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Opera omnia. Dal primo complotto contro Mussolini alla sua nomina a direttore dell'"Avanti!" (7 maggio 1911 - 30 novembre 1012) PDF

322 Pages·1952·4.64 MB·Italian
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OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI A CURA DI EDOARDO E DUILIO SUSMEL LA FENICE - FIRENZE OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI IV. DAL PRIMO COMPLOTTO CONTRO MUSSOLINI ALLA SUA NOMINA A DIRETTORE DELL' «AVANTI!» (7 MAGGIO 1911 - 30 NOVEMBRE 1912) LA FENICE - FIRENZE COPYRIGHT, 1952 BY LA FENICE - FIRENZE Tutti i diritti di traduzione e di riproduzione (anche di semplici brani, riprodotti a mezzo di radiodiffusione} sono riservati per tutti i paesi, compresi i Regni di Norvegia, Svezia e Olanda. TUTTI DIRITTI RISERVATI STAMPATO IN ITALIA- PR!NTED IN ITALY AVVERTENZE Il segno ( +) indica omissione. numeri arabi fra parentesi tonda indicano le pagine alle quali si rimanda per opportuni confronti o per maggiori particolari; i numeri romani fra paren tesi tonda indicano i volumi dell"Opera Omnia. Le note contrassegnate con numeri arabi sono riportate dagli originali; quelle con asterischi sono dei curatori. I titoli fra parentesi quadra degli scritti e dei discorsi sono stati dati dai curatori perché gli originali ne erano privi. Gli scritti anonimi o non firmati con il nome dell"Autore sono attribuiti a Benito Mussolini da: Yvon de Begnac (Vita di Be11ito Mussolini, vol. III - Mondadori, Mi lano, 1940), quelli contrassegnati con (a); Antonio Beltramelli (L'Uomo Nuovo. Benito Mussolini - Mondadori, Milano, 1923), quellì contrassegnati con (b); Francesco Bonavita (Mussolini Jtlelato - Casa Editrice Sonzogno, Mi lano, 1923), quelli contrassegnati con (c); Gaudens Megaro (Mussolini. Dal mito alla realtà - Istituto Editoriale italiano, 1947), quelli contrassegnati con (d). Il numero di seguito alle lettere, indica la pagina del volume nella quale si trova l'attribuzione. Gli scritti firmati [.} Homme qui cherche sono attribuiti a Benito Mussolini da Paolo Valera in: Mussolini (Milano, Casa Editrice «La Folla», 1924), dove, a pag. 49, si legge: « [.} Homme qui cherche de La Folla. Sono articoli ambientati, scritti da Benito Mussolini nei stratagli del suo tempo. ( +) ». La paternità degli scritti anonimi contrassegnati da un asterisco, risulterà di Benito Mussolini dal confronto dei medesimi con gli scritti cui si fa richiamo in nota. l.- IV. DAL PRIMO COMPLOTTO CONTRO MUSSOLINI ALLA VIGILIA DEL SUO ARRESTO (7 MAGGIO 1911 - 14 OTTOBRE 1911) Dal 7 maggio al 23 settembre 1911, Mussolini si occupa del rilievo esa gerato dato dalla stampa agli incidenti di Villafranca del 30 aprile (Ill, 251; 5); difende La Lotta di Cltt.rse dall'accusa di essere stata esclusivamente antirepub blicana ( 7); esamina I'a rgomento « i socialisti e la mezzadria» ( 8) e gli ultimi avvenimenti della vita operaia italiana (10); commenta l'arresto del sindacalista McNamara, imputato, tra l'altro, di aver ix>sto la dinamite nella sede del Times di Los Angeles nell'ottobre del 1910 (16); rettifica affermazioni de V Avvenire d'Italia che lo riguardano ( 17, 47); attacca il parlamento ( 18); redige La federazione socialista nel ço/legio di Forlì. Note e notizie ( 19), Il suicida per fame. Elogio funebre ( 49) e Messaggio di pace (52); dedica quattro articoli al dissidio tra i maestri forlivesi (23, 28, 37, 43) e uno al convegno degli anarchici romagnoli emiliani tenutosi a Faenza verso la fine di giugno (35); rievoca Alessandro Bal ducci (7 febbraio 1857-30 giugno 1904), «maestro e duce dei socialisti forli vesi» (33); scrive nella rubrica Note e Letture (39, 45); critica la politica di Giolitti e dei deputati socialisti ( 41); polemizza con i repubblicani sulla figura di Carlo Pisacane (48); postilla una corrispondenza da Cusercoli (57); pubblica un trafiletto (54) che provoca una smentita di Pietro Nenni ('6, 60); invia corri spondenze all'Avanti! sulla lotta agraria di Romagna ( 80-95), sul moviment<. socialista nel forlivese (95, 96) e su un conflitto tra repubblicani e socialisti avvenuto a Meldola il 3 settembre (97); prosegue nella propaganda oratoria (13, 265-266); il 23 settembre pubblica un articolo dove afferma che nel I'e ventualità di una nostra occupazione di T ripoli « il proletariato italiano