OTTAVO RAPPORTO SULLA DIFFUSIONE DELLA GIUSTIZIA ALTERNATIVA IN ITALIA Proprietà letteraria riservata © 2016, ISDACI ISBN: 978-88-909270-4-1 Chiuso in redazione in dicembre 2015 INDICE GENERALE Introduzione Massimo Maria Molla 5 La ricerca Isdaci sulla diffusione della giustizia alternativa in Italia nel 2014 Vincenza Bonsignore 7 ADR e controversie dei consumatori: un difficile equilibrio Tomaso Galletto 125 Il declino della giurisdizione e il ruolo dell’avvocatura Remo Danovi 141 La mediazione civile e commerciale: un progetto a termine? Tiziana Pompei 153 Sviluppi e tendenze dell’arbitrato amministrato: il lavoro che attende le istituzioni arbitrali Rinaldo Sali 159 Gli strumenti di ADR: una risorsa per le imprese Andrea Bandini 169 INTRODUZIONE Massimo Maria Molla* Il Rapporto sulla diffusione della giustizia alternativa in Italia è giunto oramai alla sua ottava edizione e viene pubblicato in un momento in cui l’attenzione nei confronti degli strumenti extragiudiziali di composizione dei conflitti re- gistra una crescita significativa, sia a livello nazionale che a livello europeo. E’ infatti indiscusso che gli ADR costituiscono una preziosa risorsa per la giu- stizia, non tanto perché (come spesso viene erroneamente sostenuto) rispon- dono ad un’esigenza deflattiva, quanto piuttosto perché perseguono l’obietti- vo di una giustizia in grado di rispondere ai bisogni differenti dei cittadini, al di fuori del processo. E’ dunque corretto parlare di giustizia complementare o sussidiaria a quella togata, ed è quanto mai necessario continuare ad investire nella sua corretta diffusione e incentivarne l’impiego. In questo senso ISDACI riveste un ruolo importante nel nostro Paese poiché da ormai trent’anni è impegnato a fornire un contributo concreto alla crescita e alla determinazione dei processi evolutivi della giustizia complementare a quella ordinaria. Il Rapporto sulla diffusione della giustizia alternativa in Italia, che ancora oggi rappresenta la sola fonte di documentazione su questo tema nel nostro Paese, è la dimostrazione dell’impegno dell’Istituto in questa direzione. In particolare, questa ottava edizione del Progetto prende in esame l’utilizzo dei metodi extragiudiziali di composizione delle controversie sul territorio na- zionale nell’anno 2014, evidenziando sia la mappatura dei centri che hanno offerto servizi di giustizia “complementare” in materia civile e commerciale, sia numero e tipologia delle procedure da questi ultimi gestite. Dall’indagine emerge che i metodi extragiudiziali di risoluzione delle liti ri- coprono un ruolo considerevole e stabile nel panorama della giustizia: nel 2014, infatti, le domande di ADR sono più che raddoppiate rispetto all’anno precedente. * Presidente Isdaci. 5 Massimo Maria Molla La predisposizione del Rapporto sulla diffusione della giustizia alternativa in Italia, è da sempre sostenuto e reso possibile da due importanti istituzioni, os- sia l’Unione Italiana delle Camere di commercio e la Camera di commercio di Milano, che credono fermamente nelle potenzialità degli ADR e che da molti anni investono risorse importanti per la loro diffusione. È auspicabile che l’attenzione nei confronti degli strumenti extragiudiziali dei conflitti continui a crescere progressivamente, così come il loro utilizzo cor- retto e condiviso. 6 LA RICERCA ISDACI SULLA DIFFUSIONE DELLA GIUSTIZIA ALTERNATIVA IN ITALIA NEL 2014 Vincenza Bonsignore* Sommario: 1. Premessa. - 2. La giustizia alternativa in Italia nel 2014: sguardo d’insieme. - 2.1 I Centri che hanno offerto servizi di giustizia alternativa in Italia nel 2014. - 2.2 La diffusione della giustizia alternativa in Italia nel 2014: numero delle domande, loro tipologia, durata e valore delle procedure. - 3. La giustizia alternativa in Italia nel 2014: analisi dettagliata. - 3.1 Presentazione della ricerca e dell’individuazione del campione. - 4. L’arbitrato amministra- to. - 4.1 Le Camere Arbitrali esterne al sistema camerale. - 4.2 Le Camere Arbitrali delle Camere di Commercio. - 4.3 L’arbitrato amministrato in Italia nel 2014. - 5. La riassegnazione dei nomi a dominio. - 5.1 I centri di riasse- gnazione dei nomi a dominio. - 5.2 La riassegnazione dei nomi a dominio in Italia nel 2014. - 6. La mediazione e la conciliazione amministrata. - 6.1 Gli Organismi di Mediazione iscritti nel Registro. - 6.2 Le Camere di Mediazione e di Conciliazione amministrata delle Camere di Commercio. - 6.3 Le Camere di Mediazione e di Conciliazione amministrata esterne al Sistema camerale. - 6.4 La mediazione amministrata in Italia nel 2014: i dati del Ministero. - 6.5 Gli approfondimenti della indagine di Isdaci sulla mediazione amministrata in Italia nel 2014: i dati delle Camere di Commercio - 7. La conciliazione presso i Corecom. - 7.1 I Corecom. - 7.2 La conciliazione presso i Corecom nel 2014. 