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Nuove vie dell'ontologia PDF

218 Pages·1975·6.643 MB·Italian
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Nicolai Hartmann Nuove vie dell'ontologia o -~ LLI zV) LLI a.. ....I LLI Q u V) V) <( E L S .u....J LA SCUOLA NICOLA! HARTMANN NUOVE VIE DELL'ONTOLOGIA Introduzione, traduzione e note a cura di GIANCARLO PENATI EDITRICE LA SCUOLA Titolo originale dell'opera: NEUE WEGE DER ONTOLOGIE (W. Kohlhammer - Stuttgart, V• Ristampa, 1968) © Copyright 1949 by W. Kohlhammer Gmbh, Stuttgart, Berlin, Koln, Mainz © Copyright 1975 hy Editrice La Scuola - Brescia OFFICINE GRAFICHE « LA SCUOLA )) - BRESCIA [5800/MS] INTRODUZIONE NOTIZIE BIOGRAFICHE Nicolai Hartmann nacque a Riga il 20 febbraio 1882 ed in gioventù frequentò le università di Tartu e di Pietroburgo, ascoltando in quest'ultima le lezioni del pensatore russo Nikolaj Losskij, orientate in senso mistico-religioso, e destinate a una singolare influenza sulla sua formazione di pensatore sia in senso positivo che negativo 1 All'età di ventitre anni si recò in Ger • mania per ivi rimanere per il resto della sua vita e dal 1905 lo troviamo a Marburg alla scuola dei celebri neo kantiani Hermann Cohen e Paul Natorp, l'indirizzo fi losofico dei quali egli seguì per un certo periodo. Con seguì l'abilitazione all'insegnamento universitario a Mar burg con gli scritti Platos Logik des Seins e Des Proklus Diadochus phtlosophische Anfangsgrunde der Mathe matik ( 1909) di ispirazione appunto neo-kantiana. ' Cfr. F. BARONE, Il pensiero di N. Hartmann, Introduzione a La fondazione dell'ontologia, trad. ital., Milano, Fabbri, 196.3, p. 12; F. S1RCHIA, N. Hartmann, Dal neokantismo all'ontologia, Milano, Vita e Pensiero, 1969. VII A partire dal 1912 entrò in contatto con la problema tica fenomenologica, sviluppata proprio in quegli anni da Husserl, traendone stimolo ad un ripensamento del problema di una rifondazione critica del sapere e, in particolare, dell'ontologia a base fenomenologica ma oltrepassante i limiti della fenomenologia « pura »: po sizione questa con cui inizia l'attività dello Hartmann maturo, a partire dal 1921, con l'opera Grundziige einer Metaphysik der Erkenntnis (Fondamenti di una meta fisica del conoscere), che già sviluppa la critica sia al l'idealismo e al neokantismo, sia alla fenomenologia hus serliana. Negli anni in cui insegna a Marburg, chiamato dal 1922 a succedere al Natorp, Hartmann entra in com tatto con il pensiero di Heidegger ( suo collega per un triennio nella stessa università) non accogliendone pe rò l'impostazione« soggettivistica » fondamentale, e con quello di Scheler, di cui diviene collega nell'insegna mento a Colonia a partire dal 1925, e del cui pensiero risente l'Ethik hartmanniana, pubblicata nel 1926. Passando da Colonia · a Berlino nel 19 31, chiamato alla cattedra di filosofia di questa università dopo la rinuncia di Heidegger, vi completa le ricerche iniziate a Colonia, pubblicando Das Problem des geistigen Seins (Il problema dell'essere spirituale, 1933) continuo con fronto con la problematica hegeliana e tentativo di con durre in modo fenomenologicamente corretto e su basi realistiche una teoria completa e critica dell'essere spi rituale. Dal 1945 al 1950, per un ultimo quinquennio di attività accademica all'università di Gottinga, riela bora e approfondisce lo studio della realtà nel suo com plesso già iniziato e portato innanzi nelle opere del pe riodo berlinese (soprattutto in Moglichkeit und Wirk lichkeit, Possibilità e libertà, 1938, e in Der Aufbau der realen Welt, La costruzione del mondo reale, 1940), sia nella Philosophie der Natur (Filosofia della