OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI A CURA DI EDOARDO E DUILIO SUSMEL ' LA FENICE- FIRENZE OPERA OM:t-fiA DI .BENITO MUSSOLINI XVII. DAL . PRIMO DISCORSO ALLA CAMERA .. ALLA CONFERENZA DI CANNES (22 GIUGNO 1921 - 13 GENNAIO 1922) LA FENICE- FIRENZE COPYRIGHT 1955 BY LA FENICE - FIRENZE Tutti i diritti dì traduzione e dì riproduzione (anche di semplici brani, riprodotti a mezzo di radiodiffusione) sono riservati per tutti i paesi, compresi i Regni dì Norvegia, Svezia e Olanda. TUTTI I DIRITTI'RISERVATI ·STAMPATO IN ITALIA- PRINTED IN ITALY ' AVVERTENZE Il segno ( +) indica Òmissione. I numeri arabi fra parentesi tonda indicano le pagine alle quali si rimanda per opportuni confronti o per maggiori particolari; i nùmeri romani fra parentesi tonda indicano i volumi dell'Opera Omnia. I titoli fra parentesi quadra degli scritti e dei discorsi sono stati dati dai curatori perché gli originali ne erano privi. Gli scritti anonimi o non firmati con il nome dell'Autore contrassegnati con (o) sono pubblicati in: BENITO MussoLJNI - Messaggi e proclami. Italia Nuova. Pagine di politica fascista scelte da Augusto Turati. Volume terzo - Libreria d'Italia, Milano, 1929. Lo scritto anonimo contrassegnato con (p) è attribuito a Benito Mussolini da G. A. CHIURCO in: Storia della ril)oluzione fascista (1919-1922), vol. III- Vallecchi, Firenze, 1929. . Il numero di seguito alle lettere indica la pagina del volume nella quale si trova l'attribuzione. Gli scritti anonimi o non firmati con il nome dell'Autore contrassegnati con ( r) sono· di Benito Mussolini come risulta dagli originali in possesso di Vito Mussolinì. (Vedi: Carteggio Arnaldo-Benito Mussolini. A cura di Dmuo SuSMEL - La Fenice, Firenze, 1954, pagg. 2-3). La "paternità degli scritti anonimi non contrassegnati in alcun modo è evidente. DAL PRIMO DISCORSO ALLA CAMERA AL TERZO CONGRESSO NAZIONALE DEI FASCI (22 GIUGNO 1921 - 11 NOVEMBRE 1921) Durante questo periodo, Mussolini è ora a Milano, ora a Roma. (Mancando elementi sicuri, non è possibile stabilire con precisione le date dei suoi sog giorni nelle due città). Dal 22 al 30 giugno, telefona da Roma al giornale articoli sulla politica estera del nostro governo ( 5); sui' discorsi pronunciati alla Camera dei dep~tati dagli onorevoli Filippo Turati ed Antonio Graziadei nella tornata del 24 giu gno (7); sulla votazione avvenuta alla Camera dei deputati nella seduta del 26 giugno, votazione che porta alle dimissioni del ministero Giolitti (15); sullo sciopero effettuato dai minatori inglesi durante il mese di giugno ( 17); con cede un'intervista al. Resto del Carlino (10); scrive la Prefazione a Barbarie rossa ( 19). Il 30 giugno è chiamato a consultazione dal sovrano ( 420) .. Dal 1o al 23 luglio, postilla una corrispondenza da Giaffa (30) e una da Treviso (51); redige un pezzo per la rubrica Tiro a Segno (31); recensisce un libro di Ada Negri (36); commemora il martirio di Cesare Battisti ( 40); parte cipa alla riunione del consiglio nazionale dei Fasci tenutasi a Milano il 12-13 lu glio ( 41, 43, 47) e a riunioni del gruppo parlamentare fascista (55, 57); scrive sulle trattative di pacificazione tra fascisti e socialisti (20, 25, 28, 49); sulla costituzione del nuovo governo ( 4 luglio), presieduto dall'on. Ivanoe Bonomi (22); sulle decisioni prese dal congr~;sso della terza internazionale tenutosi nei primi giorni di .luglio (34); sul discorso pronunciato dal nuovo presidente del Con siglio il 18 luglio (53); sulla riunione del consiglio nazionale dei Fasci svoltasi a Roma la sera del 21 luglio in seguito