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Padova-e-il-suo-territorio_154 PDF

60 Pages·2011·3.14 MB·Italian
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ISSN 1120-9755 Padovaa tariffa. mma 1 - DCB agare la relativ coa p 02/2004 n. 46) art. 1, mittente che si impegna 27/al L. ne 3/2003 (conv. in o. per la restituzio D.L. 35del cont ped. in A.P. - M.P., detentore 1 Poste Italiane s.p;a. - S‘Taxe Percue’ ‘Tassa Riscossa’ - Padova C.m.P.In caso di mancato recapito, rinviare all’Ufficio Postale di Padova C.Abbonamento annuo: Italia 30,00 - Estero 60,00 5 ANNO XXVI DICEMBRE 2011 4 rivista di storia arte cultura 205x293 20-02-2009 17:05 Pagina 1 belvest _G 3-03-2011 11:42 Pagina 1 M A D E I N I TA LY m o c st. e v el b 5 Editoriale 6 Novecento privato. Arte italiana con vista su Padova Elisabetta Vanzelli 10 Giovanni Brunacci verseggiatore Giorgio Ronconi 15 Antonio Triva: un pittore reggiano tra Padova e Venezia Vincenzo Mancini 20 Goldoni a Bagnoli nel teatro dei Widmann Gianluigi Peretti 25 Perchè l’archeologia industriale Guglielmo Monti 29 Il simbolismo italiano a Palazzo Zabarella Mirco Zago 33 La Fiera delle Parole Barbara Codogno 36 Il colore dell’oro Paolo Pavan 38 Il Giardino dei Giusti del mondo di Padova 39 Rubriche 56 I lettori ci scrivono Rivista bimestrale • Anno XXVI • Fascicolo 154 • dicembre 2011 Rivista di storia, arte e cultura dell’Associazione “Padova e il suo territorio” Presidente: Vincenzo de’ Stefani Vice Presidente: Giorgio Ronconi Consiglieri: Salvatore La Rosa, Oddone Longo, Mirco Zago Direzione: Giorgio Ronconi, Oddone Longo Redazione: Gianni Callegaro, Maria Rosa Davi, Paolo Maggiolo, Paolo Pavan, Elisabetta Saccomani, Luisa Scimemi di San Bonifacio, Mirco Zago Consulenza culturale Antonia Arslan, Andrea Calore, Francesco Danesin, Pierluigi Fantelli, Francesca Fantini D’Onofrio, Sergia Jessi Ferro, Elio Franzin, Donato Gallo, Claudio Grandis, Giuseppe Iori, Salvatore La Rosa, Giuliano Lenci, Vincenzo Mancini, Luigi Mariani, Maristella Mazzocca, Luciano Morbiato, Gilberto Muraro, Antonella Pietrogrande, Giuliano Pisani, Gianni Sandon, Francesca Maria Tedeschi, Paolo Tieto, Rosa Ugento, Roberto Valandro, Francesca Veronese, Gian Guido Visentin, Pier Giovanni Zanetti Enti e Associazioni economiche promotrici Amici dell’Università, Amici di Padova e il suo territorio, Camera di Commercio, Cassa di Risparmio del Veneto, Banca Antonveneta, Comune di Padova, Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Regione del Veneto, Unindustria Padova Associazioni culturali sostenitrici Amici del Museo, Amici della Musica, Amissi del Piovego Associazione “Lo Squero”, Associazione Italiana di Cultura Classica, Casa di Cristallo, Comitato Difesa Colli Euganei, Comunità per le Libere Attività Culturali, Convegni Maria Cristina, Ente Petrarca, Fidapa, Gabinetto di Lettura, Gruppo del Giardino Storico dell’Università di Padova, Gruppo “La Specola”, Gruppo letterario “Formica Nera”, Italia Nostra, Istituto di Cultura Italo-Tedesco, Progetto Formazione Continua, Società “Dante Alighieri”, Storici Padovani, The Andromeda Society, UCAI, Università Popolare, U.P.E.L. Progettazione grafica Claudio Rebeschini In copertina: Cesare Laurenti, Studio per danzatri- Realizzazione grafica ce (1904), Musei Civici di Padova, Museo d’Arte, Gianni Callegaro Fondo Laurenti. L’originale, distrutto, faceva parte degli affreschi della Sala ristorante dello Storione di Padova. Sede Associazione e Redazione Rivista Via Arco Valaresso, 32 - 35141 Padova Tel. 049 651709 - Fax 049 664162 Amministrazione e stampa Tipografia Veneta s.n.c. - Via E. Dalla Costa, 6 - 35129 Padova Tel. 049 87 00 757 - Fax 049 87 01 628 e-mail: [email protected] - [email protected] www.tipografiaveneta.it Registrazione n. 942 dell’11-4-1986 - Iscrizione al R.O.C. n. 10089 del 12-2-2003 Direttore responsabile: Giorgio Ronconi e-mail: [email protected] e e e Abbonamento anno 2012: Italia 30,00 - Estero 