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Opera omnia. Dal trattato di Rapallo al primo discorso alla Camera (13 novembre 1920 - 21 giugno 1921) PDF

502 Pages·1955·7.8 MB·Italian
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OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI A CURA DI EDOARDO E DUILIO SUSMEL L A FENICE.- FIRENZE OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI XVI. DAL TRATTATO DI RAPALLO AL PRIMO DISCORSO ALLA CAMERA (13 NOVEMBRE 1920- 21 GIUGNO 1921) LA FENICE- FIRENZE COPYRIGHT 1955 BY LA FENICE - FIRENZE Tutti i diritti di traduzione e di riproduzione (anche di semplici brani, riprodotti a mezzo di radiodiffusione) sono riservati per tutti i paesi, compresi i Regni di Norvegia, Svezia e Olanda. TUTTI I Dlll!TTI RISERVATI STAMPATO IN ITALIA- PRINTED IN ITALY AVVERTENZE Il segno ( +) indica omissione. I numeri arabi fra parentesi tonda indicano le pagine alle quali si rimanda per opportuni confronti o per maggiori particolari; i numeri romani fra parentesi tonda indicano i volumi dell'Opera Omnia. I titoli fra parentesi quadra degli scritti e dei discorsi sono stati dati dai curatori perché gli originali ne erano privi. Gli scritti anonimi o non firmati con il nome dell'Autore contrassegnati con (o) sono pubblicati in: BENITO MussOLINI - Messaggi e proclami. Italia Nuova. Pagine di politica fascista scelte da Augusto Turati. Volume terzo- Li breria d'Italia, Milano, 1929. Il numero di seguito alla lettera indica la pagina del volume nella quale si trova l'attribuzione. Gli scritti anonimi o non firmati con il ·nome dell'Autore contrassegnati con (r) sono di Benito Mussolini come risulta dagli originali in possesso di Vito Mussolini. (Vedi: Carteggio Arnaldo-Benito Mussolini. A cura di DUILIO SuSMEL - La Fenice, Firenze, 1954, pagg. 2-3). La paternità degli scritti anonimi non contrassegnati in alcun modo è evi dente. Ringrazio la signora Emma Baroncelli ed il prof. Arturo Marpicati per gli autografi inediti di Benito Mussolini che mi hanno gentilmente concesso di ri produrre. D. S. l. ·XVI. DAL TRATTATO DI RAPALLO AL PRIMO CONVEGNO DEI FASCI DELLA VENEZIA GIULIA (13 NOVEMBRE 1920 - 6 FEBBRAIO 1921) Dal 13 novembre al 31 dicembre, Mussolini si occupa del problema dalmata e fiumano dopo la situazione cre.ata dal trattato di Rapallo (5, 9, 11, 14, 17, 20, 23, 32) e degli avvenimenti fiumani e dalmati del dicembre, che, dopo tentate vie di accordo fra Roma e Fiume, sboccano nel «Natale di sangue >> e si con cludono con l'abbandono di Fiume da parte di D'Annunzio (34, 36, 38, 41, 43, 50, 52, 61, 66, 72, 73, 75, 78, 81, 84, 86); scrive sull'assassinio dell'avvocato Giulio Giordani, consigliere comunale di minoranza, perpetrato dai comunisti a Bologna il 21 novembre, durante l'insediamento dell'amministrazione comu nale socialista a palazzo D' Accursio (25); sui conflitti tra fascisti e comunisti (27, 29); contro la decisione governativa di emettere tre miliardi di nuova carta moneta ( 47, 54); sull'atteggiamento antifascista dei deputati socialisti ( 64); premette «cappelli» ad articoli di Gioacchino Volpe (22) e ad uno intitolato L'Italia e il canton Ticino ( 49); redige «Il Popolo d'Italia» nel 1921 ( 44); Decadenza (56); Il ritorno dei re (58); Fine d'anno (88); l'articolo inaugurale di Giovinezza (63). Dal 1° gennaio al 6 febbraio, Mussolini commenta un ordine del giorno vo tato dalla direzione del partito repubblicano italiano (92, 95); evoca la legione di Ronchi (96); si occupa del XVII congresso nazionale del partito socialista italiano tenutosi a Livorno il 15-21 gennaio (115, 124, 126); partecipa ad una riunione del comitato centrale dei fasci (107, 112); parla ai