natura, VIII 1950), sia con particolare riguardo ancora alla sfera del l'essere spirituale e dei suoi valori, nella postuma Aes thetik (Estetica, 1953 ). La vita del filosofo, esternamen te raccolta e poco appariscente, schiva di onori mondani e pure di atteggiamenti propagandistici sul piano cul turale, ma ricca di un'attività testimoniata da numero sissime altre opere e svoltasi per tutto un quarantennio di lavoro accademico, si chiudeva il 9 ottobre 1950. L'ATTUALITÀ DI HARTMANN: TEORESI E STORICITÀ All'inizio di uno studio sulla filosofia hartmanniana composto soltanto tte anni or sono 2, notavamo la sua scarsa o comunque non ttoppo estesa « attualità » e no totietà, dovuta al fatto di non potersi prestare a « stru mento di affermazioni ideologico-filosofiche a sfondo pra tico-occasionale, né di geniali rivelazioni e denunce bril lanti e popolari ». Pure proprio in quest'ultimo trien nio l'interesse per Hartmann è talmente aumentato an che in Italia, da poter dire che la situazione precedente, limitante il suo studio a un ristretto ambito di spe cialisti, è progressivamente mutata. Forse proprio la serietà critica, la neutralità ideolo gica della ricerca hartmanniana, il suo procedere contro corrente e in modo indipendente, richiamandosi ai fat ti e non indulgendo a soluzioni affrettate, il suo sotto lineare i persistenti limiti problematici del sapere, l'ina deguazione fra pensiero e conoscenza da un lato, realtà ed esperienza dall'altro, esprimono ormai molto più e meglio di tanti ambiziosi programmi e di tante fideistiche 2 G. PENATI, Alienazione e verità, Brescia, Paideia, 1972, p. 35. IX sicurezze la coscienza di un'epoca forse più di ogni al tra, nella storia umana recente, incerta e inquieta circa il suo senso presente, circa il suo destino futuro. Il fat to che Hartmann non drammatizzi affatto questa « si tuazione », come invece fa gran parte del pensiero esi stenziale, ma la riconduca a una struttura di fondo del l'essere e non ne tragga una conclusione facilmente scet tica o pragmatico-fideistica, ma incentivo a procedere nello sforzo di chiarificazione analitica del reale, appun to mediante l'« analisi categoriale», sembra rispondere a una razionalità umana matura, capace di liberarsi da gli isterismi positivi e negativi del razionalismo assoluto e del relativismo storicistico. Il metro di questo rinascente interesse è dato dalle traduzioni italiane delle opere maggiori del filosofo, ap parse di recente: iniziando da La fondazione dell' on tologia 3, sino ai tre volumi dell'Etica 4, a Il problema dell'essere spirituale 5 e a La filosofia dell'idealismo te desco 6 i testi hartmanniani essenziali sono ormai ac , cessibili al lettore italiano di media cultura e ne fanno entrare i temi nella disc1,1ssione speculativa, critica e problematica in corso. Una nuova serie di presentazioni e saggi 7 accompagna questa rinnovata impostazione de gli studi hartmanniani in Italia, che si spera possa ren dere meglio adeguata l'attenzione - certo in taluni am bienti seria e di antica data 8 ma nel complesso piutto , sto margin~le - manifestata dalla cultura italiana sino 3 Op. cit., a cura di F. BARONE, Milano, Fabbri, 1963. • Napoli, Guida, 3 voll., 1969-70 e 1973, a cura di V. F1LIPPONE THAULERO. ' Firenze, La Nuova Italia, 1971. • Milano, Mursia, 1972, a cura di V. VERRA. 