60,00 - Un fascicolo separato: 6,00 c/c p. 1965001 «Tipografia Veneta s.n.c.» - Padova Sped. in a.p. - 45% - art. 2 comma 20/B legge 662/96 - Filiale di Padova. Gli articoli firmati non impegnano la rivista e rispecchiano soltanto il pensiero dell’au- tore. Tutti i diritti di proprietà letteraria ed artistica sono riservati e sono estesi a qual- siasi sistema di riproduzione. Per loro conto, gli autori si assumono la totale respon- sabilità legale dei testi e delle immagini proposti per la stampa; eventuali riproduzioni anche parziali da altre pubblicazioni devono portare l’esatta indicazione della fonte. I manoscritti, le foto ed i disegni, anche se non pubblicati, non saranno restituiti. Come ogni altra città. anche Padova ha modificato attraverso il tempo, in misura più o meno rilevante, più o meno irreversibile, il proprio aspetto esterno (e interno), in meglio o in peggio (e più spes- so in peggio). Uno dei casi più macroscopici di mutazione negativa fu quello subito, nel centro della città, dall’Hôtel Storione, la cui memo- ria diretta è affidata ormai ai cittadini, o ai visitatori, nati non oltre il 1940 o giù di lì: è infatti ai primi anni ’60 che risale la sua improv- vida, maldestra distruzione. In luogo del glorioso albergo, raso lette- ralmente al suolo, venne eretto, fra il Pedrocchi e il Palazzo centrale dell’Università, l’attuale sede della Banca Antonveneta, su progetto di Gio Ponti, destinata a cancellare la stessa memoria della primitiva installazione, in un luogo, il “Canton del Gallo” che più centrale di così non poteva essere. Non si trattò solo di una scelta architettonica e urbanistica, ma economica: le banche estendevano il loro potere, sia locale che globale, a scapito delle strutture di ospitalità e convivialità. A loro volta, in tempi recentissimi, saranno gli alberghi a prendersi la rivincita, moltiplicandosi al di là di ogni ragionevole bisogno intorno alla via per Venezia: col benefico effetto economico di un abbattimento dei prezzi per via della reciproca concorrenza. Ma ritorniamo allo “Storione” perduto: perduto integralmente nella parte muraria, e in buona parte anche in quella ornamentale, che era ricchissima all’interno nella grande sala da pranzo del pian terreno, ma anche in quelle superiori, abbellite tutte dagli affreschi di Cesare Laurenti (1854-1939). Nulla di paragonabile allo “Storione”, nel campo dell’arte Liberty, esisteva nel Veneto. Ma negli anni ’60 lo stile “Liberty”, variante nazionale tardiva della viennese “Sezession”, non era ritenuta meritevole di conservazione. Così, per salvare qual- cosa, gli affreschi vennero strappati, ma con esiti disperanti, perché, dopo lo strappo, le superfici frescate non ressero e si sbriciolarono. Attualmente, tre pannelli salvati sono esposti all’interno della Banca Antonveneta, mentre altri frammenti non staccati sono visibi- li ai piani superiori dell’edificio, nella parte non demolita che dà su piazza delle Erbe. Nella prospettiva esterna, il palazzo dello Storio- ne aveva un aspetto piuttosto conformistico, in linea con le tendenze classicistiche e insieme eclettistiche del tempo, ma non senza scelte innovative come le paraste scanalate che si richiamavano alla facciata orientale del Pedrocchi, una scelta questa funzionale ad un inserimen- to nell’insieme circostante, del tutto assente nel palazzo di Gio Ponti. È vero che altri scempi urbanistici furono perpetrati anche in seguito, ma ci piace illuderci pensando che oggi il palazzo Storione verrebbe trattato col dovuto rispetto. Oddone Longo 5 Elisabetta Vanzelli Novecento privato. di Arte italiana Elisabetta Vanzelli con vista su Padova È il titolo della mostra che nell‘ambito della rassegna RAM, Ricerche Artistiche Metropolitane, l’Assessorato alla Cultura del Comune di Padova ha allestito nelle sale espositive del Centro Culturale Altinate/San Gaetano. Concepita come riepilogo storico rispetto pianificato il ripristino dello stabile ad alle