1 4 2013NOTIZIARIO Oltre la siepe… il mondo Lo spreco del cibo in Italia a colloquio con andrea Segrè e Luca Falasconi Costantino Cattivello Servizio ricerca, sperimentazione, assistenza tecnica Cosa si intende per spreco alimentare? peso che meriterebbe (senza nutrirci moriremmo). Con l’espressione spreco alimentare noi inten- questo discorso però vale solo, o quasi, per i diamo l’insieme di quei prodotti scartati o perdu- consumatori dei paesi sviluppati, in quanto per ti lungo tutta la catena agroalimentare, prodotti la gran parte delle popolazioni cibarsi rimane che pur avendo perso il loro valore commercia- al centro non solo delle loro necessità ma anche le, non hanno però perso la loro caratteristica e soprattutto dei loro bisogni e preoccupazioni. di alimento per cui potrebbero essere ancora Nutrirsi è un atto che ha perso, almeno per una destinati al consumo umano. parte del mondo, il suo reale valore, non solo quindi sono prodotti perfettamente utilizzabili, quello economico ma anche e soprattutto quello ma non più vendibili, e che, in assenza di un etico, sociale, culturale e biologico. Lo dimostra possibile uso alternativo, sono destinati ad esse- il fatto che a livello europeo il 43% dello spreco re eliminati e smaltiti. alimentare ha luogo a livello domestico (fonte I prodotti alimentari che formano lo spreco per- dato: Commissione europea [DG ENV - Direc- dono le caratteristiche di “merce”, ma non quel- torate C] Final Report – Preparatory Study on le di “alimento”, quindi sono prodotti invenduti e Food Waste). Se tutti noi considerassimo il cibo non invendibili. un bene essenziale per la vita, sicuramente non È possibile, inoltre, distinguere tra spreco asso- lo sprecheremmo, e il fatto che non lo conside- luto e spreco relativo, in base a tre differenti de- riamo come un bene prezioso è dimostrato dallo stinazioni: spreco che ne facciamo, inconsapevoli delle sue I. prodotti smaltiti come rifiuti (no valore econo- conseguenze. mico, no alimento); II. prodotti destinati a mangimi per animali o Ci potete dare alcuni numeri sullo spreco di produzione di gas, o compost (si valore eco- cibo in Europa ed in Italia? nomico, no alimento); Secondo stime FaO un terzo del cibo prodotto III. prodotti recuperati e donati per consumo nel mondo per il consumo umano è perduto o umano (no valore economico, si alimento). sprecato; tale quantità ammonta a circa 1,3 mi- Viene definito spreco relativo se la destinazio- liardi di tonnellate all’anno. ne permette di ottenere almeno uno dei due Si stima che la quantità pro capite di cibo spre- potenziali benefici selezionati (ritorno economi- cato da parte dei consumatori in Europa e Nord- co, utilizzo per consumo umano). Con spreco america sia di 95-115 kg/anno, mentre in afri- assoluto s’intende, invece, la destinazione del ca sub-sahariana e nel Sud/Sud-Est asiatico sia surplus alimentare che non genera nessuno dei di soli 6-11 kg/anno. due benefici. Nei Paesi in via di sviluppo oltre il 40% dello spreco alimentare si verifica a livello di post- Quali sono le cause alla base della scarsa per- raccolta e lavorazione, mentre nei paesi indu- cezione che spesso ha l’opinione pubblica dello strializzati, oltre il 40% dello spreco si verifica spreco alimentare? a livello della grande distribuzione e a livello L’atto del cibarsi è un’azione che mediamente domestico. ognuno di noi compie almeno tre volte al giorno Secondo il report finale della Commissione Eu- ma, sebbene sia effettivamente essenziale per la ropea, lo spreco alimentare in Europa corrispon- nostra sopravvivenza, è diventato talmente abi- derebbe a circa 90 milioni di tonnellate, pari a tuale e scontato che non gli si dà più il valore e il circa 179 kg di cibo gettato pro capite. 