carte, a livello storico e toponomastico. La scritta "Principato Citra" non compare nelle nostre carte, sebbene accostando più fogli originali di dimensioni ridotte, ladivisionedei Principati(CitraedUltra)fosse previstagià come esplicitamente dichiarato per alcune carte della nei documenti angioini, come territori di competenza dei Calabriall Avendo tali carte notevoli dimensioni, per . Giustizierati: vd.C.CARUCCI(acuradi),CodiceDiplomatico consentire agli studiosi la lettura dei toponimi e 12 SalernitanodelsecoloXIII, VoI. III, Salernodal1282al1300, l'osservazione dei dettagli topografici, sono state qui Subiaco, 1946, pp. 408-41l. divise in fogli, daTl.l aT1.31aprima, da T2.1 aT2.8 BNF, Cartes etPlans, GEAA 1305 (5). 8 laseconda, edaT3.1 aT3.4laterza. Inoltre, sono state 9BNF, Cartes etPlans, GEAA 1305 (7). dotate di una rete di coordinate, identificate da una LO BNF, Cartes et Plans, GE AA 1305 (6). La carta è lettera maiuscola per le colonne (A, B, C...), e da una identica a quella esistente nell'Archivio di Stato di Napoli, letteraminuscolaperlerighe (a,b, c...). InAppendice, RaccoltaPianteeDisegni,cart. XXXII, n. 2. Vd. V.VALERIO, Società uomini...,cit., pp. 36-39,note è possibileconsultare l'elencoalfabetico completo dei Il 20,21,27; B. TANUCCl, Lettere a Ferdinando Galiani, cit., toponimi, e gli elenchi parziali perciascun foglio. voI.2, p. 145. Guardandoconattenzionelecarte,lefascedi colore diverso ed i tagli lineari che si intravedono, si può GLI ELEMENTI CARTOGRAFICI distinguerel'accostamentoelasovrapposizionedeifogli;così Tl sembraderivare da 3fogli, T2 da 7 fogli, T3 da 4fogli. E PAESAGGISTICI Se le mappe originali erano piccole e riguardavano zone limitate,siapurcombacianti,allastessascalaetalidacoprire Gli elementi presenti nelle carte sono stati tuttoilRegno, puòdarsiche,nelladispersioneparigina,non classificati e divisi in categorie. Il miglior punto di sia stata data loro importanza, parendo mappe catastali, e partenza per lo studio di tali carte è costituito proprio mancando una visione d'insieme, quella data dal Galiani, da queste ricche e diversificate tipologie di segni e unendoinunastessacopiamoltemappeparziali,percoprire vignette, molto avanzate per l'epoca, e rispondenti ad ilterritoriodiunaprovincia.Unaulterioretestimonianzadelle unalogicamoderna,diunostatosovranochesiinteressa operazioni di copiaturaèoffertadagli erroridi trascrizione. SisacheilGalianifececopiarefedelmenteedintegralmente al proprio territorio ed alle sue risorse umane ed le pergamene, per trasparenza, da originali scuri e poco ambientali, sia pure, come è probabile, in tutta leggibili.LostessoGalianiaffermachequeste"cartapecore", segretezza, per finalità amministrativee militari. o"papirigeografici",eranoannerite,el'inchiostrocancellato, "che ci vuole un padre Antonio a discifrar1e" (B. TANUCCl, Letterea Ferdinando Galiani, cit., voI. 2, p. 80, 18 maggio Categorie nelle carte geografiche aragonesi 1767),con riferimento apadreAntonioPiaggio,cheinquel periodocercavadirecuperareedileggereipapiridiErcolano. A= casali,villaggi (unaopiùcasette) Così i copisti parigini, evidentemente ignari delle località ACQ= acquedotti, lunghemura napoletane,neipunticriticilesseromale,etroviamoScafaro B= boschi, selve,foreste perScafato,BaguoloperBagnolo,MouteperMonte,Rozario C =paesicon unsolocampanile(ochiesetta), ecasette