deve ' tenersi pronto a effettuare Io sciopero generale» (59). (L'S settembre 1911 le federazioni socialiste dei collegi di Forlì, Cesena, Rimini e Sant'Arcangelo si ·erano unite in un'unica organizzazione: la federazione socialista intercollegiale romagnola con sede a Cesena e con segretario politico Francesco Ciccotti ( 277)). Il 24 settembre, domenica, Mussolini parla a Forll durante un comizio con tro la spedizione militare di Tripoli data per certa dalla stampa la mat· tina del 23 ( 67). II 25 settembre il gruppo parlamentare socialista e la confede razione generale del lavoro proclamano lo sciopero generale di protesta contro l'impresa di Tripoli a partire dalla mattina del 27 ( 64). A Forlì, nel corso del l' agitazione, i repubblicani si trovano d'accordo coi socialisti : viene sabotata la linea tramviaria Forll-Meldola; s'inscena. una violenta dimostrazione nei pressi della stazione per impedire la partenza dei richiamati; la linea telegrafica Forll Forlimpopoli è semidistrutta; la linea ferroviaria fra queste due città viene. ostruita; si lanciano sassi contro le truppe; ecc. Mussolini, decisamente contrario alla guerra, partecipa attivamente all'agitazione del proletariato for~ivese (67-73, 99, 227-228), DAL PRIMO COMPLOTTO CONTRO MUSSOLINI, ECC. 3 tanto che il 14 ottobre sarà arrestato. Il 28 l'incaricato d'affari d'Italia a Co stantinopoH presenta al gran visir l'ultimatum dell'Italia alla Turchia di accon sentire entro ventiquattro ore all'occupazione italiana in Tripolitania e Ci renaica (74). Il 29, avendo la Turchia risposto all'ultimatum con -una nota eva siva dilatoria, l'Italia dichiara lo stato di guerra contro la Turchia. Alla vigilia dell'arresto, Mussol ini osserva che i clericali ed il Vaticano si sono alleati coi nazionalisti (75); commenta una conferenza pronunciata a Forlì il 3 ottobre da Libero Tancredi (77); partecipa ad un convegno federale delle sezioni socialiste forlivesi ( 265) e ad una assemblea della sezione socialista di Forli (265). « TARASCONA » Tutto quanto succede in Romagna fra socialisti e repubblicani as sume immediatamente, per un fenomeno spiegato e spiegabile di auto suggestione, proporzioni spettacolose, fantastiche, grottesche. Un mise rabile incidente che altrove non sarebbe raccolto neppure dai cronisti di certi tisicuzzi fogliucoli di provincia, qui diventa un «fatto», anzi un « avvenimento » che fa il giro regolare di tutta la grande stampa quotidiana. E cosl un tafferuglio si trasforma in un «conflitto»; un ferimento guaribile in dieci giorni è «un assassinio politico»; una co mitiva d'imbecilli urlatori diventa una comitiva di «redivivi felloni»; s! vien ribaltata financo la topografia del corpo umano e confondono allegramente le natiche colla schiena. Tutto è « politico » in questa dolce terra dove non fiorisce l'arancio: anche l'adulterio, poiché tota mulier in utero dicevano i latini e secondo le ultime ricerche dei medici-crimi nali ci sono in Romagna uteri rossi e uteri gialli. E ad ogni nuovo episodio si piange, si grida, si sbraita, si protesta, si scrive, si processiona. La leggenda della nostra « terribilità » si ali menta con molti di questi fatterelli insignificanti, e oltre Castel Bolo gnese da una parte e Cattolica dall'altra, si crede veramente che « solo » in Romagna si consumino ancora delitti politici. In verità anche questa leggenda, come tutte le altre, nasce da una favola ed è una amplifica zione verbale, una montatura, un pallone gonfiato da certi tarasconesi di Romagna. In fondo ad ogni romagnolo c'è .... un po' la psicologia di Tartarino. C'è il particolarismo medioevale, l'amore esagerato del proprio campa nile, la violenza di parole più che di fatti. Si è notato invero che il romagnolo emigra poco. Non conoscendo gli altri paesi egli finisce per credere che h.!tto il mondo sia qui, che all'infuori di Romagna non ci siano passioni politiche, che solo in Romagna esistano competizioni di parte. Non parliamo del sud d'Italia dove il ferimento e l'assassinio poli. tico sono .... all'ordine del giorno. Ma anche nel nord cresce la malefica pianta. Basta ricordare l'efferato omicidio compiuto nel giugno 1908 nella redazione del giornale socialista Il Lavoro di Genova. Qui si lotta fra socialisti e repubblìtani, altrove si lotta e si batta·

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