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Opere Complete PDF

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MICHAIL BAKUNIN OPERE COMPLETE I Tomo I EDIZIONI ANARCHISMO Volumi digitalizzati e impaginati da Biblioteca Anarchica Panico 5 Settembre 2015 Il seguente tomo contiene i primi 3 Volumi delle Opere Complete di Michail Bakunin, pubblicati dalle Edizioni della Rivista “Anarchismo” negli anni 1989 e 1977. OPERE COMPLETE di BAKUNIN INTERNATIONAAL INSTITUUT VOOR SOCIALE GESCHIEDENIS AMSTERDAM a cura di ARTHUR LEH N IN G I Edizioni della Rivista « A narchism o » Michail Bakunin OPERE COMPLETE Volume I La polemica con Mazzini Scritti e materiali Introduzione di Alfredo M. Bonanno Seconda edizione Edizioni della Rivista « Anarchismo » Seconda edizione Stampato per conto delle Edizioni Anarchismo Casella Postale 61 — 95100 Catania con i tipi della Underground srl Viale Libertà 1 1 4 - 95129 Catania Tel. 095/532584 Gennaio 1989 INTRODUZIONE L’edizione italiana delle Opere complete di Bakunin viene a colmare una non trascurabile lacuna nella documentazione storica disponibile per il movimento anarchico italiano in particolare e per il movimento operaio in generale. Qualcosa era già uscito in Italia, in primo luogo le traduzioni di alcune opere di Bakunin fatte da P. C. Masini e la traduzione di Stato e Anarchia fatta dai coniugi Corradini. Se a questo si aggiunge qualche opuscolo e qualche piccola antologia, il panorama si chiude subito. Forse esistono motivi non solo editoriali o scientifici che hanno de­ terminato questa « censura a priori » dell’opera di Bakunin in Italia, e noi non li conosciamo, comunque ci pare indispensabile che si ponga fine a questa situazione facendo uno sforzo per spingere i compagni alla lettura diretta dell’opera del grande rivoluzionario anarchico. Il nostro lavoro, oggi, è enormemente facilitato dall'edizione degli Archives Bakounine in corso di pubblicazione, a cura di Arthur Lehning, per conto dell’Internationaal Instituut voor Sociale Geschiedenis di Amsterdam. Questa edizione, che possiamo considerare definitiva, ha il pregio notevole, tra l'altro, di non iniziare la pubblicazione degli scritti di Bakunin in ordine cronologico, la qual cosa avrebbe significato che gli inediti più importanti, quelli degli ultimi anni della vita del rivolu­ zionario russo, sarebbero rimasti chissà per quanto tempo ancora non pubblicati. Esistono diversi tentativi di editare le opere complete di Bakunin ma, per un motivo o per l’altro, non sono mai arrivati a com­ pletamento. Speriamo che questa volta si faccia eccezione e che si ar­ rivi a terminare il lavoro, comunque, a prescindere da quello che si pubblicherà, resta il fatto notevole che fin da questo primo volume degli inediti importanti e ragguardevoli vedono la luce. La presente nota introduttiva si pone come semplice guida per il lettore, illustrando brevemente il significato politico e la collocazione storica di ogni scritto presentato. Motivi tecnici, in primo luogo, ci han­ no impedito di riprodurre le ‘fondamentali introduzioni di Lehning, pre­ poste ad ogni volume dell’edizione di base, quella di Amsterdam; co­ munque, interessandoci sollecitare nel lettore italiano una presa di co­ scienza immediatamente politica dei contributi bakuniniani, cerchere­ mo di suggerire, in questa sede, una fruizione quanto più possibile li­ bera da vincolanti dibattiti di collocazione storica, riducendo allo stretto indispensabile l'informazione in questo senso. Le analisi teoriche di Bakunin hanno un valore storico fondamentale, ponendosi come luminosa alternativa a certe costruzioni di potere le­ gate a strutture contingenti di tipo riformista o a visioni autoritarie di tipo rivoluzionario; ma, oltre questa validità immediata, nella cui pro­ spettiva sono state altrove ampiamente esaminate e in cui finirebbero per annegare nel baratro immane delle giustapposizioni e delle corre­ 8 Introduzione zioni, per risalire alla superficie definitivamente « santificate » e inuti­ lizzabili; oltre questa validità, dicevamo, è possibile ritrovare 1:'insegna­ mento rivoluzionario fondamentale: la lotta di un uomo contro il po­ tere, anche quello più difficile a distinguere, quello che si nasconde sotto la bardatura delle tronfie parole dell'insurrezione e della rivolta, sollecitate per conto di una minoranza indirizzata alla conquista del potere. Bakunin è scrittore ricchissimo e scarsamente sistematico. Le fati­ che che affrontò nel corso della sua lunga militanza non gli consentirono di trasformare organicamente il turbine di pensieri, di problemi, di ana­ lisi, di prospettive risolutive che gli si affacciava alla mente e che spesso finiva per essere sommerso da un