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Origene visto da san Girolamo. - 1986 - Augustinianum 26 (1-2):217-222 PDF

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ORIGENE VISTO DA SAN GIROLAMO La celebre Iettera 33 di San Girolamo costltulsce una delle migliori fonti per conoscere l'opera di Origene1. Fu scoperta neI secolo scorso e (fino a poco tempo fa) il suo testo si basava su soli 4 manoscritti: uno di Arras (Atrebatensis 849) deI secolo XIII XIII, due Parigini (lat. 1628-1629) deI secolo dodicesimo ed uno di Bruxelles (11 1065) pure deI secolo XII. Questa tradizione ma~ noscritta, oscura in aIcuni passi, poteva essere controllata su quella di Rufino di Aquileia, che nella sua Apologia contro Girolamo (11, 20) cita brani deI nostro documento. Dopo Iascoperta deI testo gli eruditi se n'impadronirono. In uno studio esemplare, da cui ancora oggi non si puo prescindere, il Klostermann ha esaminato i dati comparandoli sia con gli ori ginali conservatisi, sia con citazioni Egli, cos1 facendo, ha potuto 2. emendare il testo e chiarirne aIcune oscurita. Secondo il Kloster mann, Girolamo per il suo catalogo attinse a quello di Panfilo. Non si tratto pero di semplice traduzione, vista I'ordine alterato dell'elenco (inserisce fra i commenti all,Antico e Nuovo Testa mento opere dogmatiche quali il Peri Archon) e Ia citazione deI canone biblico. Di fronte a tali difficolta il Klostermann, forte del la tradizione testuale che non supera i1 secolo dodicesimo, imputa ad essa Ie alterazioni, anzi a Girolamo. L'epistola divento un Iuogo classico, sfruttato da quanti si presero I'impegno di enumerare le opere di Origene3. Un evidente progresso fu il commento di Pierre Courcelle nel suo libro « Les Iettres Greques en Occident »4. Lo studioso francese ebbe la pazienza di comparare il catalogo 1 HaI Koch, Origenes (Alex.), Realencyclopädie di Pauly-Wissowa, vol. XVIII, 1 col. 1036-1059., J 2 E. Klostermann, Die Schriften des Origenes in Hieronymus Brief an Paula: Sitzungsberichte der k. Preussischen Akademie der Wissenschat ten zu Berlin 1897, 855-870. 3 Prescindo da un elenco integrale; si compari invece H. Crouzel, Bibliographie critique dJOrigene [Instrumenta patristica VIII], Steenbruge 1971, p. 661 indicando i lavori di Ritschl, Redepennig, Pitra, Klostermann, Prat, Harnack, Hamman, Nautin. Si veda anche L. Lies, Zum Stand heutiger Origenesforschung) ZkTh 102 (1980), 61-75. 4 Paris 1948, p. 88-100. 218 1. OPELT eon le rieorrenze nei trattati di Girolamo. 11 risultato fu ehe l'enu merazione della lettera e le citazioni si eorrispondono, sa1ve poche eeeezioni. 11 Coureelle ne dedusse ehe Girolamo non mirava ad un catalogo integrale, ne aveva tradotto solamente la lista degli serit ti origeniani ereata da Panfilo. Secondo il Coureelle, Girolamo aveva volutamente eomposto l'eleneo sulla base della propria biblioteea omettendo quanto non era in suo possesso. 11 Coureelle insiste nel dire eome Girolamo abbia pero sino alla fine eontinuato a plagiare 1'esegesi origeniana taeendo il nome delI'eretieo sotto la eireonloeuzione di «allego rista ». Nel 1977 il professore Nautin riesamino gli argomenti di Coureelle studiandone la lista sempre basandosi sui 4 manoseritti gia noti. Per la datazione della lettera egli segue la data generalmente reeepita~, eioe il 385 durante il soggiorno deI santo aRoma. Re spinge energieamente la tesi di una lista originale di Girolamo eome fonte, e torna al eatalogo di Panfilo. Egli spiega I'ordine alterato delle eitazioni tramite un'errore di Girolamo, ereatosi dalla monotonia deI eatalogo. Le eosiddette omissioni geronimiane quin di non esisterebbero. Nautin giustamente sottolinea ehe seritti non eitati venivano forse eonsiderati eome non autentiei, sarebbero stati dunque eliminati dal punto di vista eritieo. La lista della Iet tera 110n vale pereio per tutta 1a vita deI santo, ma indiea solo quanto egli conosceva degli scritti origeniani, al tempo in eui la serisse.Nautin attira l'attenzione sn un codiee deI monte Athos: Laura 184 eon una glossa rinviante ai «Tomoi" di Origene. Cosl faeendo egli ci da una traeeia di un'edizione dell'opera di Origene nel seeo.lo sesto, ehe sarebbe di massimo valore per stabilire il ea talogo. :Le osservazioni argute e giuste modifieano i risultati deI Coureelle e sono state aeeolte eon applauso da parte della eritiea. Sulla diseussione fin qui eondotta eon tanta eompetenza da parte dei piu rinon1ati studiosi, vorrei dar rHievo a due fatti piu o meno non aneora giustamentte presi in eonsiderazione. 