1 2013NOTIZIARIO 5 Le proporzioni di sprechi alimentari – in relazio- del lavoro di raccolta. La seconda è strettamen- ne alla quantità di cibo prodotto – variano da te legata a ragioni di “marketing” in quanto il Paese a Paese: vanno dall’1% in Germania al prodotto presenta difetti commerciali quali pez- 21% in Estonia, al 5% complessivo per l’uE. zature troppo grosso o troppo piccole, oppure Per quanto riguarda l’Italia conteggiando “solo” danneggiamenti dovuti a eventi atmosferici. lo spreco che si materializza in agricoltura, industria, distribuzione all’ingrosso e al detta- Che riflessi ha lo spreco alimentare sull’ambien- glio, nel 2011 sono stati gestiti come rifiuti ben te e sulla risorsa acqua e suolo? 3.604.174 tonnellate di prodotti alimentari abbiamo detto prima che il 2,7% della produ- ancora perfettamente consumabili. una quanti- zione agricola italiana nel 2011 è rimasta a tà così abbondante ha ovviamente un impatto marcire in campo pur essendo ancora perfetta- economico altrettanto rilevante. Il calcolo di tale mente consumabile. Da un punto di vista mera- impatto in ciascuna comparto, mette in evidenza mente contabile potremmo dire che tale entità come in Italia nel 2011 si siano letteralmente è da considerarsi del tutto fisiologica ma se lo “bruciati” € 3.538.680.014 di prodotti alimen- andiamo a leggere in valore assoluto, poco più tari ancora perfettamente consumabili. In base a di 15 milioni di quintali, e se lo andiamo ad ciò possiamo affermare che lo spreco alimentare analizzare in termini di acqua virtuale utilizzata del 2011 è pari a circa il 18% di quanto in per produrre quei beni e quindi sprecata, ben Italia si è destinato alla Ricerca e Sviluppo (R&S) 1,2 miliardi di metri cubi, capiamo che tale va- e ben più della metà di quanto è stato destinato lore non è più tanto fisiologico, ma si avvicina all’università sempre per R&S. all’essere uno scempio. È bene però specificare cosa si intende con il Quali sono i numeri dello spreco in agricoltura termine di acqua virtuale. questa è la quantità e quali le cause? d’acqua utilizzata direttamente e indirettamente Per quanto riguarda l’Italia nel 2011, circa il durante tutto il processo produttivo per fabbrica- 2,73% della produzione agricola è rimasta in re un bene, anche alimentare. campo pur essendo perfettamente consumabile, Le tipologie di acqua che si trovano in natura l’equivalente di 15.472.605 quintali di prodot- sono diverse, come diverso è l’impatto ambien- to agricolo. L’8,24% delle ciliegie (poco più di tale del loro utilizzo. I diversi tipi di acqua virtua- 100.000 quintali), il 9,61% delle susine (poco le coinvolti nella produzione di beni agroalimen- più di 200.000 quintali), il 12,4% delle arance tari sono riconducibili a tre categorie: l’“acqua (ben 3.124.522 di quintali), il 17,32% delle blu”, l’acqua cosiddetta “verde” ed in fine quella clementine (ben 1.265.391 di quintali), il 2,5% “grigia”. L’utilizzo delle tre diverse componenti di del pomodoro (l’equivalente di 1.603.228 acqua incide in modo diverso sul ciclo idroge- quintali) ed anche l’11,18% della produzione ologico e determina il grado di sostenibilità del nazionale di cocomeri (pari a 585.606 quin- processo produttivo. tali). Le ragioni che stanno alla base di questo L’acqua blu è l’acqua di superficie (contenuta scempio sono principalmente due. La prima è in fiumi e laghi) o che proviene dal sottosuolo meramente economica e cioè la non conve- (falde freatiche). Essa rappresenta il 35% circa nienza da parte dell’agricoltore nel raccogliere del totale di acqua dolce disponibile per uso il prodotto in quanto i prezzi di mercato dello umano, è di facile accesso e trasporto, il che ne stesso non remunerano, spesso, neanche il costo favorisce l’uso e lo sfruttamento. È l’acqua che può essere misurata, contenuta in dighe, con- PRODOTTI 2011 Produzione Residuo in campo servata per usi futuri, pompata nelle reti idriche, Totale (q.li) Raccolta (q.li) q.li % usata per irrigare. Nel caso di prodotti agricoli, CEREALI 197.166.935 195.884.546 1.282.389 0,65 l’acqua blu è quella apportata dall’irrigazione FRUTTA 210.430.763 201.207.117 9.223.646 4,38 come supplemento all’acqua piovana ed evapo- ORTICOLE 159.481.041 154.514.471 4.966.570 3,11 rata