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Ontologia. Ermeneutica della fatticità PDF

119 Pages·1992·1.61 MB·Italian
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H E I D E G G E R Ontologia Ermeneutica della effettività M I C R O M E G A S G U Introduzione 1. Il titolo «Ontologia» Come annotazione per il primo annuncio dell’effettività. Là deno­ minazione più prossima: Ontologia. « Ontologia» significa dottrina dell’essere. Se il termine viene inteso solamente come l’indicazione indeterminata che nel seguito l’essere, in una qualsivoglia forma tematica, viene discusso ed inda­ gato, allora il vocabolo ha fatto il suo ufficio come titolo. Se però l’ontologia vale come denominazione di una disciplina, ad esempio nell’ambito di competenze della neoscolastica oppure in quello della scolastica fenomenologica e delle correnti da essa determinate di fi­ losofia accademica di scuola, allora il vocabolo ontologia è inadeguato a servire come titolo a questo tema e alla sua forma di trattazione. Se si prende per di più l’ontologia come soluzione ad esempio nella lotta, oggi molto amata, contro Kant, più chiaramente contro lo spirito di Lutero, più radicalmente contro ogni interrogare aper­ to, che non sia sin dall’inizio già spaventato per le possibili conse­ guenze, in breve: l’ontologia come parola da richiamo per la rivolta degli schiavi contro la filosofia in quanto tale, allora il titolo è com­ pletamente forviante. Qui i termini «ontologia», «ontologico» devono essere usati solamente nel succitato senso vuoto in quanto indicazioni non com-1 promettenti. Essi significano: un interrogare ed un qualificare di­ retti all’essere in quanto tale; quale essere e come, resta del tutto indeterminato. Ricollegandosi allo ov greco, ontologia significa allo stesso tempo la trattazione epigonica di questioni tradizionali sull’essere che si è sviluppata sul terreno della filosofia classica greca. Sebbene l’on­ tologia tradizionale dia ad intendere di occuparsi delle universali determinazioni dell’essere, mira anch’essa ad un ambito determi­ nato dell’essere. Nella accezione moderna, ontologia dice così tanto come teo-y ria dell’oggetto e questo innanzitutto come teoria formale; da que/ 10 INTRODUZIONE sto punto di vista essa concorda con la vecchia ontologia («meta­ fisica »). L’ontologia moderna non resta però una disciplina isolata ma si trova in un singolare intreccio con ciò che in senso stretto si in­ tende con ‘fenomenologia’. Un concetto operativo di ricerca è sor­ to per la prima volta nella fenomenologia. Ontologia della natura, ontologia della cultura, ontologie materiali: esse costituiscono le di­ scipline nelle quali il contenuto tematico di queste regioni viene enu­ cleato secondo il suo carattere categoriale e oggettivo. Ciò che si è prodotto serve poi da filo conduttore per i problemi della costitu­ zione, per le connessioni strutturali o genetiche della coscienza di oggetti di questo o di quel tipo. E viceversa, solo a partire dalla fenomenologia la corrispon­ dente ontologia viene messa su una sicura base problematica e vie­ ne tenuta su un percorso ordinato. Nell’indirizzarsi alla coscienza di- è anche visibile, e solamente in questo modo, il di cui, ossia il carattere oggettuale di un essente in quanto tale. E per le onto­ logie si tratta dei caratteri oggettuali dei diversi ambiti dell’esse­ re. Precisamente non dell’essere in quanto tale, ossia di quello inog­ gettuale. Fenomenologia in senso stretto come fenomenologia del­ la costituzione. Fenomenologia in senso lato, comprendente l’onto­ logia. In questa ontologia però non viene per niente posta la doman­ da, da quale ambito dell’essere sia da ricavare il senso dell’essere che è decisivo e che indirizza tutta la problematica. Essa le è scono­ sciuta e in questo modo le resta anche sbarrata la sua propria origi­ ne genetica di senso. L’insufficienza fondamentale dell’ ontologia tradizionale ed odierna è doppia: 1. Sin dall’inizio il tema è per essa l’essere oggetto, l’oggettua- lità di determinati oggetti e l’oggetto per un opinare teoretico in­ differente, ovvero l’essere oggetto materiale per determinate scienze della natura e della cultura che lo concernono, ed, eventualmente attraverso i vari ambiti oggettuali, il mondo, ma non a partire dab Fessemi e dalie-possibilità deU’esserci;‘"oppure anche un appiccica­ re al tri “caratléfrrioh teoretici (osserva: doppio senso di «natura», sia come mondo sia come ambito oggettuale; « natura » come mon­ do è formalizzata solamente a partire dall’esserci, dalla storicità, e per questo non è « fondamento » della sua temporalità; corrispon­ dentemente «corpo»).

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