turbine successivo, non meno ricco sebbene mai contraddittorio. Tutto ciò non può non essere tenuto pre­ sente nella lettura di un'opera che nella battaglia quotidiana non perde mai di vista i punti fondamentali, essenziali, in cui bisogna colpire il nemico. A testimoniare la serietà e l'impegno di lavoro di Bakunin sono i frammenti: una grande quantità di scritti messi da parte, elaborati per fornire un'analisi definitiva spesso, anch'essa, lasciata incompleta in vista di una probabile continuazione mai realizzata. L'accavallarsi degli impegni rivoluzionari, il modificarsi delle situazioni, l'affievolirsi o l'acutizzarsi di un conflitto o di un altro, guidano la mano di Bakunin facendogli continuare o sospendere il lavoro. Ma, al di sopra dell'appa­ rente gratuità, una linea d'impegno costante e precisa: l'analisi dei problemi rivoluzionari di fondo, mai attacchi personali finalizzati a se stessi, mai polemiche senza un più ampio sbocco politico, anche quando l'ingiuria e la menzogna, il sopruso e la calunnia si fanno pressanti contro di lui, questo grande lottatore non si lascia travolgere dall'astio personale e riesce ad assumere quella giusta distanza che consente una valutazione sociale dello scontro e che, anche oggi, ne rende utile e fruttifera la lettura. Dopo la sconfitta dell'insurrezione polacca, Bakunin decide di trasfe­ rirsi in Italia, dove arriva nel gennaio del 1864 fermandosi dapprima a Torino, passando poi da Genova e facendo una puntata a Caprera per vedere Garibaldi. Alla fine del mese di gennaio arriva a Firenze con una presentazioné del generale preceduta per altro da una lettera di Mazzini ai suoi amici fiorentini. Qui presenta alla locale Loggia masso­ nica un progetto di riforma che riassume le proprie idee federaliste, atee e socialiste. Alla fine dell’anno lascia Firenze partendo per la Svezia. L'estate dell'anno successivo lo ritrova a Sorrento, con lettere di presentazione anche questa volta di Garibaldi e degli amici massoni di Firenze. Tra le prime conoscenze importanti quella di Fanelli, compagno di Pisacane, e di Friscia. Le idee di questo periodo sono riassunte ne La Situazione italiana pubblicata a Napoli nell'ottobre 1866, redatta da Alberto Tucci ma sostanzialmente rivista e modificata dallo stesso Ba­ kunin. Nella primavera 1867 Bakunin redige una nuova Situazione in cui attacca in modo radicale la politica di Mazzini e Garibaldi. A settembre parte per Ginevra per prendere parte al Congresso della Pace e della Introduzione 9 Libertà e tentare di propagandare le sue idee senza risultato. L'anno successivo, nel secondo Congresso, malgrado la presenza di Fanelli, lu c­ ci, Gambuzzi e Friscia, si accentua il distacco con i borghesi promotori della Lega. Nel settembre del 1869 partecipa al Congresso di Basilea, portandosi poi a Locamo. L'anno successivo si reca a Ginevra e poi a Lione. Dopo l'insurrezione del 28 settembre parte per Marsiglia preve­ dendo un'altra rivolta. Ad ottobre ritorna in Italia passando per Genova. Il giorno della proclamazione della Comune di Parigi parte per Firenze. Dopo poche settimane dall'inizio della Comune, Mazzini pubblica le sue critiche sull'insurrezione proletaria di Parigi. Engels scrive a Cafiero una lettera (Romano, Storia, v. II, pp. 315-321), nella quale trascrive un rendiconto delle discussioni al Consiglio generale dell'Internazionale, suggerendone la pubblicazione in Italia per attaccare le tesi di Mazzini. Nel luglio 1871, Bakunin legge le critiche di Mazzini su La Roma del Popolo e si mette anche lui al lavoro. Il Gazzettino Rosa pubblica in opuscolo la Risposta di un Internazionale a Giuseppe Mazzini. Il testo di Bakunin era seguito da un articolo anonimo (che riportiamo in ap­ pendice): VInternazionale e Mazzini la cui attribuzione è controversa. Alla fine del 1871 la tipografia di Guillaume figlio pubblica a Neuchàtel La Teologia politica di Mazzini e ITnternazionale. Nel presente volume trovano posto un gran numero di frammenti inediti di difficile collocazione, salvo un grosso frammento di 141 pagine numerate da 18 a 158, abbastanza organico. Negli scritti di questo periodo Bakunin ha una visione matura del­ l'anarchismo, delle premesse filosofiche che lo rendono possibile e degli sbocchi concreti che deve cercare per uscire dall'inutilità delle formula­ zioni astratte. Il punto di partenza è la lotta contro l'idealismo e la fon­ dazione razionale del materialismo. L'idealista viene ravvicinato al teologo — punto di massima condan­ na per il pensiero razionale — identificandoli nel culto dell'assurdo, del­ l'autorità e della disciplina. Dall'idealismo emerge il « culto di se stesso da parte dell'individuo che si adora nell'assoluto o in Dio ». Così