legionari fiumani ( 128); commemora il giovinetto ebreo Roberto Sarfatti ( 134), caduto il 28 gen naio 1918 (X, 305); postilla una lettera di Dante Quercioli (147); scrive sugli orientamenti della politica economica leninista (118); sull'avvento di Aristide Briand alla presidenza del Consiglio dei ministri di Francia ( 122); su una even tuale tregua tra fascisti e socialisti (il 22 gennaio, a Modena, era stato assassi nato da un gruppo di socialisti lo studente Mario Ruini e durante i suoi funerali erano stati assassinati anche· i fascisti Antonini e Baccolini; conflitti, agguati, rap presaglie, incendi, che avevano portato a· morti e feriti, erano avvenuti a Bologna, Ferrara, Perugia, Cecina, Firenze) (129, 132, 140, 143, 145); redige Prel11di (90); Contro il ritorno dei re (98); Il fascismo nel 1921 ( 101); Per essere liberi ( 104); L'Italia e Zara ( 110); Contro il ritorno dei re. Il «veto» non basta ( 113). Il 6 Mussolini è a Trieste, dove partecipa al primo convegno regionale dei fasci della Venezia Giulia ( 461). Durante i lavori del convegno parla su Il fa scismo di fronte ai principali problemi, su Il fascismo e i problemi della politica estertJ italiana e interviene nella discussione del comma riguardante la questione del regime ( 150). Clù CHE RIMANE E Clù CHE VERRA A sentire il Secolo, l'on. Paolo Orano, vecchio campione della causa dalmata, avrebbe fatto le seguenti dichiarazioni, appena conosciutasi a . Montecitorio la notizia degli accordi di Rapallo: « Sarei un criminale, un traditore degli interessi della mia Patria, se, di fronte a quello che si è ottenuto, seguitassi a dire che non abbiamo vinto». Dichiarazioni analoghe hanno fatto gli on. Gasparotto e Vassallo. Le opinioni di questi deputati ci interessano, in quanto si tratta di interven: tisti-specie il Vassallo e l'Orano- non rinunciatari. Noi, ad esempio, ci troviamo in uno stato d'animo alquanto diverso da quello dell'an. Ora no, ma prima di continuare a esaminare la situazione nazionale e gene rale quale si delinea dopo gli accordi di Rapallo, è necessario premettere alcune semplici e fin troppo lapalissiane constatazioni. La prima delle quali è questa : l'Italia ha moralmente, economicamente, politicamente,· fisiologicamente bisogno di pace. L'Italia ha compiuto dal maggio del '15 al novembre del '18 uno sforzo immane che la renderà gloriosa per tutti i secoli, sforzo compiuto in condizioni di inferiorità di fronte a nemici e alleati. Ha vinto, meravigliosamente, per· sé e per gli altri. Conclusa la guerra, a uno sforzo nervoso è susseguita una terribile ten sione di nervi per la non-pace. Ne sono derivate complicazioni di ogni genere. :E. la nostra dolorosa storia di ieri. Ora, anche un gigante, dopo la fatica compiuta, ha bisogno di riposo. Cosl l'Italia ha bisogno di pace per riprendere, per rifarsi, per incamminarsi sulle strade della sua im mancabile grandezza. Solo un pazzo o un criminale può pensare a sca tenare nuove guerre, che non siano· imposte da una improvvisa aggres sione. Tutto ciò che avvicina la pace, tutto. ciò che segna un punto fermo a un capitolo delhi nostra storia, è accolto, qualora non sia umiliante o lesivo dei nostri supremi interessi, con un vasto respiro di soddisfazione da ogni classe di cittadini; Per questo noi riteniamo buoni gli accordi per il confine orientale e per .Fiume. Quanto alla Dalmazia noi dissentiamo nettamente dai nazionalisti romani. Questo equivoco fra nazionalismo e fascismo - sorto in taluni centri - deve cessare. I nazionalisti, come tutti i buoni partitanti legati a un sistema mentale rigidamente imm~tabile, biascicano le giaculatorie

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