11 primo e ehe Ia tradizione testuale ineompleta della lettera, eoi suoi 4 ma noseritti, sembrava si fosse arriechita grazie all'erudito lavoro deI Lambert, ehe in 4 grossi volumi (da me reeensiti) eomprende la 6 tradizione testuale di tutte le opere di San GiroIamo ed ivi aveva messo in luee 2 manoseritti latitanti. 11 seeondo e i1 earattere po lemieo della lettera ehe ha un'allusione finale enigmatiea. I due eodiei latitanti 50no (seeondo il Lalnbert) uno di Ber- 5 P. Nautin, Origene) sa vie et son oeuvre) Paris 1977, p. 227-241. 6 1. Ope1t: 'Gnomon 45 (1973) 46-50. ORIGENE VISTO DA S. GIROLAMO 219 Hno, l'altro della Biblioteca Apostolica Vaticana 11 Codice della 7. Staatsbibliothek di Berlino Est (Codex lat. fol. 194 deI secolo 12mo) doveva comprendere la nostra lettera su fogli non preci samente indicati. Si distingue per il suo carattere incompleto. Dai 154 titoli deI carteggio geronimiano fin qui conosciuti (ai quali i1 Divjak ne ha aggiunto recentemente un altro, se non si tratta di un falso) mancano le lettere 3.31.46.53.63.65.78.81.82, le let 8 tere 86 a 96.98.100, le lettere 113.114.116.123.128.133.135 a 144. 149 a 154, piu la nostra, cioe la lettera 33. Eccoci davanti alla prima delusione 8. Dal fondo dei codices Urbinates latini il codice 504 (vecchio modulo 150), su fogli di nuovo non precisati dal Lambert, veniva pero annunciato come una testimonianza ulteriore della lettera. Sa rebbe Roma piu felice di Berlino? 9. Pure questa speranza si e sciolta tramite l'esame deI codice che contiene l'opera di Zenone di Verona e, verso la fine, nei fogli 154v a 155v, la lettera 38 di San Girolamo. Dunque invece di scoperte di nuovi codici e solo veriflca di un piccolo errore nel catalogo 10. Torno aHa mia seconda osservazione, cioe al carattere polemi co della lettera, che sembra una difesa, se non propria un'esalta zione di Origene. Sulla scia di Fernand Cavallera, la cui cronologia e diventata quasi canonica, ancora Labourt nelle «Sources chretiennes» ed il professor Nautin, come gia detto, attribuiscono la lettera XXXIII all'anno 385. Sarebbe stata scritta aRoma dal segretario di Papa Damaso alla sua gentile e nobile amica Paola. Nel suo libro De viris illustribus (composto a Betlemme nel 393) Girolamo cita il e nostro docun1ento. Quest'anno, i1 393, il (terminus post quem non' della sua composizione. Ci tornero su dopo 12. 7 B. Lambert, Bibliotheea Hieronymiana manuseripta) I/B, Steenbruge 1969, p. 508. 8 ]., Divjak, Saneti Aurelii Augustini Opera. Epistulae ex duobus eodi eibus nuper in lueem prolatae} Vindobonae 1981, ep. *27: Hieronymus ad Aurelium. 9 Ringrazio i1 dottor W. Maaz, dell'universita di Berlino Ovest, ehe eon abnegazione e impareggiabile pront1ezzami ha fornito tutto quanto mi premeva sapere su questo manoseritto difficilmente attendibile per me. 10 Per il codex Urbinas (eolle opere di Zenone) i1 Lambert ha mal de cifrato: i fogli 154v a 155v eontengono la lettera 38 di San Girolamo eome ho potuto eostatare i1 10 maggio 1985. Vorrei v1ivamente ringraziare i miei ospiti Romani ehe hanno fatto tutto per proeurarmi i1 mierofilm, pero impro eurabile prima di düe mesi. 11 Labourt, Lettres de saint ]erome} Paris 1949, I, p. 3,g3. 12 Vir. ill. 54: PL 23, 702AB: in voluminibus epistularunz quas ad Paulam seripsimus; Klostermann, op. eit.} p. 857. 220 1. OPELT C:ome detto, il santo si indirizza a Paola. Nel testo pero pre e vale l'indirizzo plurale. Questo fatto stato fin qui un po' tra scurato. 