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Padroni e schiavi. La formazione della famiglia brasiliana in regime di economia patriarcale PDF

559 Pages·1974·21.915 MB·Italian
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GILBERTO FREYRE PADRONI E SCHIAVI LA FORMAZIONE DELLA FAMIGLIA BRASILIANA IN REGIME DI ECONOMIA PATRIARCALE INTRODUZIONE DI FERNAND BRAUDEL TRADUZIONE DI ALBERTO PESCETTO GIULIO EINAUDI EDITORE L'edizione italiana di quest'opera è stata realizzata per consiglio di Fernand Braudel. Gilberto F reyre PADRONI E SCHIAVI LA FORMAZIONE DELLA FAMIGLIA BRASILIANA IN REGiME DI ECONOMIA PATRIARCALE Introduzione di Femand Braudcl Traduzione di Alberto Pescctto • Giulio Einaudi editore Ticolo orisinalc Cuo-Gr1111d, E, Stnul•. Formoçio ti• l'•milill Br•1il,iro 10b o R.,,;m, th Et:onomi• PotriuNl C t9'8 Llvrari■ Josi Olympio EdlcOra, Rio dc Janeiro Copyri11b1 O t!l6j Giulio Einaudi edicon: t. p. a., Torino Seconda edizione Indice p. 1x I ntroduziont di Fernand Braudel xm Prefazione dtll'Òutort all'tdiziont italiana Padroni e schiavi J 1. Caratteristiche generali della colonizzazione portoghese del Brasile: formazione di una s(Jcietà agraria, schiavistica ed ibrida n n. L'indigeno nella formazione della famiglia brasiliana 16, m. Il colonizzatore portoghese: antecedenti e predisposizioni 2.49 IV. Lo schiavo negro nella vita sessuale e familiare del brasiliano 361 v. Lo schlavo negro nella vita sessuale e familiare dd brasiliano ( continuazion,) App,ndic, .µ, Prefazione alla prima edizione 4,1 Prefazione alla seconda edizione 4,4 Una prefazione o quasi alla terza edizione 46 r Prefazione alla quarta edizione 46J Prefazione alla quinta edizione 468 Prefazione alla sesta edizione 474 Prefazione alla nona edizione 481 Bihliogr11pa ,2.1 Glossario J37 I ndict dei nomi Introduzione di Fernand Braudel Ripetere dopo tanti altri che Padroni e schiavi è il capolavoro di Gil berto Freyre è parlare a bassa voce, troppo a bassa voce: per quanto forte sia questo termine, non è infatti adeguato a un successo tanto raro e bru ciante. Inoltre Padroni e schiavi - la prima opera del Freyre - fu seguita da una serie di libri stupendi, in cui il Brasile si spalanca dinnanzi a noi senza fine, tranquillo e molteplice, con l'odore delle sue piante, delle sue foreste, delle sue case, delle sue cucine, dei suoi corpi lucidi di sudore. E il lettore, probabilmente, non si arresterà nel suo cammino, tanto phi che il volume che continua e completa Padroni e schiavi - Sobrados e Mucam bos (abitazioni a vari piani e catapecchie urbane) - è per lo meno altret tanto bello, forse piu bello ancora del primo, e cli rara intelligenza. C'è da augurarsi che l'editore Einaudi voglia ben presto far conoscere anche que sto libro al pubblico italiano. Nessuno, infatti, si separa piu dalle opere di Freyre, una volta apertele, come non si separa dai romanzi di Dwnas o dal l'opera fiume cli Marcel Proust. Certo, qui siamo di fronte a un universo ben altrimenti violento e carnale che non il mondo alquanto sofisticato di Coté de Guermantes. t ciò che bisogna spiegare sulle soglie di un libro, che nasce ancora una volta oggi, grazie a questa bella traduzione italiana. Nel 1933 Padroni e schiavi veniva alla luce in un Brasile malato, come il mondo di allora, sofferente nella sua vita materiale, nell11. sua realtà poli tica, sociale, intellettuale. Il nuovo libro, cli finissima scrittura, fece subito scandalo: il Brasile di quegli anni voleva essere Europa e si collocava dalla parte dei padroni, dei bianchi. Ho sotto gli occhi una recensione assai acre, pubblicata in quello stesso anno a Sio ~aulo. Come ammett~e quel lin guaggio, quel matrimonio fra tre razze: la bianca, la« rossa», !'africana (e passi ancora l'indiana, ma la nera!)? Come accettare quella negazione di ,ma lotta fra classi e fra pelli di vario colore, in nome cli una generale eri conosciuta promiscuità dei rapporti sessuali? Il senhor de engenho cono sceva anche troppo bene la via delle senzalas, le case vicine dei suoi schia vi. I suoi figli, neri e bianchi, o meglio meticci e bianchi, erano allevati tut- x lmroduzionc di Fcrnand Braudcl ti insieme nelle grandi dimore coloniali. Quel sangue misto ha marcato a poco a poco, insidiosamente, tutti gli uomini e tutte le donne del Brasile nord-occidentale, creando un paradiso erotico in cui alla fine ognuno ha trovato il suo posto, il suo tornaconto, la sua consolazione. Francamente era una storia assai strana, quasi una scienza che confondesse i generi. Era come - ha scritto di recente Alain Bosquet - se per insegnare la geo {< metria nello spazio, lo si fosse illustrato di nudi femminili, o come se la finanza fosse una pianta coperta di manghi e di fiori». E aggiungeva a let tura conclusa: « non c'è fiume, non c'è uccello raro che non ci abbia lascia to il ricordo di una lunga carezza». Difficile dir meglio: percorrere i libri cli Gilberto Freyre dà un piacere concreto, fisico, come viaggiare in sogno nei paesaggi tropicali e lussureggianti del Doganiere Rousseau. Ma è an che un piacere intellettuale di una qualità eccezionalmente rara. :È giusto rallegrarsi del fatto che la lezione data da questi libri sia sta ta quasi subito compresa nello stesso Brasile, che questo, dopo la prima smorfia, il primo scatto di malumore, si sia riconosciuto in tale ritratto co si simpatico e sincero: simpatico, tanto piu via via che il modello europeo dileguava nel corso della seconda guerra mondiale, nel modo che ben co nosciamo; sincero, se il Brasile è stato il primo paese del Nuovo Mondo capace di dominare il complesso delle razze cosiddette inferiori e degli odiati sangui misti, cosi da saper riprendere possesso del suo vero passato. Piu che un capolavoro, dunque, il libro cli Freyre è una rivoluzione, una vittoria dell'amore degli uomini verso i loro simili. Ed esso continua ad essere letto, riletto, rivissuto dalle nuove generazioni brasiliane: eccolo alla sedicesima edizione ... No, non si può proprio paragonarlo alla Cité an tique di Fustel de Coulanges, cosi intellettualistica e ragionevole, anche se il richiam~ è stato fatto piu cli una volta, e logicamente. Sarebbe come confrontarP. una vigorosa poesia del foJklore brasiliano con un'ode classi ca della letteratura italiana o francese. Se ne renderà conto facilmente il lettore, fin dalle prime note di questa musica« corporea~. affascinante, ir resistibile. Sob piu tardi, quando l'incanto sia stato superato, ci si avvede dell'a cuta in :dligenza di questo lavoro. Un'intelligenza che non ci è imposta, al la franc:ese, come una costruzione precostruita, logica, autoritaria. Essa scaturis:-e dalle pagine tumultuose, piu cantate che scritte (e la voce si compiace delle ripetizioni, delle riprese .di arie familiari} ed è il segreto profondo della giovinezza cli questo libro, pensato con forza, con gioia, senza pedanteria (se si eccettui il bisogno di citare, di enumer2re le fonti, cui a volte il Freyre concede troppo: è bene, molto hene avere letto tutto; meglio ancora è aver saputo vedere e rendere visibile la realtà, il colore, il Introduzione di Fcrnand Braudc:1 Xl profumo degli esseri e delle cose). Il miracolo decisivo è aver saputo me scolare una narrazione storica esatta, attenta, con una sociologia di una finezza senza difetti, il tempo alacre degli avvenimenti con il tempo semi addormentato delle realtà sociali. La dimora dei padroni, le capanne degli schiavi, lo zucchero degli engenhos (altrove, a seconda delle regioni bra siliane, possiamo dire: l'oro estratto dai fiumi e dalJe sabbie, il cotone del le pianta,ioni, il caffè delle grandi fazendas), ecco il quadro in cui si muo ve la grande famiglia, la genr primitiva, nel cui seno si formò il primo Bra sile, patriarcale, duro e tenero, pagano e cristiano, nero e bianco, felice di vivere, costretto ad abbandonarsi a una vita abbondante, violenta e sem pre coartata. Tutto passa, transita, si spiega in quel paesaggio primitivo, quel« triangolo coloniale», come l'ha definito l'autore: la casa gronde, l'engenho de assucar, la cappella dove si sotterrano i grandi morti. Tutto questo rievoca indubbiamente una certa antichità, ma a condizione di sa perlo tradurre nel linguaggio dei canti primitivi, con un accompagnamen to di musiche africane. Se il lettore vorrà sapere come - con la prima ondata di urbanesimo - si frantumerà questo paesaggio primitivo, dovrà leggere Sobrados e Mu cambos, quella migrazione di padroni e di schiavi verso la città brasiliana del Sette e Ottocento, verso le curiosità, le indiscrezioni, la modernità del la via, una migrazione di ieri, eppure già cosi lontana nel tempo, degli anni in cui Pedro II fanciullo era il prototipo dei giovani intellettuali brasilia ni. E il lettore italiano penserà probabilmente alla migrazione della nobil tà terriera verso le inquiete città dell'Italia del Trecento ... Vi sono mille possibilità per sognare in queste pagine vivaci di Gilberto Freyre, fatte per il piacere di vedere e di comprendere, a condizione, però, di essere at tenti, di sentirsi migliori. FERNAND BRAUDEL

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