tendenze artistiche italiane matura- opera di Gio Ponti, nel gennaio 1962 si te nella prima metà del secolo scorso, procede allo strappo degli affreschi, dan- la mostra curata dalla critica e storica neggiandone irrimediabilmente le condi- dell’arte Virginia Baradel è una rasse- zioni fino al totale sgretolamento certifi- gna contrassegnata da criteri di scelta cato nel 1965. non convenzionali, o quantomeno insoliti, In anni più o meno contemporanei alla incentrati, da un lato, sul collezionismo decorazione dello Storione figurano in privato di ambito territoriale e, dall’altro, città due presenze, di lì a poco fonda- sul legame che unisce l’artista alla città di mentali per le future sorti artistiche del Padova. paese, che prendono parte, insieme allo Scopo della mostra è dunque quello di stesso Laurenti e a Ugo Valeri, presenza di offrire nuovi spunti di riflessione intorno rilievo tra gli artisti del luogo, alla mostra a un percorso che, pur delineato sulla base “I sette peccati” coordinata dal Circolo di un tradizionale avvicendamento crono- Filarmonico Artistico di Padova: sono logico di personalità e correnti artistiche, Umberto Boccioni e Felice Casorati. evolve verso piani di lettura alternativi, Boccioni, che viveva a Roma e fre- conosciuti solo sporadicamente o per lo quentava lo studio di Balla insieme a più trascurati dal grande pubblico. Severini, era di casa a Padova poiché vi Figura come capitolo d’apertura dell’in- raggiungeva, almeno una volta all’anno, tera esposizione la decorazione del risto- la madre e la sorella che vi risiedevano rante Storione eseguita da Cesare Lau- stabilmente. La pittura di quegli anni renti nel 1905, in concomitanza ad un (1904-07), ancora distante dai successivi più ampio programma di ripianificazione esiti futuristi, approfondisce l’accensio- urbanistica della città, maturato all’inter- ne cromatica divisionista e vagheggia no di quel clima Liberty che coinvolge risonanze simboliste sperimentando, di l’Italia, in ritardo rispetto agli altri paesi fatto, una consapevolezza pittorica nuova, europei, tra gli ultimi decenni del secolo intellettualizzata, che supera storicismi XIX e gli inizi del XX. accademici e imposizioni veriste di fine L’eleganza e la scorrevolezza ritmica secolo. e descrittiva con cui l’artista procede – Casorati, al contrario, viveva a Padova Laurenti realizza fasce decorative lignee, fin dal 1896, aveva compiuto studi in marmoree e dipinte a tempera, ornamenti ambito giuridico e seguito lezioni private in stucco dorato e ceramica, e lampadari di pittura presso lo studio di Giovanni in ferro battuto – legittimeranno lo Sto- Vianello ed era solito a frequentazio- rione come eccellenza Liberty del Veneto, ni blasonate ed elitarie, di cui danno disgraziatamente destinata ad una sorte prova i diversi ritratti esposti in mostra. infausta nella seconda metà del secolo: Sono opere caratterizzate da uno stile 6 Novecento privato. Arte italiana con vista su Padova. 1 2 idealizzante, ancora intriso di suggestioni Bortolo Sacchi presente all’Hotel Excel- 1. Umberto Boccioni, Ritratto della sorella, 1904. Jugendstil, tuttavia già portatrici di quel sior del Lido tra i rifiutati alla Biennale principio di sperimentazione cromatico- nell’edizione del 1914. 2. Gino Rossi, compositiva che verrà definendosi nel In aperta dialettica al contesto capesa- Casetta nella pineta, 1909-1912. corso degli anni a seguire. rino appena delineato, seppure ad esso La sezione della mostra dedicata al parallelo, si diffonde a inizio Novecento trionfo della stagione di Ca’ Pesaro, all’e- uno spiritualismo psicologico ed esoterico poca presieduta dal giovane direttore fer- dai tratti espressivi sofferti e misteriosi, rarese Nino Barbantini, mette in luce il sprofondati nel dominio del “terrifico”, rinnovamento artistico di inizio secolo proselite della poetica simbolista fin de verificatosi, in concomitanza alla Bien- siècle. Si indagano con attenzione