1. Premessa La ricerca che si presenta nelle pagine seguenti è giunta, ormai, all’ottava edi- zione1 ed è il risultato di un lungo lavoro svolto da Isdaci, che ha dapprima realizzato un censimento di tutti i Centri, pubblici e privati, che abbiano offerto * Psicologa, psicoterapeuta, mediatrice e avvocato. Professore a contratto di Psicologia Giuridica Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. 1 Anche quest’anno la ricerca è stata commissionata da Unioncamere e dalla Camera di Commercio di Milano ad Isdaci e, su incarico dello stesso, a chi scrive. Le sette precedenti edizioni del Rapporto sulla diffusione della giustizia alternativa in Italia sono visualizzabili e scaricabili all’indirizzo http://www.isdaci.it/index. php?option=com_content&view=article&id=29 7 Vincenza Bonsignore servizi di giustizia alternativa in Italia nel 2014 e, successivamente raccolto i dati relativi alle domande di ADR ricevute e alle procedure svolte. I dati così raccolti sono stati sistematizzati ed elaborati da chi scrive, per offrire una foto- grafia il più possibile rispondente alla realtà2. Ancora una volta, per uniformità e per semplicità, nel presente testo verranno convenzionalmente ricompresi nel novero degli strumenti A.D.R. (Alternative Dispute Resolution) l’arbitrato amministrato, ovvero gestito dalle Camere Arbitrali attraverso il proprio regolamento; la riassegnazione dei nomi a do- minio, secondo la procedura prevista dal registro “nic.it”; le procedure di me- diazione, disciplinate dal decreto legislativo n. 28 del 4 marzo 2010, così come modificato dal c.d. “decreto del fare”, ovvero, dal D.lgs.69/2013, convertito in legge 9 agosto 2013, n. 98 e quelle di conciliazione ancora in vigore3. Gli strumenti di risoluzione delle controversie su elencati continueranno, nel presente testo, ad essere indicati per tradizione e semplicità come “giustizia alternativa”, nonostante il Prof. Luiso4 abbia opportunamente contribuito a fare chiarezza in merito, distinguendo, da un lato, gli strumenti contrattuali di risoluzione delle controversie, tra i quali principalmente la mediazione, che egli considera come veramente alternativi a quelli giurisdizionali dichiarativi, in quanto producono gli stessi effetti di questi ultimi, ma sulla base di una va- lutazione di opportunità che le parti compiono e senza la necessità del rispetto di regole che disciplinano la formazione dell’accordo, ovvero del contratto con il quale può chiudersi la procedura. Mentre, dall’altro lato vi è, invece, l’arbitrato che, sempre secondo tale autore, rappresenta una giustizia alter- nativa, in quanto si basa sulla valutazione della realtà preesistente, come la sentenza del giudice e sul rispetto di regole procedurali per l’emanazione del 2 La presente edizione esce in versione ridotta in quanto non ricomprende i dati relativi alla negoziazione paritetica, non ancora pubblicati al momento della chiusura della presente ricerca, e all’attività preventiva/risolutiva delle controversie svolta dalle Authority nazionali, nonché all’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria. 3 Ad esempio quella prevista nel settore delle telecomunicazioni presso i Corecom, disciplinata dalla delibera dell’Autorità Garante delle Telecomunicazioni n. 173/07/ CONS e successive modificazioni, quella relativa alla subfornitura (l. 192/1998), nonché quella svolta dagli enti non iscritti nel Registro degli Organismi di Mediazione ai sensi del D.lgs. 28/2010 (quale la Camera di arbitrato e conciliazione della Consob). 