11 plurale lnon si deve spiegare come formola di cortesia, per che non accompagnato da ulteriori epiteti, tali vestra reverentia e cos1 via Un'altra spiegazione possibile sarebbe che, forte deI suo 13. aftetto, comprende pure la figlia di Paola Eustochium} che nella let tera XX.X11,2 chiama Eustochium pignus eius. La mia spiegazio zione invece sarebbe, che Girolamo miri ad un pubblico piu va sto. Dedica la sua difesa di Origene a Paola ma lui si rivolge a quanti vuole sostenere nella loro fede 0 addirittura convertire aHa sua giusta ammirazione delI'Adamantino, gia sottoposto agli attac chi di un certo gruppo di cristiani. e I.la polemica antipagana stata considerata da Klostermann in poi14" Si contrappongono le opere di Varrone Reatino, modello di scienza latina e pagana, e di Didimo Chalkentero, altro ideale di scienza antica molto proHfica, greca e pagana, questa volta, con l'opera di Origene, impareggiabile rappresentante di scienza cri stiana" }'\.. prima vista sembra una rivalita nel campo quantitativo, come una gara nel saper scrivere molto, simile aHa dimostrazione di resistenza spirituale 0 fisica. Lo scopo deI paragone va pero oltre. Girolamo non si propone solamente di combattere l'orgo glio pagano, vuole difendere Origene e se stesso contro un gruppo cristiano, nemico della scienza.Quest'intenzione viene espressa con la dOlnanda, che e sempre generalmente, ma presso Girolamo in particolare, l'energico strumento per attirare l'attenzione deI let tore 15, Nel paragrafo precedente .Ja domanda retorica di Girolamo, con la sua solita abne critica, polemizza al plurale: «e contrario nos tra saecula habent homines eruditos sciuntque, pisces in quo gur.. gite nati sint, quae concha in quo litere creverit, de turdorum sa livis non ambigimus. Paxamus 16 et Apicius semper in manibus, 13 Per il p"luralis reverentiae si vedaM. Leumann, J.B. Hofmann, A. Szantyr, C;ramlnatik der lateinischen Sprache) 11, München 1965, p. 20 sg. con ricca bibliografia. Sarebbe i1 correlato deI pluralis maiestaticus e derivato da esso. Si diffuse poi, generalizzandosi anche per persone m,eno illustri, per annegare nel semplice voi-vous delle lingue romanze. 14 Vedi Klostermann p. 857 sull'opposizione Adamantinus noster - nos ter Chalcenterus. 15 Per la funzione della don1anda nella polemica di San Girolamo sj veda 1. ()pelt, Hieronymus) Streitschriften) Heidelberg 1973, p. 205 indice dei rispettivi passi. 16 Sn Passamo, si veda W. Motel: RE XVIII, 4, 2436 ss. Vissuto nel slecolo prima a.Ch. scrisse in greco «Opsartytika», un manuale culinario oggi perduto. ORIGENE VISTO DA S. GIROLAMO 221 oeuli ad hereditates, sensus ad patinas et, si quis de philosophis vel deChristianis, qui vere philosophi17 sunt, trito pallio et sordida tuniea leetioni vaeaverit, quasi vesanus exploditur: Anehe i nostri tempi hanno i loro eruditi, sanno in ehe mare sia nato tale pesee, sanno in quale eosta sia ereseiuta tale ostriea, non abbiamo dubbi per i gusti deI tordo. Coi manuali di Passamo e di Apieio nelle mani, gli oeehi pronti per spiare eredita possibili, il gusto per assaggiare le padelle, sono pronti di fisehiare da pazzi, se uno dei filosofi 0 dei eristiani - loro i veri filosofi - si dediea aHo studio, vestito di logoro pallio e di una tuniea sporea »). Alla fine della letteraGirolamo misteriosamente diee: «haec quare seripserim et ad pauperis lueernae18 ignieulum eito, non eauto sermone dietaverim, potestis intellegere, si Epieuros et Aris. tippos eogitetis»; dunque aveva dettato la sua lettera in fretta (aHa luee di una misera lueerna) e eioe imprudentemente. Chi sono questi Aristippi e Epieuri, ehe non osa designare eoi nomi propri? 