attraverso il suolo e la biomassa vegetale. ORTOFRUTTA 369.911.804 355.721.588 14.190.216 3,84 TOTALE 567.078.739 551.606.134 15.472.605 2,73 Con il termine acqua verde ci si riferisce inve- ce all’acqua piovana conservata nel suolo e Tabella 1: Residui in campo in Italia nel 2011. che supporta “invisibilmente” l’agricoltura non Fonte: Nostra elaborazione su dati ISTAT 1 6 2013NOTIZIARIO irrigua, la crescita della vegetazione e la pre- de carbonica (CO ) generata dal consumo dei 2 servazione della biodiversità. Nel suo impie- combustibili fossili, il metano emesso dalle fer- go agricolo, questo tipo di acqua corrisponde mentazioni enteriche dei bovini e il protossido di all’ammontare di acqua piovana evaporata dal azoto liberato dall’utilizzo di fertilizzanti a base terreno durante il periodo di crescita delle col- di azoto in agricoltura. Il carbon footprint espri- ture includendo anche l’evapotraspirazione e me una misura dell’impatto che le attività umane rappresenta, secondo stime recenti, l’84% del hanno sull’ambiente in termini di emissioni di gas consumo globale di acqua in agricoltura. In fine serra prodotte nel ciclo di vita di un prodotto o abbiamo l’acqua grigia, che è l’acqua necessa- di un servizio. ria per diluire gli agenti inquinanti del processo Le emissioni di gas serra comprendono la conta- di produzione. bilizzazione di tutti i gas a effetto serra diretto o quindi ritornando allo spreco di prodotti agrico- indiretto, a prescindere che abbiano o meno un li nei nostri campi considerando solo le frazio- contenuto in carbonio. ni blu e grigie dell’acqua virtuale, spreco che anche in questo caso considerando solo la frutta ammonta a poco più di 200 milioni di metri e la verdura che vengono sprecate nel settore di- cubi pari all’acqua che il 5% della popolazione stributivo italiano questa comporta la liberazione italiana nel 2010 ha utilizzato per tutto l’anno nell’atmosfera di più di 8 milioni di chili di CO 2 all’interno delle mura domestiche, possiamo af- equivalente. fermare che, senza dubbio, è ormai impellente analogo discorso può essere fatto considerando dover intervenire e agire in merito a un suo dra- la carne che viene sprecata sempre a livello del- stico ridimensionamento. la distribuzione italiana. questa porta alla libe- Per dare invece una quantificazione dell’impatto razione in atmosfera di poco più di 9,7 milioni che lo spreco ha sulla risorsa suolo è necessario di tonnellate di CO equivalente 2 introdurre un altro indicatore, l’ecological foot- I dati fin qui riportati sono allarmanti, sia per la print, conosciuto anche come impronta ecologi- quantità di spreco sia per le sue conseguenze ca, questo misura la quantità di terra biologica- ambientali. mente produttiva necessaria per fornire le risorse e assorbire le emissioni associate a un sistema Dove si produce lo spreco lungo la filiera agro- produttivo. alimentare? Considerando solo la frutta e la verdura che Lo spreco alimentare si materializza lungo tut- vengono sprecate nel settore distributivo italiano ta la filiera agroalimentare. Sono infatti presenti questa comporta l’utilizzo di risorse presenti in sprechi, dalla produzione alla trasformazione, ben 39.000 ha. Si badi bene risorse utilizzate alla distribuzione, fino al consumo sia quello per produrre un cibo che poi viene gestito come domestico che quello fatto a livello della ristora- un rifiuto! zione organizzata. Nessuno dei passaggi che analogo discorso può essere fatto considerando porta il prodotto dal campo fino alle nostre tavo- la carne che viene sprecata sempre a livello del- le è quindi scevro da questo fenomeno. la distribuzione italiana. questa determina l’uti- lizzo di risorse presenti in 8.360 ha, che anche Quali possono essere le ricette da porre in atto questa volta vengono utilizzate per produrre un per ridurre questi sprechi? rifiuto, visto che quella carne non arriverà mai L’intero percorso di ricerca che ci vede coinvolti nelle tavole dei consumatori italiani ma andrà a