4 Luiso, Giustizia alternativa o alternativa alla giustizia?, www.judicium.it 8 Ottavo Rapporto sulla diffusione della giustizia alternativa in Italia lodo. Ritornando, recentemente, sul punto il Prof. Luiso ha ulteriormente specificato: “Per risolvere una controversia occorre che venga ad esi- stenza un atto, che individui in modo vincolante le regole concrete di condotta che, con riferimento ad un certo bene della vita, in futuro disci- plineranno le condotte degli interessati. La summa divisio in relazione alla genesi di tale atto corre fra i modi autonomi e quelli eteronomi. La risoluzione autonoma della controversia è tale perché autori dell’atto e destinatari degli effetti dell’atto coincidono: l’atto in que- stione è dunque un contratto. Da ciò conseguono due importanti co- rollari: le regole concrete, contenute nell’atto, sono individuate dalle parti secondo una insindacabile loro valutazione di opportunità, e non secondo <<giustizia>> (nel senso che vedremo fra poco); non è rilevante come e chi abbia predisposto il testo contrattuale poiché le parti, prima di vincolarsi ad esso, ne conoscono il contenuto e sono in grado di valutare se risponde o meno ai loro interessi ed ai loro bisogni. Dunque non vi sono invalidità dell’atto che possano deriva- re dalla violazione di regole relative alla sua formazione, in quanto tali regole non vi sono (se non quelle, generali, attinenti ai vizi del volere). La risoluzione eteronoma della controversia è tale perché autore dell’atto e destinatari degli effetti dell’atto non coincidono: è un soggetto terzo ad individuare le regole concrete contenute nell’atto. Quest’ultimo può essere vincolante o perché le parti hanno dato il loro assenso (così, ad es., nell’arbitrato) o perché proviene da un potere pubblicistico-autoritativo, in grado di imporsi anche senza il consenso degli interessati. Dalla terzietà del soggetto, autore dell’atto, conseguono due importanti corollari: anzitutto il terzo deve individuare le regole in questione normal- mente sulla base della verifica della realtà sostanziale esistente, e dunque secondo <<giustizia>>. In secondo luogo l’atto in questione in tanto è valido, in quanto siano state rispettate le norme dettate per la sua for- mazione. In particolare, deve sempre essere garantito agli interessati il principio del contraddittorio nella fase dedicata alla verifica di ciò che costituirà poi il metro di giudizio del terzo. È sempre possibile, dunque, 9 Vincenza Bonsignore contestare l’efficacia dell’atto denunziando la sua invalidità, qualora esso si sia formato senza il rispetto delle regole che appunto ne disciplinano la formazione”5. Approfondire la natura e le peculiarità di questi istituti, permette di far discen- dere un importante corollario, che rappresenta una premessa imprescindibile del presente lavoro, ovvero, il fatto che, essendo definiti come forme di “giustizia alternativa” viene spontaneo, necessariamente, paragonarli nei numeri, negli esiti e nell’efficacia alla giustizia ordinaria, rischiando così di mortificarne la natura e il senso profondo. In altre parole, se, la giustizia alternativa viene vista, esclusivamente, in chiave deflattiva della giustizia ordinaria, o, ancora più, qua- le strumento di disincentivazione del ricorso ad essa, dopo anni di monitoraggio, si può forse ormai pacificamente affermare che essa non raggiunga pienamente tale scopo (nonostante la crescita dei numeri relativi alle domande, alle adesioni e agli esiti positivi che verrà illustrata nelle pagine che seguono), ma se vengo- no, più correttamente, interpretati quali istituti che presentano aspetti peculiari unici, validi in quanto tali, oltre che quali strumenti di promozione dell’accesso alla giustizia e di attuazione del principio di sussidiarietà della giurisdizione, tali per cui il ricorso al giudice togato rappresenta solo una delle chance a disposi- zione di chi voglia far valere i propri interessi, allora assurgono a ben altro ruolo, che può essere considerato in modo autonomo. Venendo alle novità più rilevanti in materia di ADR nel 2014, si segnala, in primo luogo, la conversione in legge (10 novembre 2014, n. 162) del decreto legge 12 settembre 2014, n. 132, il quale ha previsto, al capo I, l’eliminazione dell’arretrato civile, attraverso la possibilità, con istanza congiunta delle parti, di trasferire le cause non assunte in decisione per il primo grado o per quello di appello, relative a diritti disponibili (con esclusione della materia del lavoro e previdenziale), in sede di arbitrato ad hoc, con nomina degli arbitri da parte delle parti stesse o del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati. Con la previsione che, per le controversie di valore non superiore a 50.000 euro, in materia di re- sponsabilità extracontrattuale o aventi ad oggetto il pagamento di somme di de- naro, in cui sia parte del giudizio una pubblica amministrazione, sia sufficiente 5 F. P. Luiso, La direttiva 2013/11/UE, sulla risoluzione alternativa delle controversie dei consumatori, in www.juidicium.it 10
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