11 Wiesen19 erede ehe il santo segua la tendenza della satira di eombattere la golosita. Benehe l'imitazione di Per sio sia giustamente notata, non si tratta solo di un topos. Nella polemiea eontro Gioviniano, eon la difesa dell'aseeti· smo seritta nel 393 20, Aristippo ed Epieuro vengono assoeiati (due filosofi meno pregiati di Soerate21 0 Platone) per il loro eulto n deI piaeere; plurale deve essere inteso in questo senso, ma at tualizzato. Pili tardi, nel 403, Girolamo ehiamera Rufino «Aristip e pUS nostri temporis» 22. Questo dimostra ehe l'attualizzazione presente benehe la eonnotazione sia la eondanna deI non voler 0 non poter prendere posizione, non poter decidersi (nel 403 eontro Origene). Diciamo dunque ehe gli Aristippo e gli Epieuro non sono qui i tipici rappresentanti della satira, ma eristiani attuali, nemiei della 17 A.-M. Malingrey, Philosophia. Etude d)un groupe de 1nots) Paris 1961, p. 294-301 riassunto. La interpretatio christiana comincia presso gli apologisti e diventoc1iche. 18 La lucerna e11: simbolo dello studio prolungato fin a notte tarda: Thes. 1.L. VII, 2, 1701, 5-20: usus ad metonymiam vertentes da Cinna a Martial10 Capella. 19 D.S. Wiesen, St. Jerome as a Satirist) Ithaca 1964, p. 24 ss. con le note 14-23. 20 Opelt, op. cit. 17-40. 21 1. Opelt, Das Bild des Sokrates in der christlichen lateinischen Li teratur: Festschrift I-L Dörrie==JbAC Ergänzungsband 10, Münster 1983, p. 192-207. 22 Vedi Opelt, Hieronymus) Streitschriften) p. 115. Incompleto risulta Thes. 1.L. 11 582, 40-63, perche non fornisce tutto il materiale disponibile su Aristippo. i22 I. OPELT scienza (~ den'ascesi e piu ancora: nemici di Origene e di Girola mo stesso. Sfruttando i paragrafi 3 e 5, per l'interpretazione della let tera, stiamo di fronte ad un gruppo forte e pericoloso, visto l'ano nimato della denuncia da parte deI santo. Con la domanda reto rica Girolamo sottolinea l'ingratitudine universale verso Origene, ispirata dall'invidia, illustrandola con la condanna da parte deI ve scovo Demetrio di Alessandria ai due sinodi deI 231/2 edel 232, appoggio dalla maggioranza, salve poche eccezioni (dalle provin ce di Palestina, Arabia, Siria e Grecia). La presa di posizione e, come la critica ha dimostrato, una deduzione logica deI loro futuro comportamento verso Origene. Demetrio d'Alessandria ribadl la sua auto.rita vescovile; il verdetto di Roma riflesse l'asserzione deI primato di questa. In realta non vi era traccia dell'accusa di ere sia; falsamente i nemici attuali insistevano su di essa. !vIa ascoltiamo ancora una volta il testo: «damnatur aDemetrio episcopo, exceptis Palestinae et Arabiae et Phoenices atque Achaiae sacerdotibus, in damnationem eius consentit orbis. Roma ipsa con tra hunc cogit senatum, non propter dogmatum novitatem, non propter haeresim, ut nunc adversum eum rabidi canes simulant, sed quia gloriam eloquentiae eius et scientiae fetre non poterant et illo dicente omnes muti putabantur ». 11 passo ut nunc attesta l'attualita degli attacchi. Sotto Da maso un tale attacco non mi sembra fosse ancora possibile: ne contro Origene, ne contro Girolanlo stesso. Abbiamo indicato l'anno della composizione deI De viris in lustribus} cioe il 393 come(terminus ante quem'. Nel Contro Gio viniano, pure deI 393, si ripetono Aristippus e Epicurus. Data l'abitudine di San Girolamo di ripetersi presto, non solo spesso, mi sembra importante ehe pure la lettera 50, scritta nello stesso anno a 13etlemme, e molto vicina neHe sue formule. Ha sottoli neato questo il Wiesen, ma per la topologia 23. Considerato il tutto propongo che la lettera 33 sia molto vi cina a tale data, e che sia stata scritta per difendere Origene aper tamente, flnche eta ancora possibile, cioe prima deI Contra Iohan nem Hierosolymitanum. Pure la tradizione della lettera sembra com promessa dalla polemica antiorigenista: l'inserzione deI Peri archon fra i due Testamenti potrebbe essere una misura protettrice, una «conservatio memoriae », di fronte alJa «damnatio» tramite ia distruzione delle sue copie. ILONA ÜPELT Düsseldorf 23 11 Wiesen, ap. cit., p. 20930 confronta 1a 1ettera 50,5 come interpre tazione da topos.

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