ai fatti di Sarzana: in quello stesso giorno, una schiera di fascisti presentatasi davanti a Sarzana per ottenere la liberazione di alcuni compagni ingiustamente detenuti in quelle carceri, era stata accolta a fucilate dalla forza pubblica e quindi, sbandatasi nella campagna, in seguita e aggredita da elementi sovversivi : si erano lamentati diciotto morti e trenta feriti ( 422, 59, 69). Il 22 luglio, parla alla Camera dei deputati su questi fat~i ( 61); il 23, per una dichiarazione di voto ( 64). Dal 24 luglio al 15 settembre, si occupa della crisi di disciplina che tra vaglia l'organizzazione fascista (67, 92); del voto dei deputati ~ocialisti uffi ciali contrario al ministero Bonomi (71); degli sviluppi delle trattative di pacili cazione tra fascisti e socialisti ( 7 3}; della carestia che imperversa in Russia ( 7 6; 98); della firma del trattato di pacilicazione avvenuta a Roma il 3 agosto ( 422, 423, 79, 80, 84, 87); della «culla» del fascismo e del «resto» (89); di un articolo dell'A t'an ti! (94); della psicologia del proletariato italiano (96); del «ritorno l> di Filippo Turati· ( 100); del convegno fascista tenutosi a Bologna il 16 agosto e delle proprie dimissioni da membro. della commissione esecutiva dei Fasci ( 103); delle ripercussioni di queste dimissioni' e della crisi fasci sta (106, 109, 112, 114); della questione di Saseno (117); delle agitazioni asia tiche contro l'Inghilterra (120); di un ultimatum emanato dal comitato di difesa proletaria (124); degli incidenti verilicatisi in molte città d'Italia tra fascisti e cattolici ( 129); del XVIII congresso nazionale del partito socialista italiano convocato a Milano per il 10-14 ottobre (131); partecipa alla seduta del gruppo parlamentare fascista tenutasi a Milano il 7 settembre ( 156); postilla una cor rispondenza da Cremona (127). Il 16 settembre, dirige una lettera aperta ai membri della commiSSIOne ese cutiva dei fasci (133, 153) e postilla un telegramma direttogli dai ferrovieri fascisti di Bolzano (137); il 18, recensisc~ un ·libro di Mario Missiroli (138); il 22, esamina i risultati di un rl?jerendum sulle diverse mozioni· presentate in vista del XVIII congresso nazionale del partito socialista italiano dai membri della sezione socialista milanese (141); il 23, commenta articoli del Giornale d'Italia e della Tribuna (144). Negli ultimi giorni di settembre, scrive sulla crisi del fascismo ferrarese ( 147); sull'accoglienza poco amichevole fatta .in alcune città d'Italia ad una missione militare francese ( 150); sull'assassinio del deputato socialista Di Vagno avve nuto a Mola (Bari) il 2 5 settembre e sul sanguinoso conflitto registra tosi a Modena il 26 settembre tra forza pubblica e fascisti (154, 159); partecipa ad una riunione della commissione incaricata di discutere la proposta di trasfor mazione dei fasci di combattimento in partito politico ( 157). Il 29 settembre, parla a Modena, durante i funerali dei fascisti caduti nel conflitto del 26 ( 160); il 2 ottobre, a Milano, nel corso di una manifestazione fascista di cordoglio e di protesta per i caduti nel conflitto di Modena ( 163). Dal 3 ottobre al 6 novembre, scrive su questa e sulle altre manifestazioni organizzate dai fascisti in molte città d'Italia (165); sul fascismo fiorentino (167,. 