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Oralità e scrittura PDF

158 Pages·2012·3.913 MB·Italian
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1 FONDAMENTI DEL DIRITTO ANTICO FRANCESCO LUCREZI MASSIMILIANO MARAZZI AMEDEO VISCONTI ORALITÀ E S C R I T T U RA ì EDITORIALE SCIENTIFICA Università degli Studi Suor Orsola Bemncasa Facoltà di Giurisprudenza FONDAMENTI DEL DIRITTO ANTICO diretta da Lucio d'Alessandro e Vincenzo Omaggio I/20I2 Comitato scientifico Mariavaleria del Tufo, Francesco M. De Sanctis, Franco Fichera Tommaso E. Frosini, Lucilla Gatt, Paolo Pisciteìlo Aldo Sandulli, Angelo Scala Francesco Lucrezi Massimiliano Marazzi Amedeo Visconti ORALITÀ E SCRITTURA Editoriale Scientifica © Editoriale Scientifica srl 2013 www.editorialescientifica.com Tutti 1 diritti sono riservati ISBN: 978-88-6342-490-4 Oralità e scrittura Fondamenti del diritto antico è il nome ambi zioso di un seminario di studio permanente, che dallo scorso anno accademico coinvolge la Facol tà di Giurisprudenza, il Centro di Ricerca sulle Istituzioni Europee (CRIE) e il Centro Interisti tuzionale Euro Mediterraneo per i Beni Cultura li (CEM) dell'Università Suor Orsola Benincasa. Esso si propone l'obiettivo di esplorare campi di ricerca di comune interesse per giuristi, storici, filologi e archeologi del nostro Ateneo e di atti¬ vare la comunicazione e la circolazione degli stu¬ di al di là delle specifiche competenze che di¬ stinguendoci ci dividono. I risultati dei seminari troveranno una sta¬ bile collocazione in una serie di pubblicazioni della Facoltà di Giurisprudenza, inaugurata dal presente volume. 7 Come docente e preside di Giurispruden za attribuisco all'iniziativa un valore culturale in vista della formazione di un giurista cólto, consa pevole della profondità e dello spessore dei fe nomeni giuridici, non ignaro che il diritto è sem pre esperienza giuridica e che ogni ordinamento è segnato dalla sua storia, che contiene e con¬ densa i più autentici significati di una civiltà. Rivolgo un sentito ringraziamento a Fran cesco De Sanctis, direttore del CRIE, a Massimi liano Marazzi, direttore del CEM, e a Mariavale- ria del Tufo, prorettore dell'Università Suor Or sola Benincasa, per aver promosso l'iniziativa, e ai relatori del primo ciclo di incontri, svoltosi nel¬ la scorsa primavera, divenuti poi autori del primo volume: Francesco Lucrezi, Massimiliano Maraz zi e Amedeo Visconti. Il tema che ha segnato il primo ciclo Ora lità e scrittura evoca una problematica profonda¬ mente radicata nella storia del diritto e si ispira a una delle dicotomie costitutive della giuridicità, quella di ius scriptum e ius non scriptum, in grado di attraversare i secoli e le civiltà senza perdere il suo valore euristico, come testimonia il dibattito odierno sulle fonti. Vincenzo Omaggio Preside della Facoltà di Giurisprudenza Università Suor Orsola Benincasa 8 DALLE DIECI PAROLE AI DIECI COMANDAMENTI: EBRAISMO, CRISTIANESIMO E LA CODIFICAZIONE DEI PRECETTI* Francesco Lucrezi Parti del presente contributo confluiranno, con modifiche, nel volume Il procurato incendio in diritto ebraico e romano. Studi sulla 'Collatio'VI, Torino 2012, e nel saggio Il Decalogo nella 'Collatio', destinato agli Studi in onore di Francesco Guizzi. i. Il Decalogo, com'è noto, è sempre stato chiamato, nei secoli, a testimoniare la matrice co¬ mune, il profondo, complesso rapporto di filia¬ zione tra cristianesimo ed ebraismo, variamente interpretabile, e interpretato, in chiave tanto di rispetto, venerazione, gratitudine, da parte del fi¬ glio, nei confronti del genitore, quanto di riva¬ lità, sostituzione, disprezzo. E la storia insegna quante volte, e con quanta facilità, si sia potuti improvvisamente passare, e senza alcuna appa¬ rente ragione o giustificazione, dall'una all'altra posizione. Ma il processo storico di consolidamento di tale nucleo normativo - eredità comune o conte¬ sa, segno di unione o divisione tra i figli di Abra¬ mo -, in entrambe le religioni, non appare linea¬ re. Il Decalogo (indicato, generalmente, con l'espressione talmudica Asèret Ha-dibròt [le dieci 11 parole]1, o anche Asèret Ha-devarìm [davàr = 'pa rola', ma anche 'cosa', 'fatto'])2 viene pronun¬ ciato, nella Torah, due volte: la prima, nel libro dell'Esodo (20.1-17), la seconda, con alcune leg gere differenze, nel Deuteronomio (5.6-18)3. Esodo 20 1. Dio allora pronunciò tutte queste parole: 2. «Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ha fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla casa di schiavi. 3. Non avrai altri dèi di fronte a me. 4.- Non ti fa rai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cie lo né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra. 5.- Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, sono il tuo Dio, un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per colo¬ ro che mi odiano, 6.- ma che dimostra il suo favore fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e os¬ servano i miei comandi. 7. Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio, perché il Signore non lascerà impunito chi pronuncia il suo nome invano. 8. Ricordati del giorno di sabato per santificarlo: 9. sei giorni faticherai e farai ogni tuo lavoro; 10. ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio: tu non farai alcun lavoro, né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il tuo schiavo, né la tua schiava, né il tuo bestiame, né il forestiero che dimora presso di te. 11. Perché in sei giorni il Signore ha fatto il cielo e la ter¬ ra e il mare e quanto è in essi, ma si è riposato il gior- 12

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