scrive nello scritto principale contro Mazzini: « Mazzini che proscrive ed aborre l'individualismo, ma che per contro proclama e adora l'idealismo, è lungi dal dubitare che l'idealismo è il padre spirituale dell'individuali­ smo ». E altrove, nel Frammento Q: « Mazzini, idealista e autoritario credente, opera da supremo egoista quando si sforza di fare trionfare le sue idee politiche e religiose che tendono evidentemente a imporre al mondo un ordine nuovo, a profitto di qualche nuova classe e della più grande gloria del suo Dio; mentre il ComuniSmo ateo e l'Intemazionale materialista, provocando, senza imporla a nessuno l'organizzazione spon­ tanea delle masse operaie, in vista dell'emancipazione di tutti fa opera di solidarietà e di umanità ». Come si vede la critica filosofica di par­ tenza non si affida ad una elaborazione astratta che avrebbe significato un banale capovolgimento dell'ipotesi teologica mazziniana. Bakunin, fon­ dando la propria azione nella prassi rivoluzionaria, lega, fin dall'inizio, la visione filosofica dell'idealismo e del teologismo sua ovvia derivazio­ ne, con le necessità dell'autorità statale che appunto in queste rarefa­ zioni filosofiche trova la propria giustificazione pseudorazionale. L'aper­ 10 Introduzione tura critica ci offre quindi ¡occasione per fissare le distanze con quel- rindividualismo borghese, figlio dell'Io che fissa se stesso nel vuoto della storia intesa come campo di realizzazione dello spirito assoluto, che non va confuso con l'individualismo storicizzato, indispensabile piat­ taforma per la costruzione comunista e collettivista della società. Il collettivismo di Bakunin non attaccherà se non l'aspetto borghese del­ l'individualismo, vedendovi, giustamente, le radici della dominazione e della disciplina. Più chiaramente in un altro passo de VInternazionale e Mazzini: « Anche noi malediciamo l'egoismo; ma l'egoismo consiste secondo noi non nella rivolta dell'individuo umano contro Dio; questa rivolta, ab­ biamo detto, è la suprema condizione di ogni emancipazione e di con­ seguenza di ogni umana virtù, perché non può esservi virtù laddove vige il servaggio; esso consiste nella rivolta contro quella legge di soli­ darietà che è la base naturale e fondamentale di ogni società umana ». In contrapposizione all'idealismo, la sua visione del materialismo, non meramente meccanicistico, frutto di una visione imperfetta della storia e influenzato da un certo sviluppo del dominio borghese; ma co­ scientemente storicistico, derivante da una visione del progresso sto­ rico come possibilità di trasformazione della realtà ad opera dell'uo­ mo. La base è la materia, il « materiale '», la scala completa degli enti reali, dei corpi inorganici e di quelli organici, dei fatti, dei pensieri, dei sentimenti. « Ritroviamo — scrive nel Frammento B — anche nel­ l'animale i due istinti fondamentali, inseparabili, per quanto in appa­ renza sempre opposti, e che costituiscono ugualmente la base di tutti gli sviluppi umani: l'istinto di conservazione di se stesso, l'egoismo, e l'istinto di conservazione della specie, il sacrificio, la devozione, l'amore, la solidarietà ». La posizione storica diventa più chiara in un altro Frammento dello stesso periodo, il Frammento M: « C'è ancora una legge constatata dalla scienza positiva e che mi impegno ugualmente a sviluppare e dimostrare nei miei articoli successivi: Tutti gli uomini, senza fare eccezione per i più grandi geni e i più forti caratteri, sono i prodotti del loro ambien­ te, sono dominati dalla loro situazione sociale; di modo che ogni uomo, quale che sia l'elevazione del suo spirito e l'energia generale della sua volontà, non potrà salvare l'integrità dell'uno e dell'altro, se subisce per qualche tempo le influenze irresistibili, fatali, di una posizione falsa». Nessuna azione sovrastrutturale potrà quindi modificare in assoluto la realtà storica dell'uomo se non intervengono quelle modificazioni « ambientali » quei sostanziali fatti nuovi che, modificando il rapporto di fondo, rendono possibile l'azione di superfice. Bakunin nel Fram­ mento G riconosce esplicitamente il debito contratto verso Marx per quanto riguarda la sua posizione storico-materialista, per quanto ci ri­ guarda non riteniamo che Marx possa considerarsi il « padre » del ma­ terialismo storico, ben vivo e sviluppato prima del lavoro, per altro fon­ damentale, del pensatore tedesco. Evidentemente Bakunin intendeva riferirsi alla fonte più vicina, accessibile e conosciuta, per evitare di risalire a fonti più nebulose e lontane e, tra l'altro, voleva dare un colpo favorevole in vista della polemica che in passato aveva visto in primo

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