169); sul fascismo veneto (171); su .due ordini del giorno votati il 9 ottobre dal consiglio della confederazione generale del lavoro ( 183); sul III congresso nazionale del partito popolare italiano inauguratosi a Venezia il 20 ottobre (193); pubblica le linee programmatiche del futuro partito fascista ( 174, 185); esamina i risultati del XVIII congresso nazionale del partito socialista italiano ( 179, 190); ha una vertenza con' il deputato Francesco Ciccotti ( 428-43 7, 198, 201); redige un pezzo per la rubrica Tit-o a Segno e quattro articoli in vista del III congresso nazionale dei fasci italiani di combattimento convocato a Roma nei giorni 7, 8, 9 e 10 novembre ( 180, 196, 206, 211); presenta due ordini del giorno nel corso della riunione del comitato centrale . dei Fasci tenutasi a Milano il 31 otto bre (202); si occupa del cambiamento di rotta avvenuto nella politica econo mica russa ( 199); dei rapporti commerciali italo-russi ( 204); della celebrazione del terzo anniversario della vittoria (208, 209); della eventuale glorificazione di Luigi Cadorna (213). Il 7 novembre, si· inaugura a Roma, all'Augusteo, il terzo congresso nazio nale dei fasci italiani di combattimento. Sono presenti duemiladuecento fasci con trecentoventimila iscritti. Mussolini parla nella seduta antimeridiana dèll'8 intorno al trattato di pacificazione tra fascisti e socialisti e in quella pomeri diana sul tema Il programma fascista (216). Il 9 novembre, a Roma, avvengono conflitti tra fascisti e ferrovieri : si lamentano alcuni feriti gravi e due niorti : un ferroviere ed un fascista. Viene proclamato lo sciopero generale. Nella seduta serale del 9, Mussolini ·prende la parola su questi fatti (222, 224). Prima del termine della seduta, è approvata la trasformazione del movimento fascista in partito (222). Nell'ultim~ giornata del congresso ( 10 novembre), Mussolini rifiuta di entrare a far parte della nuova commissione esecutiva del neo par tito (223). Nel pomeriggio, nella serata e nella nottata del 10, seguitano i conflitti, che portano a quattro morti e a centocinquanta feriti. · CRISI (Per telefono al «Popolo d'Italia») ROMA, 24, notte. Si ha sempre più netta l'impressione che l'attuale ministero Giolitti si avvia al tramonto. Vi sono uomini che non possono più oltre rima nere al banco del Governo: l'on. labriola, ad esempio, si è auto liquidato l'altro giorno con uno scatto intempestivo e Fericoloso. le sue spiegazioni ulteriori non hanno dissipato l'impressione sfavorevole di tutta la Camera; e l'on. labriola lo ha sentito cosi bene che da quel giorno non si è più fatto vedere al suo posto di ministro. Ancora più grave è la posizione politica e mòrale del conte Sforza. la sua politica è già stata cond~rinata dalla quasi unanimità della Ca mera: per averne la ·prova basta pensare -che sulla mozione avanzata dai fascisti per salvaguardare l'indipendenza del Montenegro vi sarà l'unanimità o quasi del, Parlamento; per cui la politica del conte Sforza riceverà in pieno un'aperta condanna: Tutte le giustificazioni che il conte Sforza esporrà a difesa della sua politica non varranno· a smentire e nemmeno ad attenuare la tra gica realtà della situazione montenegrina: fatto è che il Montenegro era indipendente, e tale rimase, fino all'infausto novembre 1920, quando a Rapallo il conte Sforza lo alienò clandestinamente e vergognosamente alla Jugoslavia. · Non minori sono le colpe del conte Sforza per ciò che riguarda la politica fiumana e dalmatica. la realtà ha già smentito in pieno tutte le speranze accarezzate dal· ministro degli Esteri. Gli italiani dalmatici di Sebenico non hanno ottenuto le garanzie che erano state promesse, e Sebenico, che aveva una forte minoranza di italiani, oggi è diven tato, grazie al conte Sforza, completamente croata. . Quanto al porto di Fiume l'accordo a sei faticosamente escogitato dal comm. Quartieri