da più di un decennio ci rende sempre più con- finire o in discarica o in un inceneritore. vinti e consapevoli che non solo lo spreco si può In fine l’impatto ambientale degli sprechi può e si deve ridurre, ma soprattutto che tale impe- essere quantificato anche in termini di emissioni gno può portare a notevoli risultati senza com- nocive emesse. Per fare ciò è necessario intro- portare grandi sforzi e senza dover modificare durre un terzo indicatore, il carbon footprint, o più di tanto, e quindi tantomeno stravolgere, le impronta del carbonio. questo è un indicatore proprie abitudini di comportamento. che rappresenta le emissioni di gas serra gene- Ciò che serve è semplicemente un pizzico di rate nei processi. Nel caso delle filiere agroali- attenzione in più da parte di tutti. Piccoli ac- mentari, i gas emessi sono soprattutto l’ anidri- corgimenti che anche se adottati da un singolo 1 2013NOTIZIARIO 7 soggetto possono portare a importanti risultati. quindi di informazione verso un atto, quello del Come si accennava precedentemente alimen- cibarsi, che senza ombra di dubbio ci permette tarsi è essenziale per la nostra vita quindi in- di rimanere in vita. formarsi in modo più approfondito sul cibo su come questo viene prodotto, su come deve esse- Quali sono i comportamenti virtuosi che l’agri- re conservato, su quali sono le risorse che ven- coltore può porre in atto per ridurre questi spre- gono impiegate per produrlo, risulta essenziale chi? per renderci consapevoli di qual è il valore di questa crediamo essere la domanda più com- ciò che ci permette di rimare in vita (valore non plessa alla quale rispondere. Noi tutti sappiamo solo economico, in quanto non si può utilizzare delle difficoltà che l’agricoltore ha nell’affrontare sempre e solo questo metro di misura, ma an- il mercato, soprattutto se lo fa come singolo im- che e soprattutto quello etico, sociale, culturale prenditore. Noi tutti sappiamo che le leve che e biologico). Ogni singolo consumatore dovreb- regolano le attività nella filiera agroalimentare be almeno sapere qual è la differenza che c’è vengono gestite nei settori a valle della stessa, tra una data di scadenza ed una preferenza di per cui pensare di far entrare nel mercato pro- consumo (questo sicuramente porterebbe ad una dotti che sono fuori standard è praticamente prima riduzione di sprechi alimentari tra le mura impossibile per il singolo agricoltore. Tanto più domestiche e negli scaffali dei supermercati). difficoltoso per non dire impossibile è cercare Inoltre ogni consumatore dovrebbe pure sapere di incidere sul prezzo di vendita dei beni (come che frutta e verdura non crescono tutte uguali, detto in precedenza questi sono entrambi fattori per cui è possibile trovare mele di dimensioni che portano alla formazione di sprechi nei cam- medie come le troviamo nei supermercati, ma pi). Però riteniamo che l’agricoltore possa gio- anche piccole e grandi. Se ognuno di noi sa- care un ruolo fondamentale nella rieducazione pesse ciò, ci chiederemmo anche che fine fanno del consumatore. Riavvicinarsi al consumatore, quei frutti troppo piccoli o troppo grandi che non anche e soprattutto con il contributo che le isti- troviamo nei negozi, e forse anche questi “magi- tuzioni possono e devono dare, è essenziale, camente” comparirebbero tra le possibile alter- in quanto gli agricoltori sono i principali deten- native di acquisto e quindi non verrebbero più tori della cultura alimentare. quindi investire lasciate a marcire in campo. Ogni consumatore del tempo nel mettere a disposizione le proprie dovrebbe sapere anche che cetrioli, zucchine, conoscenze, i propri saperi, la propria cultura carote, ecc. non crescono solo perfettamente alimentare sicuramente porterà un incremento dritte, ma spesso, per qualche “scherzo della di conoscenza alimentare nei consumatori che natura” qualcuna di queste presenta delle curve andrà proprio nella direzione di renderli consa- o delle biforcazioni. anche in questo caso se pevoli di