perNazario,SautiaperSontia,BalnataperBalzata,Moconti CC= paesi condueopiùcampanili (ochiesette), ecasette perMatonti, Serbato perCerbato, eccetera. Questi errori di F =fiumi, fiumare, rivi, torrenti,fonti, sorgenti copiaturacostituisconounaulterioreconferma,secenefosse IS= isole, scogli bisogno, dell'autenticità dell'operazione di recupero delle L =laghi vecchiepergamenegeograficheportataaterminedalGaliani. M = mercati (parallelepipedo) Iltipodiscrittura,sebbeneimitazionedicopistidiepoca 12 MI= miniere successiva,èlaGoticaditiporotondo,diffusanell'umanesimo MT =monti, montagne, timponi meridionaleitaliano,contendenzaal tipoSchwabacher. 37 1u~Urlt,,\b\ . .,:':r-,.. .1 . ,9('i~ (io • • '~~~"Tiu(tn[r4 Fig. 2.1 - Il celebre Casale della Duchessa, stazione di posta lungo la Capua-Reggio (BNF, CartesetPlans, GEAA 1305-7, part.). Fig. 2.2 - Il Casale diLepidopresso Sarno (BNF, Cartes etPlans, GEAA 1305-5, part.). Perquantoriguardaicentri abitati, troviamouna significativa gradazione: si va dai semplici casali, con Abbiamo quindi, nella categoria A, numerosi il toponimoaccompagnato dal disegnodi qualche casa insediamenti agricoli, di varie dimensioni, sparsi nel ininchiostrorosso, allecittàfortificate, con le mura, le territorio,spessoaccompagnatidalterminecasale;altri, torriocastelli,lechiese,lecase.Considerandoilnumero definiti grancia, dipendono da monasteri o abbazie. l deglielementidisegnati,inparticolarelecase,èevidente coloni costruivano anche delle cappelle, ed il santo che il cartografo intendeva in tal modo dare venerato dava spesso il nome al casale. un'indicazione, sia pure sommaria, sul numero degli Vi sono poi insediamenti di altra natura, come abitanti di ciascun insediamento, forse in base ad un quelliconnessiallestazioniviarie:adesempio,ilcelebre elencodi "fuochi" ofamiglie di cui disponeva. Questo Casale della Ducchessa, lungo la via Capua-Reggio èundatoimportante,cherimandaaduncontestostatale pressoSicignano.Seguendoilpercorsoprobabileditale edamministrativo: comeènoto,fuAlfonsold'Aragona strada (in quanto sulle carte non è tracciata) e la adattuareperprimoicensimenti dellapopolazionedel successione dei ponti, è possibile individuare altre Regno di Napoli con il sistema della numerazione dei stazioni: Lo Lapide (forse in un sito con un'antica focolari, a partire dal 1443. Di grande interesse è poi iscrizione) e Taberna presso il Tusciano, Casale della l'indicazionedei centriantichi, abbandonatiodistrutti. Cursa presso Auletta, Li Tre Rey presso Montesano, Lostudiochesegue,permaggiorchiarezza,èillustrato Taberna del Tala(o) presso Lagonegro. daparticolari tratti dalle carte della BNF. Traicasali,venesonoalcunidiruti,cheabbiamo = inserito in un'altra categoria (RV). Alcuni erano A Casali, villaggi,indicaticoldisegnodi unao connessi a località di richiamo religioso, come la più case; per ciascuno, negli elenchi finali, è riportato Grot(t)adiS.taHelena,disegnataneipressidiCampora, il numero delle case, sicché è possibile avere una sotto il Monte Bruno (oggi Pruno). Molti, con il finale graduatoriapergrandezza. Si vadaunaadunmassimo diparolain-ano, sembranoderivaredaantichiprediali di nove casette; l'eccezione è la località Suburbium latini, come, ad es., nella Piana del Sele, Faiano, Capri, con 14casette, madaaccorpareallacittàmurata Capetiniano, Priniano; un