è già fallito. Si spiega perfettamente la intran sigenza dei circoli politici ed economici di Belgrado col fatto che il conte Sforza ha ·veramente rinunziato, a Rapallo, a porto Baross ed al Delta : ragione per 'cui i signori di Belgrado si sentirono quasi quas\ frodati dall'ormai t{;tffiQnta,tg çonsorzio portuario a sei, 6 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLlNI Giova aggiungere ·però, perché il quadro delle responsabilità sia completo, l'opera negativa svolta in materia adriatica dal ministro della Marina ammiraglio Sechi. Costui ha compromesso forse irreparabilmente la posizione mari· nara dell'Italia nell'Adriatico. Quando si pensi che abbiamo perduto Valona e Sebenico e che dell'intricatissirno arcipelago dalmata non abbiamo salvato che uno scoglio, è facile comprendere che sulla sponda orientale e in tutto il medio e basso Adriatico veniamo a trovarci in condizioni di assoluta· inferiorità strategica. un ministero nel quale la politica estera ha dato risultati nazio· nalmente così disastrosi non può avere il voto favorevole da parte del Gruppo parlamentare fascista. E poiché contro questo ministero voteranno, sia pure per altre ragioni, comunisti, socialisti, repubblicani, democratici-sociali ed altri elementi, la sorte del ministero appare decisa anche perché, e ci risulta da fonte ineccepibile,_ moltissimi popolari sono stanchi di appoggiarlo. MUSSOLINI Da Il Popolo d'Italia, N. 151, 25 giugno 1921, VIII. DUE DISCORSI (Per telefono al «Popolo d'Italia») ROMA, 25, notte. I discorsi pronunziati nella seduta di venerdì dai .leaders del so cialismo e del comunismo italiani meritano qualche commento. Quello dell'an. Turati non è stato Ùn «grande» discorso. Il capo del rifor mismo italiano non era nella pienezza totale dei suoi mezzi oratori. Il discorso, ciò malgrado, è stato notevole per talune affermazioni e per avere indicato con precisione, che va diventando sempre più netta, tal uni orientamenti collaborazionistici per i quali però manca l'accordo fra i componenti del Gruppo socialista. La prima parte del discorso è stata la ripetizione delle critiche fatte già altra volta al Governo a proposito del prematuro scioglimento della Camera. Questo esordio, di interesse oramai puramente retro spettivo, ma sul quale l'on. Turati ha lungamente insistito rivendi cando l'esattezza delle sue previsioni, ma ammettendo - anche - di avere «esagerato» in senso macabro chiamando «ardente» l'attuale c;amera, questo esordio ha lasciato fredda l'assemblea. Così dicasi della dissertazione sulla «proporzionale », che nessuno minaccia, che è stata voluta anche dai fascisti e sarà difesa - e sor retta - anche dal Gruppo parlamentare fascista. Nella seconda parte, l'on. Turati si è diffuso sulla necessità di placare le ire e di disarmare gli spiriti. Dopo avere accennato al «mi racolisino »·russo e ai «molti » errori commessi dal Partito Socialista; dopo avere detto che le rivoluzioni svoltesi. finora in Europa sono state più politiche che sociali; dopo avere evocata la manchette prampoli niana, egli ha concluso, fra gli applausi di tutta la Camera, compresi i fascisti, che nel nome d'Italia bisognava bruciare i. due libri editi recentemente dai socialisti e dai fascisti per incamminarsi sul terreno delle competizioni civili. Questo appello è stato però immediatamente guastato da una lunga enumerazione degli articoli del codice penale che non sono stati applicati ai fascisti. Quanto alle possibilità collaborazionistiche, l' on. Turati si è man tenuto sulla linea d! una ·discreta intransigenza per ciò che riguarda