e tra- nale Internazionale d’Arte, ad opera di un sporto introspezioni psichiche ed incon- gruppo di giovani artisti rientrati in Italia sce, tradotte attraverso una puntualità in seguito a periodi di studio o aggiorna- descrittiva che oscilla – si vedano le opere menti d’oltralpe. esposte in mostra – da un post-impres- Capifila del rinnovamento, Gino Rossi sionismo di intonazione fauve (Lorenzo e Arturo Martini elaborano un sintetismo Viani) ad un gusto secessionista e Liberty, intensamente cromatico il primo, pro- quasi gotico nella descrizione delle figure fondamente segnato dai viaggi compiuti (Adolfo Wildt), ad esiti che preannuncia- a Parigi, in Bretagna e nei Paesi Bassi e no per gusto e tematica il Surrealismo del una capacità di sintesi plastica intensa e XX secolo (Alberto Martini). drammatica il secondo, assimilata durante Quanto al capitolo della mostra dedicato il periodo di studi trascorso alla scuola a Ubaldo Oppi, esso introduce alla grande monacense di Adolf von Hildebrand. stagione del Novecento Italiano, movi- In modo del tutto analogo guardano alle mento lanciato dalla Sarfatti nel 1922 modernità secessioniste e simboliste d’ol- nell’intento di ottenere da parte di Musso- tralpe Umberto Moggioli e Tullio Garbari, lini il riconoscimento come arte ufficiale orientati entrambi ad un confronto con il del regime. Oppi, che ne fu protagonista vivace cloisonnisme di Rossi; Teodoro indiscusso fin dai suoi esordi – aderisce Wolf Ferrari e Adolfo Callegari ambedue infatti ad una prima compagine cosiddetta rimpatriati in seguito a studi compiuti a “dei Sette” insieme a Bucci, Dudreville, Monaco; Angelo Mario Crepet e Guido Funi, Malerba, Marussig e Sironi – medita Marussig; ed ancora Mario Cavaglieri, un recupero della grande tradizione ita- post-impressionista raffinato e corposo; liana quattrocentesca all’indomani della Vittorio Zecchin interprete di un Liberty guerra, avvicinandosi, per rigore formale fortemente eclettico e personale, fondato ed equilibrio compositivo, a soluzioni sulle lezioni di stile di Klimt e Jan Toorop; linguistiche proprie del Realismo magico 7 Elisabetta Vanzelli e della Nuova oggettività tedesca. Negli 3. Arturo Martini, Tito Livio, Bozzetto, 1942. anni immediatamente seguenti (1926 – 1932), l’artista prende parte alle edizioni della Triveneta nel periodo tra le due guer- re e all’Esposizione Internazionale d’arte sacra del 1931-32. All’aprirsi del nuovo decennio, di contro a una concezione individualista dell’arte e a una pittura da cavalletto oramai considerata forma artistica bor- ghese in declino, ritorna il fenomeno del muralismo, vale a dire l’espressione di un’arte pubblica per eccellenza, sorretta da finalità didattiche e da ideologie di ordine politico, sociale, morale. 3 Prende avvio all’interno di questo clima l’imponente opera di ristrutturazione dell’impianto universitario promossa dal rettore Carlo Anti e coordinata da Gio veneti Casarini, Dandolo, De Poli, Fasan, Ponti, che diffonde una tipologia di rea- Mascherini, Morato, Pendini, Perissinotto lismo celebrativo tanto delle proprietà e Zancanaro. stilistiche quanto di quelle simboliche e Segue un capitolo dedicato al movimento ideali dei soggetti narrati. del secondo futurismo verificatosi negli Rappresentanti di questo ritorno al anni tra le due guerre, suddiviso in due fasi: classicismo sono i nazionali Campigli, un primo momento in cui prevale l’analisi Ferrazzi, Funi, De Pisis, Arturo Marti- sintetica e una seconda fase di stampo ni, Saetti e Severini, e insieme a loro i più propriamente meccanico, laddove la 4. Lorenzo Viani, La signora del crisantemo, 1911 ca. 5. Massimo Campigli, Donne che impongono il cappello, 1940. 4 5 8

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Società “Dante Alighieri”, Storici Padovani, The Andromeda Society, UCAI,. Università Panda Edizioni, Padova 2011, pp. 71. La passione d'un
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