qual è il vero e completo valore di ciò sapessimo ciò questo “magicamente” compari- che permette loro di rimare in vita. rebbero tra le possibile alternative di acquisto abbiamo parlato di investimento in quanto an- e quindi non verrebbero più lasciate a marcire che in questo caso i frutti, i risultati, non matu- in campo. questi pochi esempi mettono in evi- reranno immediatamente, ma avranno bisogno denza che per ridurre gli sprechi non viene ri- del loro tempo biologico. Ma quando saranno chiesto alcun tipo di sacrificio, nessuna rinuncia, pronti per la raccolta siamo convinti che si potrà ma semplicemente un po’ più di attenzione e parlare di annata memorabile. Chi sono gli intervistati ANDREA SEGRE’: è professore ordinario di Politica agraria internazionale e comparata, Direttore Dipartimento di Scienze e tecnologie agro-alimentari e già Preside della Facoltà di Agraria dell’Università di Bologna. È fondatore e presidente di Last Minute Market, spin-off accademico dell’Università di Bologna. LUCA FALASCONI: ricercatore presso il Dipartimento di Scienze e tecnologie agro-alimentari dell’Università di Bolo- gna e docente di Politica agraria e sviluppo rurale, è co-fondatore e socio di Last Minute Market 1 8 2013NOTIZIARIO Il marchio aqua: un regime di certificazione regionale per la valorizzazione della qualità agroalimentare uno strumento per la promozione dell’agroalimentare regionale. Nicolò Tudorov Servizio promozione, divulgazione, statistica agraria e marketing In una economia fortemente Per poter presentare domanda di concessione, è necessario che gli interessati – che possono competitiva e che deve essere imprese agricole singole o associate, im- necessariamente confrontarsi con prese di trasformazione o commercializzazione il mercato è fondamentale investire singole o associate operanti nel settore agroali- mentare, oppure associazioni di produttori agri- e sostenere la promozione delle coli – siano in possesso di una certificazione di produzioni agroalimentari del conformità rilasciata da un organismo di certifi- cazione operante ai sensi della norma uNI CEI territorio. Con l’istituzione del EN 45011, con sede in qualsiasi Stato membro marchio aqua la regione Friuli dell’unione Europea, e che abbiano pagato la tariffa unica di euro 100. Venezia Giulia ha voluto mettere L’ERSa, verificata la correttezza della documen- a disposizione degli operatori tazione presentata, concederà l’uso del marchio dell’agroalimentare regionale un per la durata di cinque anni, rinnovabile per un ulteriore quinquennio. importante strumento di marketing, ad oggi è stato approvato definitivamente il che ha il vantaggio di avere un disciplinare tecnico per il prodotto asparago bianco, pubblicato sul BuR n. 47 del 21 no- impatto molto forte sul consumatore vembre 2012. ulteriori disciplinari sono in corso e di poter essere apposto di redazione e saranno approvati e pubblicati durante il 2013. direttamente sui prodotti. Sarà cura del Notiziario ERSa aggiornare sullo L’ERSa sta ora predisponendo i disciplinari tecni- stato di attuazione del marchio aqua nel corso ci di produzione per la concessione del marchio. dell’anno. Maggiori informazioni sono disponi- E’ compito dell’ERSa, infatti, individuare i tipi di bili sul sito internet: prodotto da ammettere al marchio e predispor- http://www.ersa.fvg.it/divulgativa/i-prodotti-a-qu-a re i disciplinari tecnici di produzione, anche su (e-mail: [email protected]). richiesta di soggetti (“portatori di interesse”) ope- ranti nel settore agricolo ed alimentare. I marchI collettIvI regIonalI e la alla conclusione della procedura di informazione lIbera cIrcolazIone delle mercI prevista dalle norme comunitarie e con l’entrata nell’UnIone eUropea. in vigore dei futuri disciplinari tecnici, i produttori Il marchio collettivo aqua – agricoltura, qua- interessati potranno presentare domanda di con- lità, ambiente – è stato istituito dalla Regione cessione del marchio. Friuli Venezia Giulia con la legge regionale n.