Casale Marciano presso di Capri. l casali sono davvero numerosi (si tratta, in Campora;Berano, Brignano, Cardano, Moiano, Seriano assoluto, dellacategoriapiù frequente), e sembrerebbe nell'alta valle del Calore. strano rilevare, in un periodo apparentemente non Altri insediamenti sono connessi a toponimi di favorevole, infestato dal banditismo e dalla pirateria, origineclassica, come il Casale di Lepido, che si trova così tanti insediamenti rurali. Bisogna però ricordare su una collinetta accanto al fiume Sarno, prima della che,fin dalperiodonormanno, vierastataunanotevole sua foce, con nei pressi un Lucus Lepidi, "Bosco di ripresaeconomica,conl'assegnazionediterreasingoli Lepido". Qui si fa esplicito riferimento ad un passo di nuclei familiari, che vi costruivano i casali. l contratti Plinio13 chenarracomeiltriumviro Lepido, alloggiato agrari erano ad enfiteusi, e assicuravano, mediante il , daimagistratidiunacertacittàinunacasafraglialberi, rinnovo, il possessodi fatto della terra, trasmissibile ai protestò per il canto degli uccelli che gli impediva il figli, col pagamento di un canone annuale. Di qui il sonno; alloraimagistrati circondarono il boscocon un moltiplicarsi degli insediamenti, ed il dissodamento di drago (draconem) dipinto su unastrisciadi pergamena zone incolte; una certa protezione era assicurata dai lunghissima,elostratagemmazittìgliuccelli.Tuttavia, castelli feudali, dalle torri costiere, edallaconcessione la vicenda e l'attribuzione a Lepido della località nei di statuti alle universitates civium, statuti che isovrani pressi del Sarno si comprende pienamente solo se aragonesi concessero o rinnovarono in modo sistematico, perindebolire la potenzadei feudatari. Plin., Nat. hist., XXXV, 38, 121. 13 38 Fig.2.3-Raffigurazione dellavilladi Pollio Felice presso Sorrento (BNF, Cartes etP/ans, GEAA 1305-5, part.). Fig. 2.4 . Il Mercato di Petillia, presso Perdifumo, sulle pendici della Montagna della Stella (BNF, Cartes et P/ans, associataad un passo di Procopiol4 secondo il quale il , GEAA 1305-6, part.). fiume Sarno si chiamava anche Drakon; il nostro topografofa qui sfoggio di una vastaconoscenzadegli Lamappadunquenonsembrasostenerel'ipotesi autori classici, greci e latini. diquantivorrebberounanticoinsediamentosullacima; Un altro riferimento al mondo classico si trova il toponimo probabilmente riflette una situazione nel toponimo Delitie di Puolo, sul Prom(ontorio) medioevale, del tutto indipendente dalla Petilia citata Surrentin(o), a metà strada fra Surrento Castr(um) e dalle fonti classiche. Massa; al toponimo sono associate sei casette, e la facciata di un edificio straordinariamente simile alle Procop., Goth., IV, 35, 7-9. ville romane raffigurate negli affreschi di Pompei ed 14 Stat., Silvae, Il, 2. Ercolano. Si tratta della villa sorrentina, sul mare, di 15 Vd. A. GROHMANN, Lefiere delRegnodi Napoli in età Pollio Felice (di qui il toponimo Puolo), cantata dal 16 aragonese,IstitutoItalianopergliStudiStorici,Napoli, 1969. poetaStazio15 che si soffermaa lungo sullesuedelizie , 17 Vd. G. ANTONINI, La Lucania. Discorsi, Napoli, 1745; (gratiae): bagni, giardini, portici, rocce, scenari 2aed.,2volI.,Napoli, 1795,voI.I,pp.89-100;E.GUARIGLIA, architettonici, boschi, sculture, marmi, viste La città di Lucania (le rovine delMonte Stella nel