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Notas II PDF

290 Pages·2016·0.856 MB·Italian
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Notas è un testo sorprendente per le stesse ragioni che rendono sorprendente l’intera produzione gomezdaviliana: la vastità dei temi affrontati, la concisione puntuale e penetrante della sua scrittura, l’articolazione avvolgente del suo pensiero, la sua familiarità eccezionale con gli autori e le opere della tradizione, il suo senso storico, artistico e letterario, da cui, in cui e per cui distilla la sua opera immortale. L’opera di Gómez Dávila è una pietra miliare della riflessione filosofica di tutti i tempi, lascito eccezionale di chi nel Novecento ha intrapreso le vie dell’universale risalendo i tuguri del postmoderno; proprio per questo, una grande risorsa e un compito per tutti noi. Saggio introduttivo di Gabriele Zuppa Postfazione di Antonio Lombardi Postilla di Alfredo Abad Torres Traduzione di Loris Pasinato 2 Nicolás Gómez Dávila (1913-1994), ignorato in vita, scoperto dopo la morte come critico della Modernità e accolto quindi nel novero dei grandi autori di aforismi — non gli spetta ora che la giusta collocazione nella storia della filosofia: un gigante tra i pensatori del Novecento, tra i più grandi di tutti i tempi. 3 Qualsiasi filosofia autentica si costruisce contro lo scetticismo e per mezzo di esso. L’individualità è una lenta conquista. La civiltà figlia della tecnica è il prodotto dell’intelligenza povera. La civiltà autentica è il prodotto della scomposizione di mille culture in un’anima che la ragione e la passione illuminano. Un tecnico è un bracciante che come zappa possiede un formula. La società non riconosce che trionfi comprati da una moneta che l’anima lucida e nobile disprezza. La totalità dell’universo esiste tanto nell’universo intero quanto in ciascuno dei suoi apparenti frammenti. L’uomo non anela le cose terrestri se non come simulacri di una realtà che ignora. Mi interessano soltanto coloro che affannosamente cercano di differire da se stessi e che anelano a modificare ogni giorno qualcosa di ciò che sono stati. Illustrazioni di Catriona Graciet. 4 Scansione, OCR e conversione a cura di Natjus Ladri di Biblioteche Conversione pdf: FS, 2020 5 Collana AM 02 CIRCOLO PROUDHON 6 Nicolás Gómez Dávila Notas VOLUME SECONDO 7 Essere sinceri con ogni istante della nostra vita può pericolosamente significare l’insincerità con la nostra stessa vita. L’umanista non è colui per il quale esiste solo un’idea della sua vita, un ideale, né colui per il quale esiste solo il momento presente, bensì colui che intesse l’idea della sua vita sulla trama dei momenti concreti della sua esistenza. La gioia più pura dello spirito è la serenità feconda che segue lo sforzo. L’espressione prematura del pensiero naufraga nelle vicinanze della costa. Il sapore inconfondibile degli esseri è la bevanda degli dèi. I piaceri dell’intelligenza giacciono da una parte negli oggetti e nelle loro relazioni, e d’altra parte nella chiara coscienza di sentirsi a se stessa ogni giorno più sottile e più forte. La grandezza degli esseri dipende dalla nostra grandezza 8 e la loro mediocrità non è altro che un riflesso della nostra. Alcuni trovano maggior piacere nell’analisi dell’azione piuttosto che nell’azione stessa. L’idea vuole che la conosciamo al contempo nella sua essenza isolata e nei nessi che la legano alle altre idee, che la prolungano e la completano. Una certa rusticità dello spirito preferisce la robusta bellezza del corpo alla bellezza del viso; tuttavia, è solo nei tratti di una bellezza inquieta o trionfante che la voluttuosità rivela la sua ricchezza più segreta. Non avremo imparato a godere sensualmente il mondo se non quando il gesto che palpa si prolunghi in arabesco dell’intelligenza. Quando gli oggetti immediati dei sensi e gli oggetti immediati della ragione non differiscono, abbiamo finalmente costruito un universo sensuale. La libertà intellettuale è cosa che non dobbiamo possedere, ma acquisire. Ciò che ci è dato è un mero invito ad acquisirla. Non è l’importanza per la vita quello che dà valore a certi atti; è dal valore di certi atti che la vita prende la sua 9 importanza. Mediocre è la sapienza che critica i piaceri che non sono alla sua portata: contemplare senza invidia è l’unica cosa che diminuisce l’amarezza del possesso perduto. Le cose ci seducono per i sogni che esse permettono. La nostra ebbrezza di fronte al mondo non dev’essere altro che lo strumento della nostra intelligenza. La lucidità esige che gli esseri siano fini, e non mezzi, della nostra attività: ma se non sappiamo usare degli esseri come mezzi la nostra lucidità si appanna e la nostra intelligenza si ingarbuglia. Quello che sembra vuoto di ogni piacere è solamente vuoto del piacere definito che esigiamo. Le cose infime sono frequentemente suscettibili di più intenso piacere di quelle grandi perché non opprimono lo spirito, il quale può così darsi ad esse con lucidità attenta e perfetta. Davanti a certe cose è necessario assumere un atteggiamento dogmatico per poterle comprendere. La nostra ricerca di un sistema non dev’essere inclinazione alla comodità dello spirito, ma un amore per 10

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