7 Cfr. F. D1 GREGORIO, Studi hartmanniani in Italia, in « Il Pen siero», XVI (1971), pp. 70-85; R. CANTONI, Che cosa ha veramente detto Hartmann, Roma, Ubaldini, 1972. • Cfr. la bibliografia al termine di questa Introduzione. X al 1970 per un pensatore che si avvia ad essere uno dei più ' classici ' rappresentanti della filosofia del nostro tempo. In attesa di meglio sviscerare, sia pure in sintesi, i temi della filosofia hartmanniana, è opportuno già qui sottolineare un importante insegnamento emergente da essa. Una posizione teoretico-critica ben precisa, quale quella hartmanniana, anziché fare da ostacolo all'intel lezione della storia del pensiero, o svalutarne il pro cedere, sembra invece facilitarne l'accesso, avviarne lo studio, la comprensione, la valutazione positiva. Alla storia della filosofia, partendo da rigorose basi ontolo gico-critiche, Hartmann ha dedicato in effetti gran parte della sua attività, giungendo a comporre ne La filosofia dell'idealismo tedesco un'opera di interpretazione ob biettiva veramente importante e chiarificatrice, e dimo strando che l'effettiva comprensione critica dell'essere, inteso nella sua trascendenza problematica, affermato e mantenuto inesauribile rispetto alla sfera della coscien za e alle strutture schematiche della ragione storica, an che a quelle tanto duttili e penetranti della dialettica, è condizione prima e indispensabile per una non banale e non riduttiva considerazione della storia, in primo luogo della storia del pensiero. In ciò l'opera hartmanniana, pure a sua volta coar tata e velata, come vedremo, da una serie di riserve _ problematiche, apre la via al superamento della vieta e super.fidale opposizione fra una teoresi intesa come ri gidità astorica ed extratemporale, negatrice di ogni « no vità », ed una storicità ritenuta sola e privilegiata fonte di « vita » e di progresso; essa indica viceversa nell'im pegno critico-fondativo, ontologico, lo sforzo di cogli mento di quel significato profondo dell'essere da cui soltanto anche la storicità può trarre coerenza e giusti ficazione. XI lL PROBLEMA DELLA FONDAZIONE DELL'ONTOLOGIA Il pensiero hartmanniano è tutto riassumibile in due successive tappe di costruzione: l'acquisizione di un fondamento metodologico-critico sicuro per il pensiero ontologico, atto a permettere l'edificazione di una « nuo va » ontologia e a fissarne i principi e le categorie, e la messa in opera di queste categorie ontologiche per la conoscenza effettiva, concreta, del mondo reale nel suo complesso e per la collocazione in esso dell'uomo. È proprio rispetto al primo di questi compiti, « fon damentale » per eccellenza, che la storia del pensiero, raffrontata con esso, assume un singolare significato, una funzione positiva: lo sforzo hartmanniano di procedere a una rifondazione critica dell'ontologia non è affatto preceduto da una negazione aprioristica e totale della storia del pensiero ontologico, bensì invece proprio è introdotto da un accurato esame della tradizione on tologico-metafisica occidentale, che ne mantenga ed am plii le acquisizioni dando loro nuovi sbocchi. Non nella rottura di tale tradizione, ma in continuità con essa, e sia pure in un suo parziale superamento o rettifica, Hartmann vede aprirsi le « nuove vie dell'ontologia ». A grandi linee la valutazione hartmanniana della sto ria dell'ontologia si può desumere dalla Prefazione a Zur Grundlegung der Ontologie (La fondazione dell'on tologia, 1935). Gli accenni di rinascita della problema tica ontologica presenti a quel tempo nel pensiero eu ropeo vengono considerati da Hartmann insufficienti e non bene orientati, ma lo confermano tuttavia nella bontà della via intrapresa e lo fanno risalire a Cristiano Wolf come a colui che, nell'età moderna, ha raccolto in un'esposizione unitaria la problematica ontologica con la sua Philosophia prima sive ontologia (1730). Ma Wolf è il punto d'arrivo della tradizione classico-medie- XII

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