Cilento), panoramiche, vigne. "RassegnaStoricaSalernitana",5, 1944,n. 3-4,pp. 171-185; M = Mercati, riconoscibili come tali solo per V. PANEBIANCO, A proposito della capitale della l'indicazionetoponomastica,conunaopiùcasettecome confederazione lucana: Petelia metropolis ton Leukanon per i casali, e in due casi con il disegno di un (Strab. VI. I, 3), "Rassegna Storica Salernitana", 6, 1945, parallelepipedo, forse il simbolo specifico per pp. 109-123; P. EBNER, Una questione antica che ritorna: i supposticentriabitatisullavettade/MonteStella,"Bollettino "mercato". In tutto, sono quattro località: Il Mercato Storico di SalernoePrincipatoCitra", II, 2, 1984, pp. 5-31, presso Sereno (Serino; ma nella zona sono conosciuti orainP.EBNER,Studisu/Cilento,voI.Il,CentrodiPromozione fin dall'epoca angioina i mercati di Montoro e di San Culturale per il Cilento, Acciaroli, 1999, pp. 313-332; P. Severino), Mercato di Acropoli, Mercato di Petillia CANTALUPO, s.v. Lucania, in P. CANTALUPO, A. LA GRECA (a (Mercato Cilento, presso Perdifumo), Mercato del cura di), Storia delle terre del Cilento antico, Centro di Maffeo (presso Castellammare della Bruca). PromozioneCulturaleperilCilento,Acciaroli, 1989,voI. Il, Evidentementesitrattadi insediamenti sviluppatisi nel pp. 698-702; M. INFANTE, Actus Cilenti. Le origini (X-XI sito di importanti mercati e fiere periodiche, come ad secolo), Centro Studi "Camillo Valio", Salerno, 2004; V. es. lafieradi San Pietrodi Agropoli; laloroubicazione AVERSANO,IltoponimoCilentoeilcentrofortificatosulMonte testimonialanotevoleproduttivitàdelCilentonel basso dellaStella, "StudieRicerchedi Geografia", V, 1982,pp. 1 41; vd. anche V. AVERSANO, Il coronimo Cilento e il suo medioevol6 . territorio(1034-1552),"StudieRicerchedi Geografia",VI, Il toponimo Mercato di Petillia richiama la l, 1983, pp. 78-127. questione della città lucana di Petilia, posta da alcuni Plut., Crass., 11,6; cfr. Strab.,VI, l, 3, C 254(Petilia 18 autorisulMontedellaStella1?: visarebberostatedunque metropolideiLucani).Ingenerale, perlefonti sullaLucania duecittàdi Petilia,unanel Bruzio,eun'altrainLucania, antica, vd.F. LAGRECA(acuradi), Fontiletterariegrechee pressoiMonti Petilinidovesirifugiaronoglischiavidi latine per la storia della Lucania tirrenica, L'Erma di Spartaco sconfittidaCrasso nellapianadel Selel8, e da Bretschneider, Roma, 2002. dove partì Annibale lasciando l'Italia per ritornare in 19Annibale, partendo da Petiliae dunque navigando sul Africal9 La nostra carta non riporta nessun edificio o Tirreno, in vista dello stretto di Messina, sospettando un • cittàsopralaMontagna dellaStella,manei pressi,sulle agguato, fece uccidere il timoniere Peloro: Serv., Comm. in Verg. Aen., III, 411 (veniens de Petilia); Val. Max., IX, 8, pendici,vièunCasaledellaStella,eunaanticafortezza, ext. l (a Petilia); Mela, Dechorographia, Il, 7, 116. Meliso dir(uto), forse il castello Melilla (noto da Vd.Appendice,T3.5.LeassonanzefraPetillia,Melilla, 20 documentidel994,dicuirestanoiruderisullacimadel Melella, Meliso, con tuttaprobabilità, non sonocasuali,ma monte, in localitàCastelluccio)20. sene rimandal'approfondimentoad altrasede.

Description:
carte geografiche aragonesi (seconda metà del XV sec.), che disegnano 92 Cassiod., Var., XI, 10; Symmach., Ep., VI, 18; Galen.,. De methodo
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